giovedì 19 luglio 2012

Mi sembra doveroso.


La vita di un lavoratore vale cinque minuti?

La morte di Michele Mastrippolito ci viene presentata come una tragica fatalità.      La stessa fatalità per cui nel nostro Paese ogni giorno di lavoro muoiono 4 lavoratori.
E’ la logica del profitto che prevale  sul rispetto ed il diritto alla vita.
Questa l’amara lezione da trarre dalla morte di un nostro compagno di lavoro.
Sentiamo l’angoscia per questa perdita e idealmente stringiamo in un abbraccio solidale la famiglia di Michele.
Ma i lavoratori hanno almeno il diritto di piangerlo, di ricordarlo, di accompagnarlo durante il funerale alla sua ultima dimora?
Pare di no. Per l’azienda la produzione non si può fermare. Dello stesso avviso Cgil-Cisl-Uil, che al più chiedono una fermata simbolica di 5 minuti durante i funerali.
Ma è possibile che organizzazioni sindacali, ritenute dal governo e dal padrone maggiormente rappresentative, diano così poco valore alla vita di un lavoratore?
Cinque minuti, neanche il tempo di fumare una sigaretta, di tenere un breve discorso commemorativo, è questo ciò che Cgil-Cisl-Uil, insieme al datore di lavoro Pilkington, vogliono concedere ai lavoratori.
Tanti sono morti per affermare i propri diritti o semplicemente perché volevano, tramite il lavoro, garantire un futuro migliore per sé e per i propri familiari. Per tutti questi e per Michele cinque minuti sono più che sufficienti, perché non ci si può fermare, bisogna produrre, ci si ferma definitivamente solo quando lo decide il padrone e chi concerta con lui.
In fabbrica si è persa un’occasione importante perché i lavoratori prendessero coscienza dei propri diritti e dello sfruttamento quotidiano cui sono sottoposti.
Quando il lavoratore non può più produrre  gli “regalano” 5 minuti, non di più.
Ma come si fa a credere di essere rappresentati da sindacalisti che ti fanno l’elemosina di 5 minuti di tempo che il padrone concede per lavarsi la propria coscienza sporca?

Noi non ci stiamo. Cerchiamo di ricordare Michele, partecipiamo ai suoi funerali, riflettiamo tutti insieme su cosa significa oggi, nel 2012, morire ancora di lavoro.

La dignità di un lavoratore non finisce e nemmeno comincia con la sua morte!


Vasto, 18 luglio 2012                                            
                                                                 Confederazione COBAS


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Oggetto: Richiesta giornata di Lutto in tutti gli stabilimenti Pilkington-NSG San Salvo.

Illustrissimo Presidente Dott. Graziano Marcovecchio,
come organizzazione sindacale Cobas del Lavoro Privato, esprimiamo grande commozione e dolore per quanto accaduto all’interno dello stabilimento Pilkington-NSG di San Salvo, per la prematura scomparsa di un lavoratore della ditta esterna, rimasto vittima di un incidente sul lavoro
In questo caso avremmo voluto di proposito evitare ogni forma di strumentalizzazione, ma  apprendiamo per l’ennesima volta dagli organi di  stampa degli incontri avvenuti con le RSU di CGIL, CISL e UIL, durante tutta la fase dell’incidente che ci ha tragicamente colpito.
Come Le è noto, in più occasioni Le è stato richiesto di porre fine ad ogni forma di repressione di condotta antisindacale nei confronti della RSU-RLSSA Cobas, Domenico Ranieri, ma, a quanto pare, vista la gravità della situazione creatasi in questo stabilimento, quale occasione migliore, questa, di trovare unità d’intenti e condividere questo momento difficile con tutte le RSU aziendali della Pilkington-NSG di San Salvo?
Invece la nostra RSU Cobas è stata ancora una volta informata telefonicamente esclusivamente dal Dott. Roberto Minenna, quale responsabile risorse umane e relazioni sindacali, a cui diamo atto dei continui aggiornamenti alla nostra RSU sul tragico avvenimento; mentre, anche in presenza di una tragedia di incalcolabili proporzioni, è continuato l’ostracismo nei confronti della nostra organizzazione sindacale, atto ancor più lesivo dei nostri diritti e delle nostre prerogative sindacali, in quanto la RSU Domenico Ranieri è anche RLSSA, funzione sindacale da esercitarsi imprescindibilmente quando sono a rischio la salute e purtroppo la vita dei lavoratori.

