lunedì 4 luglio 2011

Chi sono gli esperti che dovrebbero stilare il programma?


Da Vasto Web.com

Di Davide D'Alessandro

L’Amministrazione Comunale di Vasto, città a vocazione turistica, agli inizi di luglio non ha ancora reso noto il tanto atteso programma delle manifestazioni estive. Cinque anni fa il sindaco si insediò il primo luglio, quest’anno il 18 giugno; cinque anni fa non conosceva la “macchina”, ora dice di conoscerla, di poter garantire esperienza e continuità, ma la musica non è cambiata.

Chi sono gli esperti che dovrebbero stilare il programma? Qual è la linea che intendono seguire? Sono state contattate le tante associazioni locali, che potrebbero dare un valido contributo grazie alla loro ricchezza espressiva?

Questa mattina (ieri, ndr) in tutti gli esercizi pubblici abbiamo avuto modo di ammirare la brochure della XII Edizione della Settimana Mozartiana, che si tiene a Chieti. Vasto ha qualcosa da invidiare alla città teatina? Lì sono bravi a trovare i soldi e qui no? O le risorse andrebbero anche drenate da tanti lauti finanziamenti a pioggia, che sanno di spreco eccessivo?

La litania (“Non ci sono soldi!”) continuamente ripetuta dal sindaco è inaccettabile. Intanto, non c’è il Bilancio! Al 2 luglio non c’è il cartellone e non c’è il Bilancio!

L’impressione, da tempo divenuta certezza, è che in un settore così nevralgico per il rilancio della città, imperino superficialità e inadeguatezza, assenza di programmazione, di visione e di progetto. Il sindaco tiene inspiegabilmente per sé, da anni, la delega al Turismo, ma quest’anno Vasto registrerà il minimo storico delle presenze. Basta parlare con gli albergatori per sapere in anticipo il dramma che tanti operatori del settore saranno chiamati a vivere da qui a settembre.

Siamo felici che l’Idv mantenga la propria festa, siamo felici per la Notte Bianca, ma non saranno questi eventi a salvare la stagione. La stagione estiva va preparata d’inverno o, meglio, ogni giorno.

Per gestire il rilancio turistico di Vasto occorre un’organizzazione seria, manageriale, competente, che operi quotidianamente a favore del turismo. Il mondo corre, le città a vocazione turistica inventano e rinnovano i divertimenti, le occasioni di cultura e di svago, mentre Lapenna non riesce ancora a rendere pubblico il cartellone. È questa la triste verità. È stato il collega Desiati a parlare, in campagna elettorale, di città ingrigita. Sì, da anni è grigia la tonalità di Vasto, una città in declino, una città che ha perso i colori, la vivacità, la gloria di un tempo.

14 commenti:

Alessandro ha detto...

Forse D'Alessandro ignora che ormai sono diversi anni che il Teatro Rossetti, da quando è diretto da Bellafronte, presenta un cartellone che susciterebbe le invidie del teatro di una grande città. D'Alessandro ha tutto il diritto di polemizzare, ma non sulla qualità dell'offerta musicale a Vasto.

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

Ci sarebbe da discutere su quanto dici(senza mettere in discussione Bellafronte come persona).

Alessandro ha detto...

E discutiamone...

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

Vogliamo per esempio dire che il Teatro Rossetti (bellissimo e realizzato da un mio prozio) contiene 170 posti (e che questi non sempre vengono completamente occupati)ma che Vasto supera i 40mila abitanti? Il rapporto costo-beneficio lo hai calcolato?

(continua dopo la tua risposta)

Alessandro ha detto...

Parliamo due lingue diverse. Io parlo di qualità dell'offerta musicale e tu invece fai un'analisi costi benefici in termini quantitativi.
Il cartellone del Teatro Rossetti non è da Arena delle Grazie, ma è soprattutto caratterizzato da musica da camera che richiede un ambiente adeguato ed è per un pubblico ristretto, per questa ragione 170 posti sono più che sufficienti per Vasto.

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

No, non parliamo due lingue diverse. Lo "sbilanciamento" delle spese verso il Rossetti non viene percepito dalla cittadinanza. Spendendo oculatamente il denaro "pubblico" si possono accontentare sia i fruitori del Rssetti sia quelli "dell'arena". E per arena parlo dei 39.830 abitanti che non frequentano il "nostro" teatro. Questo però l'amministrazione locale non è in grado di fare.

Alessandro ha detto...

Per il Rossetti si è speso più che oculatamente il denaro pubblico come dimostra la qualità degli artisti che si esibiscono e la differenza con il passato. Lasciamo poi perdere la contabilità e rimaniamo sui nostri binari. D'Alessandro vanta l'offerta musicale di Chieti? Io gli rispondo tranquillamente che quella di Vasto è perfino superiore.

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

D'Alessandro forse si riferisce alla gestione "diversa" del teatro. Altra storia tra il Marrucino e la Civitella rispetto al Rossetti e l'arena alle Grazie. Il Marrucino produce spettacoli, il Rossetti no. Lasciami solo puntualizzare che è un tuo punto di vista quello che vede spesi oculatamente i "denari" del Rossetti.

Alessandro ha detto...

Il mio è un punto di vista fondato. Bellafronte ha portato al Rossetti alcuni dei più grandi interpreti di musica classica e contemporanea. Può non piacere, ma è un fatto.

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

E quante persone hanno potuto apprezzare questi artisti? Se si fossero esibiti in altro luogo forse qualcuno in più. Spendere "solo" per pochi è sbagliato.

Alessandro ha detto...

Milano ha all'incirca un milione e mezzo di abitanti e la Scala contiene 2030 spettatori ed è sovvenzionata con soldi pubblici altrimenti fallirebbe domani. Secondo la logica del tuo discorso dovremmo chiuderla. Pochi possono apprezzare quello che viene messo in scena alla Scala, e quindi? Che facciamo licenziamo Barenboim!?
Al Teatro Rossetti ci sono solo 170 posti e un calendario ricco di appuntamenti di diverso genere durante la stagione. Meglio di così! Non mi sembra così elitario.

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

E' proprio questo il problema. Il Rossrtti non ha un Barenboim, perchè non produce cultura, acquista cultura.

Alessandro ha detto...

Ma D'Adamo, ti rendi conto di quello che dici? Tu non sai di cosa stai parlando questo è il problema. Non abbiamo Barenboim, ma abbiamo Bellafronte. Bisogna essere obiettivi, è uno dei compositori più quotati del momento ed è la persona giusta al posto giusto e si vede. Invece di stare qui a dibattere, dovremmo invece concordare sul fatto che da quando c'è lui alla guida del Teatro si sente, fuor di metafora, tutta un' altra musica. E' proprio vero che "nemo profeta in patria".

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

E' proprio vero! Chiudiamola qui.