sabato 31 dicembre 2011
A reti unificate.
Botti, Bot e Pernacchie di Capodanno.
Prima che qualcuno me lo dica, anticipo che sono al corrente del fatto che Bossi ha rivolto una pernacchia al Presidente Monti. Aggiungo che per il decoro della nazione queste cose, tra l’altro tipicamente meridionali, non si fanno.
Detto questo, mi “appassiono” a quanto ci dicono dai telegiornali. Si consiglia (o si vieta) di non usare i “botti” ma di comprare i “Bot”, io ribadisco un concetto da me già espresso: l’unico modo di festeggiare l’arrivo del 2012 in alternativa alle lacrime di qualsivoglia tipo, è quello di rivolgere sonore pernacchie a quanto ci ha lasciato il 2011 e quanto ci aspetta nel 2012 (e non solo).
Per quanto mi riguarda permettetemi di festeggiare “spernacchiando”, in questa sede, solo su Vasto.
Consentitemi di rivolgere la prima pernacchia a quei miei concittadini che hanno votato Lapenna per non votare Della Porta. “Il vecchietto dove lo metto?” Diceva la canzone di Modugno. E adesso costoro si lamentano dell’operato di un sindaco che già in passato aveva dato modo di far conoscere le sue qualità. Chi lascia la strada vecchia … dicevano altri e adesso? Un bel pernacchione a loro.
Un pernacchione immenso proprio al sindaco che pensava, in questo secondo mandato, di completare la sua opera … e ci sta riuscendo perfettamente. Insieme a lui però, pernacchie anche a chi lo asseconda e lo accompagna nella sua “missione”.
Un doppio pernacchione a coloro, Peppino Forte in testa, che politicamente sono riusciti a far resuscitare un morto. Lo “zombie” è molto più pericoloso di una persona viva.
Pernacchie, pernacchiette e pernacchiotti ai miei colleghi di lista. Nessuno escluso compreso il sottoscritto.
Devo poi eseguire tutta una fila di sonore pernacchie a quanti, politici e non, intervengono sui problemi cittadini sempre in ritardo e rivolgere una quantità di pernacchie a “trombetta” a chi mi dice: “ma tu dov’eri”, come se io dovessi occuparmi di tutto, documentarmi su tutto e intervenire su tutto. A questi sonoramente dico “e voi al mio posto?”
Pernacchie a chi mi segnala disservizi e problematiche, ma poi aggiunge: “non dire che te l’ho detto io!”. Ulteriori sonore pernacchie a quelli che si rivolgono a me e quando io chiedo: “ma perché non lo dici a chi hai votato?” Risponde: “ma quello è scemo, si fa sentire solo quando gli serve il voto”.
Pernacchie per Fosso Marino ma pernacchie anche a quei “villeggianti” che pur non avendo subito alcun tipo di danno o di fastidio, hanno provato a farsi rimborsare la vacanza. Pernacchie ai commercianti del centro che non essendo uniti riescono solo a farsi offendere. Pernacchie a chi non viene mai in piazza ma vuole l’isola pedonale. Pernacchie a chi vuole l’isola pedonale senza capire perché. Pernacchie a chi non vuole l’isola pedonale, ma non spiega perché. Pernacchie a chi non rispetta e non fa rispettare l’isola pedonale. Pernacchie vivaci ai pubblici esercenti perché pensano di aver riscosso successo con la notte bianca e la notte rosa, senza capire che a Vasto ogni notte può essere bianca, rosa o bianco-rosa. Pensiamo a questa notte di capodanno: di che colore sarà? Pernacchie a chi ha voluto la pista di pattinaggio e le crepes alla Nutella dentro Palazzo d’Avalos, non capendo che la stessa struttura posta in un luogo in vista sarebbe stata un richiamo per l’intera città.
Masse di pernacchie a chi riempirà Vasto dei vapori prodotti dalle biomasse ma anche a chi non ha saputo “eventualmente” trovare motivazioni e regole per vietare certi insediamenti. Pernacchie a chi vuole limitare la cementificazione del territorio ma non sa da dove si comincia. Pernacchie a chi vuole un nuovo Prg per rendere edificabili altri ambiti di territorio con la scusa di limitarne la cementificazione. Pernacchie cariche a chi vuole i quartieri satelliti e poi dice che Vasto è una città dove è difficile fornire servizi. Pernacchie a chi “il mese del brodetto a novembre”. Pernacchie a chi “il Toson d’Oro a fine luglio”. Pernacchie a chi “non ci sono i soldi per le feste patronali”. Pernacchie soffuse chi aumenta i costi del cimitero. Pernacchie a chi “Uaste è belle e terra d’eure”. Pernacchini a che discredita Vasto senza motivo.
Basta! Potrebbero arrestarmi per “schiamazzo”. Altro che botti di capodanno! Tutte le pernacchie che si possono fare farebbero troppo rumore. A Vasto meglio i Botti e per tanti meglio ancora i Bot.
P.s. Peccato non averci pensato prima! Si poteva organizzare un “Pernacchia party” a mezzanotte in piazza Rossetti. Organizziamoci per il prossimo anno. Hai voglia quante pernacchie avemo da aggiungere a quelle di quest’anno.
Delete
In questo strano finale del 2011 in cui, tra i tanti problemi, rinasce l'uso di termini da tempo inutilizzati come per esempio "appassionarsi" o "indignarsi", c'è chi si incanta a leggere libri. Certi libri!
Io non posso competere con questa elite culturale. Io devo rimanere con i piedi per terra, cosciente dei miei limiti, e magari leggere qualche manuale di "sopravvivenza".
Così, come questo eccelso signore dal fine intelletto chiude il suo intervento augurando a chi quotidianamente legge i suoi scritti tanta "serenità", probabilmente ritenendo che un proprio bisogno sia il bisogno di tutti, io che "sereno" sono, posso solo consigliare a quanti ogni giorno mi leggono, mi ascoltano, mi guardano, mi seguono, mi sopportano, di leggere il libro di Robert l. Sutton.
A me basta solo la copertina, anzi, solo una parola della copertina: "delete".
venerdì 30 dicembre 2011
LE SQUADRE MAGGIORI A DUBAI, GLI SCARPASCIUDD AI GABRIELINI
giovedì 29 dicembre 2011, campo di calciotto dei Gabrielini, ore 20
GENCLERBIRLIGI KOCAELISPOR 3 -5
arbitro sig. Orazio Di Blasio
GENCLERBIRLIGI(maglia rossoblu): Ronzitti L, D'Adamo, D'Ercole, Puddu, Vino, Storto, Soldano, Angiolillo
KOCAELISPOR(maglia nerogialla0): Loreta, Fanucci, Sboro, Patriarchi, Sebastiani, Cicchini, D'Angelo, Frangione
Giovedì gnocchi? No, Scarpasciùdd', of course! E mentre i “nazionali” si godono il bel sole, noi abbiamo deciso di tornare, in un'inedita serata infrasettimanale, in quella che fu la nostra culla: il mitico campo dei Gabrielini; con l'aiuto di Ludovico D'Ercole-organizzatore- e Lino Di Memmo-gestore (grazie per l'extra-time!) -entrambi scarpasciudd' veterani, come per la nazionale, abbiamo fatto una seleçao e ci siamo concessi quest'ultima performance del 2011. Palla 'a lu' ciòndre'('gnè a lu Quasàle...), Luca Storto fa uno scatto repentino e si trova in porta in 2 sec. e trafigge Loreta che stava ancora 'sgrasciàndo' sui guantoni: 1-0 , non eravamo abituati a gol così rapidi, ma tant'è che una volta prese le misure del campo ridotto e scoperti i meccanismi molto diversi del calciotto, i gialli incominciano a girare e, dopo 15', Max Frangione va in rete per due volte ( D'Adamo fa notare che gli assist sono venuti da Puddu ...), ed è 1-2; al 18' un bolide di Sboro coglie 'la hànghe' di D'Adamo: Paolo, 'sgangariàto' teme per i suoi ponti, ma è tutto in ordine. Lo stesso Francesco Sboro, poco dopo firma l'1-3. Al 22' un tiro del blu Vino viene intercettato a mani congiunte ( 'gnè Sammicchèle) da Fanucci: rigore, batte Soldano ma Loreta fa il miracolo e devia in angolo. Il tempo di riprendere il gioco, e il giallo Max Frangione conclude in rete una serie di veloci triangolazioni di prima: 1-4. I ritmi sono serrati, le occasioni sono tante, ma è doveroso segnalare i 15 tiri in porta del professore Cicchini, tutti ammaccanti 'la rìzza' di recinzione del campo. Al 35', dopo una bordata del blu D'Ercole fuori di poco, è il ritrovato bomber Luigi Angiolillo che, in girata plastica, accorcia per i blu(2-4), Al 50' c'è spazio anche per Pietro 'Hulk' D'Angelo, che corregge un cross di Sebastiani: 2-5. Al 65', azione concitata in area gialla, Storto crossa da destra a campanile, la palla s'impenna e l'irruente (e irriverente) Paolo D'Adamo sospinge la palla in rete con ... la terza gamba (come un ex attaccante brasiliano del Torino: Pinga), ed è il finale 3-5.
Al termine, una “spizzettata” di fine anno ha allietato il finale. Ritrovandoci all'Odeon abbiamo chiaramente discettato sui presocratici, sul darwinismo, sul brodo primordiale e la metempsicosi.... ma dopo 1 secondo, s'alza il maresciallo e tuona:" Uè, e cchì jè ssi chiècchira mùrte? Parlàme di còsa sìrije : il calendario dei ciambotti 2012 !" , e io ed Emanuele ci siamo detti tacitamente con gli occhi :" Che bella piega sta prendendo la storia...". All'ordine del giorno, il maresciallo ha messo in cantiere la ventricina certificata di Carunchio (fornita con tanto di certificato sanitario dal farmacista Francesco), la coscia di cinghiale del suo aspirante 'hiènnero' da Macerata, i colombacci dell'Osento ( a proposito, il cacciatore, per non smentirsi, oggi ha segnato tre gol come tre sono i colombacci cacciati: la matematica prima di tutto!), la polenta fischiettante coi fringuelli ( ma una bordata di nostri fischi ha respinto la proposta) e, a termine stagione (fine maggio, prima del torneo), arciglione e pelosi. Lo chef Peppino ha proposto le varie ricette, Ludovico ha messo a disposizione il suo yacht, Massimo parlerà col vicino per una soprelevazione del 'covo del peloso' (stiamo un po’ stretti, ci piacciono le comodità), Nicolò ha promesso cucine a gas a go-gò, il professore garantirà alla sorella di Fanucci un locale per 'scummaràre' i mobili, e insomma un 2012 pieno di impegni sociali..., ma tanto di cappello ai quattro classe '48 che nel 2012 faranno 65 albe (e sono i primi a chiedermi quanto e se si gioca -a proposito, ce n'erano 3 stasera). A fine serata, un pensiero agli assenti , e l'ultima chicca di Max Tutteddue (da me dimenticata negli ultimi reportage): la parabola del Votante di sabato col trerruote. l'anziano contadino che voleva votare anticipatamente di sabato(chiaramente accontentato, 'à minùte 'nghi lu' truerròte sàcce da 'ddò!"). Buon anno a tutti gli scarpasciùdd' (e non).
GENCLERBIRLIGI KOCAELISPOR 3 -5
arbitro sig. Orazio Di Blasio
GENCLERBIRLIGI(maglia rossoblu): Ronzitti L, D'Adamo, D'Ercole, Puddu, Vino, Storto, Soldano, Angiolillo
KOCAELISPOR(maglia nerogialla0): Loreta, Fanucci, Sboro, Patriarchi, Sebastiani, Cicchini, D'Angelo, Frangione
Giovedì gnocchi? No, Scarpasciùdd', of course! E mentre i “nazionali” si godono il bel sole, noi abbiamo deciso di tornare, in un'inedita serata infrasettimanale, in quella che fu la nostra culla: il mitico campo dei Gabrielini; con l'aiuto di Ludovico D'Ercole-organizzatore- e Lino Di Memmo-gestore (grazie per l'extra-time!) -entrambi scarpasciudd' veterani, come per la nazionale, abbiamo fatto una seleçao e ci siamo concessi quest'ultima performance del 2011. Palla 'a lu' ciòndre'('gnè a lu Quasàle...), Luca Storto fa uno scatto repentino e si trova in porta in 2 sec. e trafigge Loreta che stava ancora 'sgrasciàndo' sui guantoni: 1-0 , non eravamo abituati a gol così rapidi, ma tant'è che una volta prese le misure del campo ridotto e scoperti i meccanismi molto diversi del calciotto, i gialli incominciano a girare e, dopo 15', Max Frangione va in rete per due volte ( D'Adamo fa notare che gli assist sono venuti da Puddu ...), ed è 1-2; al 18' un bolide di Sboro coglie 'la hànghe' di D'Adamo: Paolo, 'sgangariàto' teme per i suoi ponti, ma è tutto in ordine. Lo stesso Francesco Sboro, poco dopo firma l'1-3. Al 22' un tiro del blu Vino viene intercettato a mani congiunte ( 'gnè Sammicchèle) da Fanucci: rigore, batte Soldano ma Loreta fa il miracolo e devia in angolo. Il tempo di riprendere il gioco, e il giallo Max Frangione conclude in rete una serie di veloci triangolazioni di prima: 1-4. I ritmi sono serrati, le occasioni sono tante, ma è doveroso segnalare i 15 tiri in porta del professore Cicchini, tutti ammaccanti 'la rìzza' di recinzione del campo. Al 35', dopo una bordata del blu D'Ercole fuori di poco, è il ritrovato bomber Luigi Angiolillo che, in girata plastica, accorcia per i blu(2-4), Al 50' c'è spazio anche per Pietro 'Hulk' D'Angelo, che corregge un cross di Sebastiani: 2-5. Al 65', azione concitata in area gialla, Storto crossa da destra a campanile, la palla s'impenna e l'irruente (e irriverente) Paolo D'Adamo sospinge la palla in rete con ... la terza gamba (come un ex attaccante brasiliano del Torino: Pinga), ed è il finale 3-5.
Al termine, una “spizzettata” di fine anno ha allietato il finale. Ritrovandoci all'Odeon abbiamo chiaramente discettato sui presocratici, sul darwinismo, sul brodo primordiale e la metempsicosi.... ma dopo 1 secondo, s'alza il maresciallo e tuona:" Uè, e cchì jè ssi chiècchira mùrte? Parlàme di còsa sìrije : il calendario dei ciambotti 2012 !" , e io ed Emanuele ci siamo detti tacitamente con gli occhi :" Che bella piega sta prendendo la storia...". All'ordine del giorno, il maresciallo ha messo in cantiere la ventricina certificata di Carunchio (fornita con tanto di certificato sanitario dal farmacista Francesco), la coscia di cinghiale del suo aspirante 'hiènnero' da Macerata, i colombacci dell'Osento ( a proposito, il cacciatore, per non smentirsi, oggi ha segnato tre gol come tre sono i colombacci cacciati: la matematica prima di tutto!), la polenta fischiettante coi fringuelli ( ma una bordata di nostri fischi ha respinto la proposta) e, a termine stagione (fine maggio, prima del torneo), arciglione e pelosi. Lo chef Peppino ha proposto le varie ricette, Ludovico ha messo a disposizione il suo yacht, Massimo parlerà col vicino per una soprelevazione del 'covo del peloso' (stiamo un po’ stretti, ci piacciono le comodità), Nicolò ha promesso cucine a gas a go-gò, il professore garantirà alla sorella di Fanucci un locale per 'scummaràre' i mobili, e insomma un 2012 pieno di impegni sociali..., ma tanto di cappello ai quattro classe '48 che nel 2012 faranno 65 albe (e sono i primi a chiedermi quanto e se si gioca -a proposito, ce n'erano 3 stasera). A fine serata, un pensiero agli assenti , e l'ultima chicca di Max Tutteddue (da me dimenticata negli ultimi reportage): la parabola del Votante di sabato col trerruote. l'anziano contadino che voleva votare anticipatamente di sabato(chiaramente accontentato, 'à minùte 'nghi lu' truerròte sàcce da 'ddò!"). Buon anno a tutti gli scarpasciùdd' (e non).
