mercoledì 9 febbraio 2011

Ricordo di "Filandro".


Quando ne lontano 1988 mi incaricarono di allestire una mostra su Filandro Lattanzio ne fui felice. Ne fui felice perché in quella occasione lo conobbi e passammo molto tempo insieme. Parlammo di arte ma soprattutto di “vita” e di come questa va vissuta. Mi raccontò di come “realmente” avvenne il suo “incontro” con Pablo Picasso (ridemmo molto) e tanti altri aneddoti. Mi invitò varie volte a casa sua e mi chiedeva insistentemente di scegliere qualche quadro che mi piaceva, tra i tanti che aveva ancora. Io non lo feci per non sembrare “approfittatore”. Oggi penso invece che lui interpretò la mia rinuncia come una forma di valutazione negativa della sua opera. Spero però che questo sia solo un mio pensiero.
Mi affidò un suo autoritratto ed io diligentemente lo fotografai e lo restituii. Un giorno mi disse: “mi devi fare il progetto per la casa” io pensai che mi prendesse in giro, poi però aggiunse “la mia ultima casa” e lo diceva seriamente. Mi sembrava impossibile che quell’uomo potesse morire e, così come si usa fare, sorridendo gli dissi “allora c’è tempo”. Ma quel tempo fu più veloce della mia penna. Di Filandro mi rimane solo una … diapositiva.

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