domenica 31 gennaio 2010
Alè! Pro Vasto, alè!
Per accordi presi con gli amici del circolo M. Colantonio, non posso parlare di politica, quindi non esternerò le impressioni negative che ho del comunicato stampa di Eliana Menna. Sarà argomento di analisi e probabile oggetto di futuri interventi. Parlerò allora della Pro Vasto.
Da tifoso, non ho mai voluto manifestare le mie impressioni sul comportamento della squadra in questo campionato. Non sarebbe stato giusto criticare chi ci ha dato tante soddisfazioni, sportivamente parlando, nello scorso anno. Ora però sento il “dovere” di esprimere il mio giudizio. Sarebbe il caso di ringraziare Mister Di Meo per quello che ha fatto e chiedergli gentilmente di farsi da parte. I tempi stringono e senza gioco non si va avanti. Si retrocede. La Pro Vasto, in questo torneo vive di episodi. Solo la “scarsezza” degli avversari ci ha permesso di fare i punti che abbiamo. Il gioco espresso non ha mai convinto. L’avvicendamento di tanti calciatori, dimostra che l’allenatore, parafrasando un famoso film, è nel pallone. Di Meo, invece di rompere le porte degli spogliatoi, avrebbe fatto bene a caricare la squadra, non manifestando “cattiveria” ma grinta. Si! grinta, perché quella manca, oltre al gioco. Non si può continuare nell’improvvisazione e nel “ricordo” del gioco dello scorso campionato. E’ diverso il torneo, sono diversi gli avversari, sono diversi gli uomini, è diversa la mentalità.
La "Fontana di spagna quiz" ha un vincitore.
Ha vinto ... Nicola.
Lo "splendido" monumento si trova a Cupello. (Non mi ha scritto però dove. La ricerca quindi può continuare.)
In ogni caso farò avere il mio CD, appena pronto a tutti i partecipanti. (anche se non capisco come, visto che la maggior parte dei concorrenti è anonima. Comunque vedremo)
sabato 30 gennaio 2010
Oggi voglio fare il ... figo.
Reminiscenze latine.
Permettete ad uno che non ha avuto incarichi dalla politica, in questi anni ad essa dedicati, di esprimere un giudizio sul “nuovo” caso Alinovi. Da un lato il “solito” egocentrico che da sempre cerca titoli per dimostrare di esistere. Dall’altro una persona, Tommaso Coletti, che da buon “pater familias” lo nomina, a parole, quale Vicepresidente di un ente (un po’ come ha fatto Berlusconi con Bertolaso, promettendogli la carica di Ministro da un palco) ma “verba volant, scripta manent”. Il buon Alinovi, questo, nemmeno lo ha pensato e come suo stile è partito all’attacco. Avvocati, carte da bollo e … comunicati stampa. Come da consuetudine, come da copione.
Il tutto per la gioia dell’attuale Presidente della provincia Enrico Di Giuseppantonio che non aspettava altro che la reazione di Alinovi per spubblicare ulteriormente il “modus operandi” di chi lo ha preceduto.
Il mio punto di vista è: non si modifica il perverso “status quo” della politica con le barzellette. Se non ci si siede intorno ad un tavolo, dove si possa decidere di tagliare col passato e dettare regole che permettano di iniziare un percorso, possibilmente condiviso, per la ripresa e lo sviluppo della “nostra” provincia, non si andrà da nessuna parte. Basta con le beghe personali, gli attacchi retorici, gli sfottò cabarettistici, che divertono al momento ma che non producono altro che una risata momentanea. “Risus abundat in ore stultorum” sed … “ne canibus quidem”!
venerdì 29 gennaio 2010
Shop o schop?
Mi facciano capire: si scrive shop o schop?
Sul sito ufficiale del comune di Vasto, tra i comunicati stampa, uno dice:"Perth, work schop sul turismo". Su Piazza Rossetti un articolo titola:"Perh, work schop sul turismo". Vuoi vedere che in assenza di Forte, "l'allievo" (non so chi sia) supera il maestro? E questo "allievo" è un impiegato del municipio, che si occupa anche del giornale di Forte o un impiegato di Forte che si occupa del sito del municipio? Oppure è qualcuno che copia e incolla come "qualcuno" usa? (intendo il verbo usare)
Non vorrei che la prossima volta, vista la crisi del commercio, invece dello shopping ci in vitassero a fare dello "schopping".
Ecologia ... un ricordo ... attuale.
Qualche tempo fa, su un sito locale,sono stato "aggredito" da un ambientalista (non lo definisco pseudo, perchè si arrabbia) il quale mi rimproverava dicendo: "cosa ne sai tu di ambiente, ecologia, energia eccetera eccetera". Frugando tra le mie carte ho ritrovato l'invito che pubblico. Non vorrei generare uno scontro generazionale ma forse le idee di allora sono tanto distanti da quelle odierne, o è solo un problema di sviluppo delle tecnologie?
Io sono del parere che anche modificare il ticchettio delle onde del mare sulla battigia, possa provocare terremoti. Comunque ...
