venerdì 22 marzo 2013

Ma che ora della terra. È ora di svegliarsi.


Di Tiziano Longhi

Ci consoliamo facilmente. Iniziative ambientaliste a gogò. Cortei contro Ombrina, M'illumino di meno, L'ora della terra. Grandi patrocini. I ministeri innanzitutto. Grandi testimonial che non perdono l'occasione di farci sapere che si può essere più green. Un'iniziativa a livello mondiale. I comuni? Vasto aderisce, ci mancherebbe.
Ma ragioniamo un po'. Spegnendo il Castello Caldoresco cosa dovremmo capire? Che è inutile illuminarlo? Oppure è utile illuminarlo, ma essendo noi dei buoni a nulla incapaci di fare niente di meglio che renderci ridicoli, spegniamo qualcosa che dovrebbe restare accesa? Ditecelo cosa dobbiamo capire spegnendo il Castello Caldoresco.

“PER MANTENERE IL NOSTRO STILE DI VITA, STIAMO DIVORANDO LE RISORSE DI UN PIAENTA E MEZZO.
L’ORA DELLA TERRA È NATA PER DIMOSTRARE CHE POSSIAMO CAMBIARE TUTTO QUESTO.”

Questa è l'assurdità presente sul sito ufficiale dell'evento. Ho lasciato anche l'errore di battitura. Evidentemente i soldi impiegati non hanno assicurato la presenza di qualcuno che sapesse usare un correttore di word.
Ma rimaniamo nel merito, vi rendete conto che ci viene detto che viviamo in una maniera che non possiamo permetterci e allora noi... spegniamo la luce! Ma è un gesto simbolico. A forza di gesti simbolici siamo arrivati a un passo dal baratro, ma il momento delle azioni concrete non è ancora arrivato. Di cosa c'è ancora bisogno per capire che sterili simboli adesso non servono più? Adesso servono gli esempi. Roba da non credere. Da sempre nella storia la luce è simbolo di progresso, è il simbolo dell'uscita dall'oscurità. E noi a Vasto spegniamo la luce. Era un'occasione magnifica per dire: “Noi aderiamo all'iniziativa, ma a queste inutili sceneggiate non crediamo. Noi abbiamo cercato e abbiamo deciso di spegnere qualcosa che non era né utile né necessario così da fare qualcosa di concreto. Non è stato facile trovare qualcosa di inutile da spegnere, ma la lotta allo spreco è la vera maniera di salvaguardare il Pianeta. Noi non vogliamo spegnere la luce, noi vogliamo che la luce del progresso ci guidi nel nostro cammino di miglioramento”. Avremmo avuto l'attenzione del mondo intero. Avremmo obbligato il mondo dell'ambientalismo da copertina patinata a farsi un esame di coscienza. Eh no. A Vasto non abbiamo detto questo. A Vasto per spegnere l'illuminazione in pieno giorno a Vasto marina, oppure per chiudere una perdita d'acqua che va avanti da chissà quanto tempo, occorre la segnalazione del passante. Il comune ha altro da fare. Deve aderire all'ora della Terra.

4 commenti:

giusfra ha detto...

Sceneggiate inutili e fuorvianti... Sono pienamente d'accordo. Un tempo, neppure tanto lontano, l'illuminazione pubblica elettrica era un chiaro e vero segno di sviluppo e progresso, umano e civile. Oggi, per dimostrarci più 'progressivi' ancora, le luci ...le spegneremo (naturalmente una notte soltanto o, come suol dirsi, per far vedere (sic)come siamo eco-sostenibili!
Dici bene, Tiziano: gli sprechi sono altra cosa, il progresso che permette di risparmiare energia con fonti alternative o per mezzo di innovativa tecnologia (si veda i lampioni a led progettati proprio in Italia) sono le questioni complesse ma giuste da portare avanti.
Si sa: spegnere per una notte due fari e quattro lampioni è più facile e fa notizia mediatica a poco prezzo e grande lustro.
Ecco, direi a qualcuno - in tema di economie - di rinunciare a darsi lustro e importanza con l'ambientalismo d'accatto quanto strumentale ad altri fini.
PP

Tiziano Longhi ha detto...

Pino, le tue parole mi confortano perchè mi dimostrano che hai colto perfettamente il senso di quello che dico. Quando penso pero' alla difficoltà che trovo a far passare concetti come questi, che sono pur semplici e neanche troppo originali, ecco che invece mi abbatto un po'. Cio' non mi impedisce di combattere, pero' che fatica.

Ciccosan ha detto...

Sono lieto che si cominci a discutere di problemi connessi alla disponibilità di risorse, e l'energia è tra le principali, in modo meno ideologico e senza fanatismi.
Le sfilate, i cori, gli striscioni, le bancarelle e annessi, hanno ritardato il momento in cui questa problematica dell'energia venisse discussa e affrontata in modo organico e meno emotivo.
Gli stessi governi hanno cavalcato questa onda ideologica, drogando il mercato con finanziamenti e contributi per tecnologie che hanno deluso le attese, ed oggi cominciano a mostrarsi i danni causati.

Tiziano Longhi ha detto...

Ciccosan, io mi sento di essere ancora più duro di te. In aggiunta a quello che tu dici io trovo che ci sia responsabilità anche e soprattutto da parte delle persone. Le persone infatti non dimostrano di avere la minima cognizione del rapporto diretto che c'è fra il loro stile di vita e lo spreco delle risorse e delle energie che dovremmo utilizzare in maniera molto più avveduta. E quindi aderiscono con gioia a delle manifestazioni consolatorie come l'ora della terra, che li fanno sentire inutilmente più buoni e più green. Poi ci parli e ti cascano le braccia per terra.