Rinnovamento dello "spirito".
Ci sono dei momenti, specie a fine anno, che si pensa di smetterla con "certe" cose. Per svariati motivi, si riflette si ripensa a quanto prodotto e a quanto ottenuto. Si pensa alle frequentazioni ed ai comportamenti. A come ti hanno trattato, ai calci che hai preso e a quello che hai dovuto sopportare. Alla "prima donna" della squadra che cerca in tutti i modi di farti sfigurare o all'allenatore che vuole che vuole sostituirti con qualche suo "pupillo". Alla "società" che ti sfrutta quando servi, poi ti abbandona a te stesso e pretende pure che tu non passi ad "altra squadra" ad essa non gradita.
Sui campi di calcio succede di tutto. Fai belle azioni, compi gesti atletici che neanche tu immagini di riuscire (ancora) a compiere, prendi botte, subisci falli, urli e ti arrabbi. L'arbitro e lì e spesso non riconosce quanto fai e i falli che subisci, ma l'arbitro è l'arbitro. C'è poi il pubblico e quello vede. Magari tifa contro di te perchè tifa per l'altra squadra, ma guarda, vede e giudica. Quando ci metti passione e sei correto, ti applaude. Applaude il tuo impegno.
Penso sempre a Rberto Baggio. Cacciato dalla Juve, cacciato dall'Inter, cacciato dal Milan. Ha finito al sua carriera (alla grande) nel Brescia, tuttavia è per tutti un fuoriclasse.
Io gioco negli "Scarpasciudd". Quest'anno avevo deciso di smetterla col "calcio" ma ... c'è sempre una motivazione per continuare. Magari con qualche "fascia elastica" in più.
giovedì 29 dicembre 2011
Non succede solo tra i politici vastesi.
Da ANSA.It
Lui 99 anni, lei 96: si separano per gelosia
Dopo 77 lunghi anni di matrimonio celebrato nel 1934. Hanno 5 figli
Due anziani coniugi - lui di 99 anni, lei di 96 - hanno deciso di porre fine al loro matrimonio a 77 anni dalle nozze, celebrate nel 1934: il ricorso per la separazione consensuale è già stato depositato al Tribunale di Roma e l'udienza presidenziale è stata fissata per il prossimo mese di marzo. "La crisi coniugale - ha raccontato all'ANSA l'avvocatessa Anna Orecchioni, mostrando copia del ricorso per la separazione - è cominciata nel 2002, quando lui ha scoperto alcune lettere che la moglie aveva spedito oltre mezzo secolo fa ad un uomo con il quale aveva avuto una relazione". Secondo quanto risulta dall'atto giudiziario e dal racconto del legale, i due coniugi - lui classe 1912, sardo; lei del 1915, napoletana - si conoscono negli anni Trenta, quando lui, giovane carabiniere, è mandato in servizio a Napoli. Le nozze sono celebrate nel capoluogo partenopeo il 25 luglio 1934.
Ventuno anni più tardi la coppia - che oggi ha cinque figli, una decina di nipoti e un pronipote - si stabilisce definitivamente a Roma. La vita coniugale ha uno scossone nel 2002, quando il marito scopre in un cassetto di casa anche lettere che la moglie aveva scritto oltre mezzo secolo prima, in costanza di matrimonio, ad un uomo con il quale aveva avuto una relazione. La reazione dell'ex carabiniere è rabbiosa: è il 2002 quando l'uomo si allontana dalla casa coniugale. Alcuni mesi dopo torna dalla moglie, ma nulla è più come prima: le liti sono sempre più frequenti, la distanza tra marito e moglie sempre più marcata. Alcune settimane fa i due coniugi hanno deciso di separarsi e il 16 dicembre i legali Anna Orecchioni, Marco Angelozzi e Giacinto Canzona hanno depositato il ricorso alla cancelleria del Tribunale di Roma. A marzo, prima di dichiarare la separazione consensuale, sarà compito del giudice compiere il tentativo di riconciliare i due coniugi.
Pare che l'uomo causa del litigio si chiami Massimo Desiati.
Lui 99 anni, lei 96: si separano per gelosia
Dopo 77 lunghi anni di matrimonio celebrato nel 1934. Hanno 5 figli
Due anziani coniugi - lui di 99 anni, lei di 96 - hanno deciso di porre fine al loro matrimonio a 77 anni dalle nozze, celebrate nel 1934: il ricorso per la separazione consensuale è già stato depositato al Tribunale di Roma e l'udienza presidenziale è stata fissata per il prossimo mese di marzo. "La crisi coniugale - ha raccontato all'ANSA l'avvocatessa Anna Orecchioni, mostrando copia del ricorso per la separazione - è cominciata nel 2002, quando lui ha scoperto alcune lettere che la moglie aveva spedito oltre mezzo secolo fa ad un uomo con il quale aveva avuto una relazione". Secondo quanto risulta dall'atto giudiziario e dal racconto del legale, i due coniugi - lui classe 1912, sardo; lei del 1915, napoletana - si conoscono negli anni Trenta, quando lui, giovane carabiniere, è mandato in servizio a Napoli. Le nozze sono celebrate nel capoluogo partenopeo il 25 luglio 1934.
Ventuno anni più tardi la coppia - che oggi ha cinque figli, una decina di nipoti e un pronipote - si stabilisce definitivamente a Roma. La vita coniugale ha uno scossone nel 2002, quando il marito scopre in un cassetto di casa anche lettere che la moglie aveva scritto oltre mezzo secolo prima, in costanza di matrimonio, ad un uomo con il quale aveva avuto una relazione. La reazione dell'ex carabiniere è rabbiosa: è il 2002 quando l'uomo si allontana dalla casa coniugale. Alcuni mesi dopo torna dalla moglie, ma nulla è più come prima: le liti sono sempre più frequenti, la distanza tra marito e moglie sempre più marcata. Alcune settimane fa i due coniugi hanno deciso di separarsi e il 16 dicembre i legali Anna Orecchioni, Marco Angelozzi e Giacinto Canzona hanno depositato il ricorso alla cancelleria del Tribunale di Roma. A marzo, prima di dichiarare la separazione consensuale, sarà compito del giudice compiere il tentativo di riconciliare i due coniugi.
Pare che l'uomo causa del litigio si chiami Massimo Desiati.
Vasto: il futuro che vorrei.
mercoledì 28 dicembre 2011
La citoletta
In questi giorni tanti tanti anni fa, non dovendo andare a scuola ci ritrovavamo intorno all’oratorio di san Giuseppe. Tra di noi più fortunati mostravano quanto Babbo Natale aveva loro portato. Altri aspettavano con ansia la Befana.
Quelli più grandicelli snobbavano gli uni e gli altri dicendo: “Babbo Natale e la Befana non esistono. Sono i genitori che portano i doni”. Lo dicevano con quel tono di invidia di chi, sapendo di aver superato l’età, non avrebbe ricevuto alcun regalo.
All’epoca erano in tanti coloro che già durante il periodo delle scuole elementari frequentavano, come apprendista, “lu Mastre”. Chi il fornaio, chi il barbiere, chi il muratore, chi il calzolaio eccetera.
Uno di noi che frequentava il “fontaniere” spesso portava con se degli strani sassolini puzzolenti.
La citoletta, la citoletta! Qualcuno esclamò all’improvviso correndo e noi di corsa dietro di lui. Poi alle spalle: “Bbammm!” Uno scoppio.
Gli idraulici all’epoca usavano l’acetilene - per noi ragazzini la citoletta (qualche adulto ci richiamava dicendoci che si diceva “acidolene”, correggendo con un errore il nostro dialetto) - per saldare i tubi e inoltre, in forma gassosa, si usava anche come combustibile per le lampade.
Di li a poco si sarebbe impiegato altro sia per la prima necessità che per la seconda, ma a noi ragazzini poco interessava sapere a cosa servisse quel materiale. Noi eravamo attratti dall’uso che potevamo farne. Fabbricare “bombette” (nemmeno tanto “ette”) o usarle per “impuzzinire” l’ambiente.
Io preferivo la seconda poiché avevo spesso sentito dire da alcuni adulti: “attende ca te freche l’ucchie!” e una volta avevo anche assistito ad un fatto del genere. Un ragazzino più grande di me, poiché la citoletta non esplodeva si era avvicinato per guardare. Proprio in quel momento lo scoppio avvenne e lui quasi perse un occhio.
Sciolta nelle pozzanghere la citoletta puzzava da morire ed anche questo era un divertimento per noi “bardasci”. Riuniti in gruppetti, ci divertivamo ad ascoltare le lamentele delle varie “ZiZì” che passavano, magari di ritorno dalle varie funzioni in chiesa o dal mercato. Ce ne dicevano di tutti i colori. “E vrettacchì, ti facce ji a ricorre a mammete”. “E rotte a lu quiule!” “E fi de freg ….” Non continuo.
Spesso qualcuno di noi veniva riconosciuto e, tornato a casa, subiva le conseguenze.
Una volta ci “diedi” anche io. Mentre mi rialzavo dopo aver messo la “sostanza magica” in una pozzanghera del “giardinetto”, sentii un forte colpo alla testa. Avevo urtato una “riella” di legno che un falegname, “Mastro Micchele Sciarritte”, aveva accuratamente posizionati verso la mia fronte e atteso che io mi alzassi. Prima che io potessi pronunciare qualcosa mi disse: “e me, Laccià, va a ricorre a nonete!
Me ne guardai bene. Avrei preso, oltre alla botta in testa, anche una bella scaricata di “mazzate”. Se non da mio nonno, sicuramente da mia madre.
Qualche tempo dopo, mentre accompagnavo mio nonno alla cantina di “Cicurille”, incontrammo “Sciarritte”. Si guardarono, senza parlare Mastro “Micchele” mi indicò col mento sorridendo, mio nonno annuì qualcosa, io capii.
La “cola cola” di “Cicurille” mi si posò, come di consueto, sulla spalla.
Quelli più grandicelli snobbavano gli uni e gli altri dicendo: “Babbo Natale e la Befana non esistono. Sono i genitori che portano i doni”. Lo dicevano con quel tono di invidia di chi, sapendo di aver superato l’età, non avrebbe ricevuto alcun regalo.
All’epoca erano in tanti coloro che già durante il periodo delle scuole elementari frequentavano, come apprendista, “lu Mastre”. Chi il fornaio, chi il barbiere, chi il muratore, chi il calzolaio eccetera.
Uno di noi che frequentava il “fontaniere” spesso portava con se degli strani sassolini puzzolenti.
La citoletta, la citoletta! Qualcuno esclamò all’improvviso correndo e noi di corsa dietro di lui. Poi alle spalle: “Bbammm!” Uno scoppio.
Gli idraulici all’epoca usavano l’acetilene - per noi ragazzini la citoletta (qualche adulto ci richiamava dicendoci che si diceva “acidolene”, correggendo con un errore il nostro dialetto) - per saldare i tubi e inoltre, in forma gassosa, si usava anche come combustibile per le lampade.
Di li a poco si sarebbe impiegato altro sia per la prima necessità che per la seconda, ma a noi ragazzini poco interessava sapere a cosa servisse quel materiale. Noi eravamo attratti dall’uso che potevamo farne. Fabbricare “bombette” (nemmeno tanto “ette”) o usarle per “impuzzinire” l’ambiente.
Io preferivo la seconda poiché avevo spesso sentito dire da alcuni adulti: “attende ca te freche l’ucchie!” e una volta avevo anche assistito ad un fatto del genere. Un ragazzino più grande di me, poiché la citoletta non esplodeva si era avvicinato per guardare. Proprio in quel momento lo scoppio avvenne e lui quasi perse un occhio.
Sciolta nelle pozzanghere la citoletta puzzava da morire ed anche questo era un divertimento per noi “bardasci”. Riuniti in gruppetti, ci divertivamo ad ascoltare le lamentele delle varie “ZiZì” che passavano, magari di ritorno dalle varie funzioni in chiesa o dal mercato. Ce ne dicevano di tutti i colori. “E vrettacchì, ti facce ji a ricorre a mammete”. “E rotte a lu quiule!” “E fi de freg ….” Non continuo.
Spesso qualcuno di noi veniva riconosciuto e, tornato a casa, subiva le conseguenze.
Una volta ci “diedi” anche io. Mentre mi rialzavo dopo aver messo la “sostanza magica” in una pozzanghera del “giardinetto”, sentii un forte colpo alla testa. Avevo urtato una “riella” di legno che un falegname, “Mastro Micchele Sciarritte”, aveva accuratamente posizionati verso la mia fronte e atteso che io mi alzassi. Prima che io potessi pronunciare qualcosa mi disse: “e me, Laccià, va a ricorre a nonete!
Me ne guardai bene. Avrei preso, oltre alla botta in testa, anche una bella scaricata di “mazzate”. Se non da mio nonno, sicuramente da mia madre.
Qualche tempo dopo, mentre accompagnavo mio nonno alla cantina di “Cicurille”, incontrammo “Sciarritte”. Si guardarono, senza parlare Mastro “Micchele” mi indicò col mento sorridendo, mio nonno annuì qualcosa, io capii.
La “cola cola” di “Cicurille” mi si posò, come di consueto, sulla spalla.
martedì 27 dicembre 2011
lunedì 26 dicembre 2011
domenica 25 dicembre 2011
sabato 24 dicembre 2011
'Una Città in Musica': la rassegna per i giovani
A fine gennaio al Politeama Ruzzi.
Aperte le iscrizioni
Il progetto è di riproporre una manifestazione che, negli anni scorsi, ha fatto registrare ottimi riscontri: a Vasto, nel mese di gennaio, verrà rilnciata “Una Città in Musica”, rassegna musicale programmata nelle giornate di venerdì 27, sabato 28 e domenica 29, iniziativa destinata ai giovani.
Potranno parteciparvi gruppi e singoli che si esibiscono con strumenti dal vivo o con basi. Per partecipare è necessario inviare tre pezzi musicali, almeno uno dei quali inedito. I supporti (cd, pen drive ecc.) rimarranno in possesso della organizzazione.