Caro Direttore in questi giorni ho letto tutta una serie di commenti e tutte le varie iniziative poste in essere per cercare di sensibilizzare l'opinione pubblica e l'opinione politica sull'infausta idea di prelevare sabbia dal largo di Punta Penna per trasportarla a Casalbordino Lido.Ogni anno o quasi si legge che la costa di Casalbordino Lido e' stata allargata artificialmente per dare modo ai turisti di avere un po' di spiaggia.Tutto in questi anni e' stato vano e ora di nuovo si effettuera' il ririripascimento della spiaggia con sabbia dorata,anche se io a questo punto dico d'oro .Piu' che al colore della sabbia ,mi riferisco ...al metallo e cioe' all'enorme costo in termini finanziari.Mi piacerebbe sapere quanto denaro e' costato quella lingua di sabbia che puntualmente viene artificialmente ricreata.Piu' di ripascimento,sembra un rimungimento continuo e costante che garantisce alle aziende(beate loro) una rendita vitalizia?Il problema viene puntualmente aggirato senza risolverlo veramente?Se risolvono il problema,poi addio finanziamenti?Un esempio lampante della buona gestione della erosione marina risolta in modo permanente e' indubbiamente le Morge di Torino di Sangro. Fino ad una decina di anni fa ,il mare lambiva gli stabilimenti balneari infatti gli ombreggi erano contati e la sabbia era ...solo un miraggio.Io lavoro da anni con i Responsabili di questi Stabilimenti e mi hanno raccontato che aver acquistato allora e fatto investimenti con cosi' poco arenile era stato un vero e proprio atto di coraggio,un azzardo .In questi giorni ho ragionato su come risolvere questo eterno problema che a Casalbordino ormai persiste da decenni e allora ho ricordato cosa mi ha confidato un Responsabile di uno Stabilimento delle Morge.Cosa mi ha detto? Il problema fu risolto con la costruzione di barriere frangiflutti .Sembra una banalita',ma Torino di Sangro ora puo' vantare un arenile invidiabile e apprezzato dai turisti e dai residenti del comprensorio grazie alla ottima idea di fare dei frangiflutti che facessero da barriera protettrice della spiaggia antistante.Mi sono preso la briga di andare a vedere con le immagini dal satellite cui allego link http://maps.google.it/ e si nota una cosa limpidissima e cioe' che Casalbordino ha urgente bisogno di ricostruzione barriera frangiflutti fatto a dovere e poi ...solo poi di ripascimento.La barriera e' ormai inefficace e si vede ad occhio nudo anche da un profano come me.Se non si vuole buttare di nuovo denaro pubblico in un inutile(per Loro) e di un dannoso(per Noi) prelievo di arenile si deve valutare questa ipotesi.Non sono un tecnico,non sono un ingegnere,ma ho visto sul campo come un buon lavoro di barriere protettrici che frenino in qualche modo la forza dirompente del mare in tempesta permettera' anche a Casalbordino Lido di avere un arenile degno di questo nome e di avere sicuramente piu' affari .Caro Direttore le dico una confidenza...alle Morge ora la barriera crea ogni anno qualche centimetro di costa in piu' e quindi piu' posto per i bagnanti .Credo che facilmente questa nota sara' come parlare al vento e cioe' inutile,perche' a bocce ferme e' chiaro che a Casalbordino Lido piu' di ripascimento si tratta di...rimungimento .Il problema forse deve rimanere for ever ? La sabbia e' d'oro come il colore che ha e come il prezioso metallo,visto le stratosferiche cifre in ballo.Cordiali Saluti da Davide Delle Donne
giovedì 28 gennaio 2010
Proposta
E’ ormai idea di molti, chiedere al governo di proporre una legge che liberi Berlusconi da ogni “problema”, così da poter iniziare finalmente un percorso politico diverso da quello che, ormai da troppo tempo, attanaglia, “travaglia” e trascina la nazione. Non mi riferisco alle famose leggi “ad personam” ma ad una sensazione che sta, piano piano, avviluppando gli italiani: la monotonia. Questa ha raggiunto un livello tale che, non potendone più, porta gli italiani a dire: “dategli quello che vuole, basta che la smettiamo”. Gli italiani sembrano tanti pesci rossi, chiusi nell’acquario, che aspettano solo la “pappa”. Come il pesce dal vetro dell’acquario vede il mondo esterno ma non può farne parte, così il cittadino attraverso il vetro del televisore guarda un mondo diverso dal suo e … si rassegna.
Liberiamoli, facciamo vedere loro come è bella la vita fuori da quel vetro. Da qui la provocazione, forse banale.
Fossi io un parlamentare dell’opposizione, proporrei un condono tombale per tutte le illegalità che “eventualmente” coinvolgono Berlusconi. Allargherei questa misura anche ad un numero di collaboratori, magari tre o quattro. Proporrei come sanatoria simbolica una multa (chissà, un miliardo di euro?) e chiuderei così la storia. Condizione unica che si cominci a proporre leggi che interessino i cittadini e la nazione.
L’Italia è stanca dei problemi di Berlusconi (e noi tifosi dei Milan anche).
Il dubbio se la scelta di Toti sia giusta o sbagliata, si insinua e lascia in sospeso il giudizio.
Pirandello è Pirandello, ma gli attori che lo interpretano devono essere attori veri. Ieri sera “Pensaci Giacomino” è stato recitato da Attori Attori. Chi frequenta con assiduità il teatro lo sapeva bene, perché sono anni che a Vasto, la compagnia di Enzo Vetrano & C. riesce ad estasiare la platea degli appassionati. Anche gli studenti, di solito poco attenti ed annoiati, hanno potuto apprezzare l’opera e divertirsi. Delectando docet.. Peccato che il teatro, quello vero, continui a richiamare poche persone, se non propone il nome di richiamo, televisivo o cinematografico che sia, quale specchietto per le allodole. Questa volta, era assente anche la stampa. Qui però permettetemi una piccola insinuazione: “non c’erano politici di calibro. C’era solo il neo assessore alla cultura”.
Errata corrige
Sono stato gentilmente invitato, dagli amici del Circolo IdV Michele Colantonio, a non pubblicare articoli politici non condivisi dalla totalità degli iscritti al circolo. Accetto la democratica richiesta. Tuttavia devo rettificare il titolo di un post pubblicato giorni addietro: “La prima sconfitta di Eliana Menna”. Alla luce di quanto riportato su http://semidiceviprima.com Eliana all’incontro provinciale di Chieti aveva esplicitato correttamente la linea del partito, anticipando il suo dissenso per Vendola. Ciò, nell’ambito dello stesso partito, la rende vincente.
mercoledì 27 gennaio 2010
martedì 26 gennaio 2010
Tinto Brass.
Il suo nome è così musicale che molti anni addietro ho composto una canzone col suo nome e l'ho inserita nel mio CD in uscita. Giuro non pensavo alla politica.
Premesso che i film di Tinto Brass non mi piacciono, ne come contenuti ne come soggetto, devo comunque riconoscere che il regista ha capacità intellettuali e tecniche tali da proporre film di qualità, cinematograficamente parlando. Ma di Tinto Brass regista non voglio parlare, ritengo di non avere la giusta competenza. Voglio tuttavia esprimere un giudizio su una persona che ha compreso il voyeurismo italico e ne ha fatto un’arte. Discutibile, criticabile, censurabile al limite del riprovevole, ma che lo ha reso famoso e, probabilmente, ricco. Nella società in cui viviamo chi non avrebbe fatto come lui? Forse quelle persone che si indignano per le frequentazioni di prostitute da parte di un Capo di Governo. Forse coloro che si turbano al pensiero che il Ministro della pubblica istruzione si sposi incinta. Forse la massa che si sdegna per il rapporto tra il Governatore di una Regione e transessuali.
E’ di questi giorni la notizia che Tinto Brass è candidato nella Regione Lazio e nella Regione Veneto. Chi si meraviglia! Solo le persone false, quelle persone che fanno della morale una bandiera, salvo poi …
Mettiamola così: il noto regista, non riscontrando più il favore del pubblico, vista la concorrenza, coerente col suo pensiero, scende in politica dove troverà terreno confacente al suo operato. In campo politico potrà esprimere a pieno le sue qualità. Dopo Cicciolina, Moana e Luxuria, finalmente un … “signore”.
