lunedì 7 dicembre 2009

Vasto e i giovani. Torno sui … puntini, puntini.



Figlio mio, stai per finire la tua Università; sei stato bravo. Non ho rimproveri da farti. Finisci in tempo e bene: molto più di quello che tua madre e io ci aspettassimo. È per questo che ti parlo con amarezza, pensando a quello che ora ti aspetta. Questo Paese, il tuo Paese, non è più un posto in cui sia possibile stare con orgoglio. Puoi solo immaginare la sofferenza con cui ti dico queste cose …

La lettera di Pier Luigi Celli, direttore della prestigiosa Università romana Luis, dovrebbe far riflettere quanti, nella nostra città si lamentano per la condizione dell’universo giovanile locale.
Secondo me i giovani di Vasto, come quelli di altre località, hanno bisogno di motivazioni. Motivazioni vere. Oltre a ciò essi desiderano essere considerati. Solo allora riuscirebbero a realizzare i propri sogni, le proprie le idee, anche in un territorio come il nostro, che pur offrendo innumerevoli possibilità, non viene impiegato nella giusta maniera. Che sia colpa dei “cosiddetti” adulti, che non hanno una apertura mentale tale da accettare proposte diverse da quelle che per anni hanno sostenuto e che ora sono obsolete? Che sia colpa dei “cosiddetti”adulti, a loro volta frustrati, inculcano nei figli, fin da piccoli, il pensiero che solo altrove si possano realizzare i loro desideri.
O invece la domanda è un’altra: “Ma i giovani hanno qualcosa da desiderare?”
In questo caso, la risposta dovrebbe arrivare da quei giovani, immobili, col cellulare o col bicchiere in mano, davanti al bar.
Stimoli, secondo me c’è bisogno di stimoli e di confronto con altre realtà. C’è bisogno di incentivi, oserei dire “conforto”. Ci siamo mai chiesti, come mai fuori dalle piccole cittadine, molti giovani esprimono grandi capacità, mentre nel loro “luogo d’origine” sono apatici e accidiosi?
Già all’epoca dell’antica Roma, Lucio Valerio Pudente venne premiato; ma non nella “sua” Histonium (Vasto) bensì nella città eterna. E i Palizzi, rimasero nella loro amata Vasto? No! E Gabriele Rossetti? … una lunga lista. Chi è rimasto a Vasto si lascia cullare e sogna … se io, se fossi, se …. Allora perché non portare a Vasto persone che possano valutare, aiutare, spronare e così via. Come dire se Maometto non va alla montagna … (e di questi tempi …)

Nella foto: presentazione del nuovo disco di Fiorella Mannoia in una libreria di Roma.

2 commenti:

maria ha detto...

C'era chi non sapeva sognare e chi sognava già...
Bello, molto bello il testo della Mannoia...
Sui sogni dei giovani e sugli stimoli, che dire... Parlando da chi è stata giovane qualche lustro fa, posso dire che spesso, i normalissimi giovani, quelli senza grandi talenti, il più delle volte se lasciati a se stessi senza una guida giusta, e senza uno stimolo giusto; si perdono, si disorientano, cominciano ad odiare ogni cosa ed alla fine se stessi....

maria ha detto...

Lo stesso De Andrè, ha avuto il coraggio di ammettere che se non ci fosse stata Mina, a credere in lui, forse, non sarebbe diventato ciò che poi divenne