domenica 18 dicembre 2011

Grande successo del Governo Monti.

Non tutti i bastardi sono politici


Il titolo lo copio, con piccolo travisamento personale, tendenzioso non a caso, dal libro di Andrea Molesini: “Non tutti i bastardi sono di Vienna”. In un’intervista, a un critico l’autore rispondeva (in merito al titolo) che di dove fossero, fossero, i bastardi restano per sé tali, e volendo prendersi la briga di dirlo, era del tutto ‘civile’ farlo in partenza. Mi piacerebbe, ancora in questa nota, di poter fare anch’io la stessa cosa. La verità, fosse solo la tua, va fatta esplodere in faccia alla gente perchè abbia efficacia, perchè serva a rifletterci, nel bene o nel male, nella realtà che ci rappresenta o che noi produciamo.
Cos’è la casa per un uomo? Ce lo dice J. R. Kipling. “Dio – scrive il poeta narratore britannico - ha dato all’uomo tutta la terra perchè la amasse ma perchè ha un cuore che è piccolo, gli ha dato un piccolo luogo dove, sopra ogni cosa, potesse essere amato”. Questo piccolo luogo di reciproco scambio d’amore è la famiglia e insieme la casa in cui si realizza l’esercizio di un piccolo “jus” privato e naturale, prezioso e inviolabile.
E’ evidente che certe ideologie, fatte proprie per interesse tutto venale seppur detto ‘salvifico’ anche dagli eredi dei “mercanti del tempio”, abbiano ancora interpreti convinti di poter violare questo naturale diritto dell’essere umano. Voler colpire – perchè di questo si tratta – chi si è “fatta” una casa (...da sé, senza provvidenze dello Stato!) è, per tanto, una sorta di sacrilego atto sociale. Da “bastardi”, appunto. Persino fuori della stessa legge economica e consociante per la quale i Servizi, aggiunti al bene casa da parte di un Ente pubblico, devono necessariamente essere ‘spesati’ sulla base di quanto ciascuno, individuo o nucleo famigliare, ha di suo in entrate finanziarie da lavoro o reddito da proprietà. Leggi diverse, che muovono da esigenze spurie che nulla hanno a che fare con tale razionale logica, muovono dalla convinzione, magari inconscia, derivata da epoche in cui si riteneva la gente classificabile, in modo antico e poi grezzo, in “proletariato” e “possidenti”. Una conseguente lotta, fra miseri e benestanti, è giunta a un approdo inaspettato: la conquista dei beni essenziali alla vita, fra cui il darsi un privato luogo d’amore (la casa), diventa, anche per chi si solleva dalla miseria di avere soltanto “prole”, una condizione da demonizzare o su cui ‘profittare’, a prescindere dalla reale “capacità contributiva”.
Come da titolo, a far torto alla gente oggi non sono soltanto “i politici” ma anche quelli che normalmente usano bacchettare intellettualmente chi ha in mano le leve del potere. In quest’ultimo atto della vita pubblica italiana, poi, i professori (con benestare dei politici, a suo tempo derisi e bistrattati) hanno ritenuto di dare “la lezione” anche a noi popolo. Bene ci sta?
Giuseppe F. Pollutri

Nessun commento: