lunedì 30 luglio 2012

Oggi è (stato) lunedì...

.... ma mi sono svegliato tardi. Certo ne sono successe di cose in questo fine settimana vastarolo. C'è stata la cena degli Scarpasciudd e anche la festa del Paradise. Ah già! E' stato anche il mio compleanno. Va bene ne parleremo nei prossimi giorni.

domenica 29 luglio 2012

sabato 28 luglio 2012

Grazie a Gianfranco Daccò ...


Domani !



Gli anni Settanta per “quasi” tutti gli anni di piombo. Iniziati con la strage di piazza Fontana (dicembre 69)  e conclusi (per così dire) con la strage alla stazione di Bologna (agosto 80). Gli anni che conobbero l’Austerity, il rapimento Moro, e tante, troppe, stragi oltre che “stupidi e futili” morti di giovani a causa di un “colore”.
Anche a Vasto, ridente cittadina dell’Abruzzo citeriore, si avvertivano l’apprensione e l’agitazione di quegli anni. In tanti possono raccontare le tensioni tra i vari gruppi giovanili e quanto altro quel periodo storico cagionava alla società.
Eppure, a Vasto, c’era un luogo dove “Nietzsche e Marx si davano la mano” come dice la famosa canzone di Antonello Venditti. Un luogo dove confluivano giovani non solo locali ma anche di altri paesi (anche lontani).
Questo luogo si chiamava Paradise.
Nel periodo attuale in cui la società italiana (dovrei dire occidentale in genere) sta vivendo un ulteriore momento di “preoccupazione ed inquietudine” gli stessi giovani di allora si ritrovano immersi in uno stato simile a quello di quel tempo. Tuttavia, a differenza di allora, come dice il cantautore abruzzese Mimmo Locasciulli, “ci basta uno sguardo e già ci siamo capiti” e, alla faccia delle malinconie e degli sbattimenti, si avverte una voglia, almeno momentanea, di spensieratezza. Per questo, come negli anni settanta al Paradise, per una sera riproponiamo, domenica 29 luglio dalle ore 21,30 in poi, all’Arena alle Grazie di Vasto, una festa di “leggerezza ed allegria” a base di musica, riprodotta  solo con “vinile nero e fruscio originale d’epoca”.
Il DJ Mc Adams’, originale d’epoca anche lui (senza capelli e con 40 chili in più), proporrà il seguente menù: Aperitivo a base di Rock “leggero” primi anni 70. Antipasto con musica Funk e nera in genere. Primo piatto a base di Disco Music “tenue”. Sorbetto a base di Disco samba, sonorità latine e, a richiesta eventuale, liscio (ma solo se a “grande” richiesta”). Secondo piatto a base di Disco Music “tosta”. Per chi gradisce il dolce, musica lenta finché consentito.
Rivolgiamo un invito a tutti a partecipare.



PS. La serata sarà trasmessa sul web grazie a Radioplayz. Probabili ospiti a sorpresa. All’interno dell’Arena sarà presente ricco stand gastronomico.

venerdì 27 luglio 2012

A Nicola Del Prete



Carissimo Nicola, so cosa significa perdere il padre ma è la vita.
Condoglianze a te e a tutti i tuoi familiari.

Vendi tutto quello che hai e dallo a .... Punta d'Erce.

Egregio Architetto

credo di avere la soluzione per punta d’Erce; una soluzione che riuscirà a mettere tutti d’accordo e nello stesso tempo a rendere credibili tutte le posizioni.
Tutti coloro che si battono per la salvaguardia della bellezza naturale della zona di punta d’Erce, con annessi simpatizzanti e politici fiancheggiatori, mettendosi i società dovrebbero acquistare dal Comune tutta la zona che intendono difendere.
Con quali soldi? Vendendo tutto quello che hanno: appartementi in città, auto, moto, BOT, azioni, ecc.; inoltre aggiungeranno al capitale le loro buonuscite, perché si saranno dimessi dal loro lavoro, lasciando posti liberi per altrettanti disoccupati.
Con questo capitale racimolato, oltre ad acquistare il terreno, oppure affittandolo a vita, compreranno legname, aratri, semi vari, lampade, animali da soma e da tiro, bestiame da latte, ecc. ecc. e costituiranno così la prima comunità amish d’Abruzzo, o forse d’Italia.
Coltiveranno la terra e si nutriranno dei suoi frutti; senza concimi o altre diavolerie moderne, ma solo con fertilizzanti naturali in barba a Puccioni.
Sappiamo che negli USA ci sono molte di queste comunità e sono anche un'attrazione turistica molto redditizia poiché, specialmente  le donne, fanno commercio dei prodotti artigianali che realizzano, vendono miele verdure latticini e ortaggi conservati secondo i più rigorosi processi secolari. 
Inoltre, si dice, che i più pragmatici abbiano partecipazioni nella attività alberghiere e della ristorazione che accolgono i turisti visitatori.
Quindi tutt'altro che poveri cristi.
In un sol colpo avremmo così:
- bloccato ogni ulteriore iniziativa di industrializzazione dell'area;
- rilanciate le tradizioni agricole della nostra terra;
- messa in campo la migliore difesa del territorio;
- raggiunta la prova assoluta delle buone intenzioni;
- ottenuto lo sviluppo armonico tra turismo e ambiente;
- trasmesso un forte richiamo turistico per tutto il vastese;
- l'estensione della stagione delle visite turistiche a buona parte dell'anno;
- guadagnato e gratis spazi sui media nazionali ed internazionali (altro che la foto di Vasto di Tonino);
- uno sbocco occupazionale per accompagnatori, guide, pubblicitari, ecc.

Potrebbe interessare anche lei?

Cordiali saluti.


Per quanto mi riguarda preferirei comprare il "centro storico" e i monumenti sparsi per il territorio.

giovedì 26 luglio 2012

Sto trascurando la Zirrezzirra dance ....


.... ma su YouTube supera i 2000 contatti.

Est modus in rebus, Signora


Dirla, semmai, “dal volto severo, donna fiera ed energica”, così come ritratta dal figlio, pittore, poteva pur essere. Equipararla, come ha fatto la presentatrice al catalogo, all’inaugurazione della retrospettiva dell’artista, “una Proserpina venuta dagli Inferi” (in realtà, non creatura ‘infernale’ ma giovane e leggiadra fanciulla trascinata all’Ade dall’invaghitosi dio Plutone”), poteva starci, come licenza culturale dell’affabulante espositrice. Definirla poi, con improntitudine saccente, un “ectoplasma”...
Ad un personagio ritratto ad arte, dotato in immagine di forte presenza, si vorrebbe dire che (parallelo con i cani a parte): ...”gli manca la parola!”. Nel caso, la madre di V. Canci, seppur di educazione d’altri tempi, avrebbe avuto buon motivo di rispondere all’incauta storico dell’arte:
-        “Ectoplasma..., Signora, lo sarà lei”!

GFP

mercoledì 25 luglio 2012

Si parla di Vasto e subito Palomba ... PRRRRRRrrrrr!


Da  DAGOSPIA
«Non si può continuare ad attaccare le istituzioni tutti i giorni. Abbiamo fatto tanto l'anno scorso per portare Bersani a Vasto, e ora non passa giorno senza che si attacchi l'alleato».

LA TENTAZIONE DI DI PIETRO: SCIOGLIERE L'IDV...
Giovanna Casadio per "la Repubblica"
Il convitato di pietra si chiama Beppe Grillo. Per Tonino è «l'amico che sento spesso». Ma per i dipietristi, in pieno maremoto, è una calamita che sta attirando Di Pietro verso il definitivo distacco dal Pd e ad imboccare una strada in fondo alla quale sembra intravedersi un "coup de theatre": lo scioglimento dell'Idv per creare una "lista dei cittadini". Un "Movimento dei valori", una sorta di listone civico.
Con quale scopo? L'ex pm potrebbe metterlo in prima battuta sul tavolo del centrosinistra o, in caso contrario, schierarlo (schierarsi) sullo stesso fronte "antagonista" del MoVimento 5 Stelle. Tonino è tentato. Molto. Anche se il logo di Idv non dovrebbe scomparire perché, secondo gli ultimi sondaggi, garantisce comunque un 8% di consensi. L'annuncio? A settembre, quando a Vasto si riunisce lo stato maggiore del partito.
Un anno fa proprio la "foto di Vasto" siglò l'alleanza di Di Pietro con Vendola e Bersani. Sembra passato un secolo. "Vasto 2" arriva dopo l'opposizione al governo Monti, dopo una rottura con Bersani che appare quasi impossibile evitare, e nel mezzo di un Idv in piena fibrillazione. Per il partito dipietrista è il momento forse più duro di tutta la sua storia. E dire che di vicissitudini "Italia dei valori" in sette anni ne ha passate tante. Basti pensare, solo in questa legislatura, all'abbandono di Scilipoti e Razzi passati dalla parte del "nemico" Berlusconi.
dipietro bersani vendolaDIPIETRO BERSANI VENDOLA
Di 29 deputati che erano nel 2008, i dipietristi sono oggi 20. In questi giorni è un tam-tam sulla nuova possibile scissione dei filo-Pd in dissenso con la deriva grillina di Di Pietro che va dall'attacco al Quirinale alla strategia politica. La giornata di ieri è trascorsa per l'ex pm a negare che ci siano fronde interne, malesseri, addii: «È un bene che all'interno di un partito democratico come il nostro ci sia qualcuno che la pensa diversamente ha risposto - È un arricchimento culturale». E via con le rassicurazioni, smentendo (e anche gli altri) esodi; mantenendo alti i toni contro il presidente Napolitano, contro Monti e contro «i morti viventi» della maggioranza che appoggia il governo.
Massimo Donadi, il capogruppo dipietrista a Montecitorio, ha ammesso che «in Idv lo sbandamento è forte». Poiché la bufera delle polemiche interne infuria, lo stesso Donadi - che per primo si è smarcato dal "grillismo" di Di Pietro con un'intervista sull'Unità - resta abbottonato. Però di una cosa è certo: «Vasto non può ratificare scelte già fatte». Bisogna in qualche modo avviare un confronto e discutere di qual è la linea, se è cambiata rispetto al 2008, e dove si vuole andare a parare.
Pancho Pardi è della stessa opinione: «Un chiarimento ci vuole». Ma la «semi rottura con Bersani è più una forzatura tattica che una reale volontà - sostiene Pardi - d'altra parte è stato Casini che con perfida finezza ha mostrato di essere disponibile a un accordo con Pd e con Vendola ma non con Idv». Tonino sta sbagliando? «Non dico questo, d'altra parte in politica si procede anche con "colpi di assaggio", però per me che sostengo a spada tratta l'alleanza con i Democratici, è necessaria una bella discussione, e sono sicuro non ci saranno scissioni».
A smarcarsi, dopo Donadi e Borghesi, è stato anche il senatore Elio Lannutti con tanto di lettera di dimissioni inviata a Di Pietro: «Caro Antonio, io con te ho chiuso...». Poi c'è stata una mezza rappacificazione: racconta Franco Barbato. Ma per Barbato, Tonino sta facendo la cosa giusta e «Donadi e Borghesi sono la semi sezione del Pd in Idv, dirò a Di Pietro che sono un "cavallo di Troia"». Barbato è tra i sostenitori del "listone civico". Addirittura immagina già un logo misto: la scritta "Italia dei valori" e, incastonato, "I cittadini".

C'è chi se ne sta accorgendo ... (e chi no).



COMUNICATO STAMPA

Il centro storico di Vasto sta diventando un ghetto? Occorrono un modello insediativo, l’attività puntuale ed efficace dei Servizi sociali e la conoscenza del vero numero di immigrati stranieri.  

Si rileva come il Centro storico stia diventando l’area cittadina di residenza di immigrati stranieri in costante trasferimento a Vasto, mentre riteniamo indispensabile che debba essere un luogo che ospiti, al pari delle altre zone della città, una residenza equilibrata nella sua composizione sociale. E’ di tutta evidenza che il rischio è che il Centro storico di Vasto diventi, progressivamente e da un punto di vista abitativo, un “ghetto”. Questa è una condizione da evitare sia per favorire l’integrazione degli stranieri che per salvaguardare l’identità del cuore della città (nel rispetto di quanto previsto dai principi del Piano Cervellati).

Per far fronte a questo fenomeno, l’Amministrazione comunale deve innanzitutto riconoscerne l’esistenza e valutarne gli effetti. Occorre pertanto, così come avviene in tutte le città italiane in cui tale realtà si manifesta, intervenire per evitare che esso si perpetui.

Nel mercato del lavoro, gli immigrati stranieri sono impegnati in attività considerate umili, spazi non occupati dagli Italiani che rifuggono i “cattivi lavori”. Lo stesso avviene sul fronte degli alloggi: essendo più economici, con affitti più bassi, quelli di minore qualità vengono occupati, prevalentemente, da famiglie straniere e sono, in larga parte, rifiutati da quelle italiane. Si determinata così una concentrazione insediativa in aree meno qualificate e tra queste, purtroppo, alcune parti del centro storico di Vasto e delle sue immediate adiacenze.