Contrariamente a quanto stabilito dalle RSU di CGIL, CISL e UIL, con comunicato affisso nelle bacheche sindacali in tutto lo stabilimento in data 17 luglio 2012, in cui si chiede previo accordo “di fermare gli impianti per 5 minuti  per dare cordoglio ai famigliari in concomitanza con gli atti funebri”,  visto il terribile lutto che ha colpito l’intero stabilimento, la RSU- RLSSA COBAS chiede che:

1.     venga dichiarata una giornata di lutto con fermata di tutti gli impianti della Pilkington-NSG, Primo e Bravo di San Salvo per consentire a tutte le maestranze  di partecipare ai funerali di Michele Mastrippolito.
2.     sia istituita una raccolta fondi con la trattenuta di un’ora o più di salario, su base volontaria, da devolvere alla famiglia del defunto.

5 commenti:

Ciccosan ha detto...

Questo commento era cominciato bene; parlava di sentimenti umani che legano tutti coloro che vivono esperienze comuni, vuoi di lavoro o di altro tipo.
Poi si è voltato, mischiando esagerazioni come "...così poco valore alla vita di un lavoratore", all'ideologia più stantia "...ci si ferma definitivamente solo quando lo decide il padrone", " coscienza dei propri diritti e dello sfruttamento quotidiano cui sono sottoposti".
Per finire con una frase da comintern che non significa niente "La dignità di un lavoratore non finisce e nemmeno comincia con la sua morte!".
Invocare i sentimenti umani di amicizia e solidarietà, sottolineare il dolore per la perdita di un amico, dedicare un pensiero ed un atto concreto verso la famiglia, sarebbero stati ampiamente sufficienti per portare questa tragedia all'attenzione della comunità.

Alessandro ha detto...

Cicco, te lo potevi proprio risparmiare questo commento, avresti evitato di manifestare pienamente quel cinismo che sei sempre riuscito a dissimulare. E' un'esagerazione "...così poco valore alla vita di un lavoratore"? E' un'esagerazione richiamare l'attenzione sulle morti sul lavoro che sono quotidiane in Italia?
Vuoi dire che in Italia non c'è sfruttamento? Ma dove vivi?
Questa tragedia è proprio figlia di quello sfruttamento che non ha nessuna considerazione per la dignità umana.
Apprezzo invece FP d'Adamo che ha pubblicato quest'articolo. Il suo omonimo su NoiVastesi non ha dedicato nemmeno due righe alla morte atroce. E pesanre che per anni è stato l'addetto stampa di quell'azienda.

Ciccosan ha detto...

Lavoro in una grande azienda, con molteplici stabilimenti ad alta tecnologia. Praticamente ci vivo con gli operai e se possono dire che sono pagati meno di quello che vorrebbero, (anch'io lo dico per me) non c'è alcuno sfruttamento di nessuno.
L'anno scorso, a settembre, c'è stato un altro incidente mortale alla Denso, era un trasportatore di Pescara.
Non ricordo commenti sotto la notizia e nemmeno particolari iniziative.
Forse perchè era un forestiero o un padroncino del suo tir.
Cinismo quando incrocio l'ipocrisia; ma stavolta non ne avevo bisogno.

Alessandro ha detto...

"Praticamente ci vivo con gli operai e se possono dire che sono pagati meno di quello che vorrebbero, (anch'io lo dico per me) non c'è alcuno sfruttamento di nessuno."

Questa si chiama libertà di pensiero e di parola, ma da qui a dire che sono indici di mancato sfruttamento è una conclusione frettolosa. Basta rivolgere lo sguardo alle numerose realtà produttive in Italia per rendersi conto che c'è ancora grande carenza a livello di tutele e di diritti.

Se non ricordi commenti è perché non ho dovuto replicare a precedenti commenti superficiali.

maria ha detto...

Onestamente, leggendo tutto, articoli e commenti, non ho compreso una cosa...
l'operaio morto, era sfruttato ed è morto perchè c'era poca sicurezza sul lavoro?
Mi risulta che c'è ancora una inchiesta in corso...
Ma se le cose sono realmente andate così, perchè c'è sempre bisogno di aspettare che ci scappi il morto... (parole dette con tutto il rispetto possibile nei confronti della famiglia) per fare tutto questo casino?
Scusate, ma cosa giova alla famiglia questo modo di agire, quando ancora non si sa nemmeno il giorno del funerale?
Poi, il 17 luglio, hanno stabilito per le sirene ed i 5 minuti di fermo, ma hanno dato libera scelta di partecipare ai funerali, per gli operai di turno, quando saranno...
Per la sicurezza e tutto il resto, compreso il trattamento economico, le lotte sono dovute se realmente ci sono mancanze, ma sarebbe il caso di non mettere il dolore fresco e forte di una famiglia in mezzo...