La selezione sarà effettuata da una commissione qualificata di esperti professionisti del settore musicale. Giorno di scadenza delle iscrizioni 6 gennaio 2012. Alla manifestazione saranno presenti ospiti d’onore di alto livello musicale. Al primo classificato delle tre serate sarà consegnato il premio “Adesso”, opera originale dello scultore vastese Mario Pachioli ed a presentare l'evento saranno Viviana Ciccotosto e l'architetto Francescopaolo D'Adamo (Mc Adams') che curerà anche le coreografie e le scenografie.
L’organizzazione avrà premura di garantire il massimo sostegno tecnico e con le registrazioni, se i mezzi economici lo consentiranno, verrà realizzato un cd i cui proventi verranno devoluti alla missione salesiana di Nairobi (Kenia). Saranno effettuate riprese televisive delle tre serate e sede dell'evento sarà il Politeama Ruzzi.
Ideatore della manifestazione è Basso Lucio Ritucci, in passato assessore alle Politiche giovanili del Comune di Vasto e del comitato organizzatore fanno parte Franco Sorgente (coordinatore), Luigi Dell'Oso, Nicola Della Gatta, Tiziano Longhi, Justine Sorton, Leonardo Barone, Nicola Cinquina, Roberta Altieri, Cesare Pollutri e Graziella Mercogliano.
Per ulteriori informazioni si può contattare il numero telefonico 340-7027497, indirizzo di posta elettronica bassoritucci@live.it
venerdì 23 dicembre 2011
S'è perse la sumende!
Finalmente! Babbo Natale anticipa il regalo: La libertà.
Lo apprendo da Histonium.net
Alleanza per Vasto, Gianni Luisi è il nuovo coordinatore cittadino
Prende il posto di Francescopaolo D'Adamo
a cura della redazione
Il Comitato Direttivo di “Alleanza per Vasto” comunica di aver rimosso, in data odierna, dall’incarico di coordinatore l’arch. Francescopaolo D’Adamo con l'individuazione del nuovo responsabile nella persona di Gianni Luisi.
"La decisione, seppur presa a malincuore - sottolineano i fondatori del movimento, Nicola Del Prete e Davide D'Alessandro -, si è resa necessaria a causa della fiducia venuta meno in seguito ai recenti comunicati firmati dallo stesso insieme a figure politiche che non hanno mai condiviso il percorso da tempo avviato da ApV, saldamente ancorato, fin dalla sua nascita, alla costituzione di una Federazione di Centro, fondata sui partiti del Terzo Polo, Udc, Fli e Api. Proprio con Fli e Api è stato realizzato alle ultime elezioni comunali quel “Nuovo Polo per Vasto” in grado di raggiungere l’11,69% dei consensi, eleggendo due consiglieri comunali".
Nuovo coordinatore è Gianni Luisi, "il quale lavorerà fin da subito - si legga ancora nella nota - per ricondurre il Movimento Civico alla sua originaria funzione. A D’Adamo va il ringraziamento per aver comunque contribuito all’affermazione iniziale di ApV, a Luisi vanno gli auguri per un fruttuoso lavoro".
Alleanza per Vasto, Gianni Luisi è il nuovo coordinatore cittadino
Prende il posto di Francescopaolo D'Adamo
a cura della redazione
Il Comitato Direttivo di “Alleanza per Vasto” comunica di aver rimosso, in data odierna, dall’incarico di coordinatore l’arch. Francescopaolo D’Adamo con l'individuazione del nuovo responsabile nella persona di Gianni Luisi.
"La decisione, seppur presa a malincuore - sottolineano i fondatori del movimento, Nicola Del Prete e Davide D'Alessandro -, si è resa necessaria a causa della fiducia venuta meno in seguito ai recenti comunicati firmati dallo stesso insieme a figure politiche che non hanno mai condiviso il percorso da tempo avviato da ApV, saldamente ancorato, fin dalla sua nascita, alla costituzione di una Federazione di Centro, fondata sui partiti del Terzo Polo, Udc, Fli e Api. Proprio con Fli e Api è stato realizzato alle ultime elezioni comunali quel “Nuovo Polo per Vasto” in grado di raggiungere l’11,69% dei consensi, eleggendo due consiglieri comunali".
Nuovo coordinatore è Gianni Luisi, "il quale lavorerà fin da subito - si legga ancora nella nota - per ricondurre il Movimento Civico alla sua originaria funzione. A D’Adamo va il ringraziamento per aver comunque contribuito all’affermazione iniziale di ApV, a Luisi vanno gli auguri per un fruttuoso lavoro".
Annunciazione, annunciazione!
I "folletti" di Natale.
A Vasto qualcuno scambia i personaggi delle "favole" con altro e così si perde la "poesia". Si vuole copiare la tradizione di altri luoghi ma non se ne capisce il senso.
I mercatini di natale servono per creare una atmosfera. Essi stessi "sono" atmosfera. A Vasto invece l'atmosfera del mercatino "di Natale" sistemato a piazza Rossetti, è quella del mercato settimanale che si svolge in ogni paesino del nostro entroterra e a Vasto il sabato (se vogliamo il mercoledì al quartiere San Paolo).
Il "folletto" è il simbolo, la conferma di quello che dico. Il folletto inteso come attrezzo per la pulizia della casa, non il personaggio "magico" che riempie le favole e che tanto ritroviamo nei racconti, specie nel periodo natalizio.
Allora se vi sembra consono a questo periodo oltre che elegante per il "salotto" della città, quanto in questi giorni si vede in piazza e dentro Palazzo d'Avalos, cari signori ....
PS: Non venitemi a dire che ce l'ho con "i bancarellari". Qualcuno è capace di dire anche questo.
giovedì 22 dicembre 2011
Alla faccia della "cultura".
L'Assessora (che brutto termine) Anna Suriani, doveva avere il coraggio di rimettere il mandato nelle mani del sindaco, prima, dimettendosi da Assessora, non rimettendo ora "il mandato ricevuto a seguire in prima persona l’iter relativo all’autorizzazione della centrale da 17 Mw che le Imprese Puccioni intendono realizzare nell’area industriale di Punta Penna". a condizioni che ...
E' sempre la solita storia, tanto poi si aggiusta.
E' come se il Ministro Balduzzi (tanto per sceglierne uno), per contrasti col Presidente Monti o col Governo oppure con qualche partito, si dimettesse da coordinatore del consiglio responsabile per l'organizzazione del torneo di "tressette a perdere" di un dopolavoro ferroviario.
Tutte chiacchiere! Tuttavia un risvolto politico ....
Intanto, con l'occasione pubblico "un'opera d'arte" fotografata all'interno della riserva di Punta d'Erce.
L'incoerenza di un "coerente"
COERENZA
mercoledì, 25 maggio, 2011, 08:53 - Editoriali
di DAVIDE D'ALESSANDRO
Le liste del Nuovo Polo per Vasto, al primo turno, hanno realizzato un piccolo, grande capolavoro. L’11,69% dei consensi, senza l’Udc, è un dato notevole per chi, in pochi mesi, ha cercato e trovato una sintesi tra il senso civico di “Alleanza per Vasto” e l’appartenenza partitica di Api e Fli. Ma i voti, in politica, non si possono lasciare nel freezer. Vanno utilizzati, messi in gioco, a disposizione di chi può impiegarli per soddisfare le richieste urgenti dei cittadini, per risolvere i tanti problemi che angosciano la nostra amata città. Avremmo preferito che il Sindaco fosse Nicola Del Prete. Gli elettori, unici giudici ai quali occorre rendere conto, hanno sancito, con il voto, che a sfidare Lapenna dovrà essere Mario Della Porta. La nostra scelta non poteva che essere una: Mario Della Porta. Perché chi scrive, da dicembre 2006, dalla nascita di Polis, ha colto l’inadeguatezza di un Sindaco che ha cominciato il mandato copiando il discorso inaugurale dal collega di San Benedetto e l’ha terminato calpestando e umiliando le Istituzioni con delle dimissioni farsa. La coerenza ha imposto la scelta. Vasto, con Lapenna, ha perso dignità, ha toccato il punto più basso della sua storia politica e amministrativa. Questa città merita un altro Sindaco. Della Porta, Desiati o Del Prete? Tutti, Forte compreso, tranne Lapenna. Non è più un problema di centrosinistra o di centrodestra, di anziani o di giovani. È un problema di liberazione. A Della Porta, Desiati e Del Prete, con il loro patto per il riscatto di Vasto, chiediamo di liberare la città da un sindaco sinistro, che tanto ha avuto e nulla ha dato, che tanto ha promesso e nulla ha mantenuto, che tanto ha tassato senza nulla offrire in cambio. Votiamo Della Porta. Senza se e senza ma.
E mo? ... Boh!
mercoledì, 25 maggio, 2011, 08:53 - Editoriali
di DAVIDE D'ALESSANDRO
Le liste del Nuovo Polo per Vasto, al primo turno, hanno realizzato un piccolo, grande capolavoro. L’11,69% dei consensi, senza l’Udc, è un dato notevole per chi, in pochi mesi, ha cercato e trovato una sintesi tra il senso civico di “Alleanza per Vasto” e l’appartenenza partitica di Api e Fli. Ma i voti, in politica, non si possono lasciare nel freezer. Vanno utilizzati, messi in gioco, a disposizione di chi può impiegarli per soddisfare le richieste urgenti dei cittadini, per risolvere i tanti problemi che angosciano la nostra amata città. Avremmo preferito che il Sindaco fosse Nicola Del Prete. Gli elettori, unici giudici ai quali occorre rendere conto, hanno sancito, con il voto, che a sfidare Lapenna dovrà essere Mario Della Porta. La nostra scelta non poteva che essere una: Mario Della Porta. Perché chi scrive, da dicembre 2006, dalla nascita di Polis, ha colto l’inadeguatezza di un Sindaco che ha cominciato il mandato copiando il discorso inaugurale dal collega di San Benedetto e l’ha terminato calpestando e umiliando le Istituzioni con delle dimissioni farsa. La coerenza ha imposto la scelta. Vasto, con Lapenna, ha perso dignità, ha toccato il punto più basso della sua storia politica e amministrativa. Questa città merita un altro Sindaco. Della Porta, Desiati o Del Prete? Tutti, Forte compreso, tranne Lapenna. Non è più un problema di centrosinistra o di centrodestra, di anziani o di giovani. È un problema di liberazione. A Della Porta, Desiati e Del Prete, con il loro patto per il riscatto di Vasto, chiediamo di liberare la città da un sindaco sinistro, che tanto ha avuto e nulla ha dato, che tanto ha promesso e nulla ha mantenuto, che tanto ha tassato senza nulla offrire in cambio. Votiamo Della Porta. Senza se e senza ma.
E mo? ... Boh!
Segnalazione: che fine ha fatto lo stemma della Città del Vasto?
Allertato da alcuni cittadini mi sono recato presso Porta Nuova. Il monumento cittadino che da qualche tempo sta subendo un laborioso intervento di restauro. La preoccupazione di questi cittadini è legata al fatto che non vedono più lo stemma civico posto su questo antico ingresso della Città.
Che fine avrà fatto? Si chiedono in tanti e qualcuno pensa anche altro. Magari che sia stato trafugato. Di questi tempi in cui rubano anche le lampade votive del Camposanto è facile pensarlo.
Personalmente ritengo che l’importante manufatto lapideo sia stato rimosso per subire a sua volta un accurato restauro e che presto sarà ricollocato al suo posto. Tuttavia “prevenire” è meglio che “curare” e doverosamente segnalo a chi di competenza quanto mi è stato segnalato ed ho verificato.
Dopo la questione “Santo Stichinicchio”, statua che ancora non viene ricollocata nel luogo ad essa riservata, non vorremmo che, smontate le impalcature, ci si dimentichi di risistemare lo stemma nel luogo ad esso deputato, magari ricoverandolo in qualche “caveau”, in attesa di “ulteriori” finanziamenti per la sua ricollocazione in loco.
mercoledì 21 dicembre 2011
Io sono di quelli che accettano le dimissioni (ma non le chiedo mai).
Lasciate che se ne vadano (e una "modesta proposta")
Di Felice Mill Colorni
Grande e generale indignazione perché un congruo numero di rappresentanti della nazione in età relativamente verde starebbe meditando di dimettersi prima della fine dell’anno in modo da non perdere il vitalizio minacciato di soppressione o di innalzamento dell’età di godimento. Impegno bipartisan di Franceschini e di quel grande moralizzatore di Cicchitto a respingerne le dimissioni, in modo da sventare il parassitario disegno e assecondare l’ondata antiparlamentare che fa di tutto un cumulo: furti, soprusi, corruzione e illegalità; privilegi, spigole quasi gratis, auto blu e vitalizi baby; indennità e offerte commerciali ricevute da aziende private solo perché i parlamentari rientrano nel loro target.
Per carità, non fermateli. Lasciate che se ne vadano, che sgombrino il campo, che si godano a lungo il vitalizio in famiglia, con mogli, escort, figli, nipotini o cagnolini.
Non solo perché, a differenza di quel che pensa il populismo plebeo, il costo reale della politica è altrove: nell'inettitudine, nella corruzione, negli appalti truccati, negli enti inutili, nelle assunzioni clientelari, nel finanziamento pubblico sardanapalico travestito da rimborso, nei contributi alla finta editoria di partito, nei consigli di amministrazione nominati dalla politica per emolumenti spesso maggiori di quelli dei parlamentari, nelle società miste, nel finto no profit, nelle finte consulenze, ecc. ecc.
Ma soprattutto perché è supremo interesse pubblico che costoro se ne vadano, e al più presto. Tanto più che si tratta di quei parlamentari che, essendo lontani dall’età vitaliziabile, altrimenti potrebbero continuare a far danno ancora per decenni: se il loro interesse per la cosa pubblica è quello dimostrato dall’intenzione di dimettersi per non perdere il vitalizio, costerà sicuramente di meno, molto di meno, anche economicamente, pagarglielo, il vitalizio, piuttosto che tenerseli ancora come rappresentanti della nazione.
Anzi: la loro vicenda ci fa venire in mente una "modesta proposta". Anziché abolire il vitalizio, sarebbe una buona idea renderne l’entità un po’ superiore a quella dell’indennità parlamentare. Così ci libereremmo di questi “onorevoli”, senza troppe menate, e a un prezzo che rappresenterebbe certamente, anche dal punto di vista economico, un danno assai minore della permanenza in carica o della rielezione di chi sta in Parlamento solo per i quattrini che riesce a spillare ai contribuenti.
Di Felice Mill Colorni
Grande e generale indignazione perché un congruo numero di rappresentanti della nazione in età relativamente verde starebbe meditando di dimettersi prima della fine dell’anno in modo da non perdere il vitalizio minacciato di soppressione o di innalzamento dell’età di godimento. Impegno bipartisan di Franceschini e di quel grande moralizzatore di Cicchitto a respingerne le dimissioni, in modo da sventare il parassitario disegno e assecondare l’ondata antiparlamentare che fa di tutto un cumulo: furti, soprusi, corruzione e illegalità; privilegi, spigole quasi gratis, auto blu e vitalizi baby; indennità e offerte commerciali ricevute da aziende private solo perché i parlamentari rientrano nel loro target.
Per carità, non fermateli. Lasciate che se ne vadano, che sgombrino il campo, che si godano a lungo il vitalizio in famiglia, con mogli, escort, figli, nipotini o cagnolini.