Gli interventi di un’amministrazione comunale devono essere tali da favorire una equilibrata distribuzione residenziale. Oramai, si ha la chiara percezione di come, nel Centro storico, vi sia una concentrazione di stranieri residenti più alta rispetto ad altre zone della città: in quest’area la percentuale degli stranieri sul totale dei residenti è in veloce aumento, anno dopo anno. Il fenomeno non è casuale ed occorre un’analisi urbana che sappia leggere i “modelli insediativi” da cui genera la particolare ubicazione di questi rilevanti gruppi sociali.

Il trend evidenzia un problema innanzitutto per i cittadini stranieri, visto che esso è originato dalla mancanza di alloggi dignitosi e, per questo, a basso prezzo. Vi sono famiglie di residenti stranieri nel Centro storico che si trovano ad abitare in appartamenti inadeguati, a volte insalubri se non addirittura fatiscenti. Ma è un problema anche per la città e per il Centro storico, visto che l’integrazione degli stranieri, nuovi concittadini, si realizza tramite relazioni di vicinato abitativo, condizione resa difficile proprio dall’alta concentrazione di famiglie straniere e da elementi di degrado che, a volte, la caratterizzano.

In definitiva, la crescente concentrazione di stranieri tra i sempre meno residenti del Centro storico evidenzia un problema e rappresenta di per sé un ostacolo alla loro integrazione. Occorre, a parere del Gruppo consiliare di “Progetto per Vasto”, mettere in campo una serie di attività ma la condizione primaria per affrontare seriamente il problema è riconoscerne l’esistenza.

Un ruolo importante dovrebbe essere svolto dai Servizi sociali. Il personale addetto, a beneficio della propria operatività, deve essere messo in grado di conoscere le situazioni di vero disagio, che certo mal dispongono ad una corretta integrazione e socializzazione. A tal proposito sono gravemente insufficienti, a giudicare dai risultati raggiunti, le attività svolte dallo “Sportello immigrazione”.

Per far questo, sono necessari interventi programmati. Nell’immediatezza, è opportuno sapere quanti siano gli stranieri immigrati residenti o domiciliati a Vasto e, segnatamente, nel Centro storico; con particolare attenzione per i casi in cui il numero degli occupanti l’abitazione sia superiore all’effettiva consistenza dei nuclei familiari. L’obiettivo dovrà essere quello di favorire la riqualificazione delle unità abitative, per la loro dignità e decoro, e di tendere a modificare un “insieme” che, all’interno del Centro storico, oggi vede preponderanza di alloggi di bassa qualità. 

Il processo di riqualificazione urbana e sociale del Centro storico necessità di tempi medio-lunghi, nel frattempo, è necessario un “Piano per la sicurezza del Centro storico” che veda impegnata Polizia municipale e Servizi sociali in una puntuale conoscenza delle situazioni di rischio e degrado.

Vasto rischia di perdere la sua identità culturale e sociale ed i processi di integrazione vanno governati da subito. Se si continuerà a far finta di nulla, ad iniziare (tra gli altri) dal problema di carattere insediativo, diventerà molto difficile fermare la deriva di cui già si avvertono gli effetti.


                                                                Massimo Desiati  -  Andrea Bischia
                                                              Gruppo consiliare “Progetto per Vasto

Quando la cultura c'è, si vede ... e si sente.

Dicono in tanti che i ragazzi napoletani non hanno contatti con la cultura. Può darsi, ma secondo me quando questo contatto avviene raggiungono il "sublime". E' Il caso dei Mathì che si sono esibiti (in formazione ridotta) in un house concert a Vasto qualche sera addietro. 
Bravi anche a presentare e sottolineare i brani proposti, oltre che ad eseguirli, passeggiando tra Montale, Ungaretti e Pasolini, giocando tra "arcaico" ed "arcadico", i Mathì hanno trasmesso al pubblico presente sensazioni "particolari", sicuramente inaspettate. Personalmente sono rimasto affascinato dal repertorio e dalle sonorità inusuali (almeno a Vasto) per una band giovanile. 
La proposta della cover de "La luna" di Angelo Branduardi, poi, mi ha stupito e incantato. Impensabile! L'ultimo ascolto pubblico di questo brano per me risaliva all'inverno del 75 (Pop Off, programma Rai notturno).
Atmosfere "fiabesche" che mi hanno fatto pensare al Mercato dei folletti di Christina Georgina Rossetti.

Proposta: hai visto mai che ....

martedì 24 luglio 2012

Vasto piove a luglio

Ma chi sono io Mandrake ?



- La fee dice: dalla ex discarica infiltrazioni che inquinano il mare.
- Alla prima pioggia si è riaperto lo scarico a mare del lungomare nord di Vasto Marina.
- Chiude il Tribunale di Vasto.
- Il direttore commerciale di Rcs: mi hanno fatto passare la voglia di vivere a Vasto.
- Villa comunale rotti i giochi. I genitori: più controlli.
- Rincorso dai cani randagi nel parcheggio.
- Non piace l'isola pedonale alla Marina. L'assessore: "lo avevo detto io!"
- Incendio a Villaggio Siv. Terreni del comune -dice un residente- ma non vengono mai puliti.
- Inquinamento. Scatta il divieto di balneazione a Mottagrossa.
- Per i giovani incubo emigrazione. No ai dinosauri in politica.
- Costa dei trabocchi. Forte: ci stanno fregando.
- Abusivismo a Vasto Marina. Aggirano le regole ormai da tanti anni, senza che nessuno faccia niente.
- L'amministrazione svergognata da Cervellati sul centro storico.
- Osservatorio criminalità. A Vasto la prima piaga è la droga.
- La centrale a biomasse si può fare. Il Tar boccia il ricorso.
- Bloccato l'accesso alla spiaggia San Nicola.

.... e tanto altro.

Devo riconoscere che se il sindaco dicesse "ma chi sono io Mandrake ?" non avrebbe tutti i torti. Certo che avremmo bisogno veramente di "Mandrake" per risolvere i problemi della città. Però continuare a parlare di quello che non funziona, in questo periodo, serve solo a denigrare la "nostra" Vasto e mi sembra che si stia seguendo un disegno atto allo scopo. 
Delenda Vasto sembrano dire da tempo in molti, osannando realtà vicine. Quegli stessi che hanno voluto Lapenna sindaco ancora brindano al successo e coloro che solo ora si rendono conto che "ci stanno fregando" non si sentano "assolti".  
Ditemi quando ci renderemo conto che siamo (da tempo) affondati e che il "settimo cavalleggeri" non arriverà. Il governo della città va affidato a mani (cervelli) capaci non al peso politico. Serve gente in grado di amministrare, gente con apertura mentale e piedi per terra, non politici buoni solo a chiedere i voti. Oppure .... serve Mandrake (quello vero).

Il Paradise come non lo avete mai visto.

