venerdì 8 marzo 2013

Giaculatorie quaresimali.


Ma che prezzo hanno D'Alessandro e Del Prete?

Da Zonalocale

L'ultimatum è arrivato due giorni fa, a distanza di una settimana dallo tsunami Grillo che si è abbattutto su Vasto, oltre che su tutta l'Italia. Faccia a faccia con il sindaco, Luciano Lapenna, i socialisti hanno messo il capo dell'amministrazione comunale davanti a un bivio: o azzera l'attuale Giunta e ne forma una nuova e rinnovata nei suoi componenti, oppure tutti a casa. Cambiare o tornare al voto. Non c'è altra alternativa, secondo il Psi che, con tre consiglieri nell'aula Vennitti, può rovesciare i rapporti di forza tra maggioranza e opposizione. Con la conseguenza di mandare in minoranza Lapenna e costringerlo alle dimissioni, oppure provocare lo scioglimento del Consiglio per impossibilità di funzionamento. In entrambi i casi, si andrebbe dritti dritti alle elezioni anticipate.
A settembre i socialisti avevano chiesto tre cose: riduzione del numero degli assessori, un assessorato da assegnare al Psi (in particolare al consigliere comunale Luigi Masciulli) e un cambio di marcia immediato nell'azione amministrativa, che ristagna ormai da troppo tempo. "Ora non vogliamo più neanche l'assessorato", rivela a ZonaLocale.it Rocco Cerulli, che fu assessore per un anno tra il 2007 e il 2008. "Ci interessa solo scuotere questa amministrazione dal torpore in cui è piombata fin dalle elezioni 2011. Lapenna deve azzerare la Giunta e farne un'altra con assessori nuovi e motivati a far bene".
In serata il segretario cittadino del Partito socialista, Luigi Rampa, tiene a precisare che "non abbiamo lanciato un ultimatum".
Ma il sindaco sa che togliere un tassello in Giunta vuol dire modificare i già precari equilibri della coalizione che lo sostiene. Col rischio di creare un effetto domino in grado di far precipitare ugualmente il centrosinistra verso il ritorno alle urne. A quel punto, lo tsunami Grillo travolgerebbe la coalizione di governo della città: il Movimento 5 Stelle raccoglierebbe facilmente una valanga di voti in uscita dal centrosinistra. In un momento in cui anche all'interno del suo partito, il Pd, si fanno strada i primi malumori dopo il risultato delle elezioni di dieci giorni fa, Lapenna prende tempo. Deve barcamenarsi tra due forze opposte. Se dice sì all'ultimatum del Psi e rimette in discussione la Giunta, allora rischia di perdere alleati e ritrovarsi senza maggioranza. Se dice no ai socialisti, questi gli toglieranno l'appoggio. In entrambi i casi si andrebbe alle elezioni comunali anticipate. 
Lapenna prende tempo. Magari spera di congelare tutto per qualche mese. Visto che a livello nazionale la formazione del Governo appare difficilissima, gli italiani potrebbero essere chiamati a breve a votare di nuovo per il Parlamento. A quel punto, Lapenna tornerebbe alla carica per quella candidatura alla Camera che non ha ottenuto nei mesi scorsi. E proverebbe a lasciare Vasto per chiudere a Roma la sua carriera politica.

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