giovedì 28 febbraio 2013

L'IRA DI NAPOLITANO


"Rispettiamo la Germania ma esigiamo rispetto": così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a Monaco di Baviera.
"Mi pare non ci fossero più le condizioni (per un incontro con il candidato premier della Spd - ndr) viste le sue dichiarazioni del tutto fuori luogo o peggio che ha fatto", ha spiegato il presidente Napolitano ai giornalisti a Monaco di Baviera. Il capo dello Stato ha aggiunto che invece le dichiarazioni del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble "sono un esempio di riserbo e rispetto".

Ritorno al futuro?

Se continua così in tanti saranno costretti a finire i loro giorni in queste condizioni. Spero non peggio. Qualcuno potrebbe chiedermi: "perché dici questo?" Non so! Forse ho fatto un brutto sogno.

In esclusiva su Zonalocale ... aspettando le "trecce" tricolori.

mercoledì 27 febbraio 2013

Pasqua llore.



C'è un'aria strana in giro. Tutti "strani". Nessuno sa cosa dire. Anche sui giornali si arranca. Tutti, secondo me, stanno pensando: "Ma cosa ho combinato! E adesso?" 
Quando c'è in atto un cambiamento, fedeli al proverbio "chi lascia la strada vecchia ...", si rimane disorientati, quasi attoniti. Io invece mi sto chiedendo altro.

Adesso, dopo tutto questo tempo "perso" per le campagne elettorali, possiamo ricominciare (meglio sarebbe cominciare) a parlare di Vasto? 

Senza voler entrare in problematiche "filosofiche" inerenti il futuro della città e, a mio modo di vedere, non confacenti alle capacità della nostra amministrazione comunale, rimango nel "pratico" e cito uno degli argomenti presi a caso: Pasqua è vicina, e nel periodo pasquale i turisti (o potenziali turisti) frequentano la nostra città. Come glie la presenteremo? Cari concittadini, avete avuto il tempo di guardarvi intorno? Avete notato lo "squallore" che ci circonda? Passino le palme incappucciate, ma il resto?

Ho ricevuto una domanda su Facebook:

Ciao Paolo,
con gli amici stavamo pensando ad un ritorno estivo a Vasto.
Ti sarei grato se mi potessi dare notizia sulla situazione degli scarichi in mare vista la pessima esperienza di 2 anni fa.
Attendo tue.
Un abbraccio

Cosa posso rispondere?

martedì 26 febbraio 2013

Proposte commerciali !


Di Giuseppe Pollutri

Va beh
...! Questo è,  mi veniva da pensare, qualche giorno fa, leggendo e riguardando alcune delle tante visual-pubblicità che ci pervengono giornalmente dalla Rete o dalle innumerevoli riviste d’arredo o di chic-home consumo. Qui, in particolare voglio descrivere, per poi annotare due “proposte”.

Una Cucina (da guardare) - La prima proposta consumistica riguarda al tempo stesso l’arte e l’arredo, o l’arte in arredo, magari definibile a mo’ di slogan: “Se l’arte ti fa l’arredo”.
L’habitat domestico in questo caso è quello del dove e con che in casa si cucina, e insomma ci si prepara da mangiare. Primaria necessità vitale, luogo insopprimibile, seppur ridotto nelle nuove costruzioni in modo sempre più generalizzato come “angolo K”.
La proposta di “xlaCasa (home inspiration)” è ...: “La cucina cubista”!
  
E' opera dello “Studio Design Gemelli”, con sede in Bulgaria. Questa cucina appare propria figlia o traslazione fattuale dell'arte cubista. Scomposizione delle linee e rottura visiva della composizione la rendono sicuramente unica e originale. A vista, può piacere o non piacere. Lo slogan a corredo dice “La cucina cubista esiste”. Mi domando a) dove, b) dove è possibile metterla, c) con quali quattrini da poter spendere e, non ultimo, d) per quale funzionalità vera. Può esserci ma qui, nella descrizione, non è detto (parrebbe un optional, se non un eventuale ...abuso e profanazione). Così  è data e pubblicizzata: tutta da guardare per immagine, e farla propria appare soltanto un possibile sfizio per chi – gusto a parte – se lo può economicamente permettere, anche perchè una tale cucina-ambiente vorrà, o presupporrà, un’analoga prosecuzione nel resto dell’abitazione.
Ma c’è (da dire) dell’altro. Fattore economico di acquisizione a parte, questa colorata e forse troppo cromaticamente giocata, insolitamente  extraspigolosa, cucina “cubista” mi dà l’idea di porsi anch’essa quale ...innovativa I(n)stallazione dell’arte contemporanea, quella considerata più “a la page” o più ”in”.  Per un verso e per un’altro riprende commercialmente l’attuale tendenza di fare di ogni “manufatto, composto o componibile” un Opera, per sottinteso “d’Arte”. Se si vuole: ...un Ready-made (by Duchamp) al contrario; di un “oggetto” funzionale se ne fa un qualcosa da mostrare. In questo caso poi il contemporaneo si riappropria dell’Arte Moderna, ovvero di un tempo culturale in cui la pittura (ancora quella e per restare a questa) voleva sì “dire-comunicare qualcosa”, ma ancora lo faceva restando all’assunto che un quadro per poter essere efficamente ‘bello’ deve essere dipinto da chi ...“sa dipingere” e da chi immette e distende colori su un supporto a ragione - poetica e tecnica - avveduta.