Nella prima foto è visibile Francescopaolo Laccetti. Di lui si potrebbe dire tanto ma sarei troppo cattivo con i "suoi" concittadini.

lunedì 23 luglio 2012

Vasto sulle cronache nazionali ma ....

Il mio amico Luigi Marchesani, il cui nome per gli studiosi di storia locale rappresenta molto (tranne che per Costantino Felice), mi ha fatto notare che su Sette, il noto settimanale nazionale, c'è un articolo sulla Famiglia Rossetti. Sicuramente ai grandi cultori di questa famiglia ed in particolar modo a coloro che frequentano il Centro Studi Rossettiani non sarà sfuggito l'articolo. O forse si. A me sicuramente si, ma il mio amico lo ha segnalato e quindi l'ho letto. Leggendolo però mi sono accorto di un clamoroso errore  di Pier Luigi Vercesi, autore dell'articolo. Lo perdono perché lo scopo del suo articolo non è quello di parlare dei Rossetti ma di evidenziare che "Quando l'Italia non c'era ancora, i cervelli, dalla Penisola, fuggivano ugualmente". Non perdono invece i grandi "cervelli" locali per il disinteresse intorno all'articolo e per non essersi accorti del macroscopico errore.
A proposito sapreste trovarlo?




14°TORNEO AMICHEVOLE DI CALCIO SCARPASCIUDD' 2012


Nella 9°giornata, : un Palestino in palla domina sui rimaneggiati dell'Union S.Felipe (riappropriandosi del 2°posto e condannando i gialli all'onore dell'ultimo posto), mentre l'Huachipato in 9 termina l'esaltante suo torneo strapazzando il Cobresal: ha riposato il Colo Colo . 

venerdì 20 luglio, ore 19:

PALESTINO - UNION SAN FELIPE 5 - 1
arbitro sig. Orazio Di Blasio.

Per la 1° volta quest'anno,i gialli dell'Union S.Felipe giocano in 10 (10 su 15), e quindi come spesso succede (tranne che per la capolista, di un altro pianeta), la durata delle gambe non supera i 45': i rossi del Palestino (12 su 15) scorazzano a tutto campo, e al 15' vanno in vantaggio con Tiziano De Felice, che scarta 2 avversari e con un destro teso infila la palla sotto il 7, eurogol, ed è 1-0. Poi è D'Adamo che, per ben 4 volte consecutive, lanciato a rete da Franchella e Meo, viene stoppato dal portiere sost.Ronzitti. I gialli si fanno veramente pericolosi in un'occasione al 34': un tiro di D'Angelo prende il palo interno e il rosso D'Ippolito salva miracolosamente in scivolata sulla linea di porta la ribattuta a colpo sicuro di Ronzitti. Nel 2° tempo, al 6' la cappella sistina dei rossi: Salvatore e Danenza indugiano nel retropassaggio al portiere Docuta:"jì pi''mmè, tu pi' ttè', la palla rimane tra i due, s'insinua Pietro Hulk D'Angelo che di piatto irride il trio e infila in rete il pareggio: 1-1. Ma è l'unica azione degna di nota dei gialli, d'ora in poi i rossi schiacciano nella loro metacampo i gialli: al 18' cross da sx di Di Tullio, il prof2 Marco Franchella gira bene di testa sul palo sx, ed è 2-1; al 22' Meo smarca sulla sx l'accorrente Di Tullio, il suo sinistro rasoterra è terrificante, ma Ronzitti para bene; al 28' Di Tullio serve a centro area per lo smarcato Lino Autunno, che conclude in rete (3-1); al 30', su corner di Franchella, Tiziano Di Felice di testa corregge in rete, 4-1: non è giornata per i colpitori di testa gialli, tant'è che capitan Puddu arruola in area Soldano che, con i suoi potenti rutti, dovrebbe fare il vuoto intorno a sè, ma al 33', sempre su corner da dx di Franchella, Nico Celenza non s'intimorisce e gira bene di testa infilando il 5-1. Ultima emozione allo scadere, con una conclusione di D'Adamo da sx che trapassa da parte e parte l'area e termina vicino alla bandierina del corner, avvenimento , questo, che sommato agli altri gli fa guadagnare la maglia lècina (autocandidatura). Maglie pricòca: D'Ippolito ziopino (R), D'Angelo (G) maglie lècina: D'Adamo (R), Soldano (g)
    
ore 21:

COBRESAL - HUACHIPATO 3 - 5
arbitro sig. Edo Collina.

(dal ns.inviato Pietro D'Angelo).

Vi pare poco che Mario Lemme azzecca l'orario e il giorno giusto? Minimo doveva giocare dal 1° minuto. I blu del Cobresal (13 su 15) incominciano al piccolo trotto: al 4' Frasca Jr. serve Di Croce, alto sopra la traversa; al 6' destro di Frasca, a lato; all'8' Frasca smarca sulla sx. Di Marino, mancino a lato; al 10' cross di Lemme, correzione di testa di Frasca Jr., traversa piena. Ma al 13' i verdi del Huachipato in 9 (9 su 15) vanno al sodo e sbloccano: Lillo Molino, da centrocampo, smìccia Del Borrello fuori dall'area e con una telefonata extraurbana infila sotto la traversa: 0-1. I blu si rifanno sotto con 2 conclusioni di Lacanale risultate fuori, ma al 25' i verdi raddoppiano: Dzierwa in mezzo a tre avversari, serve il liberissimo Gianfranco Di Tullio, che segna lo 0-2; finita? Macchè, i blu sembrano ipnotizzati dagli occhi di Darek (il 'Fiasconaro di Danzica'), che al 28' infierisce fumandosi sullo scatto 4 avversari e segna da posizione defilata sx.sul palo opposto, ed è 0-3: al 39' su assist di Ruzzi, stavolta Darek segna dal limite con un tiro teso, 0-4; nel 2° t, i verdi s'intendono' a ccecaùcchie': come riconquistano palla, lanciano di prima verso Darek Dzierwa, che infatti c'è sempre e al 10', fumandosi 2  avversari, trafigge Del Borrello con un diagonale secco: 0-5. I blu sembrano'stubbidìti'dalla cinquina secca,però al 16' mostrano qualche segnale di ripresa dal coma farmacologico: Marco Frasca libera il destro da fuori area, D'Adamo non arriva all'angoletto sx, e accorcia 1-5; al 20' Lemme crossa da dx, Marco Frasca a volo raddoppia, 2-5. Al 24' rasoterra di Pegna a fil di palo; al 31'Rossi a centroarea libera Nicola Ritucci sulla sx, sinistro teso e palla in rete: 3-5. A 15' dalla fine, il navigato capitano dei verdi Molino addormenta il gioco con astuzie varie, siparietti e palle in tribuna e porta a casa con mestiere la 9a vittoria (su 10): ultima emozione al 91', un mancino teso di Patriarchi da 18m, la palla va alta di 10 cm sull'incrocio. Maglie pricòca: Frasca M (B), Ruzzi (V)  maglie lècina: Del Borrello (B), Molino (V)