La mia vuole essere una provocazione: per vedere i film di Brass la gente paga un biglietto, per votarlo non pagherà. Vuoi vedere che la sfiducia nella politica, nei partiti, nelle bandiere e nei colori, “scivolerà” fino al voto … tinto?
Premesso che i film di Tinto Brass non mi piacciono, ne come contenuti ne come soggetto, devo comunque riconoscere che il regista ha capacità intellettuali e tecniche tali da proporre film di qualità, cinematograficamente parlando. Ma di Tinto Brass regista non voglio parlare, ritengo di non avere la giusta competenza. Voglio tuttavia esprimere un giudizio su una persona che ha compreso il voyeurismo italico e ne ha fatto un’arte. Discutibile, criticabile, censurabile al limite del riprovevole, ma che lo ha reso famoso e, probabilmente, ricco. Nella società in cui viviamo chi non avrebbe fatto come lui? Forse quelle persone che si indignano per le frequentazioni di prostitute da parte di un Capo di Governo. Forse coloro che si turbano al pensiero che il Ministro della pubblica istruzione si sposi incinta. Forse la massa che si sdegna per il rapporto tra il Governatore di una Regione e transessuali.
E’ di questi giorni la notizia che Tinto Brass è candidato nella Regione Lazio e nella Regione Veneto. Chi si meraviglia! Solo le persone false, quelle persone che fanno della morale una bandiera, salvo poi …
Mettiamola così: il noto regista, non riscontrando più il favore del pubblico, vista la concorrenza, coerente col suo pensiero, scende in politica dove troverà terreno confacente al suo operato. In campo politico potrà esprimere a pieno le sue qualità. Dopo Cicciolina, Moana e Luxuria, finalmente un … “signore”.
La mia vuole essere una provocazione: per vedere i film di Brass la gente paga un biglietto, per votarlo non pagherà. Vuoi vedere che la sfiducia nella politica, nei partiti, nelle bandiere e nei colori, “scivolerà” fino al voto … tinto?
De gustibus non disputandum est.
lunedì 25 gennaio 2010
La Gazzetta de ‘ lì Scarpasciùdd ’
Dal nostro inviato Vittorio B.F. Patriarchi.
I PISTONI DEL CAPITANO E LA DIFFERENZA DI GOGO’
Sabato 23 gennaio:PARTIZAN BEOGRAD 5 – CRVENA ZVEZDA 6
Arbitro Orazio Di Blasio
PARTIZAN BEOGRAD(Blu):Ronzitti L,Lemme,Ronzitti N,(2°t.D’Ermilio),Vino,Vitelli,Puddu,Soldano,Di Domenico,Ronzitti G,Fanucci,Angiolillo
CRVENA ZVEZDA(Gialli):Cicchini(30’Patriarchi,2T°Ronzitti N),Antenucci,DiMArco,DiFoglio,Patriarchi,D’Adamo,Sebastiani
D’Angelo,D’Ermilio(2T°Blu),Serafini A.
Incidente diplomatico con l’arbitraggio: il designatore Emanuele convoca Di Blasio, ma il crumiro Cinquina che si presenta al campo e rivendica ‘la fatèjjie’, viene messo in cassa integrazione. Anche Frangione arriva fuori tempo ‘Massimo’ e risale le scale. I Blu iniziano alla grande, sfruttando Gogò in perfetta forma: al 5’,infatti, difende bene col corpo la palla e, sovrastando il marcatore, s’invola e segna l’1-0.All’11’,invece approfitta di una cappellata tra il giallo D’Ermilio che di testa mette fuori causa il portiere Cicchini che, in uscita,non chiama palla: Gogò ,’a llètte arifàtte’,mette dentro ,ed è 2-0. Nel frattempo I gialli hanno buone occasioni, ma non sfruttano le folate di un ben ispirato D’Adamo sulla fascia destra. Al 20’ però suona la carica il giallo Bruno Budano, che da fuori area, stanga in rete, ed è 2-1 . Al 27’,su corner per i blu, svetta su tutti ‘lu cucciulòne’ di Mario Lemme, che segna il 3-1 , ma Andrea Serafini, su cross di D’Adamo, ristabilisce le distanze con un siluro: 3-2. Negli ultimi 15’ il portiere part-time Patriarchi respinge a suo modo due insidiose scileppe di Vitelli e di Gogò salvando miracolosamente,e al 44’ i gialli riagguantano il pareggio con un bel destro del Professore Nicola Cicchini: 3-3. Nel 2°t.il viaticaro capità a Antenucci compra per i gialli il portiere Nicola Ronzitti e vende ai blu Juary D’Ermilio. Al 7’ si sveglia dal sonno Pietro Hulk D’Angelo, che, con una delle sue tipiche progressioni sulla destra,porta in vantaggio i gialli per 3-4. Poco dopo,imbeccato da Sebastiani, segna di nuovo e si va sul 3-5. Il blu Cristiano Ronaldo Soldano incomincia a inveire perché da 60’ non ancora vede ‘ ‘gnà è fàtte la pàlle’: ma anche lui (sfruttando la leggerezza di un frugale spaghetto con tonno e pomodoro assunto a pranzo) digerisce prima e ‘ s’aribbòve’.Al 18’,su punizione di 2°per i blu,Gogò scatta su un dubbioso in linea e accorcia 4-5. A questo punto fondono due motori: quello del giallo capità a Franco Antenucci dei blu(62 primavere), che dopo l’ennesima proiezione sulla fascia,’accumuènze a ppèrde li’ pistùne pi la vìje, e quello del blu Mario Lemme(che ‘n’n azzècche cchiù’), che batte in testa, e una sua mancata triangolazione in disimpegno difensivo, dopo l’ennesimo cross di D’Adamo, favorisce Andrea Serafini, che segna il 4-6. Al 40’ il blu Gogò Ronzitti firma la sua quaterna con un bel gol , siglando il definitivo 5-6.
Classifica goleador(2010): 6 gol: D’Angelo 4 gol:Ronzitti G,Serafini A 3 gol: Di Blasio 2 gol: Frangione,Di Domenico 1 gol: Lemme,Cicchini,Budano,Ronzitti N,Serafini S.
I PISTONI DEL CAPITANO E LA DIFFERENZA DI GOGO’
Sabato 23 gennaio:PARTIZAN BEOGRAD 5 – CRVENA ZVEZDA 6
Arbitro Orazio Di Blasio
PARTIZAN BEOGRAD(Blu):Ronzitti L,Lemme,Ronzitti N,(2°t.D’Ermilio),Vino,Vitelli,Puddu,Soldano,Di Domenico,Ronzitti G,Fanucci,Angiolillo
CRVENA ZVEZDA(Gialli):Cicchini(30’Patriarchi,2T°Ronzitti N),Antenucci,DiMArco,DiFoglio,Patriarchi,D’Adamo,Sebastiani
D’Angelo,D’Ermilio(2T°Blu),Serafini A.