Non solo perché, a differenza di quel che pensa il populismo plebeo, il costo reale della politica è altrove: nell'inettitudine, nella corruzione, negli appalti truccati, negli enti inutili, nelle assunzioni clientelari, nel finanziamento pubblico sardanapalico travestito da rimborso, nei contributi alla finta editoria di partito, nei consigli di amministrazione nominati dalla politica per emolumenti spesso maggiori di quelli dei parlamentari, nelle società miste, nel finto no profit, nelle finte consulenze, ecc. ecc.
Ma soprattutto perché è supremo interesse pubblico che costoro se ne vadano, e al più presto. Tanto più che si tratta di quei parlamentari che, essendo lontani dall’età vitaliziabile, altrimenti potrebbero continuare a far danno ancora per decenni: se il loro interesse per la cosa pubblica è quello dimostrato dall’intenzione di dimettersi per non perdere il vitalizio, costerà sicuramente di meno, molto di meno, anche economicamente, pagarglielo, il vitalizio, piuttosto che tenerseli ancora come rappresentanti della nazione.
Anzi: la loro vicenda ci fa venire in mente una "modesta proposta". Anziché abolire il vitalizio, sarebbe una buona idea renderne l’entità un po’ superiore a quella dell’indennità parlamentare. Così ci libereremmo di questi “onorevoli”, senza troppe menate, e a un prezzo che rappresenterebbe certamente, anche dal punto di vista economico, un danno assai minore della permanenza in carica o della rielezione di chi sta in Parlamento solo per i quattrini che riesce a spillare ai contribuenti.
martedì 20 dicembre 2011
... ma non per me.
Caro Comandante della Polizia Municipale, dovrei chiederlo a Babbo Natale ma lo chiedo a te che sei amico mio. Per favore non far parcheggiare più in codesto modo (come nelle foto) nel mio quartiere (quello denominato Sant'Anna). Non te lo chiedo per me ma per la Signora Rosina che ha 97 anni e quando deve passare col carrello della spesa non ce la fa. Io la aiuto ma anche per me il tempo passa e quando devo sollevare il suo carrello pieno, magari di barattoli di pomodoro o di lattine di olio, a volte sento la mia schiena reclamare. Basterebbe poco. Caro Comandante "Orlandino"(visto che siamo amici) se non puoi aiutarmi lo chiederò a Babbo Natale. Hai visto mai che lui riesca a risolvere il problema?
Il "responsabile " frustrato che dice cornuto all'Asino.
Ho letto e ritengo interessantissimo divulgare la lettera dell'amico Davide, attraverso la quale si dimostra come in maniera unilateralmente democratica si possano prendere decisioni ed assumere comportamenti consoni.
Votare l’aumento dell’addizionale Irpef è certamente un atto impopolare; essere l’unico a farlo, insieme alla maggioranza, diviene una scelta sofferta, che pesa ancor di più. Ma la grande crisi economica, che angoscia il Paese e il Mondo, si sta incaricando di separare i responsabili dagli irresponsabili, le persone serie dagli sfasciacarrozze, coloro che tengono alla salvezza dell’Italia e delle Istituzioni da coloro che le ridurrebbero volentieri alla bancarotta pur di guadagnare qualche consenso in più. Se a Roma, una buona parte del Pdl, il Pd e il Terzo Polo avessero agito come Bossi e Di Pietro, il Natale degli italiani, già drammatico, sarebbe diventato tragico.
A Vasto, nella nostra amata città, (Ndr: Come pomposamente ama chiamarla il Presidente del Consiglio Comunale) il Sindaco ha chiesto di ritoccare un indice fermo dal 2001. Oltre all’assenza rumorosa di Sel, con Vicoli e Del Piano altrove occupati, mi è dispiaciuto registrare la mancanza di coraggio da parte degli altri membri di minoranza, i quali non hanno compreso che il complesso momento storico richiede comuni assunzioni di responsabilità, soprattutto sulle decisioni impopolari, in modo da allargare la base rappresentativa di chi è chiamato a fare sacrifici.
Avere a cuore il proprio cortiletto, la difesa dei voti del proprio partitino o movimentino civico, più dell’interesse generale, vuol dire non percepire le preoccupazioni delle più alte cariche dello Stato per la tenuta del tessuto sociale, dell’intero sistema paese. Nessuno, a Roma, si è divertito a somministrare medicine amare, ma il senso di responsabilità lo ha imposto. A Vasto è mancato o, comunque, è stato molto al di sotto delle attese, di qua e di là. Purtroppo, demagogia e populismo sono virus difficilmente eliminabili dal corpaccione degli operatori della politica.
Al Sindaco ho caldamente raccomandato di fare buon uso del mio sì, sofferto ma convinto, di guardare con attenzione alle fasce più deboli della società vastese, di non sprecare quanto arriverà nelle casse del Comune. Io, non da consigliere comunale ma da cittadino responsabile, ho fatto il mio dovere. Sono certo che lo farà anche lui.
D'Alessandro Davide
(Nella foto un "responsabile")
A la facce de chi je vo male!
CHRISTMAS SUPPER AT THE HAIRY CRAB COVE(CENA NATALIZIA AL COVO DEL PELOSO)
di V.Patriarchi
E' proprio vero: fino a 50 fai di tutto per mantenerti tonico ed allenato, ma poi scatta una specie di ora biologica in cui tutto si stravolge e , come dicevano saggiamente i nostri avi, "dòppe la cinguandèine, làsse la ... e acchiàppe lu vuèine"; un momento, non è che noi scarpasciùdd' siamo diventati di punto in bianco casti e avvinazzati, però 'nà vòdda tànde, ciavò': e allora, da cambusiere della truppa, faccio parlare i numeri della cena di sabato 17 al 'covo del peloso'(per 15 pers.):2 kg. di pasta, 3 kg. di cozze e vongole, 8,5 kg di pesce in brodetto, 4 kg. di pane, 2 kg. di torta al cioccolato, parrozzo e , appunto,5 lt di 'pecorino' bianco + 4 lt (rabbocco) di rosato angiolillese. Così è, se vi pare... La prima cena natalizia degli scarpasciùdd' da 30 anni a questa parte non poteva essere che questa: peccato per le assenze di pietre miliari quali Antenucci, Ronzitti, Serafini, Di Foglio -la prossima non ammettiamo scusanti- ma dopo la partita consueta del sabato c'è stato l'happy end. Commovente l'impegno dello chef Peppino(ai fuochi con tanto di 'mandritànna) e di Massimo nella logistica (oltre che nella disponibilità del locale). Per prima cosa, Peppino brevetta un modo di aprire i pacchi di pasta in 1,5 sec:(sbattendo con violenza la testa del pacco sul tavolo, magia...); poi agitandosi tra tijèelle e spasètte, dirige (in assolo) le sue mani a mo' di perfetti orchestrali, ed è tutto un ribollire e di 'addùre d' màre', culminato nel fumante scoperchio della tijèlle a centrotavola: apoteosi, applausi da curva sud, Paolo che riprende tutta la scena con commento fuori campo degno del miglior esperto in campo 'brodettìfero'. Il Pèppe superstar raziona sapientemente 'nghi la schumarèule e lu' cuppuèine'i piatti degli affamati astanti, già pronti da tempo con le 'lèsche d'pàne da 'mbunnuà' alzate a mo' di presentat'arm'. E quando infine, a pancia piena, il pecorino è scemato, e ha cominciato a carburare, sono entrati in scena gli artisti cantori: alla 12 corde il Bruce Springsteen vastese, Paolo, ha intonato prima l'inno di 'Uàste 'bbèlle...(tutti con la mano sul cuore), poi chiaramente in tema ' la scaffètte','l' àsine di Ciarciàjje' e altri evergreen essenza della pura vastesità: poi, i suoi hit come 'Rusé Rosina', 'Spina', 'lu bobbòne', completati infine da qualche classico di Battisti e Celentano. Il clou della serata è stato quando Max 'Tutteddùe'(chiamato così perchè, interrogato sull'opportunità di due bevande o cibi da scegliere, per non sbagliare, risponde sempre, appunto "Tutt'e due!") ha deliziato la platea con le sue parabole (e scusate l'innopportuno paragone, sembrava il Maestro e i suoi apostoli nel celebre quadro di Michelangelo): la prima parabola (dalla lettera di Massimo ai Goti), imperdibile, è quella dello scrutatore anziano raccomandato, che, in sede di spoglio delle schede, viene costretto per ripicca da Max a 'sdillazzà' l'urna come si fa per l'estrazione dei numeri nella tombola; la seconda(dalla quarta lettera di Massimo ai Reietti), sull'inseguimento (senza veste) di un multato, blasfemo sulla sacralità della divisa; la terza (dalla lettera di Massimo ai Bananari), sul tesseramento sospetto di un rivenditore di frutta in una partita tra le armi; il quarto(dalla lettera di Massimo ai Torresinellesi, replica a gran richiesta), sul volontario detenuto in autobus. L'ultima è ,inverosimilmente, una supplica alla sorella di Massimo di rimandare lo 'scummuaràjjie' ai mesi estivi, perchè d'inverno il covo è occupato e non c'è spazio per stipare i mobili. A chiudere l'indimenticabile serata, la torta del presidente Emanuele, il parrozzo di Osvaldo, la grappa di Nicola hanno fatto da contorno alla sincera simpatia dei vari Pietro, Luca, Ludovico, Francesco, Mario, Orazio, Nicolò e Luigi: in questo momento di grave difficoltà, permetteteci una folle serata in allegria.
AUGURI DI BUONE FESTE A TUTTI GLI SCARPASCIUDD, VICINI E LONTANI.
lunedì 19 dicembre 2011
... e sono partiti i Magi.
Il sabato pomeriggio ... "scarpasciudd" e basta.
sabato 17 dicembre 2011
E' TEMPO DI VACCHE...CUBANE
di V.Patriarchi
PACOS FERREIRA SALGUEIROS 2-4
arbitro sig. Ronzitti Nicola
PACOS FERREIRA( maglia blu ): Loreta(2°t Ronzitti F), D'Adamo, D'Ercole, Giacomucci, Ronzitti F(2°t Loreta), Puddu, Catinori, Vino, Serafini, Frasca L, Reale, Muratore(2°t coi gialli)
SALGUEIROS( maglia gialla): Ronzitti L, Sboro, Di Marco, Sebastiani, Di Foglio, Patriarchi, Storto, Frasca M, D'Angelo, Cicchini, Frangione
L'ultima del 2011( ma non è sicuro...) vede un 12 contro 11 allietato dal ritorno tra noi del mitico bomber Lino Frasca, ma molti erano con la testa verso l'epilogo della serata, e i pensieri sono sulla grandezza delle triglie e sull'accaparramento delle poche panocchie, altro che tattiche di gioco. Sbloccano il risultato i gialli al 18': un indecisione di capitan Puddu si trasforma in assist per il giallo Max Frangione, che bombarda in porta, ed è 0-1. Al 24', però i blu agguantano il pareggio: sulla linea di centrocampo Vino lancia tre blu in netto fuorigioco, ma il volpino Giuseppe Reale si fa piccolo piccolo, "s'annascònne' tra questi e gabba la difesa gialla involandosi solitario in porta e scavalcando Ronzitti segna l'1-1. Ma al 43' il blu D'Ercole sottovaluta la potenza di Pietro D'Angelo in uno scatto: infatti Hulk 'indòste' nel contrasto e semina Ludovico, fulminando col destro Loreta:1-2. Nell'intervallo, mentre il mister dei blu Silvano 'càzziajjie' i suoi(fa una ramanzina, specie al figlio Andrea), Frangione telefona allo chef Soldano:" Peppì, appìnne l'àcche!", mentre Hulk si 'aricicilijàje' per il gol segnato, propiziato( a parer suo) da una focosa notte d'amore ( e il pensiero va a 'Paulùcce la ciamarèlle' e i suoi'plurali personalizzati':- il microfono, gli cròfini, il sole, gli soli, la luna, gliè lune, l'amore, le more-); D'Adamo, scettico e sospettoso, invece gli ribattezza la sua mano destra, chiamandola "Sister of his left hand". Nel 2° t Storto viene ripetutamente richiamato ad un maggior impegno, ma oggi Luca non recepisce(ha giocato nei 90' precedenti, 's'è 'bbulìte"),today he has moved like a cow in the grass(" ùgge à fàtte la vàcche 'n mèzze a lu' cuàmbe). I blu si fanno minacciosi: Reale in area gialla cerca di liberare Serafini, ma il giallo Di Foglio senza complimenti " li fa jì vuluànne pi d'àrie": Ronzitti decreta giustamente il penalty, lo batte con successo Luciano Catinori( in prestito dagli amatori), ed è pareggio 2-2. Il gioco dei blu però risente dell'assenza di Soldano sulla fascia, e i gialli rincominciano a macinare, specie grazie al baby Marco Frasca( il 2°rampollo di Lino, buon sangue non mente), che a centrocampo ci pulisce, e al 24' s'inventa un interno destro a piazzare dal limite, che si conficca sotto l'incrocio:2-3, bel gol, piccoli Enzini crescono. Nel frattempo il padre Lino(nei blu), s'accorge che, fischiatogli il 232mo fuorigioco, non sta giocando a palla prigioniera( a detta di Paolo).Negli ultimi 10' Frangione , dopo essersi beccato una pallonata in faccia da un pseudo passaggio del compagno Di Foglio, abbandona il campo e ritelefona a Soldano:" Pèppì, 'n'àddre vòlle!", e c'è spazio per il secondo gol di Pietro 'Hulk' D'Angelo, lanciato dal professore Cicchini, che mette al sicuro il risultato finale di 2-4. Negli spogliatoi, auguri per tutti tranne che per i partecipanti alla susseguente cena, che si sono fatti degli auguri particolari, ma di questo parlerò prossimamente.
