mercoledì 23 febbraio 2011

Io, amico dei figli del medico personale del Re di Libia.

Gli accadimenti di questi giorni in Libia, mi hanno riportato alla memoria due ragazzi.
Nel 1969, un po’ in ritardo rispetto all’apertura dell’anno scolastico, si presentarono al Collegio San Gabriele di viale Parioli a Roma dove ero convittore, Mario Bracale e Dario Bracale, due figli del medico personale del Re di Libia Idris 1°.
Specie con Dario fummo molto amici e tra l’altro combinammo notevoli “birichinate” (altro che Giamburrasca). Dario era scuro di carnagione e riguardo a lui per la prima volta nella mia vita sentii un “aggettivo” razzista. Uno studente liceale non sopportando la sua “invadenza” disse: “Dopo mi dicono che non devo chiamare i negri “scimmia”, siete tutti così”. Dopo di allora ho sentito di peggio. L’anno scolastico terminò, io tornai a Vasto e non ci siamo mai più visti. Mi sembrò di riconoscere Dario a Parigi qualche anno addietro ma lui non mi vide ad io, a distanza di tanti anni, non fui sicuro che fosse realmente lui. Quindi lasciai perdere. Ora, in questi giorni, mi viene da pensare a cosa passi loro per la testa, anche se, all’epoca, non mi sembravano tanto dispiaciuti di aver lasciato il Regno di Libia per l’Italia.


Nella foto: Il 2° da sinistra in piedi, Mario Bracale. Il 3° da sinistra in piedi Dario Bracale. Il 7° da sinistra in piedi Francescopaolo D'Adamo.

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