mercoledì 29 giugno 2011

Dobbiamo liberare i cittadini dalla paura.


Alla riva del mare una ragazzina raccoglie delle cozze e le porta dalla nonna. “Nonna nonna!” Esclama raggiante la ragazzina, “guarda cosa ho pescato! Le mangiamo?” La nonna con uno sguardo duro, forse anche troppo, le risponde: “buttale subito, ti vuoi far venire il colera?”
Io ho proseguito la mia passeggiata. Non so come sia finita ma spero che la nonna abbia spiegato alla ragazzina anche il motivo di quella sua risposta.
Se la ragazzina avesse mostrato quelle cozze morte ad un coetaneo, inesperto come lei, e le avessero mangiate, cosa sarebbe successo?

Sono stato al d’Avalos per partecipare all’incontro sulla “sicurezza” organizzato dall’UdC.
Non voglio in questa sede polemizzare sul fatto che mancavano le chiavi di Palazzo d’Avalos e che il sindaco, stranamente arrivato in anticipo, disperato si sbracciava per cercare le persone che “custodivano” queste chiavi. Era lunedì e solitamente (nel periodo invernale) di lunedì il Palazzo resta chiuso. Chi ha concesso la sala non lo sapeva? E se lo sapeva perché non ha avvisato l’incaricato? Di questo “siparietto” possiamo solo sorridere. Torniamo alla conferenza.

Sicuro della sua competenza, sono rimasto piacevolmente colpito dal linguaggio semplice e comprensibile del Senatore Achille Serra, più conosciuto col titolo di Prefetto. Quanto ha detto è sicuramente ineccepibile però, anche alla luce di quanto pronunciato dagli altri “relatori”, mi viene da rivolgere una domanda: “Non si rischia di banalizzare il problema, tenendo conferenze di questo tipo, dove ‘l’ascoltatore’ non intende sicurezza rispetto a cosa ?”
Il Consigliere Regionale Antonio Menna ha concluso il suo intervento dicendo “dobbiamo liberare i cittadini dalla paura”. Ma di cosa deve aver paura il cittadino? Siamo sicuri che la vera paura derivi dalle problematiche discusse nella conferenza?

Cerco di spiegarmi meglio.

Un ragazzo, definito un “bravo ragazzo innamorato”, uccide la sua ragazza ed il fratello di lei. Una volta catturato, candidamente ammette di essere l’assassino ma di non sapere perché ha commesso quei delitti. Non so quanti lettori abbiano mai giocato con la Playstation o con Wii o altre console per videogiochi. Quando uno si stanca o sbaglia, preme il tasto reset e conclude il “gioco”. Se vuole ricomincia. Bene! Quel “bravo ragazzo innamorato” ha premuto il tasto reset e ha concluso il gioco. Non ricorda le mosse, i tempi, le motivazioni e quanto altro è successo. Game over!
Di casi come questi ne succedono a centinaia. Gli stupri di ragazzine ed ora spesso anche di ragazzini avvengono in luoghi frequentati da “bravi ragazzi” e sono proprio questi “bravi ragazzi” che commettono questi reati. I danni contro il patrimonio, gli atti di vandalismo in genere da chi sono compiuti? Sempre da loro, dai “bravi ragazzi”. E allora di chi dobbiamo avere paura?
Nella conferenza si è parlato degli extracomunitari, della mafia, della microcriminalità, degli spacciatori ecc. Tutta roba “vecchia”. Questa è una paura finta, inculcata dall’abitudine nelle nostre “coscienze”. Nessuno si sognerebbe di pensare che il bravo ragazzo della porta accanto o il proprio figlio o il proprio nipote, possano far “paura”. Siamo abituati alla mafia che uccide ma non al marito che spara alla moglie. “Ma come, era tanto un brav’uomo”! Siamo abituati al “delinquentello” che scippa la vecchietta ma nessuno pensa che costui sia il figlio di … “ma come è di così buona famiglia”! Siamo abituati al “teppistello” che scrive sui muri o allaga le scuole, salvo poi sapere che è … “possibile, un ragazzo così a modo”!
Potremmo continuare per ore.

Manca la “nonna” che sgrida la “ragazzina” facendole capire che le “cozze morte” fanno male alla salute. Questa è la parafrasi. Ma di questo al d’Avalos non si è parlato. Perché? Perché chi ascoltava “non sapeva di cosa avere paura”.

Ad onor del vero il “Prefetto” Serra c’è passato vicino all’argomento, poi però deve aver guardato negli occhi i presenti ed ha preferito continuare l’intervento parlando della mafia, della camorra, degli extracomunitari, della … del … del caldo, del tanto caldo, della necessità di ….
Ma questo lo potrete leggere in tanti altri luoghi.

1 commento:

maria ha detto...

Non ho assistito a nulla in questi giorni ma... da quanto letto, condivido il suo discorso.
Anzi, ribadisco che proprio perchè manca la "nonna" i cittadini sono già abbastanza liberati dalla paura... Nel senso che ogni cittadino, pensa sempre di essere al sicuro se: non frequenta la mafia, i delinquenti di fatto e conosciuti e chissà cos'altro...
Linciando magari metaforicamente, chiunque osi anche solo salutare qualcuno di una categoria elencata.
Così, ci si convince di vivere in una città paradiso e nello stesso tempo, ci si continua a stupire quando accadono fatti più o meno inquietanti dove, per la maggiore, se ci sono di mezzo extracomunitari o persone conosciute, tutti, molti lì pronti a commentare e menar duro (con i commenti) se ci sono coinvolte, nella provocazione degli eventi, persone del luogo che sono comunque brave persone, ecco che si comincia ad andare in crisi e dare la colpa alle autorità alle amministrazione ecc. ecc.
Tutto, tranne che parlare di questo argomento che lei tira in ballo, al quale, come leggo dalle sue parole, ci si passa solo vicino...