classifica cannonieri: 19 gol: Frangione 12 gol: Angiolillo 8 gol: D'Angelo 6 gol: Reale, Ronzitti Go, Sboro 5 Gol: Serafini A 4 gol: Docuta 2 gol: D'Adamo , Lemme, Serafini S 1 gol: Antenucci, Bozzelli, Catinari, Cicchini, Fanucci M, Fanucci R, Frasca M, Giacomucci, Ronzitti L, Rossi, Serafini G, Soldano, Storto, Vino
E' TEMPO DI VACCHE...CUBANE
di V.Patriarchi
PACOS FERREIRA SALGUEIROS 2-4
arbitro sig. Ronzitti Nicola
PACOS FERREIRA( maglia blu ): Loreta(2°t Ronzitti F), D'Adamo, D'Ercole, Giacomucci, Ronzitti F(2°t Loreta), Puddu, Catinori, Vino, Serafini, Frasca L, Reale, Muratore(2°t coi gialli)
SALGUEIROS( maglia gialla): Ronzitti L, Sboro, Di Marco, Sebastiani, Di Foglio, Patriarchi, Storto, Frasca M, D'Angelo, Cicchini, Frangione
L'ultima del 2011( ma non è sicuro...) vede un 12 contro 11 allietato dal ritorno tra noi del mitico bomber Lino Frasca, ma molti erano con la testa verso l'epilogo della serata, e i pensieri sono sulla grandezza delle triglie e sull'accaparramento delle poche panocchie, altro che tattiche di gioco. Sbloccano il risultato i gialli al 18': un indecisione di capitan Puddu si trasforma in assist per il giallo Max Frangione, che bombarda in porta, ed è 0-1. Al 24', però i blu agguantano il pareggio: sulla linea di centrocampo Vino lancia tre blu in netto fuorigioco, ma il volpino Giuseppe Reale si fa piccolo piccolo, "s'annascònne' tra questi e gabba la difesa gialla involandosi solitario in porta e scavalcando Ronzitti segna l'1-1. Ma al 43' il blu D'Ercole sottovaluta la potenza di Pietro D'Angelo in uno scatto: infatti Hulk 'indòste' nel contrasto e semina Ludovico, fulminando col destro Loreta:1-2. Nell'intervallo, mentre il mister dei blu Silvano 'càzziajjie' i suoi(fa una ramanzina, specie al figlio Andrea), Frangione telefona allo chef Soldano:" Peppì, appìnne l'àcche!", mentre Hulk si 'aricicilijàje' per il gol segnato, propiziato( a parer suo) da una focosa notte d'amore ( e il pensiero va a 'Paulùcce la ciamarèlle' e i suoi'plurali personalizzati':- il microfono, gli cròfini, il sole, gli soli, la luna, gliè lune, l'amore, le more-); D'Adamo, scettico e sospettoso, invece gli ribattezza la sua mano destra, chiamandola "Sister of his left hand". Nel 2° t Storto viene ripetutamente richiamato ad un maggior impegno, ma oggi Luca non recepisce(ha giocato nei 90' precedenti, 's'è 'bbulìte"),today he has moved like a cow in the grass(" ùgge à fàtte la vàcche 'n mèzze a lu' cuàmbe). I blu si fanno minacciosi: Reale in area gialla cerca di liberare Serafini, ma il giallo Di Foglio senza complimenti " li fa jì vuluànne pi d'àrie": Ronzitti decreta giustamente il penalty, lo batte con successo Luciano Catinori( in prestito dagli amatori), ed è pareggio 2-2. Il gioco dei blu però risente dell'assenza di Soldano sulla fascia, e i gialli rincominciano a macinare, specie grazie al baby Marco Frasca( il 2°rampollo di Lino, buon sangue non mente), che a centrocampo ci pulisce, e al 24' s'inventa un interno destro a piazzare dal limite, che si conficca sotto l'incrocio:2-3, bel gol, piccoli Enzini crescono. Nel frattempo il padre Lino(nei blu), s'accorge che, fischiatogli il 232mo fuorigioco, non sta giocando a palla prigioniera( a detta di Paolo).Negli ultimi 10' Frangione , dopo essersi beccato una pallonata in faccia da un pseudo passaggio del compagno Di Foglio, abbandona il campo e ritelefona a Soldano:" Pèppì, 'n'àddre vòlle!", e c'è spazio per il secondo gol di Pietro 'Hulk' D'Angelo, lanciato dal professore Cicchini, che mette al sicuro il risultato finale di 2-4. Negli spogliatoi, auguri per tutti tranne che per i partecipanti alla susseguente cena, che si sono fatti degli auguri particolari, ma di questo parlerò prossimamente.
classifica cannonieri: 19 gol: Frangione 12 gol: Angiolillo 8 gol: D'Angelo 6 gol: Reale, Ronzitti Go, Sboro 5 Gol: Serafini A 4 gol: Docuta 2 gol: D'Adamo , Lemme, Serafini S 1 gol: Antenucci, Bozzelli, Catinari, Cicchini, Fanucci M, Fanucci R, Frasca M, Giacomucci, Ronzitti L, Rossi, Serafini G, Soldano, Storto, Vino
domenica 18 dicembre 2011
Nel mio piccolo ...
Nel mio piccolo mi piace immaginare che Vittorio Sgarbi abbia preso spunto, sia pure inconsciamente, per la scelta della figura di copertina del suo ultimo libro, dalla mostra di Vasto da me organizzata anni orsono dove lui è stato ospite. Oggi da un programma televisivo, dove dava la spiegazione della sua scelta, ne ho avuto la sensazione.
Grande successo del Governo Monti.
Non tutti i bastardi sono politici
Il titolo lo copio, con piccolo travisamento personale, tendenzioso non a caso, dal libro di Andrea Molesini: “Non tutti i bastardi sono di Vienna”. In un’intervista, a un critico l’autore rispondeva (in merito al titolo) che di dove fossero, fossero, i bastardi restano per sé tali, e volendo prendersi la briga di dirlo, era del tutto ‘civile’ farlo in partenza. Mi piacerebbe, ancora in questa nota, di poter fare anch’io la stessa cosa. La verità, fosse solo la tua, va fatta esplodere in faccia alla gente perchè abbia efficacia, perchè serva a rifletterci, nel bene o nel male, nella realtà che ci rappresenta o che noi produciamo.
Cos’è la casa per un uomo? Ce lo dice J. R. Kipling. “Dio – scrive il poeta narratore britannico - ha dato all’uomo tutta la terra perchè la amasse ma perchè ha un cuore che è piccolo, gli ha dato un piccolo luogo dove, sopra ogni cosa, potesse essere amato”. Questo piccolo luogo di reciproco scambio d’amore è la famiglia e insieme la casa in cui si realizza l’esercizio di un piccolo “jus” privato e naturale, prezioso e inviolabile.
E’ evidente che certe ideologie, fatte proprie per interesse tutto venale seppur detto ‘salvifico’ anche dagli eredi dei “mercanti del tempio”, abbiano ancora interpreti convinti di poter violare questo naturale diritto dell’essere umano. Voler colpire – perchè di questo si tratta – chi si è “fatta” una casa (...da sé, senza provvidenze dello Stato!) è, per tanto, una sorta di sacrilego atto sociale. Da “bastardi”, appunto. Persino fuori della stessa legge economica e consociante per la quale i Servizi, aggiunti al bene casa da parte di un Ente pubblico, devono necessariamente essere ‘spesati’ sulla base di quanto ciascuno, individuo o nucleo famigliare, ha di suo in entrate finanziarie da lavoro o reddito da proprietà. Leggi diverse, che muovono da esigenze spurie che nulla hanno a che fare con tale razionale logica, muovono dalla convinzione, magari inconscia, derivata da epoche in cui si riteneva la gente classificabile, in modo antico e poi grezzo, in “proletariato” e “possidenti”. Una conseguente lotta, fra miseri e benestanti, è giunta a un approdo inaspettato: la conquista dei beni essenziali alla vita, fra cui il darsi un privato luogo d’amore (la casa), diventa, anche per chi si solleva dalla miseria di avere soltanto “prole”, una condizione da demonizzare o su cui ‘profittare’, a prescindere dalla reale “capacità contributiva”.
Come da titolo, a far torto alla gente oggi non sono soltanto “i politici” ma anche quelli che normalmente usano bacchettare intellettualmente chi ha in mano le leve del potere. In quest’ultimo atto della vita pubblica italiana, poi, i professori (con benestare dei politici, a suo tempo derisi e bistrattati) hanno ritenuto di dare “la lezione” anche a noi popolo. Bene ci sta?
Giuseppe F. Pollutri
Il titolo lo copio, con piccolo travisamento personale, tendenzioso non a caso, dal libro di Andrea Molesini: “Non tutti i bastardi sono di Vienna”. In un’intervista, a un critico l’autore rispondeva (in merito al titolo) che di dove fossero, fossero, i bastardi restano per sé tali, e volendo prendersi la briga di dirlo, era del tutto ‘civile’ farlo in partenza. Mi piacerebbe, ancora in questa nota, di poter fare anch’io la stessa cosa. La verità, fosse solo la tua, va fatta esplodere in faccia alla gente perchè abbia efficacia, perchè serva a rifletterci, nel bene o nel male, nella realtà che ci rappresenta o che noi produciamo.
Cos’è la casa per un uomo? Ce lo dice J. R. Kipling. “Dio – scrive il poeta narratore britannico - ha dato all’uomo tutta la terra perchè la amasse ma perchè ha un cuore che è piccolo, gli ha dato un piccolo luogo dove, sopra ogni cosa, potesse essere amato”. Questo piccolo luogo di reciproco scambio d’amore è la famiglia e insieme la casa in cui si realizza l’esercizio di un piccolo “jus” privato e naturale, prezioso e inviolabile.
E’ evidente che certe ideologie, fatte proprie per interesse tutto venale seppur detto ‘salvifico’ anche dagli eredi dei “mercanti del tempio”, abbiano ancora interpreti convinti di poter violare questo naturale diritto dell’essere umano. Voler colpire – perchè di questo si tratta – chi si è “fatta” una casa (...da sé, senza provvidenze dello Stato!) è, per tanto, una sorta di sacrilego atto sociale. Da “bastardi”, appunto. Persino fuori della stessa legge economica e consociante per la quale i Servizi, aggiunti al bene casa da parte di un Ente pubblico, devono necessariamente essere ‘spesati’ sulla base di quanto ciascuno, individuo o nucleo famigliare, ha di suo in entrate finanziarie da lavoro o reddito da proprietà. Leggi diverse, che muovono da esigenze spurie che nulla hanno a che fare con tale razionale logica, muovono dalla convinzione, magari inconscia, derivata da epoche in cui si riteneva la gente classificabile, in modo antico e poi grezzo, in “proletariato” e “possidenti”. Una conseguente lotta, fra miseri e benestanti, è giunta a un approdo inaspettato: la conquista dei beni essenziali alla vita, fra cui il darsi un privato luogo d’amore (la casa), diventa, anche per chi si solleva dalla miseria di avere soltanto “prole”, una condizione da demonizzare o su cui ‘profittare’, a prescindere dalla reale “capacità contributiva”.
Come da titolo, a far torto alla gente oggi non sono soltanto “i politici” ma anche quelli che normalmente usano bacchettare intellettualmente chi ha in mano le leve del potere. In quest’ultimo atto della vita pubblica italiana, poi, i professori (con benestare dei politici, a suo tempo derisi e bistrattati) hanno ritenuto di dare “la lezione” anche a noi popolo. Bene ci sta?
Giuseppe F. Pollutri
Vuoi vedere che qualcuno penserà che ci hanno copiato?
sabato 17 dicembre 2011
Ricevo e pubblico ... e per certi versi condivido.
In tempo di “guerra”...
La manovra “salva Italia” si sta rivelando piuttosto deludente e deludenti appaiono le performance dei protagonisti che si affollano sul teatrino della politica italiana. A partire dal governo, dal quale mi aspettavo scelte più coraggiose e che invece ha subito smorzato i toni e le proposte iniziali mostrandosi arrendevole alle richieste delle lobbies e delle caste (che abbiam visto proprio in queste ore non sono soltanto quelle dei politici). Da una compagine di tecnici, nata sull’onda della resa della politica e che per mancanza di ipotesi alternative può muoversi a dispetto della politica stessa, mi aspettavo decisamente di più. Lo scrivevo la settimana scorsa su queste pagine: troppa svogliatezza e timidezza mi pare di scorgere rispetto alla lotta all’evasione; alle liberalizzazioni delle attività professionali che operano in regime di monopolio; alle pensioni, alle tasse, al lavoro, al welfare, alla riduzione degli sprechi delle Istituzioni pubbliche. Non meno sconfortanti le prove offerte dai partiti che hanno dato fiducia al governo, smarcandosi dalle posizioni populiste della Lega, dell’Idv, dell’estrema sinistra e dalle sollecitazioni dei sindacati. La tentazione da me paventata che i partiti vogliano recitare, la parte del “convitato di pietra”, cioè di semplici spettatori soltanto, mi sembra si stia manifestando con assoluta chiarezza, come testimoniano le vicende delle discussioni parlamentari di questi giorni. Una tentazione che si appalesa anche nel centrodestra, che invece dovrebbe, come non mi stanco di ripetere, incalzare attivamente il Governo Monti sulla strada del rigore e del risanamento dei conti pubblici e garantirgli in Parlamento quel sostegno che la sinistra non sarà mai capace di dargli fino in fondo per mentalità e per necessità di coesione interna. Se, come hanno detto alcuni commentatori, quella che si sta combattendo, seppur con altre armi, è la terza guerra mondiale, il centro destra non abbia esitazioni ad appoggiare Monti. “Se cadendo l’euro cade l’Europa e nessuno prenda per garantiti altri 50 anni di pace in Europa”, come ha detto l’antipaticissima cancelliera tedesca, allora il PdL non si faccia alcuno scrupolo di dare una mano a chi ha oggi sulle spalle il compito di guidare il Paese. In tempo di guerra l’atteggiamento della destra è sempre stato diverso da quello neutralista o sovversivista di certa sinistra antinazionale.
Giuseppe Tagliente
La manovra “salva Italia” si sta rivelando piuttosto deludente e deludenti appaiono le performance dei protagonisti che si affollano sul teatrino della politica italiana. A partire dal governo, dal quale mi aspettavo scelte più coraggiose e che invece ha subito smorzato i toni e le proposte iniziali mostrandosi arrendevole alle richieste delle lobbies e delle caste (che abbiam visto proprio in queste ore non sono soltanto quelle dei politici). Da una compagine di tecnici, nata sull’onda della resa della politica e che per mancanza di ipotesi alternative può muoversi a dispetto della politica stessa, mi aspettavo decisamente di più. Lo scrivevo la settimana scorsa su queste pagine: troppa svogliatezza e timidezza mi pare di scorgere rispetto alla lotta all’evasione; alle liberalizzazioni delle attività professionali che operano in regime di monopolio; alle pensioni, alle tasse, al lavoro, al welfare, alla riduzione degli sprechi delle Istituzioni pubbliche. Non meno sconfortanti le prove offerte dai partiti che hanno dato fiducia al governo, smarcandosi dalle posizioni populiste della Lega, dell’Idv, dell’estrema sinistra e dalle sollecitazioni dei sindacati. La tentazione da me paventata che i partiti vogliano recitare, la parte del “convitato di pietra”, cioè di semplici spettatori soltanto, mi sembra si stia manifestando con assoluta chiarezza, come testimoniano le vicende delle discussioni parlamentari di questi giorni. Una tentazione che si appalesa anche nel centrodestra, che invece dovrebbe, come non mi stanco di ripetere, incalzare attivamente il Governo Monti sulla strada del rigore e del risanamento dei conti pubblici e garantirgli in Parlamento quel sostegno che la sinistra non sarà mai capace di dargli fino in fondo per mentalità e per necessità di coesione interna. Se, come hanno detto alcuni commentatori, quella che si sta combattendo, seppur con altre armi, è la terza guerra mondiale, il centro destra non abbia esitazioni ad appoggiare Monti. “Se cadendo l’euro cade l’Europa e nessuno prenda per garantiti altri 50 anni di pace in Europa”, come ha detto l’antipaticissima cancelliera tedesca, allora il PdL non si faccia alcuno scrupolo di dare una mano a chi ha oggi sulle spalle il compito di guidare il Paese. In tempo di guerra l’atteggiamento della destra è sempre stato diverso da quello neutralista o sovversivista di certa sinistra antinazionale.
Giuseppe Tagliente
venerdì 16 dicembre 2011
Vecchi film.
