martedì 20 dicembre 2011

A la facce de chi je vo male!



CHRISTMAS SUPPER AT THE HAIRY CRAB COVE(CENA NATALIZIA AL COVO DEL PELOSO)
di V.Patriarchi

E' proprio vero: fino a 50 fai di tutto per mantenerti tonico ed allenato, ma poi scatta una specie di ora biologica in cui tutto si stravolge e , come dicevano saggiamente i nostri avi, "dòppe la cinguandèine, làsse la ... e acchiàppe lu vuèine"; un momento, non è che noi scarpasciùdd' siamo diventati di punto in bianco casti e avvinazzati, però 'nà vòdda tànde, ciavò': e allora, da cambusiere della truppa, faccio parlare i numeri della cena di sabato 17 al 'covo del peloso'(per 15 pers.):2 kg. di pasta, 3 kg. di cozze e vongole, 8,5 kg di pesce in brodetto, 4 kg. di pane, 2 kg. di torta al cioccolato, parrozzo e , appunto,5 lt di 'pecorino' bianco + 4 lt (rabbocco) di rosato angiolillese. Così è, se vi pare... La prima cena natalizia degli scarpasciùdd' da 30 anni a questa parte non poteva essere che questa: peccato per le assenze di pietre miliari quali Antenucci, Ronzitti, Serafini, Di Foglio -la prossima non ammettiamo scusanti- ma dopo la partita consueta del sabato c'è stato l'happy end. Commovente l'impegno dello chef Peppino(ai fuochi con tanto di 'mandritànna) e di Massimo nella logistica (oltre che nella disponibilità del locale). Per prima cosa, Peppino brevetta un modo di aprire i pacchi di pasta in 1,5 sec:(sbattendo con violenza la testa del pacco sul tavolo, magia...); poi agitandosi tra tijèelle e spasètte, dirige (in assolo) le sue mani a mo' di perfetti orchestrali, ed è tutto un ribollire e di 'addùre d' màre', culminato nel fumante scoperchio della tijèlle a centrotavola: apoteosi, applausi da curva sud, Paolo che riprende tutta la scena con commento fuori campo degno del miglior esperto in campo 'brodettìfero'. Il Pèppe superstar raziona sapientemente 'nghi la schumarèule e lu' cuppuèine'i piatti degli affamati astanti, già pronti da tempo con le 'lèsche d'pàne da 'mbunnuà' alzate a mo' di presentat'arm'. E quando infine, a pancia piena, il pecorino è scemato, e ha cominciato a carburare, sono entrati in scena gli artisti cantori: alla 12 corde il Bruce Springsteen vastese, Paolo, ha intonato prima l'inno di 'Uàste 'bbèlle...(tutti con la mano sul cuore), poi chiaramente in tema ' la scaffètte','l' àsine di Ciarciàjje' e altri evergreen essenza della pura vastesità: poi, i suoi hit come 'Rusé Rosina', 'Spina', 'lu bobbòne', completati infine da qualche classico di Battisti e Celentano. Il clou della serata è stato quando Max 'Tutteddùe'(chiamato così perchè, interrogato sull'opportunità di due bevande o cibi da scegliere, per non sbagliare, risponde sempre, appunto "Tutt'e due!") ha deliziato la platea con le sue parabole (e scusate l'innopportuno paragone, sembrava il Maestro e i suoi apostoli nel celebre quadro di Michelangelo): la prima parabola (dalla lettera di Massimo ai Goti), imperdibile, è quella dello scrutatore anziano raccomandato, che, in sede di spoglio delle schede, viene costretto per ripicca da Max a 'sdillazzà' l'urna come si fa per l'estrazione dei numeri nella tombola; la seconda(dalla quarta lettera di Massimo ai Reietti), sull'inseguimento (senza veste) di un multato, blasfemo sulla sacralità della divisa; la terza (dalla lettera di Massimo ai Bananari), sul tesseramento sospetto di un rivenditore di frutta in una partita tra le armi; il quarto(dalla lettera di Massimo ai Torresinellesi, replica a gran richiesta), sul volontario detenuto in autobus. L'ultima è ,inverosimilmente, una supplica alla sorella di Massimo di rimandare lo 'scummuaràjjie' ai mesi estivi, perchè d'inverno il covo è occupato e non c'è spazio per stipare i mobili. A chiudere l'indimenticabile serata, la torta del presidente Emanuele, il parrozzo di Osvaldo, la grappa di Nicola hanno fatto da contorno alla sincera simpatia dei vari Pietro, Luca, Ludovico, Francesco, Mario, Orazio, Nicolò e Luigi: in questo momento di grave difficoltà, permetteteci una folle serata in allegria.
AUGURI DI BUONE FESTE A TUTTI GLI SCARPASCIUDD, VICINI E LONTANI.



2 commenti:

Anonimo ha detto...

Passi per la pasta scotta e il sugo anemico, ma mangiare 'li maccarune 'nghi li ciòcchele' nei piatti di plastica, e per giunta rossi, proprio no.
Però invidio l'atmosfera degli amici e quel camino scoppiettante.
PS: Sono Ciccosan, costretto all'anonimato perchè ho scordato la pw.

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

Premesso che io mi sono portato il piatto da casa (c'è anche la foto), hai centrato il punto caro Cicco. E' l'atmosfera il vero valore di una serata come quella passata.
Auguri sinceri di buon Natale e felice anno nuovo.