Classifica: Huachipato pt.22, Palestino pt.11, Cobresal pt.9, Colo Colo  pt.8, Union San Felipe pt.4 (USF,COB,COL e PAL 1 partita in meno)

Class.cannonieri: 16 gol: Dzierwa (HUA) 6 gol: Pesolillo (COL), Serafini A (USF) 5 gol: Autunno (PAL) 4 gol: Frasca L, Frasca M (COB), Storto (HUA), Autunno (PAL) 3 gol: Lacanale, Tumini (COB), Di Felice (PAL), Desiati, Di Tullio G (HUA)  2 gol: Pegna (COB), Carlucci M, Landi, Somma (COL), Molino (HUA), Celenza, Cericola (PAL), Angiolillo (USF)  1 gol: Rossi, Ritucci(COB),Galante, Lanza, Serafini R (COL), D'Ercole, Pachioli, Racciatti (HUA), D'Adamo, Di Tullio A, Di Tullio M, Franchella, Meo (PAL), Carlucci P, D'Angelo, Finamore, Sciorilli (USF)

Prossimo turno (10a g.) giovedì 26 luglio, ore 20: COBRESAL - PALESTINO     venerdì 27 luglio, ore 19: UNION SAN FELIPE - COLO COLO (al termine, cena finale alla 'Ciucculella')

domenica 22 luglio 2012

Alla faccia dell'allerta meteo!

                          
Da qualche tempo i frequentatori di un noto bar in piazza si chiedono come mai intorno a mezzo giorno viene attivato il sistema si irrigazione delle aiuole. Fino a ieri veniva da pensare: "ma a questo orario non farà male al verde (delle aiuole) questa irrigazione quando ci sono quasi 40 gradi di temperatura"? Veniva altresì da pensare: "ma con la carenza di acqua che c'è, si possono innaffiare le aiuole"?
Oggi invece pensavamo: "ma se è sicuro che pioverà perché sprecare l'acqua per innaffiare le aiuole"? 
Vi sarete accorti che mi piace la parola "aiuola" quella che una volta era vietato "calpestare".
Visto che del verde in piazza se ne occupa il Vice Presidente del Consiglio Comunale forse è il caso di chiedere a lui. Il Presidente del Consiglio Comunale però dovrebbe essere lui a porre al suo vice questo quesito dal momento che quando si reca nel negozio di proprietà della consorte, sicuramente, attento com'è, si accorge della "stranezza". 

A proposito: "piove" ... Governo ladro?

Con quella simpatica faccia inglese.

Caro Nicola, sono sicuro che Sheila sarà sempre vicino a te. Non ti voltare, non ce ne sarà bisogno.

Achtung !


Vasto, scatta l'allerta meteo: "Evitate sottopassaggi e attenti alle mareggiate"

VASTO - Nel porto di Punta Penna i pescherecci sono già rientrati e non usciranno domenica notte. Vigili del fuoco, forze dell'ordine, protezione civile e ufficio servizi del Comune di Vasto si preparano ad affrontare l'allerta meteo.




Se si esclude una pioggerellina di breve durata, a giugno e luglio le precipitazioni sono state equivalenti allo zero. Elevate le temperature, che tra la fine della primavera e la prima parte dell'estate hanno abbondantemente superato le medie stagionali.
Ora, però, si teme un repentino cambiamento climatico, con la colonnina di mercurio destinata a calare di 10 gradi e temporali che rischiano di provocare allagamenti in città e sulla riviera. Stamani riunione in municipio per prepararsi ad affrontare le avverse condizioni meteo previste dagli esperti sulla costiera adriatica.
"Nella giornata di domani, domenica, specie al pomeriggio, e per l'ìntera giornata di lunedì lungo il litorale vastese sono previsti rovesci temporaleschi con forti perturbazioni meteo", si legge in un comunicato dell'amministrazione comunale di Vasto.
"Pertanto si invita la popolazione a seguire costantemente i bollettini meteo evitando di uscire di casa soprattutto nei momenti in cui i fenomeni temporaleschi dovessero manifestarsi con la violenza prevista dagli esperti.
Si invita i cittadini ad evitare di transitare nei sottopassi e lungo le strade che potrebbero provocare accumuli di acque piovane.
Massima attenzione viene suggerita a quanti dovessero trovarsi lungo il litorale dove le mareggiate si potrebbero rilevare improvvise e violente.
I titolari di stabilimenti balneari sono invitati a mettere in atto tutte le misure precauzionali atte a scongiurare pericoli per i bagnanti.
Si invita altresì ad evitare uscite in mare a bordo di natanti e ad ormeggiare in sicurezza gli stessi".
Redazione Vastoweb

E' domenica. Forse pioverà. Se volete leggere qualcosa ...


  COMUNICATO STAMPA

Vasto, 21.07.2012.Per ignavia e disinteresse, Vasto esclusa dal confronto circa la gestione delle riforme istituzionali. Tra le misure di “Spending review” (revisione della spesa), in queste ore, tiene banco quella relativa alla soppressione di alcune province. Ad esaminare i suoi effetti per l’Abruzzo, ci si accorge che resterebbero soltanto due Province: L’Aquila e Chieti. Ora si apre la discussione sul territorio ed i suoi rappresentanti dovranno redigere una proposta, da presentare al Governo nazionale, con cui ridisegnare la nuova mappa istituzionale della Regione.

L’ente chiamato a far questo è il CAL, Consiglio delle Autonomie Locali, già all’uopo convocato per l’11 Settembre pv. La sua funzione d’istituto è quella di garantire la partecipazione e la consultazione degli Enti locali nei processi decisionali di loro interesse, esprimere parere obbligatorio sui progetti di legge che riguardano Comuni e Province, sul conferimento di funzioni amministrative e sulla ripartizione di competenze tra Regione ed enti locali. E’ composto da venti membri.

Il 20 Aprile scorso, “Progetto per Vasto” denunciò il più completo disinteresse, da parte dell’Amministrazione comunale vastese, nei confronti di questo nuovo organismo istituzionale, formatosi il 21 aprile, a seguito di elezioni. Chiamati a votare erano tutti i Consiglieri comunali d’Abruzzo.  