Personaggi che perdono posizioni all'interno di IDV come Corrado Sabatini, scalpitano e scoprono che a Vasto il partito è assente. Nel 2009 grazie all'accordo del segretario Bontempo e dei vertici del partito si è potuto cacciare Francescopaolo D'Adamo assessore ed unico eletto IDV nel 2006, ottenendo così il mirabile obiettivo di mettere in consiglio comunale un Bontempo consigliere in conflitto di interessi con il comune, e un Sabatini assessore. In due anni Bontempo prende la parola una sola volta in consiglio comunale, per dire che non parteciperà alla discussione perché in conflitto di interessi. E oggi si scopre che il partito è assente. Veramente la domanda da fare sarebbe: quando è stato presente? Partito assente. Sede assente. Iniziativa politica assente. È chiaro invece che la presenza di figure nuove, piuttosto “ingombranti” nel partito, una perché molto conosciuta e benvoluta, l'altra pur più oscura ma comunque dotata di un discreto consenso elettorale, riducono di molto i margini di manovra per chi come Sabatini, aspira a ricoprire in futuro incarichi importanti. Intanto emerge con chiarezza come un partito è fatto in realtà dalle persone che lo compongono. Ma mentre per Di Pietro è relativamente facile andare sui media vuoi mettendosi una coppola, vuoi infilando uno dei suoi mitologici strafalcioni, in periferia hai voglia a straparlare di teleferiche. In periferia ci si conosce e quindi è molto più difficile nascondersi dietro i paroloni. Ma che volete. Se la segreteria di IDV è assente ...
Fondi europei per la Pesca:oggi a Vasto riunione del Comitato nazionale di sorveglianza.
Vasto ospiterà oggi una riunione del Comitato di Sorveglianza del Programma Operativo del Fondo Europeo per la Pesca 2007/2013. Tra gli obiettivi della riunione quello di verificare anche lo stato di attuazione del Programma Italia e degli interventi cofinanziati dall’Unione europea per lo sviluppo del settore pesca. Nella cornice di Palazzo D’Avalos, questa mattina alle ore 9, ad aprire i lavori sarà l’Assessore regionale Mauro Febbo. Interverranno rappresentanti di tutte le Regioni italiane, delle organizzazioni professionali e delle associazioni di categoria nazionali del settore pesca. Sarà presente anche il Presidente della 3^ commissione consiliare regionale Agricoltura Antonio Prospero.
“Venerdì 16 dicembre – si legge in un comunicato della Regione - si terrà l'evento più importante, con la IX Riunione nazionale del Comitato di sorveglianza del P.O. Fep 2007/2013 con l'obiettivo di verificare anche lo stato di attuazione del P.O. Italia e degli interventi cofinanziati dall'Unione europea. Alle predette sessioni di lavoro parteciperà un parterre prestigioso nel quale figurano i rappresentanti della Commissione Europea Direzione generale della Pesca e Affari Marittimi, del Ministero delle Politiche agricole e forestali (Direzione Generale della Pesca Marittima e dell'Acquacoltura), di altre Amministrazioni centrali, i referenti regionali dell'Autorità di Gestione FEP 2007/20013 e le associazioni di categoria.
“Con una dotazione finanziaria complessiva di oltre 560 milioni di euro - ha dichiarato Febbo - il Fep rappresenta un’occasione importante per lo sviluppo del comparto della pesca in Italia e nella nostra regione. Dal punto di vista finanziario il Programma dimostra un buon livello di attuazione con una migliore performance di spesa per le Regioni Obiettivo Convergenza. La spesa progredisce di raggiungere entro il 31 dicembre la quota prevista per evitare il disimpegno automatico di risorse finanziarie”.
E noi li accogliamo qui:
Bella roba!
“Venerdì 16 dicembre – si legge in un comunicato della Regione - si terrà l'evento più importante, con la IX Riunione nazionale del Comitato di sorveglianza del P.O. Fep 2007/2013 con l'obiettivo di verificare anche lo stato di attuazione del P.O. Italia e degli interventi cofinanziati dall'Unione europea. Alle predette sessioni di lavoro parteciperà un parterre prestigioso nel quale figurano i rappresentanti della Commissione Europea Direzione generale della Pesca e Affari Marittimi, del Ministero delle Politiche agricole e forestali (Direzione Generale della Pesca Marittima e dell'Acquacoltura), di altre Amministrazioni centrali, i referenti regionali dell'Autorità di Gestione FEP 2007/20013 e le associazioni di categoria.
“Con una dotazione finanziaria complessiva di oltre 560 milioni di euro - ha dichiarato Febbo - il Fep rappresenta un’occasione importante per lo sviluppo del comparto della pesca in Italia e nella nostra regione. Dal punto di vista finanziario il Programma dimostra un buon livello di attuazione con una migliore performance di spesa per le Regioni Obiettivo Convergenza. La spesa progredisce di raggiungere entro il 31 dicembre la quota prevista per evitare il disimpegno automatico di risorse finanziarie”.
E noi li accogliamo qui:
Bella roba!
giovedì 15 dicembre 2011
Troppo facile fare le barzellette sui carabinieri.
Il mio amico Tiziano Longhi, mi ha fatto notare una cosa. Noi abbiamo scritto all'A.R.T.A. in via ufficiale, utilizzando la POSTA ELETTRONICA CERTIFICATA (pec). Lui ha una casella pec. l'A.R.T.A. ha una casella pec. Tanto è vero che l'A.R.T.A. ha risposto. Ha risposto però con raccomandata cartacea, pagando € 3,90 di soldi pubblici. Da notare, che nella richiesta di documenti, avevamo specificatamente richiesto “... copia digitale dei referti degli esami ...”. Allora è veramente inspiegabile il motivo per il quale la risposta sia pervenuta in forma cartacea. Anche perchè è impossibile che un ente pubblico non sappia che una e-mail inviata con casella pec ha lo stesso valore legale di una raccomandata con ricevuta di ritorno, come potete leggere qui.
http://www.legalmail.it/pec/conoscere_cosa_valorelegale.php
A questo punto io mi chiedo: al comune di Vasto, ormai dotato di pec, quanti soldi staranno risparmiando per via del mancato utilizzo di raccomandate? Raccomandate che costano minimo 4 € l'una come abbiamo visto.
Oppure ogni volta che sento il sindaco ed i nostri assessori, declamare “... abbiamo scritto a questo... abbiamo scritto a quello...” stiamo ancora spendendo soldi inutilmente, così come fatto dall'A.R.T.A.?
Continuate a fare le barzellette sui carabinieri voi, che loro intanto la pec ce l'hanno.
mercoledì 14 dicembre 2011
Una notizia che passerà inosservata.
Da Piazza Rossetti.com
Esaminato il progetto definitivo relativo al monitoraggio ed analisi delle acque costiere
IL SINDACO DI VASTO HA INCONTRATO I FUNZIONARI DELL’ARTA, DOTT. COCCO E PROPRI COLLABORATORI UNITAMENTE ALL’ASS. ANNA SURIANI, AI DIRIGENTI ED AL SEGRETARIO GENERALE DEL COMUNE DI VASTO PER ESAMINARE IL PROGETTO DEFINITIVO RELATIVO AL MONITORAGGIO ED ANALISI BATTERIOLOGICHE DELLE ACQUE DI BALNEAZIONE DI TUTTA LA COSTA RIVIERASCA. TALE ASPETTO INFATTI E’ DA RICONDURRE AD UNA SERIE DI ATTIVITA’ VOLTE A PREVENIRE L’INSORGENZA DI SITUAZIONI CRITICHE A CAUSA DI IMMISSIONI IN ALVEI FLUVIALI DI REFLUI NON A NORMA E GARANTIRE QUINDI UN AMBIENTE MARINO SALUBRE E RISPONDENTE AI REQUISITI DI BALNEABILITA’.
IL SINDACO ED IL COMUNE DI VASTO VOGLIONO AVVALERSI DI TALE STRUMENTO, DIRETTO CON PROPRIA COMMITTENZA ANCHE E SOPRATTUTTO A SEGUITO DEGLI INCRESCIOSI AVVENIMENTI DELL’ULTIMA STAGIONE.
E mo' che volete? L'applauso?
Noi sapevamo che la situazione delle acque a Vasto marina non era normale. Abbiamo segnalato la cosa e abbiamo ricevuto solo sberleffi. Abbiamo scritto all'ARTA, e l'ARTA ci ha inviato i documenti. In tanti si sono presi la briga di affermare che ci stavamo inventando problemi. Devono essere quei tanti che hanno dimostrato di trovarsi così bene a fare il bagno a Vasto marina nell'estate 2011. Evidentemente, come al solito, ci abbiamo visto meglio di tutti. Infatti, onde evitare il peggio il comune si è attivato con l'ARTA per monitorare le acque. Attendiamo i risultati delle analisi. Sperando di non doverle richiedere noi di nuovo.
http://francescopaolodadamo.blogspot.com/2011/12/i-fatti-del-prima-e-i-comitati-del-dopo.html
Esaminato il progetto definitivo relativo al monitoraggio ed analisi delle acque costiere
IL SINDACO DI VASTO HA INCONTRATO I FUNZIONARI DELL’ARTA, DOTT. COCCO E PROPRI COLLABORATORI UNITAMENTE ALL’ASS. ANNA SURIANI, AI DIRIGENTI ED AL SEGRETARIO GENERALE DEL COMUNE DI VASTO PER ESAMINARE IL PROGETTO DEFINITIVO RELATIVO AL MONITORAGGIO ED ANALISI BATTERIOLOGICHE DELLE ACQUE DI BALNEAZIONE DI TUTTA LA COSTA RIVIERASCA. TALE ASPETTO INFATTI E’ DA RICONDURRE AD UNA SERIE DI ATTIVITA’ VOLTE A PREVENIRE L’INSORGENZA DI SITUAZIONI CRITICHE A CAUSA DI IMMISSIONI IN ALVEI FLUVIALI DI REFLUI NON A NORMA E GARANTIRE QUINDI UN AMBIENTE MARINO SALUBRE E RISPONDENTE AI REQUISITI DI BALNEABILITA’.
IL SINDACO ED IL COMUNE DI VASTO VOGLIONO AVVALERSI DI TALE STRUMENTO, DIRETTO CON PROPRIA COMMITTENZA ANCHE E SOPRATTUTTO A SEGUITO DEGLI INCRESCIOSI AVVENIMENTI DELL’ULTIMA STAGIONE.
E mo' che volete? L'applauso?
Noi sapevamo che la situazione delle acque a Vasto marina non era normale. Abbiamo segnalato la cosa e abbiamo ricevuto solo sberleffi. Abbiamo scritto all'ARTA, e l'ARTA ci ha inviato i documenti. In tanti si sono presi la briga di affermare che ci stavamo inventando problemi. Devono essere quei tanti che hanno dimostrato di trovarsi così bene a fare il bagno a Vasto marina nell'estate 2011. Evidentemente, come al solito, ci abbiamo visto meglio di tutti. Infatti, onde evitare il peggio il comune si è attivato con l'ARTA per monitorare le acque. Attendiamo i risultati delle analisi. Sperando di non doverle richiedere noi di nuovo.
http://francescopaolodadamo.blogspot.com/2011/12/i-fatti-del-prima-e-i-comitati-del-dopo.html
VAS ... TOOOOO !!!!!
"Il TAR ha ritenuto che la modifica delle norme tecniche di attuazione, con una riduzione generalizzata degli standard edilizi, ed altresì con l’introduzione della necessità in alcune zone di strumenti attuativi, comporta palesemente un riassetto generale della pianificazione comunale, per cui è necessario il vaglio dell’impatto ambientale e la verifica della conformità ai piani sovraordinati. In altri termini, la variante al piano regolatore generale era assoggettata alla cosiddetta Vas (valutazione ambientale strategica)."
Come al solito si fanno le cose in maniera raffazzonata. Poi si pagano le conseguenze.
martedì 13 dicembre 2011
Sono tornato.
Quando, negli anni settanta, partivo per Roma col treno di mezzanotte da Pescara, mi veniva sempre da pensare agli emigranti che con quel tipo di treno con i sedili di legno, raggiungevano le loro mete in Belgio, in Germania, in Francia eccetera. A volte nei casi peggiori, mi veniva da pensare, in maniera fantozziana (e col dovuto rispetto), ai deportati nei campi di concentramento.
Era da tanto tempo che non provavo più quel tipo di sensazioni.
Mercoledì scorso, a mezzanotte, sono salito su un bus della Sangritana, uno di quelli usati di solito per gli spostamenti dei pendolari, per recarmi a Innsbruck.
Da Vasto a Fano è stato un susseguirsi di fermate per “caricare” persone che come me volevano visitare il Tirolo. Il problema però è iniziato da Ancona, dove sono salite due signore che avevano il posto assegnato nel sedile dietro il mio e in quello davanti. La prima mi ha chiesto gentilmente di non reclinare il mio schienale all’indietro, mentre la seconda, con un rapido gesto, ha “disteso” quanto più possibile il suo verso di me. Come se non bastasse un ragazzo altissimo, seduto sul sedile di fianco, non trovando altra posizione, considerata l’esiguità dello spazio, ha pensato bene di mettere le sue gambe di traverso nel corridoio, così che io non ho potuto nemmeno muovermi in quella direzione. Lui mi dava un calcetto e chiedeva scusa. Io una gomitata e chiedevo “pardon”, insomma: Buona notte!
Siamo arrivati alla destinazione il pomeriggio del giorno “dedicato alla Immacolata Concezione” alle ore 14 circa e, tra l’altro, avevo stampato sulle ginocchia la retina porta oggetti del sedile posto dinanzi al mio.
Poco male, il luogo che ci accoglieva meritava quel sacrificio.
Quanto ho raccontato potrebbe bastare per evidenziare le “difficoltà” di un viaggio, tuttavia, niente di quanto sopra può minimamente paragonarsi al viaggio … di ritorno.
Partenza da Merano. Più di quattro ore per fare meno di quaranta chilometri. La simpatia degli autisti, il film proposto sul pullman, la gioia di partecipanti al viaggio, i pensieri positivi per quanto visto in quei luoghi, nulla hanno potuto rispetto al problema più impellente: la pipì.
Non si poteva nemmeno ridere. Tutti immobili. Il volto tirato dei viaggiatori, lasciava trasparire tutta l’imbarazzante “sofferenza”. Forse ora capisco perché, da piccolo, nei viaggi di ritorno dai pellegrinaggi ai vari santuari, le donne “cantilenavano” dondolando sempre la stessa strofa di una canzone fino all’arrivo.
Al primo autogrill un fuggi fuggi dall’autobus, ma quanto succedeva nel nostro, succedeva anche in decine e decine di altri autobus e centinaia di autovetture. Il tutto si sommava ai già tanti camion parcheggiati in quel luogo, i cui autisti stazionavano nel bar, sui piazzali e nelle vicinanze dei servizi igienici, nell’attesa di riprendere il viaggio sospeso per la festività.
Scene raccapriccianti: smisurate file di vecchi, donne e bambini verso le porte dove campeggiava la scritta w.c. Sembrava l’immagine di coloro che (sempre con rispetto parlando) si recavano verso le camere a gas. Qualcuno già pronto per la “bisogna”. Lunghe file di uomini sui muretti, le reti di recinzione e dietro ogni tipo di pianta, magari cercando punti più o meno al buio. Donne che, fuggite dalle file davanti ai w.c, ignorando lo sguardo di tanti “curiosi” osservatori, si accoccolavano sui prati, ormai incuranti di tutto quello che nel mondo sarebbe potuto succedere in quel momento pur di liberarsi. Una ragazza, accovacciata dietro i bidoni dei rifiuti, mostrava le “ginocchia” verso “il pubblico” che mangiava il panino di fronte a lei. Una signora bionda, con accento settentrionale, mi ha detto: “scusi, posso approfittare della sua presenza, non ce la faccio più. Penseranno che lei sia mio marito e …” non ho capito il resto perché, molto imbarazzato, mi sono voltato per non guardarla. Poi l’ho vista sparire tra i tir verso il suo bus (senza nemmeno salutare, che maleducata!).
Ironia della sorte, appena ripartiti qualcuno ha deciso di proporre il film: “Non ci resta che piangere”, mentre alcuni viaggiatori litigavano con il “capogruppo”. Chissà perché!
Durante l’ultimo tratto del viaggio, quando ormai l’autobus era quasi vuoto ho cominciato a riflettere ed a tirare le somme su questa breve vacanza. Ho pensato che nonostante tutto questa “avventura” andava vissuta e sarebbe anche da rivivere. Soprattutto perché lì dove ero andato ho sentito l’aria, il calore e il profumo delle feste di Natale, mentre qui le feste sono ‘Na tale desolazione, ‘Na tale noia, ‘Na tale …. che ….
Era da tanto tempo che non provavo più quel tipo di sensazioni.
Mercoledì scorso, a mezzanotte, sono salito su un bus della Sangritana, uno di quelli usati di solito per gli spostamenti dei pendolari, per recarmi a Innsbruck.
Da Vasto a Fano è stato un susseguirsi di fermate per “caricare” persone che come me volevano visitare il Tirolo. Il problema però è iniziato da Ancona, dove sono salite due signore che avevano il posto assegnato nel sedile dietro il mio e in quello davanti. La prima mi ha chiesto gentilmente di non reclinare il mio schienale all’indietro, mentre la seconda, con un rapido gesto, ha “disteso” quanto più possibile il suo verso di me. Come se non bastasse un ragazzo altissimo, seduto sul sedile di fianco, non trovando altra posizione, considerata l’esiguità dello spazio, ha pensato bene di mettere le sue gambe di traverso nel corridoio, così che io non ho potuto nemmeno muovermi in quella direzione. Lui mi dava un calcetto e chiedeva scusa. Io una gomitata e chiedevo “pardon”, insomma: Buona notte!
Siamo arrivati alla destinazione il pomeriggio del giorno “dedicato alla Immacolata Concezione” alle ore 14 circa e, tra l’altro, avevo stampato sulle ginocchia la retina porta oggetti del sedile posto dinanzi al mio.
Poco male, il luogo che ci accoglieva meritava quel sacrificio.
Quanto ho raccontato potrebbe bastare per evidenziare le “difficoltà” di un viaggio, tuttavia, niente di quanto sopra può minimamente paragonarsi al viaggio … di ritorno.
Partenza da Merano. Più di quattro ore per fare meno di quaranta chilometri. La simpatia degli autisti, il film proposto sul pullman, la gioia di partecipanti al viaggio, i pensieri positivi per quanto visto in quei luoghi, nulla hanno potuto rispetto al problema più impellente: la pipì.
Non si poteva nemmeno ridere. Tutti immobili. Il volto tirato dei viaggiatori, lasciava trasparire tutta l’imbarazzante “sofferenza”. Forse ora capisco perché, da piccolo, nei viaggi di ritorno dai pellegrinaggi ai vari santuari, le donne “cantilenavano” dondolando sempre la stessa strofa di una canzone fino all’arrivo.
Al primo autogrill un fuggi fuggi dall’autobus, ma quanto succedeva nel nostro, succedeva anche in decine e decine di altri autobus e centinaia di autovetture. Il tutto si sommava ai già tanti camion parcheggiati in quel luogo, i cui autisti stazionavano nel bar, sui piazzali e nelle vicinanze dei servizi igienici, nell’attesa di riprendere il viaggio sospeso per la festività.
Scene raccapriccianti: smisurate file di vecchi, donne e bambini verso le porte dove campeggiava la scritta w.c. Sembrava l’immagine di coloro che (sempre con rispetto parlando) si recavano verso le camere a gas. Qualcuno già pronto per la “bisogna”. Lunghe file di uomini sui muretti, le reti di recinzione e dietro ogni tipo di pianta, magari cercando punti più o meno al buio. Donne che, fuggite dalle file davanti ai w.c, ignorando lo sguardo di tanti “curiosi” osservatori, si accoccolavano sui prati, ormai incuranti di tutto quello che nel mondo sarebbe potuto succedere in quel momento pur di liberarsi. Una ragazza, accovacciata dietro i bidoni dei rifiuti, mostrava le “ginocchia” verso “il pubblico” che mangiava il panino di fronte a lei. Una signora bionda, con accento settentrionale, mi ha detto: “scusi, posso approfittare della sua presenza, non ce la faccio più. Penseranno che lei sia mio marito e …” non ho capito il resto perché, molto imbarazzato, mi sono voltato per non guardarla. Poi l’ho vista sparire tra i tir verso il suo bus (senza nemmeno salutare, che maleducata!).
Ironia della sorte, appena ripartiti qualcuno ha deciso di proporre il film: “Non ci resta che piangere”, mentre alcuni viaggiatori litigavano con il “capogruppo”. Chissà perché!
Durante l’ultimo tratto del viaggio, quando ormai l’autobus era quasi vuoto ho cominciato a riflettere ed a tirare le somme su questa breve vacanza. Ho pensato che nonostante tutto questa “avventura” andava vissuta e sarebbe anche da rivivere. Soprattutto perché lì dove ero andato ho sentito l’aria, il calore e il profumo delle feste di Natale, mentre qui le feste sono ‘Na tale desolazione, ‘Na tale noia, ‘Na tale …. che ….
lunedì 12 dicembre 2011
Il sabato pomeriggio ... "scarpasciudd" e basta.
sabato 10 dicembre 2011
NOVE PADRONI ANNEBBIANO IL CAMPO INCORONATA
di V.Patriarchi
BAYER LEVERKUSEN HERTA BERLIN 2 - 2
arbitro sig. Ronzitti Nicola
BAYER LEVERKUSEN( maglia blu ): Ronzitti L, Pellori, Lemme, Vino, Ronzitti F, Puddu, Soldano, Bozzelli, Ronzitti Go, Fanucci, Serafini
HERTA BERLIN( maglia gialla): Loreta, Antenucci, Di Marco, Sebastiani, Di Foglio, Patriarchi, Serra, Sboro, D'Angelo, Cicchini, Frangione
Assessò, ma addò si scappàte? E' questa la domanda che tutti si pongono preoccupati... ma forse non trattasi di una fuga, ma più semplicemente voglia di cambiar aria: e allora, mentre probabilmente starai a rimirar stupendi panorami, noi scarpasciùdd continuiamo a calcare la pettinata 'ristrèppele' del campo Incoronata: oggi un bel confronto, equilibrato nei 90', con buoni sprazzi di gioco da entrambe le parti,e risultato conforme ai valori espressi in campo. Ma veniamo alle cose serie: il maresciallo bomber oggi, venendo in auto, ha trovato parecchia nebbia(eppure c'era un timido sole che faceva da ... padrone), e gira che ti rigira (precisamente per 9 volte) il nostro a fatica ritrova la strada giusta, ma , ahinoi, ' nghi li mène e 'nghi lì pìte". Il 1°t. è volato via con giocate prevalentemente a centrocampo, e salvo due occasioni per D'Angelo e Frangione(gialli) e per Ronzitti Go e Serafini, è stato privo di emozioni. Nell'intervallo, Soldano, sgranocchiando il solito pompelmo, si raccomanda sugli ingredienti del prossimo ciambotto prenatalizio(anche noi faremo pausa, perchè il boss Puddu ha decretato che non si giochera nè la vigilia, nè a S.Silvestro:" n'n vùjie 'mbìcce", ha detto):" Vittò, adà purtà ddu' piparùla vìrde, n'n ti scurdà!"; mentre il professore ribadisce: " Màssime ha dìtte 'ca li salìppse n'àda èsse grùsse!".Nella ripresa gli animi si riscaldano e il gioco pure: sblocca il risultato il giallo Francesco Sboro, che dal limite area sinistra fa partire un bel destro teso a mezz'altezza che s'insinua a fil di palo destro: 0-1. Attimi di nervosismo, tra i blu: Vino che dice perchè Ronzitti non apre... a Serafini, e Gògo che se ne esce esclamando:" Ci àjje pruvuàte, ma n'n mi si ahàzze..."; e il suo marcatore Di Foglio che gli risponde con dovuta perizia andrologica:" Gogò, in farmacia c'è qualcosa che può aiutarti, non pretendere troppo dai tuoi 47 anni!". Ma alla fine gli azzurri riescono a controbattere: al 18' Fanucci riesce a sgattaiolare sulla destra, rimette al centro per Gogò Ronzitti che tira angolato, la palla è sporcata dal contrasto con Sboro ed inganna Loreta: 1-1. Al 24' insistono i blu e capovolgono la situazione: in seguito ad una concitata azione in area gialla, la palla arriva tra i piedi del debuttante Nicola Bozzelli che, dal limite, stanga angolato, Loreta non scorge il pallone, ed è 2-1. Ma al 31' entra in scena l'incredibile Hulk: cross da destra del giallo Serra, la palla, sembrata un po' lunga, rimbalza prima a terra traendo in inganno il portiere Ronzitti,e Pietro Hulk D'Angelo ci crede e di nuca infila l'angolo sinistro: 2-2. I gialli, ringalluzziti dal pareggio, provano a vincere, ma ormai le gambe non rispondono più( e col bomber Frangione oggi olmo secco di gol-e solo di quelli-)e il risultato non cambia: onestissimo arbitraggio di Nicola Ronzitti.
classifica cannonieri: 18 gol: Frangione 12 gol: Angiolillo 6 gol: D'Angelo, Ronzitti Go, Sboro 5 Gol: Reale, Serafini A 4 gol: Docuta 2 gol: D'Adamo , Lemme, Serafini S 1 gol: Antenucci, Bozzelli, Cicchini, Fanucci M, Fanucci R, Giacomucci, Ronzitti L, Rossi, Serafini G, Soldano, Storto, Vino
NOVE PADRONI ANNEBBIANO IL CAMPO INCORONATA
di V.Patriarchi
BAYER LEVERKUSEN HERTA BERLIN 2 - 2
arbitro sig. Ronzitti Nicola
BAYER LEVERKUSEN( maglia blu ): Ronzitti L, Pellori, Lemme, Vino, Ronzitti F, Puddu, Soldano, Bozzelli, Ronzitti Go, Fanucci, Serafini
HERTA BERLIN( maglia gialla): Loreta, Antenucci, Di Marco, Sebastiani, Di Foglio, Patriarchi, Serra, Sboro, D'Angelo, Cicchini, Frangione
Assessò, ma addò si scappàte? E' questa la domanda che tutti si pongono preoccupati... ma forse non trattasi di una fuga, ma più semplicemente voglia di cambiar aria: e allora, mentre probabilmente starai a rimirar stupendi panorami, noi scarpasciùdd continuiamo a calcare la pettinata 'ristrèppele' del campo Incoronata: oggi un bel confronto, equilibrato nei 90', con buoni sprazzi di gioco da entrambe le parti,e risultato conforme ai valori espressi in campo. Ma veniamo alle cose serie: il maresciallo bomber oggi, venendo in auto, ha trovato parecchia nebbia(eppure c'era un timido sole che faceva da ... padrone), e gira che ti rigira (precisamente per 9 volte) il nostro a fatica ritrova la strada giusta, ma , ahinoi, ' nghi li mène e 'nghi lì pìte". Il 1°t. è volato via con giocate prevalentemente a centrocampo, e salvo due occasioni per D'Angelo e Frangione(gialli) e per Ronzitti Go e Serafini, è stato privo di emozioni. Nell'intervallo, Soldano, sgranocchiando il solito pompelmo, si raccomanda sugli ingredienti del prossimo ciambotto prenatalizio(anche noi faremo pausa, perchè il boss Puddu ha decretato che non si giochera nè la vigilia, nè a S.Silvestro:" n'n vùjie 'mbìcce", ha detto):" Vittò, adà purtà ddu' piparùla vìrde, n'n ti scurdà!"; mentre il professore ribadisce: " Màssime ha dìtte 'ca li salìppse n'àda èsse grùsse!".Nella ripresa gli animi si riscaldano e il gioco pure: sblocca il risultato il giallo Francesco Sboro, che dal limite area sinistra fa partire un bel destro teso a mezz'altezza che s'insinua a fil di palo destro: 0-1. Attimi di nervosismo, tra i blu: Vino che dice perchè Ronzitti non apre... a Serafini, e Gògo che se ne esce esclamando:" Ci àjje pruvuàte, ma n'n mi si ahàzze..."; e il suo marcatore Di Foglio che gli risponde con dovuta perizia andrologica:" Gogò, in farmacia c'è qualcosa che può aiutarti, non pretendere troppo dai tuoi 47 anni!". Ma alla fine gli azzurri riescono a controbattere: al 18' Fanucci riesce a sgattaiolare sulla destra, rimette al centro per Gogò Ronzitti che tira angolato, la palla è sporcata dal contrasto con Sboro ed inganna Loreta: 1-1. Al 24' insistono i blu e capovolgono la situazione: in seguito ad una concitata azione in area gialla, la palla arriva tra i piedi del debuttante Nicola Bozzelli che, dal limite, stanga angolato, Loreta non scorge il pallone, ed è 2-1. Ma al 31' entra in scena l'incredibile Hulk: cross da destra del giallo Serra, la palla, sembrata un po' lunga, rimbalza prima a terra traendo in inganno il portiere Ronzitti,e Pietro Hulk D'Angelo ci crede e di nuca infila l'angolo sinistro: 2-2. I gialli, ringalluzziti dal pareggio, provano a vincere, ma ormai le gambe non rispondono più( e col bomber Frangione oggi olmo secco di gol-e solo di quelli-)e il risultato non cambia: onestissimo arbitraggio di Nicola Ronzitti.
classifica cannonieri: 18 gol: Frangione 12 gol: Angiolillo 6 gol: D'Angelo, Ronzitti Go, Sboro 5 Gol: Reale, Serafini A 4 gol: Docuta 2 gol: D'Adamo , Lemme, Serafini S 1 gol: Antenucci, Bozzelli, Cicchini, Fanucci M, Fanucci R, Giacomucci, Ronzitti L, Rossi, Serafini G, Soldano, Storto, Vino
mercoledì 7 dicembre 2011
Abbinamenti ... impossibili?
L'estate passata avevo abbinato lo Champagne a pasta al burro e parmigiano. Oggi ad un brodino con la "scamorza". Di questi tempi faccio cose strane. Dovrei uscire col cappotto ma è caldo, quindi non lo faccio. E' tanto caldo che sento la necessità anche di aprire le finestre. Eppure, mi dicono che nella brutta stagione le finestre devono rimanere chiuse. Punti di vista. Questione di gusto.