Bottiglie e Vini (in offertax6) – Parallelamente, nello stesso giorno, mi capita di dover vedere e leggere altra proposta, indecente (monetariamente) e indicibile (socialmente) anch’essa. Le singole e ben disegnate bottiglie danno accattivante immagine-invito a vini e spumanti Doc, Docg, biologici e tipici...: tutti da gustare per sè soli o per brindare in compagnia, sicuramente con gusto ricercato e fine. Ma sotto ad ogni immagine commercial-enotria sono indicati prezzi che non stò a specificare ed enumerare, ma che vanno da alcune  sino a diverse decine di migliaia di euro. E questo per un prodotto da ultima o recente annata, ordinariamente da consumare  pasteggiando, e non da collezionare o proveniente da una pluriennale conservazione in cantina. Si dirà: “Ma va riguardato il tutto nell’ambito di un fattore di sviluppo...”, o anche: “E’ comunque una proposta commerciale per produrre profitti e dunque ricchezza alle Aziende di questo nostro Paese”. Dice infatti lo slogan-messaggio: ...”vini per te”


D’accordo, ma pur apprezzando per solito il bello e il buono della vita e delle cose, a me è venuto da pensare, e qui ad altri lo dico:
- Ma a quale Paese Italia questi prodotti e merci si rivolgono? E ancora,  come corollario: - Non sarà forse che a fronte di quei cittadini che vivono in povertà e pre-miseria,  o arrancano sempre più a fatica (o con espedienti, tipo ...“acquista oggi il pane di ieri, al 50%”) per restare possibilmente “classe media”, ne esiste e non meno un’altra, anch’essa reale, più danarosamente modaiola, bene-stante e festante?

Giuseppe F. Pollutri

Amleto? ... no, Faust


... e adesso se faccio i complimenti agli eletti, mi danno del leccacculo. Se non li faccio mi danno dello snob o peggio dell'ividioso. Insomma cari Gianluca e Maria, pensatela come volete, tanto mi conoscete.

E adesso per salvare l'Italia ci vuole il ...

Io ho già aderito da tempo. Tu cosa aspetti?

lunedì 25 febbraio 2013

Scarpasciudd


sabato 23 feb'13
RISO AMARO

Di Vittorio Patriarchi

ore 17, campo Incoronata.
COBENHAVN  AALBORG  4 - 4
arbitro Orazio Di Blasio

COBENHAVN (blu): Altieri, Salvatore, Ruzzi, Serafini S, Puddu, Vino, Reale, Angiolillo, Serafini A, Ronzitti Go
AALBORG (gialli): Loreta, Isoardi, D'Adamo, Sboro, Di Foglio, Patriarchi, Antenucci, Bozzelli, Cicchini, D'Angelo
  
10 vs. 10 in Danimarca, e non solo virtualmente, visto che Giove Pluvio oggi 'ji'à luvuàte lu' cùrie': s'incomincia con la pioggia battente, sperando che spiova: ma quando vedi che, tra lo scetticismo generale, il primo che si spoglia e che incomincia a trottare è il mitico capitàa Antenucci (65 albe), non puoi aver dubbi sul da farsi. Un campo buono solo per girarci il remake del celeberrimo 'Riso Amaro', praticamente una palude. Orazio fa la prova-rimbalzo della palla, ma il capitàa inflessibile, incita: 'Avàste a ffa la cummuèdie, e accuminzàme a jucà". I blu al 7' aprono le danze: cross da dx di Reale, Luigi Angiolillo a centrarea aggancia e batte Loreta: 1-0. Al 19' arriva il raddoppio: in area gialla, Nicolò Vino finge di crossare da dx ma conclude teso sul primo palo ingannando Loreta: 2-0. Le traiettorie del pallone sono variabili a seconda della profondità delle 'lòzze': sfruttando un rimpallo di Serafini su una pozzanghera, Nicola Bozzelli si porta in area e batte Altieri, accorciando 2-1. Nella ripresa, al 4' si sgancia  Bozzelli  che tira teso, il portiere blu Altieri non trattiene e Franz Sboro accompagna facile in rete: 2-2. I gialli falliscono all'11' una facile opportunità: cannonata di Bozzelli respinta di Altieri e D'Angelo che a 3 m dalla porta spara alto; ma al 15' replica il blu Ronzitti che, solo davanti al portiere, manda anche lui sulle tribune. Al 19' per i gialli si sgancia sulla sx l'assessore D'Adamo, traversone al centro per Nicola Bozzelli, che realizza il 2-3. E mentre il capitàa arriva su palle impossibili sulla fascia dx anche contro le gufate (ngi pò 'rruvuà..oh, cià 'rruvuàte!), al 25' i blu riagguantano il pareggio: dormita di Isoardi su Luigi Angiolillo smarcato a centro area, che gira bene di testa su cross di Ronzitti: 3-3. Al 29' però Nicola Bozzelli riporta in vantaggio i gialli siglando una tripletta: 4-3. Ma i blu nel finale disseppelliscono il tomahawk e vanno all'assalto col coltello tra i denti a caccia di scalpi : al 31' un destraccio di Serafini fa tremare il palo dx, la palla è poi neutralizzata; al 36' Reale si propone sulla dx, cross teso rasoterra, Gogò si fa trovare sul 1° palo e di prima manda fuori di 20cm. dal palo dx. Al 44' è Andrea Serafini che triangola con Reale e conclude teso da dx, Loreta in uscita intercetta col corpo e la palla, smorzata, entra beffarda alle sue spalle a fil di palo: 4-4. Al fischio finale dell'inzuppato fradicio Orazio, il custode Alfredo (sosia mancato di Pippo Santanastaso) 'spàre 'nà bòtte gnè 'cànde arièndre la Madònne': visto che ormai 'cià tòdde l'ammèzze', gli abbiamo chiesto, alla prossima, un bel fischione con stella a pioggia:' si l'adà fà, l'àda fà bbòne !"
  
Class. cannonieri: 26 gol : Ronzitti Gò  22 gol: Bozzelli  19 gol: Angiolillo  13 gol: Frangione  12 gol: Ronzitti L, D'Angelo  11 gol: Sboro, Serafini A   6 gol: Reale   3 gol: Cicchini, D'Adamo FP, Frasca M, Sebastiani, Storto, Vino    1 gol: Fanucci, Piras, Salvatore D, Soldano 

domenica 24 febbraio 2013

Perché le agenzie di rating fanno così paura?