Il Sindaco, nonostante avesse ricevuto dalla Regione reiterati inviti a farne parte, non ritenne di presentare la propria candidatura. I Consiglieri comunali non furono neanche informati della possibilità di esprimere il loro voto, li raggiunse soltanto un sms sul cellulare, il giorno prima delle votazioni, con cui venivano messi a conoscenza dell’esistenza dell’opportunità. Addirittura, il Decreto di indizione delle elezioni non fu neanche pubblicato sull’Albo Pretorio del Comune ed andarono a vuoto le sollecitazioni del Presidente del Consiglio regionale con cui, più volte, si sollecitava a “sensibilizzare i componenti del Consiglio comunale in ordine a questo importante appuntamento”, questo nonostante la Legge regionale prevedesse che i Sindaci dessero “la comunicazione ai Consiglieri comunali del Decreto di indizione delle elezioni nonché la pubblicazione sull’Albo pretorio del medesimo Decreto almeno 30 giorni prima delle elezioni” !

Oggi, il CAL è chiamato a svolgere un compito importantissimo e fondamentale per scelte i cui effetti, nel futuro, ricadranno su ogni singola parte del territorio regionale e la nostra città è completamente esclusa da questo organismo ed avulsa da una realtà in evoluzione. Fulgido esempio di miopia e disinteresse, da parte dell’Amministrazione comunale, anche sul tema delle riforme istituzionali.

    Massimo Desiati

  
Aria di Punta Penna.

1. Dal Comune nessuna notizia. Prima c'era stato l'allarme -documentato- del nostro comitato sulla qualità dell'aria a Vasto, e più nello specifico nella zona di Punta Penna, allarme raccolto da alcuni partiti della maggioranza (IdV, SeL, RC). Poi un comunicato del Sindaco, recante l'impegno ad "avviare una indagine accurata a tutela dei cittadini residenti e delle migliaia di persone che quotidianamente frequentano l’area": venivano chiamati in causa l'Arta, la Asl, il Consorzio Industriale, la Soprintendenza, il Noe. "Se ci sono rischi per la salute pubblica andranno presi drastici provvedimenti"[1]. È giunto il laboratorio mobile dell'ARTA, e dal 1° al 26 febbraio scorsi ha  effettuato i suoi rilievi. I dati sono pubblici da maggio[2].
Lo scorso 5 giugno un comunicato ufficiale del Comune di Vasto[3] annunciava per il 28 lo svolgimento di una conferenza di servizi, che avrebbe dovuto "dare risposta alle preoccupazioni sollevate": incontro che si è poi tenuto poi il 5 luglio. Quanto alla "risposta", l'abbiamo attesa sino ad ora, ma invano. In mancanza di risposte ufficiali rendiamo note le nostre osservazioni.

2. Le rilevazioni del mezzo mobile dell'ARTA sono significative per un doppio ordine di ragioni: per quello che hanno trovato e per quello che non hanno trovato a Punta Penna.
Che cosa l'ARTA non ha trovato. L'ARTA non ha trovato nessuna traccia specifica di inquinamento industriale: ma neppure l'ha cercata. Così una nota inviataci dal Direttore Tecnico regionale, Giovanni Damiani: "In relazione al Laboratorio Mobile di Rilevamento della Qualità dell'Aria, si precisa che lo stesso è attrezzato principalmente per il rilevamento dei parametri più significativi di inquinamento atmosferico emessi da traffico autoveicolare e si chiarisce che la campagna di monitoraggio effettuata è stata richiesta alla Direzione Generale di questa Agenzia dal Sindaco del Comune di Vasto, il quale non ha precisato la tipologia di monitoraggio da eseguire"[4] [corsivo nostro]. Se lo scopo del Sindaco era quello di accertare, come aveva dichiarato, "se ci sono rischi per la salute pubblica", allora lo strumento scelto -posto che a Punta Penna, com'è noto, non passa l'autostrada- è stato certamente incongruo.
Che cosa l'ARTA ha trovato. Malgrado il nostro dichiarato scetticismo[5], e nonostante le forti nevicate che dal 2 al 12 febbraio hanno portato a "un notevole decremento delle concentrazioni degli inquinanti monitorati"[6], dalle rilevazioni del laboratorio mobile dell'ARTA emergono alcuni valori molto significativi, relativi in particolare a uno almeno dei 6 inquinanti monitorati[7]: le Polveri sottili (PM10). Vediamo anzitutto che cosa sono.

3. Le polveri sottili (PM10). La sigla PM10[8] identifica materiale presente nell'atmosfera in forma di particelle microscopiche di diametro uguale o minore a 10 µm (10 millesimi di millimetro). Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) gli effetti connessi all’esposizione a breve termine a PM10 includono: "reazioni infiammatorie nei polmoni, sintomi respiratori, effetti deleteri sul sistema cardiovascolare e aumenti nell’uso di medicinali, nel numero di  ricoveri ospedalieri e mortalità [...] Un’esposizione ai PM a lungo termine produce una riduzione sostanziale dell’aspettativa di vita[9]".
Nel 2006 la stessa OMS ha fissato i livelli di soglia per la protezione della salute a 20 µg/m³ (microgrammi al metro cubo) su media annua. In Europa, attualmente, la normativa[10] prevede un valore limite pari a 40 µg/m³ su media annua, e a 50 µg/m³ come media giornaliera, da non superare per più di 35 volte l'anno.

5. Conseguenze. Il superamento del "valore limite di protezione della salute umana"[15] di 50 µg/m³ per più 35 giorni/anno ha, o meglio, secondo la normativa dovrebbe avere, delle conseguenze. In primo luogo, dispone la normativa nazionale[16], in questo caso "le misurazioni  in  siti  fissi  sono  obbligatorie". A Pescara i siti fissi ci sono. In secondo luogo, il limite dei 35 superamenti su base annua è altresì la soglia, superata la quale, il territorio viene classificato come "zona di risanamento"[17], con tutte le conseguenze del caso. A cominciare dal "divieto di incremento delle emissioni dei singoli inquinanti derivanti dalle attività industriali e artigianali" previsto dal Piano Regionale[18] per la zona di Pescara.
Nel Piano Regionale (che, tra l'altro, è stato oggetto nel marzo 2011 di una diffida da parte di WWF, Porta Nuova e Arci) nessuna conseguenza è stata invece tratta per la zona di Vasto. Questa circostanza, tuttavia, appartiene ormai al passato. Secondo la legge il Piano andrebbe aggiornato ogni 5 anni, dunque entro settembre di quest'anno. Lo sarà? Riusciremo questa volta a ottenere il rispetto della lettera nonché dello spirito della legge?