Incidente diplomatico con l’arbitraggio: il designatore Emanuele convoca Di Blasio, ma il crumiro Cinquina che si presenta al campo e rivendica ‘la fatèjjie’, viene messo in cassa integrazione. Anche Frangione arriva fuori tempo ‘Massimo’ e risale le scale. I Blu iniziano alla grande, sfruttando Gogò in perfetta forma: al 5’,infatti, difende bene col corpo la palla e, sovrastando il marcatore, s’invola e segna l’1-0.All’11’,invece approfitta di una cappellata tra il giallo D’Ermilio che di testa mette fuori causa il portiere Cicchini che, in uscita,non chiama palla: Gogò ,’a llètte arifàtte’,mette dentro ,ed è 2-0. Nel frattempo I gialli hanno buone occasioni, ma non sfruttano le folate di un ben ispirato D’Adamo sulla fascia destra. Al 20’ però suona la carica il giallo Bruno Budano, che da fuori area, stanga in rete, ed è 2-1 . Al 27’,su corner per i blu, svetta su tutti ‘lu cucciulòne’ di Mario Lemme, che segna il 3-1 , ma Andrea Serafini, su cross di D’Adamo, ristabilisce le distanze con un siluro: 3-2. Negli ultimi 15’ il portiere part-time Patriarchi respinge a suo modo due insidiose scileppe di Vitelli e di Gogò salvando miracolosamente,e al 44’ i gialli riagguantano il pareggio con un bel destro del Professore Nicola Cicchini: 3-3. Nel 2°t.il viaticaro capità a Antenucci compra per i gialli il portiere Nicola Ronzitti e vende ai blu Juary D’Ermilio. Al 7’ si sveglia dal sonno Pietro Hulk D’Angelo, che, con una delle sue tipiche progressioni sulla destra,porta in vantaggio i gialli per 3-4. Poco dopo,imbeccato da Sebastiani, segna di nuovo e si va sul 3-5. Il blu Cristiano Ronaldo Soldano incomincia a inveire perché da 60’ non ancora vede ‘ ‘gnà è fàtte la pàlle’: ma anche lui (sfruttando la leggerezza di un frugale spaghetto con tonno e pomodoro assunto a pranzo) digerisce prima e ‘ s’aribbòve’.Al 18’,su punizione di 2°per i blu,Gogò scatta su un dubbioso in linea e accorcia 4-5. A questo punto fondono due motori: quello del giallo capità a Franco Antenucci dei blu(62 primavere), che dopo l’ennesima proiezione sulla fascia,’accumuènze a ppèrde li’ pistùne pi la vìje, e quello del blu Mario Lemme(che ‘n’n azzècche cchiù’), che batte in testa, e una sua mancata triangolazione in disimpegno difensivo, dopo l’ennesimo cross di D’Adamo, favorisce Andrea Serafini, che segna il 4-6. Al 40’ il blu Gogò Ronzitti firma la sua quaterna con un bel gol , siglando il definitivo 5-6.
Classifica goleador(2010): 6 gol: D’Angelo 4 gol:Ronzitti G,Serafini A 3 gol: Di Blasio 2 gol: Frangione,Di Domenico 1 gol: Lemme,Cicchini,Budano,Ronzitti N,Serafini S.
Qui dove il "loglio" non attacca.
Dio c’è, e se non c’è, ci sarà. Se ci sarà, vuol dire che già c’è. Credo nel Paradiso ma sono così curioso e attaccato alla vita che mi piacerebbe esistesse la possibilità di reincarnazione, per vivere anche esperienze future. E poi, sono così entusiasta della “mia” vita, che spero sia valida la teoria nietzschiana dell’eterno ritorno, poiché anche nelle negatività, quasi sempre, trovo il lato positivo. Tutta questa “filosofia” per rispondere ad un “tale” che si firma: “Un vastese che ti vuole bene”, in una lettera inviatami l’otto gennaio ma che ho ricevuto solo la scorsa settimana.
Vedi caro “vastese che mi vuole bene” io firmo tutto quello che faccio, non per presunzione (forse anche), ma per assunzione di responsabilità. Tu invece, che hai passato il periodo natalizio a scrivermi una lettera, non hai avuto il coraggio di firmarla, preferendo la forma “anonima”. Anonima come te, nonostante la carica che ricopri, perché ti conosco bene. Sei la persona più falsa e viscida che esiste nell’universo ed oltre. Io ho detto e scritto di te quello che pensavo, guardando negli occhi l’interlocutore e firmando quanto asserito. Tu non hai questo coraggio, perché sai che le tue sono solo calunnie. La prossima volta dai concretezza ai tuoi pensieri e mettici la faccia …. Se ce l’hai.
Non vado oltre.
Francescopaolo D’Adamo, Uomo per nascita, Architetto per titolo e “Vastarolo” per vanto.
Vasto nostra, Vasto ...
Confesso
Nel tempo dell’età matura si prende a parlare, si dice, “da soli”, in realtà a se stessi. O meglio: con la propria anima, sostrato di ciò che vi è innato e di ciò che vi si è depositato nel tempo passato. Io morirò ancora chiedendomi se, come ebbe a dire Calderòn de La Barca, “La vida es sueño” ( e doverlo ammetterlo sicuramente è un dramma per chi dice di avere solo certezze, ...anche se varie e variabili).
Di certo sono molti a fare una certa confusione tra il sogno e la realtà. Ma se vogliamo lasciare la dimensione poetica, pur restanto in letteratura, forse la vita può definirsi una Rappresentazione, di sè e del mondo che ci circonda. Se poi vogliamo riferirci alla vita politica, o a quella attività che alcuni desiderano fare sentendosi attori della propria esistenza e per (soprattutto) quella degli altri, tralasciando le altre forme teatrali più serie e talvolta tragiche, la potremmo definire una Commedia, dove il gioco delle parti e i ruoli sono in genere prestabiliti e, pure nel cambiamento dei nomi usati o nel camuffamento giocoso o proditorio di attegiamenti e panni, rientra pur sempre in un canovaccio noto e risaputo. Dalle nostre parti poi il concetto di commedia, a dire dei nostri padri, ha una valenza tutt’altro che positiva. “Non fare la commedia!” è, o era, un invito a essere o fare “la persona seria”, quella che non gioca, nè con le parole e nè con gli altri; a dare senso comune a quel che si dice, a distinguere – quanto meno – il momento del gioco e della burla da quello del non confondere, come nel Vasto successe un tempo, ...l’olio dal loglio. Io che per una vita ho amato e praticato le “lettere”, antiche e moderne, la fantasia e la creatività, dovrei apprezzare e ben considerare, sia pure in altro contesto, sia pure in politica, l’arte di re-inventarsi di continuo, di riproporsi diversi (quand’anche uguali) all’elettorato.