Di Felice Monteferrante


Da qualche anno, sempre più spesso, sentiamo parlare di Agenzie di rating: ma cosa sono realmente e perché il loro ruolo è tanto importante nell’economia mondiale?
Da statuto, esse sono società private il cui compito è quello di emettere un giudizio, un voto (rating) alle società che ne fanno esplicita richiesta, sulla solvibilità di chi emette titoli (obbligazioni o azioni) nei mercati finanziari.
Nel mondo, di queste società di rating ne esistono una decina, ma le più importanti sono 3: Standard & Poour’s, Moody’s  e Ficht che detengono il 95% del mercato..
Nelle prime due (anche quotate in borsa) i principali azionisti sono banche d’affari,gestori,società d’investimento,hedge fund,fondi pensione ( primo azionista di S&P è il colosso dell’informazione Mc-Graw-Hill mentre primo azionista di Moodyì’s èil grande finanziere Warren Buffet) mentre Ficht fa capo alla francese Fimalac ed al colosso americano  dell’editoria  Hearst.Nei loro c.d.a. siedono accademici del mondo accademico, finanziario e dell’impresa questo, questo, si dice, per garantire la loro autonomia ma l’esperienza insegna i molti conflitti d’interesse, soprattutto la loro connivenza col sistema finanziario di stampo anglosassone.
Fin qui nulla di strano ma cosa accade quando sbagliano la valutazione di una grande azienda (ricordiamoci di Parmalat o delle dot-com americane) o giudicano la solvibilità,tra l’altro non richiesta,di uno Stato Sovrano?
Partiamo dalla madre di tutti i crolli bancari, cioè quella di Lehman-Brother’s  del 15-settembre 2008:la banca d’affari aveva appena sottoscritto un contratto derivato(Corona Borealis) a cui S &P attribuiva massima affidabilità, pur sapendo che si trattava di un prodotto tossico (cartolarizzato e non più solvibile). Per questo,la settimana scorsa, l’amministrazione americana ha accusato di truffa l’agenzia di rating ,chiedendole un risarcimento di 5 miliardi di dollari che serviranno a risarcire i titolari dei mutui rivelatosi poi sub-prime:e per ironia della sorte  è stata declassata da Moody’s.
La storia, da allora, è ben nota:il governo statunitense salvando il sistema finanziario trasferì di fatto il debito privato nel bilancio statale e la crisi diventò economica investendo così, anche il nostro continente, soprattutto i debiti sovrani di alcuni paesi anche perché grandi banche d’affari americane per rifarsi delle loro perdite, cominciarono a scommettere (acquistando e rivendendo i loro, molto spesso allo scoperto cioè senza possederli, e ricoprendosi attraverso l’acquisto di  c.d.s.)  sui debiti di alcuni paesi dell’eurozona.
Nel frattempo nel maggio del 2011 al vertice del G-20 di Deauville Merkel e Sarkozy rafforzarono l’asse franco-tedesco.il loro piano era chiaro, salvare le banche dei loro paesi che, nei periodi favorevoli avevano fatto incetta di titoli di stato , soprattutto di quelli greci ed irlandesi.
Furono venduti così, ingenti quantitativi di questi titoli ed anche altre banche d’affari spostarono i loro investimenti in luoghi più sicuri anche se meno remunerativi come ad esempio i bund tedeschi.
Così, dapprima la Grecia il Portogallo e l’Irlanda poi dall’estate del 2011 Italia e Spagna, videro salire a dismisura i valori del loro “spread”, cioè il differenziale del valore dei loro rispettivi titoli di stato decennali valutati rispetto ai loro omologhi tedeschi.
Da allora questi paesi dovettero risistemare le loro finanze attraverso urgenti manovre di riduzione dei loro debiti ma soprattutto dei loro deficit anche in forza di precedenti accordi stipulati con l’U.E.(Maastricht,fiscal compact, six-pack ecc.).
Ad onor del vero, dall’ingresso nella moneta unica , la differenza dei tassi sul debito dei paesi membri dell’U.E. è stato praticamente nullo cioè, i mercati valutavano solvibili anche i debiti dei paesi meno forti che,prima dell’ ingresso nell’euro pagavano tassi di interesse molto alti: in  questo lasso di tempo ci sarebbero state quel surplus di risorse per fare riforme strutturali.
Ma cosa c’entrano con questo le agenzie di rating?
In Europa, con l’avvicinarsi della crisi che, da finanziaria era nel frattempo diventata economica,le agenzie di rating declassarono molti Stati per i motivi più disparati:la bolla immobiliare in Spagna ed in Irlanda, i conti truccati in Grecia (grazie anche a complicità di qualche banca d’affari) l’alto debito in Italia e togliendo la AAA alla stessa Francia e, due giorni fa, alla G.B.
La mia opinione è che le agenzie di rating arrivino sempre dopo che, come si dice in gergo economico, i mercati, cioè gli investitori, hanno già scontato nei loro portafogli le debolezze di Stati o aziende:sta di fatto che, da allora molti, non solo grandi fondi speculativi ma anche gestori e fondi pensioni, si liberarono, vendendoli sul mercato secondario, di molti titoli di stato:in conseguenza di ciò il loro valore diminuì e chi li deteneva, soprattutto gli istituti di credito videro diminuire il loro capitale ed , anche in forza dei nuovi criteri posti dall’E.B.A (autorità bancaria europea) solo parzialmente modificati in seguito, dovettero effettuare cospicue ricapitalizzazioni.
Nel frattempo anche il mercato interbancario si era bloccato (le banche non si fidavano più le une delle altre) con molte banche che preferirono depositare i loro soldi nel cosiddetto “over-night” presso la B.C.E.
La conseguenza fu che, l’erogazione di credito già anemica, si ridusse al lumicino:lo spead degli Stati era diventato nel frattempo, spread dell’economia reale:così, ad esempio, ancora oggi, esiste una sorta di dumping europeo, con famiglie ed imprese di alcuni Stati costrette a finanziarsi a tassi d’interesse molto alti:basti l’esempio dell’Italia , secondo paese manifatturiero dell’U.E. le cui imprese scontano differenze di tassi di 3-4-5 punti superiori alle loro omologhe tedesche ,cioè con pari grado di solvibilità ed operanti negli stessi mercati: conseguenza di questo e che tutto il nostro export ne risente: e finora a poco sono serviti gli interventi della B.C.E. con la creazione del “fondo salvastati” o l’acquisto dei titoli di stato per calmierare lo spread ( dall’ultimo bollettino della B.C.E. 102.6 mil. di euro di B.T.P nel 2012). e di quello “salva banche”: una sorta di quantitative easing all’europea per cercare di contrastare le forti politiche espansive che nel frattempo continuano a fare paesi come gli Stati Uniti ed il Giappone (soprattutto per aumentare il loro export)  generando quello che sta diventando l’argomento centrale nei vari vertici internazionali cioè, una “guerra tra valute” di cui anche il colosso cinese e è protagonista.
Torniamo al punto iniziale, cioè allo strapotere delle agenzie di rating( soprattutto quando annunciano un possibile downgrade a mercati ancora aperti) e dei loro conflitti di interesse.
Da inizio crisi molti dei vertici delle agenzie di rating sono stati messi sotto accusa:basti ricordare la recente inchiesta della procura di Trani o quella fatta nel 2011 del governo U.S.A. ai vertici di : Standard & Poour’s:la stessa Amministrazione Americana, come già ricordato, la settimana scorsa   
ha chiesto un risarcimento di 5 miliardi di dollari a S&P. declassata a sua volta, per ironia della sorte, da Moody’s 
Però in definitiva, molti di quei  cambiamenti proposti dalla riforma finanziaria di Obama, la cosiddetta Dodd-Frank, sono stati disattesi e come ha recentemente ricordato Salvatore Bregantini a “radio 24” le tre big del rating dal 2002 al 2007 hanno quadruplicato i loro utili.
L’Unione Europea intanto, dopo un primo tentativo del commissario alle finanze Michel Barnier,di creare un’agenzia di rating europea, il mese scorso ha approvato, attraverso il suo Parlamento,un regolamento sulle agenzie di rating:in primo luogo saranno imposti limiti più rigorosi in materia di conflitto di interessi, evitando, come è successo molte volte in passato, che i detentori di quote del capitale di queste agenzie siano le stesse entità sottoposte ai loro giudizi. Un connubio recentemente dimostrato nel report pubblicato lo scorso ottobre dalla Banca centrale europea, evidenziando come" le agenzie di rating tendono a dare voti positivi alle banche di grandi dimensioni e alle istituzioni che più frequentemente alimentano il business delle agenzie, emettendo titoli derivati". Altro punto interessante previsto dalla riforma riguarda la pubblicazione dei rapporti sui debiti sovrani europei: sarà infatti fissato un calendario predeterminato e le valutazioni potranno essere pubblicate solo in tre periodi dell'anno, e comunque dopo la chiusura dei mercati europei. Potenziata inoltre la trasparenza dei criteri di valutazione del rating, oltre alla possibilità che queste società potranno essere trascinate in tribunale qualora ci fosse il sospetto di negligenza o dolo nelle loro attività.
Per quanto riguarda le valutazioni, queste non potranno più comprendere raccomandazioni di politica economica ai governi, ma divulgare esclusivamente le informazioni relative al rating.
Così Negli Usa tramite la Dodd-Frank, così come nella Ue con il nuovo regolamento comunitario, si è voluta accrescere la possibilità di portare in giudizio le agenzie di rating. La Dodd-Frank prevede l’introduzione della “expert liability”, la responsabilità che provoca la possibilità di rivalsa per chi ha fornito un giudizio erroneo. Il regolamento Ue invece allarga questa disposizione, visto che ” gli investitori che basano le loro attività sui rating potranno citare in giudizio un’agenzia nel caso che la notazione emanata sia in contrasto con le nuove regole previste da questa legislazione, sia intenzionalmente che per forte negligenza. Tali violazioni includono anche la pubblicazione di una notazione compromessa da un possibile conflitto d’interessi.”
Dopo tutto questo lungo discorso c’è da chiedersi se, forse non basterebbe il buon senso:in fondo queste agenzie esprimono solo opinioni e molto spesso sono i “media” ad enfatizzarne i loro giudizi aumentando così il loro potere.
 Certo è giusto intervenire in quei casi in cui si viola la legge, come nel caso di conflitti di interesse documentati o nei casi di turbativa dei mercati ( aggiotaggio, insider trading ecc….): di tutto questo e delle cause della crisi economica, ne ha parlato molto bene il film-documentario “Inside-job” 

