sabato 13 novembre 2010

Pompei e prefiche.

Da qui quotidiano.

Solo l’altro giorno abbiamo scritto per difendere o, quanto
meno, alleggerire le presunte responsabilità del ministro
Bondi nel crollo della Casa dei Gladiatori a Pompei. Abbiamo
accennato al fatto che per analoghi e ben più gravi crolli nessuno
si è sognato di mettere sotto accusa i ministri Melandri
e Veltroni: soprattutto se il ministro “responsabile” non viene
informato dai veri responsabili, siano essi sovrintendenti
o custodi. Avevamo anche stigmatizzato il fatto che dei fondi
che l’Europa concede ai diversi Paesi l’Italia ne utilizzi solo il
5 % per cui il resto se lo ridividono Paesi con funzionari più
attenti, più scaltri, più preparati, più …. L In conseguenza di
questa ignobile campagna mediatica lo stesso Capo dello Stato
si è indignato dicendo che “…si, va bene i tagli, ma con delle
priorità…” sapendo benissimo, come tutti, che a tutti i ministeri
sono state imposte diete. Oggi, ieri per chi ci legge (ndr),
veniamo a sapere, stando ad un intervento del sovrintendente
ai beni archeologici d’Italia, che a Pompei non è crollata
la domus armaturarum ma una superfetazione in cemento
costruita negli anni quaranta. Ciò significa che gli addetti ai
lavori non si sono neanche resi conto di ciò che era successo
e questo è grave dal punto di vista professionale. Ciò significa
anche che pur di creare difficoltà al governo gli “sciacalli”
della politica, quelli che chiedono le dimissioni di Bondi, a
cominciare da quel brav’uomo di Fabio Granata più noto per
auspicare un’alleanza con Vendola che per le sue competenze
nel campo della archeologia. E ciò significa infine che giornali
e onorevoli (?) hanno indotto Napolitano a dire, se non una
stupidaggine, una cosa ovvia.

Sono convinto che si sarebbero comportati alla stessa maniera anche i politici dell'altra sponda nel caso che ....
Purtroppo questo è il paese attuale

2 commenti:

Ciccosan ha detto...

Riporto uno stralcio di articolo di stampa:

"Nell’aprile 2001, stante la veltroniana Giovanna Melandri ministro dei Beni culturali, vennero giù venti metri di Mura Aureliane all’altezza della Porta Ardeatina. «Roma si è svegliata senza un pezzo della sua storia», scrisse il Messaggero. Intervennero prontamente i pompieri, anche quelli cartacei filogovernativi di Repubblica, che diede mezza pagina alla scandalosa prova di incuria ma spense subito ogni possibile addebito alla ministra diessina: «Crollo Mura Aureliane. Colpa di una infiltrazione», cioè colpa di nessuno. E poi sotto «Una commissione studierà le cause del crollo», come dire: aumma aumma, non ne parliamo più. Neppure l’ombra di una richiesta di dimissioni, anzi, la Melandri non fu nemmeno nominata. Stessa cosa nel 2007, ancora governo ulivista (Rutelli ministro della Cultura, Veltroni sindaco di Roma), ancora Mura Aureliane. Crolla un capitello, vroom, nessuno fiata. Stesso mutismo qualche mese dopo, novembre 2007, quando crollarono altri 10 metri di Mura Aureliane («Lo stesso tratto di parete era stato transennato il mese scorso su consiglio dei Vigili del fuoco», scrisse il Messaggero, testimoniando l’incuria). Mozioni contro Rutelli? Nemmeno mezza. ...".

Basta andare a leggersi gli giornali dell'epoca per rafforzarsi nella convinzione o modificarla.

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

Anche a Marzo 2010 è crollata parte della Domus Aurea di Nerone a Roma. Anche allora era ministro Bondi ma nessuno si è "scandalizzato".
Ora è un momento diverso e lo "sciacallaggio" politico si aggrappa a tutto.