Una cosina irrilevante.
Volevo scrivere qualcosa sulla manovra finanziaria “proposta” in questi giorni. Mi veniva da scrivere qualcosa del tipo: “se la montagna ha partorito il topolino, il (Governo) Monti non ha partorito molto di più”. Volevo scrivere che se Berlusconi aveva fatto ministro le “veline”, Monti una grande attrice drammatica. Poi ho letto l’articolo di Debora Billi e non ho più scritto niente.
Altre 100 manovre come questa.
Mi stupisce la disperazione e lo stracciamento di vesti che si accompagna a questa manovra. "Lacrime e sangue", viene definita. Ma quando mai? Si tratta di una manovra soft, una robetta da nulla, una cosina irrilevante.
A lamentarsi a voce più alta sono spesso gli stessi che finora hanno ripetuto la lezioncina "i debiti si pagano!", col severo tono moralista. Ebbene, sappiano questi signori che si tratta di una manovra da 20 miliardi in tre anni. Il nostro debito pubblico è pari a 1900 miliardi, e il conto è presto fatto: affinché "i debiti si paghino" occorrono altre 95 manovre come questa. E non si possono distribuire nel corso del prossimo secolo, vorranno mica che i nostri creditori aspettino così tanto, i debiti si pagano e in fretta altrimenti sai che brutta figura. E' il "paradigma sociale prevalente", come diceva Pietro Cambi.
Così, se l'obiettivo è davvero quello di pagare il debito, ciò che avete sentito ieri sera non è neppure l'antipasto, è un salatino. C'è da augurarsi che abbiano ragione i più complottisti, che sostengono che invece si tratta di un'operazione volta semplicemente alla spoliazione delle ricchezze del nostro Paese, perché in tal caso ci rimetteremmo di meno.
Mi auguro che il fare questi due conti riporti i toni dei maestrini moralisti a più miti consigli, e che si cominci invece ad affermare che il debito va ridiscusso, che in buona parte è illegittimo, che non dobbiamo pagare gli interessi sugli interessi, insomma che i cittadini comincino a chiedere di bloccare questa follia invece di preoccuparsi della brutta figura con gli strozzini.
Altre 100 manovre come questa.
Mi stupisce la disperazione e lo stracciamento di vesti che si accompagna a questa manovra. "Lacrime e sangue", viene definita. Ma quando mai? Si tratta di una manovra soft, una robetta da nulla, una cosina irrilevante.
A lamentarsi a voce più alta sono spesso gli stessi che finora hanno ripetuto la lezioncina "i debiti si pagano!", col severo tono moralista. Ebbene, sappiano questi signori che si tratta di una manovra da 20 miliardi in tre anni. Il nostro debito pubblico è pari a 1900 miliardi, e il conto è presto fatto: affinché "i debiti si paghino" occorrono altre 95 manovre come questa. E non si possono distribuire nel corso del prossimo secolo, vorranno mica che i nostri creditori aspettino così tanto, i debiti si pagano e in fretta altrimenti sai che brutta figura. E' il "paradigma sociale prevalente", come diceva Pietro Cambi.
Così, se l'obiettivo è davvero quello di pagare il debito, ciò che avete sentito ieri sera non è neppure l'antipasto, è un salatino. C'è da augurarsi che abbiano ragione i più complottisti, che sostengono che invece si tratta di un'operazione volta semplicemente alla spoliazione delle ricchezze del nostro Paese, perché in tal caso ci rimetteremmo di meno.
Mi auguro che il fare questi due conti riporti i toni dei maestrini moralisti a più miti consigli, e che si cominci invece ad affermare che il debito va ridiscusso, che in buona parte è illegittimo, che non dobbiamo pagare gli interessi sugli interessi, insomma che i cittadini comincino a chiedere di bloccare questa follia invece di preoccuparsi della brutta figura con gli strozzini.
martedì 6 dicembre 2011
Il mercato di Santa Chiara
Se avete voglia di seguire il filmatino, vi accorgerete che ...
Il Mercato di piazza Santa Chiara è una risorsa per il centro storico ma "questi" non hanno capito niente.
Il Mercato di piazza Santa Chiara è una risorsa per il centro storico ma "questi" non hanno capito niente.
Fine delle trasmissioni.
E cosa mai avranno dovuto dirsi di così delicato questa volta in consiglio comunale, da non voler trasmettere la seduta in diretta web? Oppure semplicemente qualcuno ha deciso che bastava scherzare con queste ridicolaggini della diretta, visto che le elezioni passate sono passate e quelle future sono... dove sono.
Non una riga di spiegazione. Non una parola di motivazione. Niente di niente. Come sono lontani i tempi in cui mi veniva intimato di non riprendere la seduta. Ci fosse stato uno a dire che era giusto quello che facevo. Poi, con l'opportunità di spendere soldi pubblici, ecco la diretta-web.
Certo era una bella pagliacciata anche questa storia della diretta. Costosa, funzionante secondo le fasi lunari, senza la possibilità di rivedere le immagini in un secondo momento. Una vera chiavica a dire la verità. Che però aveva fatto esultare qualche “semplice”, facendogli rivendicare questo “grande successo”. Ma adesso siamo tornati alla normalità. Niente più diretta? Forse tornerà la diretta solo in qualche occasione in cui ci sarà da mettersi in posa? Insomma una cosa senza regole, alla come ci pare e piace. Vabbè, tanto Voi ci siete abituati. Voi. Io ancora non ci riesco.
lunedì 5 dicembre 2011
Il sabato pomeriggio ... "scarpasciudd" e basta.
sabato 3 dicembre 2011,campo Incoronata
MANUE', NUN CE PROVA'!
di V.Patriarchi
SPORTING LISBOA - OPORTO 3 - 5
arbitro sig.Vittorio Patriarchi
SPORTING LISBOA(blu): Ronzitti L, Ronzitti F, Giacomucci, Fanucci, Puddu, Soldano, Lemme, Ronzitti Go.
OPORTO(gialli): Loreta, Antenucci, Di Marco, Sebastiani, Di Foglio, Cicchini, D'Angelo, Frangione, Serra(2°t. coi blu)
Ridottissimi ranghi, questo sabato, e i nostri Scarpasciùdd sono quindi costretti ad un faticoso 9 vs. 8 a tuttocampo. I gialli sbloccano dopo pochi minuti con Max Frangione, imbeccato dal Cicchini: 0-1. Esaltato dagli ampi spazi liberi, il maresciallo si esalta e segna a breve distanza altri due gol, portando lo score sul 0-3. I blu, in affanno in difesa(mancava il mastino D'Adamo,"smascariàte" al ginocchio a causa di un duro contrasto una settimana fa, e comunque osservatore in panchina del mio mediocre arbitraggio insieme a Ronzitti N infortunato-altro difensore blu mancante-).Al 22' il blu Gogo' Ronzitti prende in mano la squadra, scatta sulla destra e arrivato sulla linea di fondo tira di mezzocollo in diagonale, la palla trafigge Loreta e s'infila rasente al palo opposto, eurogol che accorcia il punteggio sul 1-3. Il giallo Max Frangione osserva e, come in un instant replay, dopo 1', scatta sulla sinistra e sempre dalla linea di fondo infila un digonale secco rasoterra che gonfia il sacco all'altezza del palo opposto: eurogol anche questo, ed è 1-4. Nell'intervallo, Puddu reclama giustamente l'uomo in più, e cerca di carpire Frangione ai gialli nel 2°t: a questo punto il capitàaa Antenucci(rappresentante sindacale Cobas dei gialli) afferra per il bavero Emanuele e gli intima: " n'n di sprimindà...!" e , per protesta, annuncia lo sciopero dei cross da destra(suo pane quotidiano); dopo aspri diverbi tra le parti sociali, è il giallo e giovane Serra che, come un camaleonte, cambia in blu. Dopo essersi schierati in campo, i gialli si domandano con Frangione:" e mmò chi còrre?"; nella ripresa( complici gli ampi spazi, i pochi uomini e la stanchezza) gli spazi si allungano e a centrocampo non c'è più nessuno: moltissimi i lanci lunghi, e parecchie volte ho fischiato fuorigiochi (leciti e non, soprattutto non, ma equamente ripartiti):chiedo venia a Gogò, Hulk, Professore e Fabio, meno male che la prossima rientro...I blu incominciano al gran trotto e prendono una traversa piena proprio con Serra, al 7'; poi in quattro minuti, l'ariete dei blu Gogò fallisce di poco due occasioni da gol; al 18', la pulce gialla Di Marco azzarda una serie di dribbling ubriacanti in disimpegno difensivo dentra la propria area gialla, ma non fa i conti con tre blu in pressing (e con le sue personali 59 albe...), e infatti, al secondo , si fa 'fuffijè' la palla da Gogò Ronzitti, che segna da marpione il 2- 4. La seconda papera gialla arriva al 29', quando il blu Giacomucci lancia lungo in area gialla per Lemme, che si protende minacciosamente a corpo morto in contrasto contro il portiere Loreta, che si 'hitticàjje' e si scansa: la palla rimane vacante a 2 metri dall'area piccola, e Mario Lemme, 'nghi la tàcchètte', accorcia 3-4. Al 33'l'avvenimento clou: Capitàa Antenucci sulla destra, per sbarazzarsi di Lemme, lo infila come 'nu' pulluàstre'con un tunnel da manuale(pag.15 del 'Manuale del calcio Antenucci'-un must-, illustrazione n°4 in basso a destra):standing ovation per il giovane sessantatreenne, che stringe le fila difensive dei gialli nel finale,non permettendo la rimonta dei più forti blu: c'è spazio anzi al 40' per il quinto gol di Max Frangione(che finora si era rintanato a dare manforte in difesa), prodotto dall'unica sua sgroppata nella ripresa,ed è 3-5 , risultato finale. I 5 gol di Frangione, nello spogliatoio, sono frutto - a suo parere- di un preciso calcolo statistico del 'passatore': ogni giro, 1 gol, a quattro spetta il bonus...Complimenti al 'girino'
classifica marcatori: 18 gol:Frangione 12 gol: Angiolillo 5gol:D'Angelo, Reale, Ronzitti Go, Sboro, Serafini A 4 gol: Docuta 2 gol: D'Adamo, Lemme, Serafini S 1 gol: Antenucci, Cicchini, Fanucci, Fanucci R, Giacomucci, Ronzitti L, Rossi, Serafini G, Soldano, Storto, Vino
MANUE', NUN CE PROVA'!
di V.Patriarchi
SPORTING LISBOA - OPORTO 3 - 5
arbitro sig.Vittorio Patriarchi
SPORTING LISBOA(blu): Ronzitti L, Ronzitti F, Giacomucci, Fanucci, Puddu, Soldano, Lemme, Ronzitti Go.
OPORTO(gialli): Loreta, Antenucci, Di Marco, Sebastiani, Di Foglio, Cicchini, D'Angelo, Frangione, Serra(2°t. coi blu)
Ridottissimi ranghi, questo sabato, e i nostri Scarpasciùdd sono quindi costretti ad un faticoso 9 vs. 8 a tuttocampo. I gialli sbloccano dopo pochi minuti con Max Frangione, imbeccato dal Cicchini: 0-1. Esaltato dagli ampi spazi liberi, il maresciallo si esalta e segna a breve distanza altri due gol, portando lo score sul 0-3. I blu, in affanno in difesa(mancava il mastino D'Adamo,"smascariàte" al ginocchio a causa di un duro contrasto una settimana fa, e comunque osservatore in panchina del mio mediocre arbitraggio insieme a Ronzitti N infortunato-altro difensore blu mancante-).Al 22' il blu Gogo' Ronzitti prende in mano la squadra, scatta sulla destra e arrivato sulla linea di fondo tira di mezzocollo in diagonale, la palla trafigge Loreta e s'infila rasente al palo opposto, eurogol che accorcia il punteggio sul 1-3. Il giallo Max Frangione osserva e, come in un instant replay, dopo 1', scatta sulla sinistra e sempre dalla linea di fondo infila un digonale secco rasoterra che gonfia il sacco all'altezza del palo opposto: eurogol anche questo, ed è 1-4. Nell'intervallo, Puddu reclama giustamente l'uomo in più, e cerca di carpire Frangione ai gialli nel 2°t: a questo punto il capitàaa Antenucci(rappresentante sindacale Cobas dei gialli) afferra per il bavero Emanuele e gli intima: " n'n di sprimindà...!" e , per protesta, annuncia lo sciopero dei cross da destra(suo pane quotidiano); dopo aspri diverbi tra le parti sociali, è il giallo e giovane Serra che, come un camaleonte, cambia in blu. Dopo essersi schierati in campo, i gialli si domandano con Frangione:" e mmò chi còrre?"; nella ripresa( complici gli ampi spazi, i pochi uomini e la stanchezza) gli spazi si allungano e a centrocampo non c'è più nessuno: moltissimi i lanci lunghi, e parecchie volte ho fischiato fuorigiochi (leciti e non, soprattutto non, ma equamente ripartiti):chiedo venia a Gogò, Hulk, Professore e Fabio, meno male che la prossima rientro...I blu incominciano al gran trotto e prendono una traversa piena proprio con Serra, al 7'; poi in quattro minuti, l'ariete dei blu Gogò fallisce di poco due occasioni da gol; al 18', la pulce gialla Di Marco azzarda una serie di dribbling ubriacanti in disimpegno difensivo dentra la propria area gialla, ma non fa i conti con tre blu in pressing (e con le sue personali 59 albe...), e infatti, al secondo , si fa 'fuffijè' la palla da Gogò Ronzitti, che segna da marpione il 2- 4. La seconda papera gialla arriva al 29', quando il blu Giacomucci lancia lungo in area gialla per Lemme, che si protende minacciosamente a corpo morto in contrasto contro il portiere Loreta, che si 'hitticàjje' e si scansa: la palla rimane vacante a 2 metri dall'area piccola, e Mario Lemme, 'nghi la tàcchètte', accorcia 3-4. Al 33'l'avvenimento clou: Capitàa Antenucci sulla destra, per sbarazzarsi di Lemme, lo infila come 'nu' pulluàstre'con un tunnel da manuale(pag.15 del 'Manuale del calcio Antenucci'-un must-, illustrazione n°4 in basso a destra):standing ovation per il giovane sessantatreenne, che stringe le fila difensive dei gialli nel finale,non permettendo la rimonta dei più forti blu: c'è spazio anzi al 40' per il quinto gol di Max Frangione(che finora si era rintanato a dare manforte in difesa), prodotto dall'unica sua sgroppata nella ripresa,ed è 3-5 , risultato finale. I 5 gol di Frangione, nello spogliatoio, sono frutto - a suo parere- di un preciso calcolo statistico del 'passatore': ogni giro, 1 gol, a quattro spetta il bonus...Complimenti al 'girino'
classifica marcatori: 18 gol:Frangione 12 gol: Angiolillo 5gol:D'Angelo, Reale, Ronzitti Go, Sboro, Serafini A 4 gol: Docuta 2 gol: D'Adamo, Lemme, Serafini S 1 gol: Antenucci, Cicchini, Fanucci, Fanucci R, Giacomucci, Ronzitti L, Rossi, Serafini G, Soldano, Storto, Vino
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