venerdì 22 febbraio 2013

Mattioli e ... i "Comunisti".



“controllare la serietà, l’indipendenza da organizzazioni politiche … con esclusione di attività e manifestazioni promosse da partiti o da esse ispirate”

Queste parole, molto chiaramente, sono riportate nella delibera  n° 2 di Consiglio Comunale del 24 febbraio 1988 avente come titolo: “Donazione Eredi Mattioli. Provvedimenti”.
Sarà forse per festeggiare il quarto di secolo che l’attuale amministrazione comunale ha “concesso” l’utilizzo della Biblioteca Comunale Mattioli ad una organizzazione politica? E, tra l’altro, non certo per attività culturali bensì per un incontro di conclusione della campagna elettorale in corso.
Mi chiedo: “Può il cittadino rispettare le regole se l’amministrazione comunale non le rispetta?”

… Ma Nicola del Prete, che questa mattina è sceso dal letto prima di me, è già intervenuto sull'argomento. Tuttavia che colpa ne ha Ingroia? Non si pensi che io voti per quella parte politica, il mio intervento è dovuto solo ad un attacco di onestà intellettuale. Non mettiamola sempre in "pollitica"! I problemi sono altri: l'incapacità di chi ci amministra e l'uso "privatistico" che il "sindaco" fa della cosa pubblica. Possiamo partire dalla concessione o meno delle sale d'Avalos o del Teatro Rossetti fino a quella del Mercato di Santa chiara.

