giovedì 14 luglio 2011

.... più importante del mare.

Leggendo l’ultimo libro di Emanuele Severino, durante la lettura delle prime pagine ho pensato: “accipicchia! Volevo scrivere anche io un libro di memorie iniziando con la descrizione del mio primo ricordo”. Qualcuno adesso penserà che io voglia paragonarmi al grande filosofo italiano e inizierà con i soliti onanismi mentali. Io ringrazio questo qualcuno per l’interesse che mi dedica ma lo rassicuro già da ora tranquillizzandolo. Non è così! E vado avanti.
Non è per iniziare a scrivere le mie memorie che mi è tornato in mente il “primo ricordo” della mia vita ma per una notizia apparsa in questi giorni nelle pagine di cronaca locale.

“Dovevo avere intorno ai tre anni. Mia madre, con un sasso, rompeva una mandorla raccolta nel giardino dell’asilo delle suore, crollato nella frana del 56. Era vestita di bianco con delle righe azzurre e riporti arancio. Era una splendida giornata di primavera”.

Da quel posto il mare doveva apparire fantastico ma probabilmente io ero attratto da altro: dalle pietre, dai fiori, dagli atri bambini o solo da mia madre stessa. Non ricordo il mare ma ricordo una figura vestita di nero con uno strano velo sulla testa e con una fascia bianca sulla fronte che faceva risaltare un volto sorridente e gentile. Quello stesso volto sorridente e gentile che mi accolse l’anno seguente all’Asilo delle Figlie della Croce. Era suor Angelina.

Foto di repertorio

4 commenti:

Davide Delle Donne ha detto...

io invece sono andato al Della Penna e mi ricordo che mia mamma andava via e la suora mi teneva per mano per non farmi scappare via.Erano severe e non mi andavano a genio.Ricordo i nani che erano in giardino e un grande furgone arancione.Avevo 4 o 5 anni.

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

L'anno successivo sono andato anch'io al Della Penna. C'era Suor Alessandrina tanto buona e c'era Suor Camilla che era terribile.
Il furgone arancione non era un furgone ma un bellissimo autobus.

Ciccosan ha detto...

Sarà una sparuta minoranza quella che si rammaricherà della chiusura di quella scuola.
La maggior parte ingnorerà il fatto, molti ne saranno appagati, in fondo è una scuola cattolica e parificata, cioè privata: cosa c'è di peggio agli occhi di certuni?
E poi ci sono quelle finte anime belle che stanno già immaginando quale splendido centro residenziale ne potranno ricavare.

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

Concordo, caro Cicco, concordo!