domenica 24 febbraio 2013

Perché le agenzie di rating fanno così paura?


Di Felice Monteferrante


Da qualche anno, sempre più spesso, sentiamo parlare di Agenzie di rating: ma cosa sono realmente e perché il loro ruolo è tanto importante nell’economia mondiale?
Da statuto, esse sono società private il cui compito è quello di emettere un giudizio, un voto (rating) alle società che ne fanno esplicita richiesta, sulla solvibilità di chi emette titoli (obbligazioni o azioni) nei mercati finanziari.
Nel mondo, di queste società di rating ne esistono una decina, ma le più importanti sono 3: Standard & Poour’s, Moody’s  e Ficht che detengono il 95% del mercato..
Nelle prime due (anche quotate in borsa) i principali azionisti sono banche d’affari,gestori,società d’investimento,hedge fund,fondi pensione ( primo azionista di S&P è il colosso dell’informazione Mc-Graw-Hill mentre primo azionista di Moodyì’s èil grande finanziere Warren Buffet) mentre Ficht fa capo alla francese Fimalac ed al colosso americano  dell’editoria  Hearst.Nei loro c.d.a. siedono accademici del mondo accademico, finanziario e dell’impresa questo, questo, si dice, per garantire la loro autonomia ma l’esperienza insegna i molti conflitti d’interesse, soprattutto la loro connivenza col sistema finanziario di stampo anglosassone.
Fin qui nulla di strano ma cosa accade quando sbagliano la valutazione di una grande azienda (ricordiamoci di Parmalat o delle dot-com americane) o giudicano la solvibilità,tra l’altro non richiesta,di uno Stato Sovrano?
Partiamo dalla madre di tutti i crolli bancari, cioè quella di Lehman-Brother’s  del 15-settembre 2008:la banca d’affari aveva appena sottoscritto un contratto derivato(Corona Borealis) a cui S &P attribuiva massima affidabilità, pur sapendo che si trattava di un prodotto tossico (cartolarizzato e non più solvibile). Per questo,la settimana scorsa, l’amministrazione americana ha accusato di truffa l’agenzia di rating ,chiedendole un risarcimento di 5 miliardi di dollari che serviranno a risarcire i titolari dei mutui rivelatosi poi sub-prime:e per ironia della sorte  è stata declassata da Moody’s.
La storia, da allora, è ben nota:il governo statunitense salvando il sistema finanziario trasferì di fatto il debito privato nel bilancio statale e la crisi diventò economica investendo così, anche il nostro continente, soprattutto i debiti sovrani di alcuni paesi anche perché grandi banche d’affari americane per rifarsi delle loro perdite, cominciarono a scommettere (acquistando e rivendendo i loro, molto spesso allo scoperto cioè senza possederli, e ricoprendosi attraverso l’acquisto di  c.d.s.)  sui debiti di alcuni paesi dell’eurozona.
Nel frattempo nel maggio del 2011 al vertice del G-20 di Deauville Merkel e Sarkozy rafforzarono l’asse franco-tedesco.il loro piano era chiaro, salvare le banche dei loro paesi che, nei periodi favorevoli avevano fatto incetta di titoli di stato , soprattutto di quelli greci ed irlandesi.
Furono venduti così, ingenti quantitativi di questi titoli ed anche altre banche d’affari spostarono i loro investimenti in luoghi più sicuri anche se meno remunerativi come ad esempio i bund tedeschi.
Così, dapprima la Grecia il Portogallo e l’Irlanda poi dall’estate del 2011 Italia e Spagna, videro salire a dismisura i valori del loro “spread”, cioè il differenziale del valore dei loro rispettivi titoli di stato decennali valutati rispetto ai loro omologhi tedeschi.
Da allora questi paesi dovettero risistemare le loro finanze attraverso urgenti manovre di riduzione dei loro debiti ma soprattutto dei loro deficit anche in forza di precedenti accordi stipulati con l’U.E.(Maastricht,fiscal compact, six-pack ecc.).
Ad onor del vero, dall’ingresso nella moneta unica , la differenza dei tassi sul debito dei paesi membri dell’U.E. è stato praticamente nullo cioè, i mercati valutavano solvibili anche i debiti dei paesi meno forti che,prima dell’ ingresso nell’euro pagavano tassi di interesse molto alti: in  questo lasso di tempo ci sarebbero state quel surplus di risorse per fare riforme strutturali.
Ma cosa c’entrano con questo le agenzie di rating?
In Europa, con l’avvicinarsi della crisi che, da finanziaria era nel frattempo diventata economica,le agenzie di rating declassarono molti Stati per i motivi più disparati:la bolla immobiliare in Spagna ed in Irlanda, i conti truccati in Grecia (grazie anche a complicità di qualche banca d’affari) l’alto debito in Italia e togliendo la AAA alla stessa Francia e, due giorni fa, alla G.B.
La mia opinione è che le agenzie di rating arrivino sempre dopo che, come si dice in gergo economico, i mercati, cioè gli investitori, hanno già scontato nei loro portafogli le debolezze di Stati o aziende:sta di fatto che, da allora molti, non solo grandi fondi speculativi ma anche gestori e fondi pensioni, si liberarono, vendendoli sul mercato secondario, di molti titoli di stato:in conseguenza di ciò il loro valore diminuì e chi li deteneva, soprattutto gli istituti di credito videro diminuire il loro capitale ed , anche in forza dei nuovi criteri posti dall’E.B.A (autorità bancaria europea) solo parzialmente modificati in seguito, dovettero effettuare cospicue ricapitalizzazioni.
