giovedì 6 gennaio 2011

La befana vien di notte con ....


Era la “Pasquarella” del 1959 o quella del 1960 - doveva esserlo perché abitavamo in via Goldoni e mio fratello non era ancora nato - quando mio padre disse che aveva sentito rumori in cucina. Mia madre faceva finta di meravigliarsi perché eravamo al terzo piano e mi accompagnò con circospezione a vedere cosa poteva essere successo. “Accipicchia!” esclamò mio padre armeggiando con una scopa vicino alla tapparella, “è scappata!” Non ebbi tempo di chiedermi chi, che guardandomi intorno vidi dappertutto poggiati giocattoli, dolciumi e quanto altro potesse interessare un bambino. Anche qualche pezzetto di carbone ed un fagottino con della cenere. Mia madre mi spiegò il significato di quella “roba” e mi disse che forse qualche capriccio, durante l’anno, l’avevo fatto e per questo dovevo essere “più buono”. Mio padre invece perseverò sulla sua “caccia”, mostrandomi uno straccio che, diceva, era riuscito a strappare alla “vecchia” che fuggiva sulla sua scopa. Fu così che io credetti all’esistenza della Befana. Mi risultò difficile poi, una volta cresciuto, dare ragione a “Tonino”, un mio compagno delle elementari, che “cinicamente” mi disse: “La Befana non esiste, la Befana è la mamma”. Mi dispiacque un pochino ma dovevo credergli. Ormai ero”grande”.
Ora che la Befana non mi porta più nemmeno cenere e carbone per scherzo vorrei tanto crederci. Mi prende una certa malinconia quando osservo lo stupore nello sguardo dei bambini che si incantano al solo pensiero della vecchia sulla scopa volante. Probabilmente perché vorrei tornare a meravigliarmi come loro.

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