Succede nel Guasto nostro, di continuo e ancora (sapete la gente vuole trastullarsi con le rappresentazioni, per battere le mani, per fischiare, per mandare tutti al diavolo quando capisce - spesso solo dopo - che non era per ridere...). Succede altrove e per ogni dove, ma soprattutto da noi. Basta una parola o due, e tutto (dice che) cambia.
Non cambia Vasto? Allora cambiamo noi: non più di qua, ma di là, anzi no, noi “stiamo al centro”. Vasto al Centro, Vasto Noi! Vasto non senza di noi. Ciascuno per sè, ma Insieme per Vasto. Per Vasto: uguali e pur diversi, sempre. Vasto nostra, Vasto...
Anima mia, è una Commedia questa che mi ha stancato. Letteratura o politica che la si voglia dire, francamente, neppure mi diverte più.
Confesso.
Giuseppe F. Pollutri, gennaio 2010
Nel tempo dell’età matura si prende a parlare, si dice, “da soli”, in realtà a se stessi. O meglio: con la propria anima, sostrato di ciò che vi è innato e di ciò che vi si è depositato nel tempo passato. Io morirò ancora chiedendomi se, come ebbe a dire Calderòn de La Barca, “La vida es sueño” ( e doverlo ammetterlo sicuramente è un dramma per chi dice di avere solo certezze, ...anche se varie e variabili).
Di certo sono molti a fare una certa confusione tra il sogno e la realtà. Ma se vogliamo lasciare la dimensione poetica, pur restanto in letteratura, forse la vita può definirsi una Rappresentazione, di sè e del mondo che ci circonda. Se poi vogliamo riferirci alla vita politica, o a quella attività che alcuni desiderano fare sentendosi attori della propria esistenza e per (soprattutto) quella degli altri, tralasciando le altre forme teatrali più serie e talvolta tragiche, la potremmo definire una Commedia, dove il gioco delle parti e i ruoli sono in genere prestabiliti e, pure nel cambiamento dei nomi usati o nel camuffamento giocoso o proditorio di attegiamenti e panni, rientra pur sempre in un canovaccio noto e risaputo. Dalle nostre parti poi il concetto di commedia, a dire dei nostri padri, ha una valenza tutt’altro che positiva. “Non fare la commedia!” è, o era, un invito a essere o fare “la persona seria”, quella che non gioca, nè con le parole e nè con gli altri; a dare senso comune a quel che si dice, a distinguere – quanto meno – il momento del gioco e della burla da quello del non confondere, come nel Vasto successe un tempo, ...l’olio dal loglio. Io che per una vita ho amato e praticato le “lettere”, antiche e moderne, la fantasia e la creatività, dovrei apprezzare e ben considerare, sia pure in altro contesto, sia pure in politica, l’arte di re-inventarsi di continuo, di riproporsi diversi (quand’anche uguali) all’elettorato.
Succede nel Guasto nostro, di continuo e ancora (sapete la gente vuole trastullarsi con le rappresentazioni, per battere le mani, per fischiare, per mandare tutti al diavolo quando capisce - spesso solo dopo - che non era per ridere...). Succede altrove e per ogni dove, ma soprattutto da noi. Basta una parola o due, e tutto (dice che) cambia.
Non cambia Vasto? Allora cambiamo noi: non più di qua, ma di là, anzi no, noi “stiamo al centro”. Vasto al Centro, Vasto Noi! Vasto non senza di noi. Ciascuno per sè, ma Insieme per Vasto. Per Vasto: uguali e pur diversi, sempre. Vasto nostra, Vasto...
Anima mia, è una Commedia questa che mi ha stancato. Letteratura o politica che la si voglia dire, francamente, neppure mi diverte più.
Confesso.
Giuseppe F. Pollutri, gennaio 2010
La prima sconfitta di ... Eliana Menna & C.
Sulle primarie in Puglia, vinte da Vendola, Antonio Di Pietro, tra l'altro, dice:
" .... Per la Puglia è in ballo il futuro della regione: da una parte la privatizzazione dell’acqua, la costruzione di centrali nucleari, la petrolizzazione ed ogni altra usurpazione del territorio voluta dal centrodestra che in campagna elettorale si fingerà sensibile a questi temi, salvo poi chinare, in caso di vittoria, il capo ai diktat di Roma; dall’altra un uomo che la Puglia ha dimostrato di portarla nel cuore e di essere dalla parte dei pugliesi, anche se è stato tradito da alcuni compagni di viaggio."
Per me il paragone, almeno nella parte finale, è facile.
" .... Per la Puglia è in ballo il futuro della regione: da una parte la privatizzazione dell’acqua, la costruzione di centrali nucleari, la petrolizzazione ed ogni altra usurpazione del territorio voluta dal centrodestra che in campagna elettorale si fingerà sensibile a questi temi, salvo poi chinare, in caso di vittoria, il capo ai diktat di Roma; dall’altra un uomo che la Puglia ha dimostrato di portarla nel cuore e di essere dalla parte dei pugliesi, anche se è stato tradito da alcuni compagni di viaggio."
Per me il paragone, almeno nella parte finale, è facile.
sabato 23 gennaio 2010
Una lettera a Palomba ... presuntuosamente.
Gentile Consigliere Regionale
Non posso negare che mi ha dato una sensazione di “sadico” piacere il timido saluto che mi ha rivolto a Chieti, in occasione dell’ultimo incontro IdV. Vede egregio Consigliere Regionale, io avverto un certo disagio in lei e in chi mi ha sostituito nella Giunta Municipale di Vasto. Potrà dirmi che non è vero ma, si guardi dentro, non si può mentire a se stessi.
Pensavate che io fossi legato alla poltrona e che una volta sottrattami questa, avrei vomitato veleno su di lei o appiccato fuoco e fiamme su Italia dei Valori, uscendone, come altri usano fare in questo periodo. Invece no, sono rimasto in attesa. Osservando il vostro comportamento, valutando, se ancora fosse necessario, le vostre capacità.