6. Conclusioni. Sembra paradossale, ma è così: negli ultimi anni della qualità dell'aria nella zona si sono occupate quasi unicamente le associazioni. Più di recente, in particolare, tutte le notizie in merito sono state fornite dal nostro Comitato Cittadino. Dapprima (novembre 2011) abbiamo reso pubblico lo studio del Mario Negri Sud che definiva "molto scarsa" la qualità dell'aria in tutta la zona del vastese[19]. Poi (gennaio 2012) abbiamo dato notizia dei problemi sanitari, a carico degli occhi e dell’apparato respiratorio, interessanti numerose persone che lavorano o risiedono nella zona di Punta Penna[20]. Per ultimo abbiamo testé commentato i dati del laboratorio mobile dell'ARTA. Tre ordini di dati, tre indizi. Di per sé, lo diciamo apertamente, nessuno di essi costituisce una prova. Ma sono tre indizi concordanti e, insieme, a una prova si avvicinano di molto.
Ci sono rischi per la salute pubblica? Tutti gli elementi disponibili inducono a rispondere di sì. "Se ci sono rischi per la salute pubblica andranno presi drastici provvedimenti" aveva dichiarato il Sindaco Lapenna il 13 novembre 2011[21]. A più di due mesi dalla pubblicazione dei dati non solo non è arrivato dal Sindaco e dalla sua Amministrazione alcun provvedimento, ma manca persino, a fronte di tanta enfasi iniziale, la più semplice presa d'atto della situazione.
Ma non solo il Sindaco e l'Amministrazione comunale devono rispondere alla città.
Il Consiglio provinciale lo scorso 26 marzo ha approvato all'unanimità una Delibera[22] che impegnava il Presidente della Provincia a chiedere alla Regione "in attesa di ulteriori verifiche sulla compatibilità ambientale ed in particolare sulla qualità dell’aria, una sospensione delle autorizzazioni già rilasciate ed in itinere". Sono state presentate queste richieste? Quale risposta hanno avuto? E ora che le "ulteriori verifiche" ci sono state, e sono state del tenore che abbiamo visto, che cosa l'Amministrazione provinciale intende fare? Il Presidente della Provincia, Di Giuseppantonio, e i consiglieri provinciali della zona (Forte, Mariotti, Menna (Eliana), Sigismondi, Sputore) ne rendano conto alla pubblica opinione.
E la Regione? La Regione sarebbe l'unico Ente deputato ad emanare un decreto di sospensione. Che il Comune e la Provincia lo chiedano o no (e ribadiamo che per noi devono farlo) la Regione potrebbe in ogni caso emanarlo unilateralmente. È una questione di salute pubblica. Attendiamo notizie dai nostri rappresentanti in Consiglio regionale: Argirò, Menna (Antonio), Palomba, Prospero, Tagliente.

Vasto, il 20 luglio 2012                                      Il Comitato Cittadino per la Tutela del Territorio


[1] Così il Sindaco, dai giornali del 14 novembre 2011.
[4] Prot. n. 7578 dell'11.06.2012.
[6] Così la Relazione dell'ARTA, a pag. 15.
[7] Monossido di Carbonio, Biossido di Azoto, Ozono, Polveri sottili (PM10), Benzene, Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA). Su questi ultimi la questione sta nei termini seguenti. Gli IPA sono un’intera classe di composti, diverse centinaia, tra i più tossici: alcuni sono riconosciuti come cancerogeni e mutageni. La normativa nazionale ed europea ne ha individuato uno per tutti –il benzo(a)pirene- come tracciante; su di esso vengono condotte normalmente le rilevazioni, e su di esso è definito il valore-limite in aria ambiente. Ebbene, il mezzo mobile dell’ARTA non è in grado di rilevare il benzo(a)pirene. O meglio, è capace di misurarlo ma solo insieme a un certo numero di altri IPA, detti complessivamente “IPA totali”. Così accade che i valori trovati, pur essendo in assoluto veramente alti, non risultino significativi rispetto al valore-limite di legge. Tant’è che nella stessa relazione finale dell’ARTA l’asserita rispondenza delle concentrazioni rilevate ai limiti di legge non riguarda gli IPA.
[8] Particulate Matter, piccole particelle.
[9] WHO, Foglio informativo EURO/04/05 Berlino, Copenhagen, Roma, 14 Aprile 2005. "Chronic exposure to particles contributes to the risk of developing cardiovascular and respiratory diseases, as well as of lung cancer" (http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs313/en/index.html).
[10] Direttiva 2008/50/CE, recepita in Italia dal DLgs 155/2010.
[12] 7,8,9 e 13,14,15 febbraio.
[13] Per completezza di informazione segnaliamo che la relazione del responsabile del laboratorio mobile dell'ARTA che ha accompagnato i dati attribuisce le alte concentrazioni di IPA e PM10 "all'intenso traffico pesante", nonché "alla partenza  di un mercantile dal porto con condizioni meteorologiche favorevoli alla propagazione dei fumi verso la  nostra postazione". Ricordiamo che si parla di valori medi giornalieri, distribuiti su 26 giorni. In ogni caso, quand'anche per assurdo fosse così, i dati rilevati non perderebbero in nulla della loro gravità.
[14] “Le uniche campagne effettuata nel comune di Vasto e di Atessa mostrano estrapolando i dati all’intero anno, un potenziale superamento delle soglie di valutazione superiore per le particelle sospese con diametro inferiore a 10 micron [il PM 10, NdR]”: Piano Regionale per la Tutela della Qualità dell’Aria, pag. 107. 
[15] DM 2 aprile 2002, n. 60, Allegato III.
[16] All'epoca dell'approvazione del Piano Regionale il DLgs 351/99, Art. 6, comma 2, lettera b). L'obbligo è attualmente contenuto nell'art. 5, 2° comma, del suddetto DLgs 155/2010, che ha aggiornato la normativa precedente.
[17] "Si classificano come  zone  di  risanamento  i  comuni  cui  appartengono  le  maglie  in  cui  i  livelli  delle concentrazioni  di  uno  o  più  degli  inquinanti  trattati  superano  i  valori  limite  imposti  dal Decreto Ministeriale n. 60": Piano Regionale per la Tutela della Qualità dell’Aria, pag. 107-108.
[18] Che questa previsione non sia stata poi realmente attuata è un altro discorso...
[19] https://docs.google.com/document/d/18saiEyvBs2GxcuZtljq3eQt6eTHGT8_ei2hqqfekmi0/edit. Problemi che hanno indotto il Commissario Regionale del COASIV, Mario Battaglia, a richiedere a più riprese l'intervento delle autorità competenti: https://docs.google.com/file/d/0B9Ih9hf-jltUTThWMlFHU0xfSEk/edit .
[21] Si veda la nota 1.