Adesso la colpa è di chi non ha messo i cassonetti.

Tifosi tedeschi bivaccano nel centro di Roma.

Migliaia di persone si sono accampate sui gradini davanti alla Barcaccia, tutti muniti di bottiglia in mano. A terra un tappeto di bottiglie, lattine, cartoni e casse di alcolici ha fatto da cornice alla piazza. Sporcizia a parte non è successo nulla di particolarmente grave, anche perché i tifosi tedeschi non hanno creato problemi di alcun genere. Di solito i vigili e le forze dell’ordine non permettono di bere o mangiare in quel sito e a peggiorare le cose ha contribuito sicuramente l’assenza di cassonetti adeguati.

Ma possibile che dobbiamo sempre giustificare l'inciviltà?

Prima di votare.


Secondo me prima di andare a votare, bisognerebbe essere informati, preparati, documentati. Penso  inoltre che i candidati dovrebbero proprio avere una preparazione "importante" che parta dalle "origini".

Quando mi incontrate, se non lo avete già capito, chiedetemi cosa intendo per "importante" e per "origini".

giovedì 21 febbraio 2013

Non è rimasto più nemmeno questo.

Se i miei concittadini, sempre pronti a "vantarsi" e a godere delle bellezze e delle "ricchezze" di questa città, si muovessero un po' invece di stare sempre immobili a piangersi addosso ogni volta che sottraggono ad essa "elementi di vanto e di ricchezza", forse monumenti come questo si salverebbero.

"Sanda Luciuia nostre, arripeje l'ucchie!"

martedì 19 febbraio 2013

A proposito di Arte esposta ...“in the dunes” Ad-Erci


Di Giuseppe Pollutri



Ne ha bisogno il paesaggio di ...“una mano d’arte” o sfruttiamo il paesaggio per dare una mano di sicura bellezza e suggestione ai nostri manufatti, seppur e quando pseudo creativi?

En plein air (dicitura francese) indica una modalità creativa, e poi un genere pittorico, in uso soprattutto nell'’800 ... 

“Il principio base della pittura en plein air è quello di dipingere all'aperto per cogliere le sottili sfumature che la luce genera su ogni particolare e quindi di cogliere la vera essenza delle cose”. (http://it.wikipedia.org/)

Esporre invece, all’aperto, nella natura  (... e diciamolo in italiano), è invece, al giorno d’oggi, un voler sfruttare troppo facilmente ... le sottili sfumature che la luce genera su ogni particolare e quindi di... immettere così nel proprio manufatto dipinto, assemblato, chiosato in laboratorio o studio .... la vera essenza delle cose, ovvero dell’arte. Nel caso: l’esteticità, trasmettitrice ineliminabile di ciò che l’autore ha immesso nell’opera e che con essa – forma e immagine - vuole significare.
Accade con “Art in the dunes” da qualche anno, a Vasto. Almeno così a me pare. Ovviamente fatte salve le eccezioni di alcune Opere dotate di autonoma cifra estetica, chiaramente riconoscibili. Manufatti o assembloinstallati esposti - suggestivamente (riconosco)  - nell’habitat, naturalistico ma non tanto, pregiato ma alquanto surretiziamente mitizzato, Ad-Erci e dintorni.
Giuseppe F. Pollutri, critico d’arte

Nota a margine, ma non troppo: 
Installare (quel che ci pare, o quel che si ha per le mani) è operazione da galleristi, tuttalpiù, se non da “manutentori ai servizi (comunali)”. GFP

Quando votare era "sacro".



Riconoscetevi

lunedì 18 febbraio 2013

Una battuta ... ci seppellirà.



In questa campagna elettorale fatta di battute comiche da parte di “quasi” tutti, anche Romano Prodi, persona seria,  si è fatto scrivere una frase ad effetto che ha dato “risalto" al suo intervento a Milano. Riferendosi a Bersani ha detto che quando il segretario del Pd parla, non sempre lo capiscono: “I miei amici africani mi chiedono perché ce l’abbia tanto con i giaguari da smacchiare. Io me la cavo rispondendo che ce l’ha anche con i tacchini”.
I giornalisti ringraziano, gli italiani che vorrebbero sentire meno battute e più programmi, un po’ meno.

P.S. Gli sceneggiatori di Prodi sono anche ignoranti. Il giaguaro è un felino “americano”. I suoi amici africani quindi non c’entrano. …. Ma non se n’è accorto nessuno.

Però! questa mia Città ...

.... anche nei primi del '900

Scarpasciudd


RENATENGO IL CAMERLENGO

Di Vittorio Patriarchi

sabato 16 feb'13, ore 17, campo Incoronata
VITORIA SETUBAL  OPORTO  4 - 4
arbitro Orazio Di Blasio

BORDEAUX ( blu ): Pitagora, Loreta, Puddu, Forgione, Serafini S, Danenza, Soldano, Reale(fino al 70'), Angiolillo, Serafini A, Ronzitti Go

OLYMPIQUE MARSEILLE ( gialli ): Ferri, Isoardi, D'Adamo, Sboro, Di Foglio, Patriarchi, Antenucci, Sebastiani, Bozzelli, Di Marco(2°t con i blu), Cicchini, D'Angelo

