giovedì 25 novembre 2010

Si fa presto a dire legalità.


“le tornate elettorali spesso vedono in lista e poi, votati ed eletti, candidati impresentabili, uomini e donne che rappresentano le teste di paglia di grandi interessi di famiglie chiacchierate che si candidano non certo per l’interesse collettivo ed il bene pubblico. Ecco noi dobbiamo contrastare le infiltrazioni al momento di scrivere le liste elettorali. I possibili pacchetti di voti legati agli affari delle cricche non devono avere priorità, perché se si dà priorità a questo tipo di voti ed agli affari si dà priorità alla criminalità. Il codice etico elettorale non va sbandierato: va attuato a partire dal momento della compilazione delle liste”.

Ma queste parole le pronuncia il Sindaco di Palermo, il Sindaco di Napoli, il Sindaco di Reggio Calabria o di Bari? No, le pronuncia, anzi le scrive, il sindaco di Vasto, parafrasando il discorso del Senatore Pisanu. Se la pensa in questa maniera, facesse i nomi! Chi sono i rappresentanti delle famiglie chiacchierate di cui parla, e a chi appartengono le “teste di paglia” che si candidano per interesse “non certo collettivo”. Quando si riferisce a “cricche” di chi parla? Forse di amici suoi o di amici di persone votate dalla gente. Proprio lui che ha messo fuori dalla giunta comunale, senza alcuna motivazione, l’integerrimo Rocco Cerulli, l’antipatico Francescopaolo D’Adamo, la stratega Eliana Menna o il nemico politico Nicola Del Prete. Sono forse queste le “teste di paglia”? Oppure, forse, sono i “sostituti” di costoro”? Chi ha approfittato di “pacchetti” di voti per essere eletto, si accorge ora che sono legati agli affari delle “cricche”.
Il codice etico va attuato, prima di tutto e soprattutto, durante il mandato elettorale, per questo, a mo’ di esempio, propongo una lettera che un lettore mi chiede da tempo, di pubblicare a mio nome. E’ arrivato il momento di farlo.


Si fa presto a dire legalità!

Al convegno di Palazzo d'Avalos, in occasione del II congresso sulla sicurezza e legalità erano presenti:
il prefetto di Chieti
il questore di Chieti
il presidente della Corte d'appello de l'Aquila
1 colonnello della guardia di finanza
1 colonnello dei carabinieri
il procuratore capo del Tribunale di Vasto
il capitano dei carabinieri di Vasto
il sindaco di Vasto.
Mi chiedo: a parte l'ultimo della lista, ma tutti gli altri lo sapevano che si trovavano in un posto per il quale il Tar Pescara aveva emesso un'ordinanza, ed il comune se ne è altamente fregato? Ebbene sì, Palazzo d'Avalos mi sta tanto a cuore, che qualche volta ne faccio una malattia, però in questo caso mi serve solo da esempio di mala gestione di chi predica bene, ma razzola... a terra. L'ordinanza (che potete finalmente vedere anche voi) imponeva al comune di affidare finalmente in maniera regolare, e non alla carlona, la gestione di Palazzo d'Avalos entro il 15 settembre 2010. E questo non è stato fatto. Però nel frattempo si sono svolte la festa di Idv, la festa di Sel e svariate altre manifestazioni. E la gestione è stata affidata in urgenza a ditte esterne, pagate non sappiamo quanto. E Palazzo d'Avalos è stato fruibile a spizzichi e bocconi. E della gara di affidamento, imposta da un tribunale, neanche l'ombra. Tutto nel silenzio generale. Si fa presto a usare paroloni ai convegni.

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