sabato 13 ottobre 2012

Anche Mike alla "Gamma".

 Il mio amico “Ben”, sempre “ben” informato sulla storia recente di Vasto, mi ha scritto che la Gioielleria Colangelo, di cui ho parlato nella precedente puntata, negli anni Cinquanta si trovava in Corso Nuova Italia. Tante attività, attratte da luoghi più frequentati e quindi più in vista, hanno trasferito la propria sede ma di questo abbiamo più volte parlato.
Oggi invece mi va di fare un balzo di sessant’anni. Dagli anni Dieci della Gioielleria di strada Pampani, fino al 28 febbraio 1970, quando aprirono in Via San Michele i “Magazzini Gamma”, con 22 dipendenti.
Ora non voglio riavviare la polemica sull’opportunità o meno di aprire centri commerciali a Vasto ma nell’osservare le vecchie foto che raffigurano “La Gamma”, come questi “grandi magazzini” venivano comunemente chiamati, qualche pensierino è doveroso.
Quanta gente richiamava l’immensa insegna posta nell’alto palazzo sede dell’attività? Quanti prodotti e quanta scelta si trovavano nei tre piani, collegati da scale mobili, destinati alla vendita?
E come noi Vastaroli negli anni Sessanta ci recavamo a Pescara (Magazzini Standa) o a Chieti (Magazzini Upim), in tanti anche a Lanciano (Magazzini Pozzolini), fermandosi poi a cercare “novità” nei negozi di queste città, chi veniva a Vasto “alla Gamma”, passeggiando per il centro osservava le vetrine e magari frequentava i negozi del “corso” della “piazza” e non solo.
Perché i Magazzini Gamma chiusero? Non mi è dato saperlo. Si narra dalla leggenda che fu colpa della “concorrenza” con i Magazzini Standa di corso Garibaldi, ancora più centrali e reclamizzati a livello nazionale (ma senza parcheggi e senza la visibilità dell’insegna panoramica).
Francamente non ricordo nemmeno in che anno la Gamma chiuse ma sono sicuro che in tanti se ne ricorderanno.


 La valletta di Mike Bongiorno fu per l'occasione Maria Pia Scopa, una dei 22 dipendenti, che mi ha gentilmente inviato la foto dell'evento.

1 commento:

maria ha detto...

Non riesco, ma è un mio limite ovviamente, a comprendere il nesso tra i negozi del centro e l'apertura di nuovi centri commerciali di cui non vuol parlare ma ne parla...
Personalmente, mi piace fare la spesa sia al centro commerciale e sia in centro.
Tutto sta, non nell'insegna o nella pubblicità a livello nazionale o meno, anzi, più è di massa e più evito per scelta, specialmente per taluni marchi che propongono più o meno le stesse cose ma a prezzo più alto perchè essendo famosi, fanno pagare una "garanzia pubblicitaria" illudendoci di risparmiare: sono migliori, ad esempio, le merendine mulen janck, o le merendine tot prodotte in qualche "laboratorio" locale o del territorio che ugualmente vengono confezionate e vendute a pacchi?
Purtroppo, grazie a questa pubblicità di massa contro una minor pubblicità e di conseguenza una minor vendita, i due prodotti avranno solo un minimo di differenza di prezzo, ma si da per "scontato" che la più nota sia di riflesso la più buona: sarà sempre così?
Nello stesso tempo, c'è di contro che una azienda piccola, con la scusa di dover mantenere il negozio ed i dipendenti (quasi sempre un solo dipendente e magari sottopagato) non abbassa i prezzi e si arrabbia con la concorrenza sleale dei marchi più noti, senza però dare una reale garanzia che il suo prodotto è effettivamente migliore...
Certo, se, ad esempio, un pantalone lo pago 100 euro, ovvio che lo tratto meglio di un pantalone che trovo, ad esempio dai cinesi a 9 euro, di conseguenza, il pantalone di 100 euro, starà sempre più in ordine e meglio di quello economico.
Ma per come sono fatta io, per me un pantalone è un pantalone e basta, quindi, da "socialista" e "comunista" quale mi diverto a dire di essere, tratto allo stesso modo: ho notato che durano e si consumano uguale, quindi... ovvio che dopo tale esperienza prendo solo, in linea di massima, quelli economici... e siccome sono una romanticona, gli abiti, li tratto in base alle emozioni che ci ho vissuto dentro: anche un abito preso magari al cinese, è in grado di durare molti anni.
Quindi, i supermecati sono necessari a darci quell'imput per sentirci dei cittadini consapevoli che la spesa... ce la facciamo scegliere dall'alto; ed i negozi piccoli o comunque del centro, servono a farci sentire dei cittadini consapevoli che sappiamo anche farci "fregare" sentendoci più fricchettoni...
Oggi, ho voglia di scrivere, mi scusi... :)