12 vs. 11 a tempi alterni, questo portuguese sabato scarpasciuddiano; la strana abbondanza di portieri (due gli esordi) ha fatto si che oggi il 'camerlengo' degli scarpasciudd' Renato Loreta ritornasse a giocare a 5 anni di distanza dall'ultima sua sgroppata: un avvenimento unico quasi quanto un conclave, appunto. Vivacità iniziale dei blu nei primi 20', con 2 bordate di Ronzitti smorzate e deviate da Patriarchi, ed un'altra al 21', stavolta Gogò sciupa un occasionissima sparando alto. Ma i gialli, al 32', cacciano i denti: Cicchini lancia Bozzelli sulla dx, diagonale teso respinto dal portiere blu Pitagora, ma Hulk D'Angelo appostato 'gnè na' fuìne' ribatte di piatto in rete: 0-1. Hulk ci riprova dopo 2' su un allungo solitario sulla sx, ma il suo esterno dx lambisce l'incrocio dx ed esce fuori. Al 38' il blu Danenza spara alto sui campi: 7' di sospensione e 'la pàlle s'avè squajjàte': ritrovata alla fine ' n'mèzze a 'na cèspe di grambalupuèine'. Nella ripresa la partita si movimenta: i blu diventano 12 con Di Marco che cambia casacca, e al 6' i blu pareggiano: cross di Reale da dx., Gogò Ronzitti s'imposta con i suoi 110kg. e devia bene di testa all'angolo: 1-1. I gialli sbandano paurosamente, e Gogò li punisce di nuovo al 13': Forgione lancia da dx verso centroarea, Gogò in nettissimo fuorigioco (Orazio era coperto nella visuale) aggancia e molla in rete il 2-1. Al 16' i blu addirittura triplicano: Andrea Serafini triangola con Angiolillo, il portierino giallo Ferri ' s'imburnicìsce', non esce e Andrea lo anticipa di punta e segna il 3-1. I gialli reagiscono al 23': D'Adamo serve sulla sx Franz Sboro che evita 2 avversari, si accentra e il suo bolide, un po' deviato, piega le mani a Pitagora ed entra in rete: 3-2. I gialli 'insistiscono' e stavolta è Nicola Bozzelli che, su assist di Cicchini, molla un micidiale destro a volo: 3-3. Ma lo spettacolo non finisce qui: il portierino giallo Ferri 'accòppe nu' ruònge' ed esita ad uscire di piede su un facile rinvio, Luigi Angiolillo implacabile lo fulmina e realizza il 4-3. Al 37' il custode baffuto Alfredo 'fa sparà 'na bbòtte' a bordocampo e si becca un Daspo da Orazio. Ma al 39' su penetrazione in area blu di Bozzelli, Danenza intercetta di braccio: rigore, battuto caparbiamente (con conseguenti polemiche da fuoco amico) da Nicola Bozzelli, ed è 4-4, punteggio che rimane tale fino al 90'. Epilogo culinario di Soldano, che 'n'n zi pò mandinè' dal rivelarmi l'ultimo suo sperimentale manicaretto: panocchie in guazzetto con pomodorini ed, udite udite, funghi champignon !  E Fanucci gli ha rivelato che ha acquistato un tavolo nuovo di 3m: ai posteri e al camerlengo le ovvie deduzioni...( fumata bianca ?)
  
Class. cannonieri: 26 gol : Ronzitti Gò  19 gol: Bozzelli  17 gol: Angiolillo  13 gol: Frangione  12 gol: Ronzitti L, D'Angelo  10 gol: Sboro, Serafini A   6 gol: Reale   3 gol: Cicchini, D'Adamo FP, Frasca M, Sebastiani, Storto    1 gol: Fanucci, Piras, Salvatore D, Soldano, Vino 

domenica 17 febbraio 2013

Qualche considerazione in più sulle dimissioni del Papa


Di Felice Monteferrante


Sulle dimissioni del Papa, (ma sarebbe meglio chiamarla abdicazione visto il suo ruolo di Monarca assoluto della Città del Vaticano) vaticanisti, giornalisti opinionisti di ogni genere e gente comune, hanno giustamente, voluto dire la loro nelle trasmissioni  televisive che si sono susseguite dopo la notizia della volontà del Santo Padre di dare le dimissioni il 28 febbraio, annunciate durante il Concistoro di lunedì scorso.
Così da “Otto e mezzo” a “Piazza pulita” allo “Speciale porta a porta” e nei vari T.G. si sono ricordati tutti gli ultimi scandali che hanno investito la Santa Sede: l’intero Vatileaks (dalle inchieste di Nuzzi, alla pedofilia, al caso Paolo Gabriele,alla corruzione e la lotta intestina tra i diversi Cardinali), l’annullamento della scomunica dei Lefebvriani o le dimissioni di Gotti Tedeschi  dallo I.O.R. (forse perché voleva fare applicare alla banca le normative antiriciclaggio così come vuole l’U.E). Da venerdì scorso presidente dello I.O.R. è il tedesco Ernest Von Freyberg.
Se non vogliamo anche dare la patente di profeta a Nanni Moretti queste appaiono solo congetture fantasiose e dietrologiche: lo stesso Pontefice, infatti, nel libro-intervista “Luce del mondo non escludeva la possibilità di dimissioni, previste, tra l’altro, dal Diritto Canonico.
Pochi però hanno affrontato il problema partendo da quello che avrebbe potuto essere la vera svolta della Chiesa Cattolica, cioè quel  Concilio Vaticano II (voluto da Papa Roncalli e conclusosi sotto il pontificato di Papa Montini) di cui lo stesso Joseph Ratzinger ne fu protagonista.
Degli unici interventi su questo tema ricordo solo quelli di  Massimo Cacciari, di Giuliano Ferrara, di Vito Mancuso e di pochi altri.
Già, quel Concilio che, dopo un avvio di svolte progressiste sul ruolo delle donne nella Chiesa, sul celibato dei preti e la morale sessuale, si concluse con una vittoria dei conservatori (come non ricordare il lungo silenzio sull’uccisione del Monsignor Romero).