Vede egregio signor Palomba, tutti si lamentano, tutti si danno da fare, molti per migliorare la situazione politica, altri quella amministrativa, altri ancora, troppi, solo per apparire. Non voglio pensare altro. I risultati per alcuni sono ottimi, per altri soddisfacenti, per altri ancora disastrosi. Questi ultimi, potranno “comprare” articoli o pagine sui giornali ma … non potranno mentire a se stessi. Quando chiesi di essere candidato alle “regionali” lei sa che lo feci, perché ritenevo che, la mia Città, Vasto, avesse bisogno di un “lottatore” in regione. Quando la candidatura mi è stata negata, per darle una mano, le chiesi: “vorrei solo una motivazione che mi metta in condizione di invitare ai miei concittadini, dopo il “caso” Lapenna, a votare per un altro candidato non di Vasto”. Non ebbi risposta e continuai la mia campagna elettorale a favore di IdV, indicando vari candidati, a seconda della circostanza. Nessuno e ribadisco nessuno, può negare il mio impegno, tanto che cosciente della forza del partito e se permette, anche della mia immagine, successivamente, accettai la candidatura alle provinciali. Tale candidatura, per la quale segnalai altre persone al mio posto, non mi interessava affatto, poiché, come detta lo statuto del “nostro” partito, le cariche non sono cumulabili, quindi, se eletto, avrei dovuto scegliere. Lei sa che io sono per il totale rispetto delle regole, quando queste sono chiare, così come sa che io avrei scelto di restare dove avrei potuto meglio esprimere le mie capacità. Avrei scelto di restare Assessore a Vasto.
Su Eliana Menna, ribadisco ancora che, per me, non era il momento giusto di candidarla e che in quella occasione ci ha fatto perdere molte preferenze. Ma questa è un’altra storia. Dei miei 856 voti, presi solo contro tutti, con l’ausilio di una semplice bicicletta e due amici, non posso che esserne fiero. Si potrà contestare quanto dico, ma non si potrà mentire a se stessi.
Gentile Consigliere regionale, ho letto un articolo su “Il Messaggero”: Comune di Vasto, le indicazioni del sindaco Lapenna. Scorrendo il pezzo si legge: “ … Al primo cittadino, per l’occasione affiancato dai consiglieri regionali Tagliente, Prospero e Argirò … “ Mi scusi signor Palomba, ma lei non è consigliere regionale (di centro sinistra) eletto a Vasto? Non doveva essere lei ad affiancare il primo cittadino vastese? Questo intendevo dire quando volevo un “Vastarolo” alla regione, uno che, magari assieme a Tagliente, Prospero ed Argirò, si “battesse” per Vasto. Ma lei dov’è? Forse ad organizzare manifestazioni come quella di domenica 27 dicembre 2009 alla stazione ferroviaria Vasto San Salvo? Dai giornali ho letto che è stata una eccellente operazione ma … non si può mentire a se stessi.
Vede caro Paolo Palomba, uno come me ha avuto tutto da perdere “offrendosi” alla politica. Ha perso lavoro, ha perso clienti, ha perso anche molti amici, perché aveva preso molto, troppo seriamente il compito che si era dato. Una delle cose che mi ha fatto capire questa situazione e procurato anche molta gioia, è stata una frase della mia seconda figlia, che alla fine dell’estate, mi ha detto: “Papà! Finalmente sei tornato ad essere te stesso”.
Per quale ragione una persona che, come me, si dedica alla sua città, senza chiedere nient’altro che il riconoscimento per il suo impegno, dovrebbe continuare a farlo, visto il trattamento riservatogli? Eppure le motivazioni ci sono e sono tante. Io tutti i giorni parlo con la gente, quella disinteressata e quella interessata. La distinzione e facile. Parlo con la gente che ti incita e ti apprezza, e quella che ti prende in giro, la distinzione è facile. Certo è anche “gustoso” essere chiamato Assessore, cosciente di aver agito bene. Lo è molto meno quando ciò non è avvenuto. Si può negare pubblicamente di aver sbagliato, ci si può vantare di cose mai fatte, forse qualcuno crederà, ma non si può mentire a se stessi. Io sono orgoglioso di ciò che ho fatto e non cambio marciapiede quando incontro la gente. La verità, signori! La verità. Non mento a me stesso anzi, mi rimprovero di non aver potuto fare di più.
Vedi caro Paolo, se io fossi Peppino Forte, avrei iniziato questa lettera dicendo:”non avrei mai pensato di dover impegnare parte del mio tempo per scriverti questa lettera”. Per fortuna non sono come colui che, pur sapendo che io ero inviso al sindaco perché invitavo i vastesi a votare “Forte” alle amministrative (unica occasione in cui ho contravvenuto alle direttive dell’IdV), non ha preso alcun tipo di posizione contro la decisione, determinata da Lapenna già dal primo momento della mia elezione, di togliermi la carica di Assessore, tra l’altro scaricando le colpe sul partito che non mi ha difeso. Io caro Paolo ti scrivo per parteciparti la mia “sardonica” gioia, per quel timido saluto che mi hai rivolto, perché presuntuosamente, ritengo che tu e gli altri abbiate bisogno di me, mentre io non ho bisogno di voi. Dieci minuti dopo la mia sostituzione in giunta, ho fondato un circolo, aperto un blog, aperto un sito internet, realizzato un format, scritto centinaia di articoli e tanto altro. Sei tu che hai bisogno di me.
Può sembrare arroganza la mia ma non lo è. Ti sto offrendo l’opportunità di chiamarmi e discutere del futuro. Questo si fa solo con gli amici. Negli ultimi tempi mi sono riconosciuto molto nelle scelte di Italia dei Valori nazionale. Poco in quella regionale (Carlo è un discorso a parte). Per niente in quella locale. Tuttavia ritengo che IdV sia una espressione importante della politica attuale. Una distinzione dal resto della politica. Quella distinzione che, a suo tempo, mi ha convinto a scendere nell’arena. Per IdV mi sono distaccato dal mio primo amore (politico) il Partito Radicale, perché nel partito di Di Pietro vedevo una evoluzione che però sarebbe troppo lungo spiegarti in questa sede.
Come vedi ho finito la lettera dandoti del tu, non per sommergerti in “tonnellate di miele” ma per darti l’opportunità di recuperare, se non un amico, un collaboratore importante. Se lo credi utile, conosci i miei numeri, sai dove trovarmi.
Come dici tu un abbraccio.
Non posso negare che mi ha dato una sensazione di “sadico” piacere il timido saluto che mi ha rivolto a Chieti, in occasione dell’ultimo incontro IdV. Vede egregio Consigliere Regionale, io avverto un certo disagio in lei e in chi mi ha sostituito nella Giunta Municipale di Vasto. Potrà dirmi che non è vero ma, si guardi dentro, non si può mentire a se stessi.
Pensavate che io fossi legato alla poltrona e che una volta sottrattami questa, avrei vomitato veleno su di lei o appiccato fuoco e fiamme su Italia dei Valori, uscendone, come altri usano fare in questo periodo. Invece no, sono rimasto in attesa. Osservando il vostro comportamento, valutando, se ancora fosse necessario, le vostre capacità.
