martedì 24 maggio 2011

Sulla nascente Banca di Vasto



Nel progetto ci ho creduto dall'inizio. Però pariamo male.

Ho aderito sin dal primo momento alla nascita della banca di Vasto. Non a chiacchiere. Ho sottoscritto alcune quote. Tutto ad un tratto un mio collaboratore mi dice: “ma quello è un tuo disegno! L'ho visto nel tuo studio”. Io non ci avevo neanche fatto caso. Verifico e trovo le prove che dimostrano che quel disegno è proprio il mio. Allora tutto contento contatto il comitato promotore della banca per comunicare la mia felicità nell'avere contribuito, anche involontariamente, in maniera così speciale. Per tutta risposta ottengo chiusure e freddezza. E la cosa mi dispiace molto. Non è per niente un bel partire questo. Bisogna riconoscere i diritti delle persone, dei clienti, dei soci ed anche degli autori. Per “Rosina” che ho scoperto essere ascoltata nei luoghi più impensati, oltre che essere passata alla “Corrida”, dopo tanti anni continuo a percepire i diritti d'autore (anche se miseri) e complimenti. Dalla mia città che si sarebbe potuta fregiare del fatto che persino il logo era opera di un Vastese, sottoscrittore per giunta, non ho ricevuto neanche un grazie. Io ritengo la banca di Vasto un grande progetto. Ma se il progetto è grande c'è bisogno che anche le persone che lo attuano siano corrette. E la cosa nei miei confronti non parte benissimo.

1 commento:

maria ha detto...

Ed io che pensavo centrassero i francobolli di quel 9 maggio 1987...
Aveo solo compreso che lei ci stava in mezzo, ma non immaginavo, non sapevo fino a questo punto...