Un altro punto importante di cui si  è discusso è quello dell’eccezionalità delle dimissioni di un Papa: infatti nella millenaria storia della Cristianità solo altre due volte era accaduto:la prima fu quella di Celestino V (vilipeso da Dante ed ammirato da Petrarca) la seconda quella di Gregorio XII quando, nel 1309, la sede papale fu spostata da Roma in Provenza.
Però, a mio modesto parere, la peculiarità di queste dimissioni risiedono nel fatto che, esse avvengono nel pieno della  Modernità cioè, nel pieno della “Civiltà della Tecnica”. Senza scomodare la filosofia di Nietzsche o Heidegger si possono menzionare le parole del filosofo Umberto Galimberti “se io tolgo la parola Dio dal mondo, il mondo neanche se ne accorge ma se tolgo la parola “tecnica” il mondo se ne accorge!” e sempre Galimberti nel suo ultimo libro "Una religione dal cielo vuoto" scritto con Vito Mancuso ricorda che «il cristianesimo ha desacralizzato il sacro, sopprimendo la sua ambivalenza e assegnando tutto il bene a Dio e tutto il male al suo avversario”. Tesi confutabili, che anch’io non condivido in pieno, perché penso che esistano ancora molti che conservino ancora lo stupore del Sacro e del Bello (Thauma) e nel loro quotidiano pratichino il Bene.
Sulla stessa falsariga di Galimberti si muove Marco Vannini sul “Manifesto” di cui riportiamo alcuni passi: “Il vero dramma del papa  riguarda una cosa davvero essenziale: una fede che ha perduto le sue fondamenta storiche. Ricordo che la fatica principale di Benedetto XVI in questi anni è stata la redazione di una vita di Gesù, di cui nel Natale scorso è uscito l'ultimo volume, quello dedicato all'infanzia di Gesù stesso. Molto significativamente l'opera è stata presentata come uno studio scientifico, di cui era autore il prof. Joseph Ratzinger, appunto, l'esperto di storia del cristianesimo che dialoga con i dotti, prima ancora che il pontefice romano che parla ex cathedra.
Io credo che un uomo colto come il papa, cui non sono ignoti i risultati della ricerca storica, non possa onestamente credere alle storie bibliche, ma sappia benissimo che sono invenzioni la Genesi, le storie dei patriarchi, l'Esodo, ecc. Più ancora: costruzione mitica la storia della nascita di Gesù, il concepimento verginale, così come leggendario buona parte del racconto evangelico, ivi compresa  – forse – la stessa resurrezione. Ma il dramma non è solo in questo, sta nel fatto che il papa conosce bene la profondità spirituale del cristianesimo, la fede non come credenza in uno o più fatti storici, ma come esperienza dello spirito. E dunque il vero dramma viene dalla difficoltà di far comprendere che la verità del cristianesimo sussiste intatta - anzi, viene davvero alla luce - anche senza quelle credenze tradizionali, cui è stata affidata per due millenni. Far passare il cristianesimo da una fede ingenua alla conoscenza dello spirito nello spirito, è in realtà un compito che richiede secoli, probabilmente, e forze molto superiori a quelle di un vecchio papa. Per questo le dimissioni di Benedetto XVI fanno venire alla mente l'«ultimo papa» di cui parla davvero profeticamente Nietzsche nel suo Zarathustra: quel vecchio papa ormai Ausser Dienst, collocato a riposo, appunto, perché il suo Dio, «un Dio nascosto, pieno di mistero» è morto. È stato ucciso da quello stesso amore di verità che ha fatto dire a un maestro «'Dio è spirito', compiendo così il più grande passo verso l'incredulità: non è facile infatti sulla terra portare rimedio a una tale parola». Ma Benedetto XVI conosce anche altre parole di quel maestro: «È bene per voi che io me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi lo spirito. Esso vi condurrà a tutta la verità».
Perciò ha preso congedo con dignità e umiltà commoventi, ma anche e soprattutto con grande serenità, frutto di una fede che non è credenza, ma sapere.”
Io non credo che questa sia un’analisi esatta in quanto, se fosse vero ciò che afferma Vannini il Santo Padre avrebbe già dovuto lasciare nel periodo in cui era Prefetto della congregazione per la Dottrina della Fede.

Affrontiamo adesso un aspetto, solo apparentemente distante dal tema che stiamo trattando: la rappresentazione di Cristo nella pittura: e per fare questo occorre fare un breve excursus storico sulla storia dell’arte occidentale, dalle sinopie di Pisanello fino ai giorni nostri tralasciando cioè, tutto il periodo precedente dove, salvo rari casi, come nell’arte Copta, negli affreschi della grotte in Cappadocia, la rappresentazione di Gesù erano allegoriche o simboliche  come il pesce (ichthys  in greco è l’acronimo di Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore) o il Buon Pastore, o nel periodo del distacco della tradizione Cristiana da quella Ebraica dove Gesù veniva raffigurato o come giovane imberbe o barbuto.
Se in Cimabue, ed in Simone Martini c’era ancora la rappresentazione di un Cristo Pantocratore di derivazione bizantina, in Giotto già apparivano nei volti l’espressione dei sentimenti: così nel Rinascimento Cristo sulla Croce assumeva una dimensione più realistica e più umana seppur nelle diverse declinazioni, dalla statica ieraticità in Raffaello o Antonello da Messina, alla teatralità di Velàzquez o al pathos di Grunewald.
Così il Cristo sarà rappresentato anche nelle molte “Sacre Famiglie”, “Natività”  insieme a Maria o nei molti dittici o trittici nei vari momenti della sua Vita, Via Crucis o pagine tratte dai Testi Sacri.
Tutto ciò, come lo stesso Sgarbi ha ricordato in un suo recente libro, termina nella seconda metà dell’ “800, quando tutte le varie correnti artistiche si concentrano a rappresentare al meglio la realtà (impressionismo, espressionismo, divisionismo) o il rapporto dell’uomo con essa fino a rielaborarne e scomporne la forma (cubismo), o si cercava di esprimere le pulsioni più profonde dell’uomo, grazie anche alla nascente psicanalisi (secessione viennese).
Poi agli inizi del Ventesimo secolo in tutte le avanguardie, almeno in quelle occidentali (futurismo, vorticismo, action painting, arte concettuale, arte povera, ecc.) si dissolve, salvo in poche eccezioni (come in alcuni esponenti della “Scuola Romana”,nella “Transavanguardia”, nel “Realismo Sovietico” in Guttuso, nella poetica yiddish di Chagall o in qualche artista d’oltreoceano come Hopper, Lichtenstein o Andy Warrol), la stessa rappresentazione dell’uomo: Così Depero, Boccioni, Carrà, Burri, Fontana, Manzoni, Vedova,  da noi, Pollock, Ernst, Malevic, Klee, Haring, Basquiat o nella ricerca sinestetica di Kandinsky nel resto del mondo, tanto per citarne qualcuno, cercarono nuove strade: è più importante sondare nuove dimensioni dello spazio e della materia che occuparsi dell’uomo e di Dio: in alcuni casi, come in Dalì o in Ontani, sono gli stessi artisti a diventare opere d’arte ed in Manzoni addirittura sono gli escrementi ad assurgere a valenza estetica.    
Così in tutto il ‘900 “Il Sacro” riappare nella tragicità di “Guernica” o più recentemente nelle molteplici provocazioni di Cattelan di Kendell Geers nel suo “Crocifisso” o nel teatro blasfemo di Castellucci, censurato in Italia.
Se questo discorso può apparire fuori luogo ricordiamoci che, sin dal Medioevo l’alfabetizzazione religiosa è avvenuta soprattutto mediante la rappresentazione del “Sacro” fatta dagli artisti e nel culto delle Reliquie:ed ancora oggi in molti luoghi della nostra penisola molti riti religiosi si rifanno a queste tradizioni.     