Nel frattempo anche il mercato interbancario si era bloccato (le banche non si fidavano più le une delle altre) con molte banche che preferirono depositare i loro soldi nel cosiddetto “over-night” presso la B.C.E.
La conseguenza fu che, l’erogazione di credito già anemica, si ridusse al lumicino:lo spead degli Stati era diventato nel frattempo, spread dell’economia reale:così, ad esempio, ancora oggi, esiste una sorta di dumping europeo, con famiglie ed imprese di alcuni Stati costrette a finanziarsi a tassi d’interesse molto alti:basti l’esempio dell’Italia , secondo paese manifatturiero dell’U.E. le cui imprese scontano differenze di tassi di 3-4-5 punti superiori alle loro omologhe tedesche ,cioè con pari grado di solvibilità ed operanti negli stessi mercati: conseguenza di questo e che tutto il nostro export ne risente: e finora a poco sono serviti gli interventi della B.C.E. con la creazione del “fondo salvastati” o l’acquisto dei titoli di stato per calmierare lo spread ( dall’ultimo bollettino della B.C.E. 102.6 mil. di euro di B.T.P nel 2012). e di quello “salva banche”: una sorta di quantitative easing all’europea per cercare di contrastare le forti politiche espansive che nel frattempo continuano a fare paesi come gli Stati Uniti ed il Giappone (soprattutto per aumentare il loro export)  generando quello che sta diventando l’argomento centrale nei vari vertici internazionali cioè, una “guerra tra valute” di cui anche il colosso cinese e è protagonista.
Torniamo al punto iniziale, cioè allo strapotere delle agenzie di rating( soprattutto quando annunciano un possibile downgrade a mercati ancora aperti) e dei loro conflitti di interesse.
Da inizio crisi molti dei vertici delle agenzie di rating sono stati messi sotto accusa:basti ricordare la recente inchiesta della procura di Trani o quella fatta nel 2011 del governo U.S.A. ai vertici di : Standard & Poour’s:la stessa Amministrazione Americana, come già ricordato, la settimana scorsa   
ha chiesto un risarcimento di 5 miliardi di dollari a S&P. declassata a sua volta, per ironia della sorte, da Moody’s 
Però in definitiva, molti di quei  cambiamenti proposti dalla riforma finanziaria di Obama, la cosiddetta Dodd-Frank, sono stati disattesi e come ha recentemente ricordato Salvatore Bregantini a “radio 24” le tre big del rating dal 2002 al 2007 hanno quadruplicato i loro utili.
L’Unione Europea intanto, dopo un primo tentativo del commissario alle finanze Michel Barnier,di creare un’agenzia di rating europea, il mese scorso ha approvato, attraverso il suo Parlamento,un regolamento sulle agenzie di rating:in primo luogo saranno imposti limiti più rigorosi in materia di conflitto di interessi, evitando, come è successo molte volte in passato, che i detentori di quote del capitale di queste agenzie siano le stesse entità sottoposte ai loro giudizi. Un connubio recentemente dimostrato nel report pubblicato lo scorso ottobre dalla Banca centrale europea, evidenziando come" le agenzie di rating tendono a dare voti positivi alle banche di grandi dimensioni e alle istituzioni che più frequentemente alimentano il business delle agenzie, emettendo titoli derivati". Altro punto interessante previsto dalla riforma riguarda la pubblicazione dei rapporti sui debiti sovrani europei: sarà infatti fissato un calendario predeterminato e le valutazioni potranno essere pubblicate solo in tre periodi dell'anno, e comunque dopo la chiusura dei mercati europei. Potenziata inoltre la trasparenza dei criteri di valutazione del rating, oltre alla possibilità che queste società potranno essere trascinate in tribunale qualora ci fosse il sospetto di negligenza o dolo nelle loro attività.
Per quanto riguarda le valutazioni, queste non potranno più comprendere raccomandazioni di politica economica ai governi, ma divulgare esclusivamente le informazioni relative al rating.
Così Negli Usa tramite la Dodd-Frank, così come nella Ue con il nuovo regolamento comunitario, si è voluta accrescere la possibilità di portare in giudizio le agenzie di rating. La Dodd-Frank prevede l’introduzione della “expert liability”, la responsabilità che provoca la possibilità di rivalsa per chi ha fornito un giudizio erroneo. Il regolamento Ue invece allarga questa disposizione, visto che ” gli investitori che basano le loro attività sui rating potranno citare in giudizio un’agenzia nel caso che la notazione emanata sia in contrasto con le nuove regole previste da questa legislazione, sia intenzionalmente che per forte negligenza. Tali violazioni includono anche la pubblicazione di una notazione compromessa da un possibile conflitto d’interessi.”
Dopo tutto questo lungo discorso c’è da chiedersi se, forse non basterebbe il buon senso:in fondo queste agenzie esprimono solo opinioni e molto spesso sono i “media” ad enfatizzarne i loro giudizi aumentando così il loro potere.
 Certo è giusto intervenire in quei casi in cui si viola la legge, come nel caso di conflitti di interesse documentati o nei casi di turbativa dei mercati ( aggiotaggio, insider trading ecc….): di tutto questo e delle cause della crisi economica, ne ha parlato molto bene il film-documentario “Inside-job” 

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