Vede egregio signor Palomba, tutti si lamentano, tutti si danno da fare, molti per migliorare la situazione politica, altri quella amministrativa, altri ancora, troppi, solo per apparire. Non voglio pensare altro. I risultati per alcuni sono ottimi, per altri soddisfacenti, per altri ancora disastrosi. Questi ultimi, potranno “comprare” articoli o pagine sui giornali ma … non potranno mentire a se stessi. Quando chiesi di essere candidato alle “regionali” lei sa che lo feci, perché ritenevo che, la mia Città, Vasto, avesse bisogno di un “lottatore” in regione. Quando la candidatura mi è stata negata, per darle una mano, le chiesi: “vorrei solo una motivazione che mi metta in condizione di invitare ai miei concittadini, dopo il “caso” Lapenna, a votare per un altro candidato non di Vasto”. Non ebbi risposta e continuai la mia campagna elettorale a favore di IdV, indicando vari candidati, a seconda della circostanza. Nessuno e ribadisco nessuno, può negare il mio impegno, tanto che cosciente della forza del partito e se permette, anche della mia immagine, successivamente, accettai la candidatura alle provinciali. Tale candidatura, per la quale segnalai altre persone al mio posto, non mi interessava affatto, poiché, come detta lo statuto del “nostro” partito, le cariche non sono cumulabili, quindi, se eletto, avrei dovuto scegliere. Lei sa che io sono per il totale rispetto delle regole, quando queste sono chiare, così come sa che io avrei scelto di restare dove avrei potuto meglio esprimere le mie capacità. Avrei scelto di restare Assessore a Vasto.
Su Eliana Menna, ribadisco ancora che, per me, non era il momento giusto di candidarla e che in quella occasione ci ha fatto perdere molte preferenze. Ma questa è un’altra storia. Dei miei 856 voti, presi solo contro tutti, con l’ausilio di una semplice bicicletta e due amici, non posso che esserne fiero. Si potrà contestare quanto dico, ma non si potrà mentire a se stessi.
Gentile Consigliere regionale, ho letto un articolo su “Il Messaggero”: Comune di Vasto, le indicazioni del sindaco Lapenna. Scorrendo il pezzo si legge: “ … Al primo cittadino, per l’occasione affiancato dai consiglieri regionali Tagliente, Prospero e Argirò … “ Mi scusi signor Palomba, ma lei non è consigliere regionale (di centro sinistra) eletto a Vasto? Non doveva essere lei ad affiancare il primo cittadino vastese? Questo intendevo dire quando volevo un “Vastarolo” alla regione, uno che, magari assieme a Tagliente, Prospero ed Argirò, si “battesse” per Vasto. Ma lei dov’è? Forse ad organizzare manifestazioni come quella di domenica 27 dicembre 2009 alla stazione ferroviaria Vasto San Salvo? Dai giornali ho letto che è stata una eccellente operazione ma … non si può mentire a se stessi.
Vede caro Paolo Palomba, uno come me ha avuto tutto da perdere “offrendosi” alla politica. Ha perso lavoro, ha perso clienti, ha perso anche molti amici, perché aveva preso molto, troppo seriamente il compito che si era dato. Una delle cose che mi ha fatto capire questa situazione e procurato anche molta gioia, è stata una frase della mia seconda figlia, che alla fine dell’estate, mi ha detto: “Papà! Finalmente sei tornato ad essere te stesso”.
Per quale ragione una persona che, come me, si dedica alla sua città, senza chiedere nient’altro che il riconoscimento per il suo impegno, dovrebbe continuare a farlo, visto il trattamento riservatogli? Eppure le motivazioni ci sono e sono tante. Io tutti i giorni parlo con la gente, quella disinteressata e quella interessata. La distinzione e facile. Parlo con la gente che ti incita e ti apprezza, e quella che ti prende in giro, la distinzione è facile. Certo è anche “gustoso” essere chiamato Assessore, cosciente di aver agito bene. Lo è molto meno quando ciò non è avvenuto. Si può negare pubblicamente di aver sbagliato, ci si può vantare di cose mai fatte, forse qualcuno crederà, ma non si può mentire a se stessi. Io sono orgoglioso di ciò che ho fatto e non cambio marciapiede quando incontro la gente. La verità, signori! La verità. Non mento a me stesso anzi, mi rimprovero di non aver potuto fare di più.
Vedi caro Paolo, se io fossi Peppino Forte, avrei iniziato questa lettera dicendo:”non avrei mai pensato di dover impegnare parte del mio tempo per scriverti questa lettera”. Per fortuna non sono come colui che, pur sapendo che io ero inviso al sindaco perché invitavo i vastesi a votare “Forte” alle amministrative (unica occasione in cui ho contravvenuto alle direttive dell’IdV), non ha preso alcun tipo di posizione contro la decisione, determinata da Lapenna già dal primo momento della mia elezione, di togliermi la carica di Assessore, tra l’altro scaricando le colpe sul partito che non mi ha difeso. Io caro Paolo ti scrivo per parteciparti la mia “sardonica” gioia, per quel timido saluto che mi hai rivolto, perché presuntuosamente, ritengo che tu e gli altri abbiate bisogno di me, mentre io non ho bisogno di voi. Dieci minuti dopo la mia sostituzione in giunta, ho fondato un circolo, aperto un blog, aperto un sito internet, realizzato un format, scritto centinaia di articoli e tanto altro. Sei tu che hai bisogno di me.
Può sembrare arroganza la mia ma non lo è. Ti sto offrendo l’opportunità di chiamarmi e discutere del futuro. Questo si fa solo con gli amici. Negli ultimi tempi mi sono riconosciuto molto nelle scelte di Italia dei Valori nazionale. Poco in quella regionale (Carlo è un discorso a parte). Per niente in quella locale. Tuttavia ritengo che IdV sia una espressione importante della politica attuale. Una distinzione dal resto della politica. Quella distinzione che, a suo tempo, mi ha convinto a scendere nell’arena. Per IdV mi sono distaccato dal mio primo amore (politico) il Partito Radicale, perché nel partito di Di Pietro vedevo una evoluzione che però sarebbe troppo lungo spiegarti in questa sede.
Come vedi ho finito la lettera dandoti del tu, non per sommergerti in “tonnellate di miele” ma per darti l’opportunità di recuperare, se non un amico, un collaboratore importante. Se lo credi utile, conosci i miei numeri, sai dove trovarmi.
Come dici tu un abbraccio.
Concordo pienamente ...
Un commento su Noi vastesi, sull'incontro IdV di ieri sera:
Marino ha detto...
Strano che "archidadamo" - uno che non si sottrae - non ne parli affatto nel suo blog. Eppure per l'Idv di Vasto non si può dire che non rappresenti qualcosa e qualcuno...
Inoltre, perchè questo Mascitelli pensa di poter (pure lui) imporre a Vasto i suoi diktat e i suoi fedeli uomini?