Per tornare a questioni più propriamente Teologiche mi piace ricordare due eminenti figure del Cattolicesimo: quella di  Antonio Rosmini (beatificato solo nel 2007) soprattutto quello profetico  delle “5 piaghe della Santa Chiesa”, ricordato spesso dallo stesso Ratzinge quando era ancora Cardinale e quella di Carlo Maria Martini scomparso lo scorso agosto: già Arcivescovo della Diocesi di Milano e fine biblista, è tornato in Italia solo nel 2008, dopo un soggiorno in Terra-Santa dove ha potuto elaborare al meglio la sua idea di Chiesa.
Martini cercò sempre un vero dialogo con le altre fedi, senza mai cadere in derive sincretiste ed auspicava una Chiesa meno dottrinale e più apologetica che sapesse meglio rispondere alle esigenze della contemporaneità.
Auguriamoci che il futuro Pontefice, indipendentemente dalla sua provenienza geografica, sappia rispondere a queste sfide.

sabato 16 febbraio 2013

Punta Penna e ... la cicoria.

Non hanno messo la data ma ...

(clicca per ingrandire)

"Eccheppalle"!

L'amica Ida forni, tramite eBay, mi ha fatto notare che su questo sito è in vendita un mio libro.
Questa pubblicazione è stata fatta dall'Università delle tre età, negli anni Ottanta.Si intitola Album di famiglia. Non è mai stato distribuito e non ho mai saputo perché. 
Una mia copia personale l'ho regalata al compianto Professor Riccardo Pazzaglia (quello del brodo primordiale). Non sapevo ce ne fossero altre in circolazione. A proposito ho saputo che in giro ci sono altri "Album di famiglia" ne potrei avere una copia?

Quel "tua" che mi commuove.

Come a lingua italiana dell'emigrante.

venerdì 15 febbraio 2013

Caro Michele, perché non "ricominciare" ?



Fare ... per fermare il declino.



Eravamo quattro amici al bar
che volevano cambiare il mondo
destinati a qualche cosa in più
che a una donna ed un impiego in banca
si parlava con profondità
di anarchia e poi di libertà
tra un bicchier di coca ed un caffè
tiravi fuori i tuoi perché e
proponevi i tuoi farò
Eravamo tre amici al bar
uno si e' impiegato in una banca
si può fare molto pure in tre
mentre gli altri se ne stanno a casa
si parlava in tutta onestà
di individui e solidarietà
tra un bicchier di vino ed un caffè
tiravi fuori i tuoi perché
e proponevi i tuoi però.
Eravamo due amici al bar
uno e' andato con la donna al mare
i più forti però siamo noi
qui non serve mica essere in tanti
si parlava con tenacità
di speranze e possibilità
tra un bicchier di whisky ed un caffè
tiravi fuori i tuoi perché
e proponevi i tuoi sarà.
Son rimasto io da solo al bar
gli altri sono tutti quanti a casa
e quest'oggi poi verso le tre
son venuti quattro ragazzini
son seduti li vicino a me
con davanti due coche e due caffè
li sentivo chiacchierare
han deciso di cambiare
tutto questo mondo che non va.
Sono qui con quattro amici al bar
che hanno voglia di cambiare il mondo
e poi ci troveremo come le star
a bere del whisky al roxy bar
e forse non ci incontreremo mai
ognuno a rincorrere i suoi guai
e poi ci troveremo come le star
a bere del whisky al roxy bar
e forse non ci incontreremo mai
ognuno a rincorrere i suoi guai
ognuno a rincorrere i suoi guai


giovedì 14 febbraio 2013

Ma le idee ...

Il sarcofago bisomo di Palazzo d'Avalos, ovvero "quando l'amore prosegue oltre la vita". Una occasione per invitare a visitare i musei civici a San Valentino. Ma le idee non vengono se non si "pensa" o non ci si documenta.

bisòmo s. m. [dal lat. tardo bisomum (o bisomus locus), comp. di bi- e del gr.σμα «corpo»]. – Termine con cui, nelle catacombe, si indicava una sepoltura per due salme: si riferisce propriamente ai loculi praticati orizzontalmente nelle pareti verticali delle gallerie. Con sign. analogo, in archeologia, urne cinerarie b., le caratteristiche urne etrusche contenenti due corpi, di solito marito e moglie, raffigurati in scultura sul coperchio.

Sande Valdine me ...

Questo antico biglietto spedito dalla Merica a una giovane di allora (primo 900) e i buchi dei tarli su di esso, stanno a significare che l'amore, se non è eterno, quantomeno può durare a lungo.