sabato 26 giugno 2010

Parole ... sante?


E come si fa a contraddire quello che dice l’Arcivescovo della Diocesi Chieti-Vasto.
Sua Eccellenza Monsignor Bruno Forte ha esposto un quadro della situazione locale di Vasto perfettamente corrispondente alla realtà. La descrizione che tutti fanno del nostro “paesello” è esattamente quella che Padre Bruno ha esposto nella sala del Consiglio Comunale, così come l’immagine più comune di Vasto è quella del golfo “lunato” osservato dalla Loggia Amblingh.
Sua Eccellenza, acuto osservatore, ha potuto e saputo estrapolare, tra le tante problematiche che “aggrediscono” una “cittadina” come Vasto, le tre più evidenti e facili da evidenziare. L’edilizia non rispettosa del territorio (chiamiamola speculazione edilizia), la situazione giovanile e l’accoglienza turistica. Bene ha fatto l’Arcivescovo a “ribadire” queste tematiche che ormai sono sfruttate demagogicamente da tutte le forze politiche. Ma se l’organismo amministrativo è in potere delle “camarille” e delle nullità, a chi sono rivolti i suoi “richiami”?

L’abitudine ad investire sul mattone.

Da ragazzo, osservavo dalla Loggia la collina su cui poggia il paese, non oso “più” dire città, digradare dolcemente al mare, ricoperta di ulivi e di ortaggi, che sembravano voler cingere mollemente di una verde fascia i fabbricati; e vedevo giù il mare, mitemente bello, sorridere di riflessi luminosi, e la curva che si allungava fino a Termoli a ricordare la curva di Posillipo. Ora dallo stesso luogo vedo solo case e costruzioni di ogni tipo. Non ultimi il porticciolo turistico di San Salvo e le barriere frangi flutto che “proteggono” la spiaggia di questo luogo ma che disturbano la visuale naturale dei luoghi. Presto, speriamo di no, avremo anche delle alte torri nel mare.
Ci stiamo abituando al brutto. Nessuno si pone problemi.

La situazione giovanile. (La vogliamo chiamare insoddisfazione? Accidia?)

Vasto ha sempre mandato via i suoi figli. Prima a cercare il “pane” che scarseggiava, ora a cercare quel qualcosa che una piccola cittadina non può offrire. Sua Eccellenza dice: "Cosa si offre ai nostri ragazzi in termini di luoghi di aggregazione, strutture sportive aperte e occasioni di crescita e di confronto?” Io chiedo: ma è “solo” questo quello che i giovani vogliono? Qualcuno ha mai provato ad ascoltarli attentamente o quantomeno ad ascoltarli? Confronto con chi e su cosa?

Infine l’accoglienza turistica.

Fino a qualche tempo fa si diceva: “… se non viene qualche intraprendente straniero a sfruttare quelle ricchezze che i nativi sdegnano”. Ora invece il “monopolio” mentale non permette a chi ha idee di svilupparle e concretizzarle. I bulimici della ricchezza trovano terreno fertile in un luogo dove l’apertura mentale non esiste.

Certo di questo stato di cose non tutta la colpa può ricadere sugli amministratori (passati o presenti). Ho letto da qualche parte che questi ultimi sono assaliti da indolenze, trascuratezze, “ingiustificate” bonomie, tuttavia per cercare di svecchiare questo mondo, sospingerlo, premerlo verso la “modernità”, non bastano le parole di Sua Eccellenza Bruno Forte.
Noi cittadini, ci faremo “sentire” una buona volta? E’ da sperarlo più che da crederlo.

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