                                     
 Nota stampa

Facendo seguito ad un impegno assunto martedì scorso durante la discussione in Consiglio Regionale sulla crisi di alcune aziende abruzzesi, in particolare Pilkington, Honda e Burgo, il consigliere regionale Giuseppe Tagliente ha presentato un’articolata interpellanza urgente al presidente della Giunta Regionale, Gianni Chiodi, per sollecitare una maggiore attenzione ed interventi  a tutela delle sorti dello stabilimento SEVEL di Atessa, minacciato, secondo l’esponente politico, da sintomi non valutati sinora a sufficienza dall’Istituzione Regionale.
Nel documento si richiamano in sintesi:
-         lo scarso indice di utilizzazione dell’impianto di Val di Sangro rispetto ( il 33 % a fronte del parametro dell’80-85% che lo rende economicamente redditizio).
-         Le difficoltà che sta attraversando il secondo polo industriale del Gruppo, localizzato a Valenciennes, specializzato nella produzione di automobili del tipo monovolume, commercializzate con i marchi Peugeot, Citroen, Fiat e Lancia;
-         La crisi della Peugeot, l’azienda che insieme a Fiat e Citroen ha dato vita a Sevel, la quale nei giorni scorsi ha chiuso lo stabilimento di Aulnay con 8000 addetti;
-         La possibilità che Sevel sia infine direttamente od anche indirettamente interessata dalla profonda crisi dei volumi produttivi in cui versa il gruppo Fiat in Italia, che può sfociare nella chiusura di almeno uno stabilimento italiano, come più volte dichiarato dall’amministratore delegato del gruppo Fiat-Chrysler, Sergio Marchionne.
-         L’incidenza di fattori locali legati, ad esempio, all’alto costo dei trasporti su gomma, a fronte dell’inadeguatezza di quelli legati alla mobilità su ferro e via mare ( una bisarca su gomma trasporta da 3 a 5 furgoni, un treno ne può trasportare da 80 a 100, una nave molti di più).

Sulla base di questi riscontri, Tagliente ha chiesto al presidente della Regione di  non aspettare lo scoppio della crisi per cercare di trovare soluzione che potrebbero rivelarsi improvvisate e pasticciate ( tipo Termini Imerese), ma di anticipare gli eventi con una strategia più partecipativa nei confronti della problematica in fieri.
Per questo operativamente Tagliente ha proposto di
- convocare il gruppo Fiat per avere informazioni sulla situazione in essere e sulle prospettive commerciali ed industriali di breve, medio e lungo periodo, nonché sui supporti eventualmente da fornire per la prosecuzione dell’attività ;
- convocare anche le rappresentanze sindacali per capire come ridurre, se non evitare, anomalie nei comportamenti che possono allontanare ulteriormente l’azienda dallo stabilimento e per comprendere la loro posizione e/o la loro disponibilità in relazione ad eventuali posizioni espresse dall’azienda.
( segue testo integrale del documento)
                                                                                     


                                               INTERPELLANZA

Al signor Presidente del Consiglio Regionale,
Al signor Presidente della Giunta Regionale,

Lo stabilimento Sevel di Atessa, che produce veicoli commerciali leggeri venduti pariteticamente dal gruppo Fiat e dal gruppo Peugeot, secondo i dati diffusi nei giorni scorsi dai quotidiani, presenta un l’anno in corso che salirebbe solo al 67 % nel 2014.   
È da notare che entrambi questi dati risultano purtroppo molto lontani dal valore che viene di norma indicato per rappresentare l’indice di utilizzazione di un impianto per la produzione di automobili economicamente redditizio (80 – 85 per cento ).
Sevel sembrerebbe quindi essere pienamente interessata dalla profonda crisi dei volumi produttivi in cui versa il gruppo Fiat in Italia, che può sfociare nella chiusura di almeno uno stabilimento italiano, come più volte pubblicamente dichiarato dall’amministratore delegato del gruppo Fiat-Chrysler, Sergio Marchionne.
Peraltro lo stabilimento Sevel è parte di un’intesa tra i due gruppi industriali sopra citati che è basata anche su un secondo polo industriale situato nel sito di Valenciennes nel quale vengono costruite vetture, del tipo monovolume, commercializzate con i marchi Peugeot, Citroen, Fiat e Lancia.
Questo segmento del mercato auto ( monovolume), che ha goduto di un notevole interesse da parte del mercato negli anni ‘90 ed all’inizio del terzo millennio, non ha oggi lo stesso appeal commerciale e sconta una marcata crisi di vendite presso tutte le case auto europee.
Questa situazione di mercato crea pesanti interrogativi sul “se” proseguire nell’attività produttiva del sito francese e soprattutto sul “come” proseguire.
A tali dubbi non è certamente estranea la crisi di vendite che il gruppo automobilistico francese sta attraversando.
A nulla è valso il recente accordo con G.M. della stessa società che, sempre secondo le notizie giornalistiche, brucia quotidianamente cash-flow, al punto da poter essere costretta a richiedere a breve un intervento di salvataggio da parte dello stato francese per poter continuare a gestire le sue attività.
Prova ne è che proprio nei giorni scorsi è stata annunciata la chiusura dello stabilimento Peugeot di Aulnay che impiegava 8000 posti di lavoro.
Sulla situazione appena sinteticamente esposta dello stabilimento di Atessa pesano poi fattori strettamente locali legati all’alto costo dei trasporti su gomma, a fronte dell’inadeguatezza di quelli legati alla mobilità su ferro e via mare ( una bisarca su gomma trasporta da 3 a 5 furgoni, un treno ne può trasportare da 80 a 100, una nave molti di più).
In relazione ai punti sopra sintetizzati e considerando che la Sevel costituisce di fatto l’asse portante dell’economia della Val di Sangro e la maggior fonte di occupazione di quest’area, con circa 7.500 occupati diretti e quasi altrettanti attivi nell’indotto, il sottoscritto consigliere interroga la S.V. per chiedere
se ritenga opportuno:

a)  non aspettare lo scoppio della crisi per cercare di trovare, in uno stato di totale emergenza, la consueta soluzione improvvisata e pasticciata ( del tipo Termini Imerese, tanto per spiegarci), ma anticipare gli eventi con una strategia più partecipativa nei confronti della problematica in fieri;

b)  convocare prioritariamente il gruppo Fiat per avere informazioni ufficiali sulla situazione in essere e sulle prospettive commerciali ed industriali di breve, medio e lungo periodo, nonché sui supporti da fornire eventualmente per la prosecuzione dell’attività (ove questi fossero possibili, necessari e opportuni a giudizio dell’azienda stessa);

c)  convocare successivamente le rappresentanze sindacali sia regionali che territoriali per capire come ridurre, se non evitare, anomalie nel comportamento sindacale che possono allontanare ulteriormente l’azienda dallo stabilimento ed anche per comprendere la loro posizione e/o la loro disponibilità in relazione ad eventuali posizioni ufficialmente espresse dall’azienda al punto precedente.

Giuseppe Tagliente