Ma è sicuro questo coordinatore regionale che chi vota IDV a Vasto voglia ancora farsi rappresentare da un sindaco dello sfasciato PD?
C'è da augurarsi che a Vasto, vastesi di qualsiasi idea, non si facciano più dettare niente e nessuno per le proprie Istituzioni. Vasto non ha bisogno di Padrini!
... Tuttavia ci sono ancora margini. Comunque, se dovessi ricandidarmi, non sono disposto a partire sconfitto, anzi.
Marino ha detto...
Strano che "archidadamo" - uno che non si sottrae - non ne parli affatto nel suo blog. Eppure per l'Idv di Vasto non si può dire che non rappresenti qualcosa e qualcuno...
Inoltre, perchè questo Mascitelli pensa di poter (pure lui) imporre a Vasto i suoi diktat e i suoi fedeli uomini?
Ma è sicuro questo coordinatore regionale che chi vota IDV a Vasto voglia ancora farsi rappresentare da un sindaco dello sfasciato PD?
C'è da augurarsi che a Vasto, vastesi di qualsiasi idea, non si facciano più dettare niente e nessuno per le proprie Istituzioni. Vasto non ha bisogno di Padrini!
... Tuttavia ci sono ancora margini. Comunque, se dovessi ricandidarmi, non sono disposto a partire sconfitto, anzi.
venerdì 22 gennaio 2010
Io non mi in ... Grippo.
Già nel 1981, chiedevo l'applicazione della regola:
"Qualche volta è necessario educare i cittadini al rispetto delle regole, invitandoli a spostare la macchina, prima di ricorrere alle sanzioni. Anche perché di parcheggi, specie in centro, ce ne sono pochi ed il multipiano di via Foscolo sarà pronto solo per marzo".
Allora abitavo sopra al Cinema Globo. Venivano al cinema da ogni dove e parcheggiavano come volevano. Il vigile, quando chiesi perchè avevano multato me (sarebbe lungo spiegare perchè) e non altri targati CB, mi rispose: "questi vengono da Termoli, pagano il cinema, probabilmente andranno a mangiare una pizza, non posso far loro anche una multa". Allora non capivo che questo vigile voleva inoraggiare il turismo e mi lamentai (correttamente). Perchè io, residente, dovevo pagare la multa mentre gli altri il cinema e la pizza? Dopo aver correttamente pagato la multa, incollai la ricevuta sul vetro, vicino al bollo.
Ho ritrovato la ricevuta per caso.
giovedì 21 gennaio 2010
Cunsejje.
Chi fi, pert ?
Sci !
E n’do vi ?
A Perth.
E ci da rimanà ?
None! Ariving.
Sind’ a mma! Ci da rimanà.
Scimbìse! … e tinete ‘ndurne si quattre magnapène.
Sci !
E n’do vi ?
A Perth.
E ci da rimanà ?
None! Ariving.
Sind’ a mma! Ci da rimanà.
Scimbìse! … e tinete ‘ndurne si quattre magnapène.
… e intanto il sindaco se ne sta al mare a Perth.
Certo che non finirò mai di stupirmi! Pur sapendo di dover partire, il sindaco ed i suoi amici vacanzieri, hanno approvato discutibili provvedimenti: le norme che dettano le distanze degli edifici dalle strade, la nomina di Dirigenti nei vari settori municipali, la presa di posizione “tardiva” sulla cava di sabbia a largo della costa di Vasto e la situazione della Polizia Urbana. Il sindaco, accompagnato dal presidente del consiglio comunale e d altri “amici” è … scappato, cosciente che il tempo spegne le polemiche ed al suo ritorno troverà altre … stupidaggini da fare.
Meno male che ci pensa il suo “pupillo” a distogliere i vastesi dalla possibilità di accorgersi dei veri problemi. Basta inventarsi una storiella come quella di una multa e attaccare il comandante della Polizia Municipale. Si parla di una multa, se reale, comminata da un ausiliario del traffico e non da un vigile ma tanto basta per avere titoloni sui giornali e non far pensare allo scandalo del “passo indietro”, commesso dall’Amministrazione Comunale, sulle distanze degli edifici di nuova costruzione dalla strada. E va bene! inutile dilungarsi … as time goes by.
Meno male che ci pensa il suo “pupillo” a distogliere i vastesi dalla possibilità di accorgersi dei veri problemi. Basta inventarsi una storiella come quella di una multa e attaccare il comandante della Polizia Municipale. Si parla di una multa, se reale, comminata da un ausiliario del traffico e non da un vigile ma tanto basta per avere titoloni sui giornali e non far pensare allo scandalo del “passo indietro”, commesso dall’Amministrazione Comunale, sulle distanze degli edifici di nuova costruzione dalla strada. E va bene! inutile dilungarsi … as time goes by.
All'ombra dei Cipressi
Il bando di concorso per la dirigenza del Settore Urbanistico del comune di Vasto, prevedeva il titolo specifico di Architetto o Ingegnere. A seguito del concorso fu scelto il bravo Architetto Alessandro Cipressi. Ora quel posto da Dirigente è stato “riaffidato” all’Avvocato Alfonso Mercogliano. Premetto che conosco, Alfonso Mercogliano dalla nascita e conosco bene le sue qualità e le sue capacità. Tuttavia mi chiedo: “se il concorso prevedeva uno specifico titolo professionale, Architetto o Ingegnere, perché il settore è stato riaffidato ad un Avvocato?” Si poteva già da prima, lasciare l’incarico a Mercogliano, senza la farsa di un concorso che non si è capito a cosa sia servito. Non voglio credere a quanto, cittadini maliziosi, mi hanno più volte esternato. Inoltre, se non erro, per l'occasione erano stati acquisiti diversi curricula (compreso il mio beninteso). Allora la mia domanda è: “come mai non è stato nominato un altro dei aspiranti? Vuol dire forse che i restanti candidati sono stati ritenuti non all'altezza? Eppure c'erano fior di nomi. Oppure vuol dire che le altre candidature non vanno bene per qualche motivo ancora da specificare?” Comunque la si voglia girare, questa situazione è ben lungi dall'esser chiara, e sa tanto di presa in giro. A meno che, non si sia legittimamente ritenuto che il comune di Vasto ha avuto bisogno di un dirigente all'urbanistica Ingegnere o Architetto per … 2 mesi. Ma anche questo nel concorso non c'era scritto, o forse si, l’incarico era “a tempo determinato”.
mercoledì 20 gennaio 2010
Caro Antonino, ti sento ... "bentonico"
Risposta a Walter Caporale
Ho letto l'intervento del Consigliere regionale d'Abruzzo dei Verdi Walter Caporale riguardo al ripascimento delle coste Abruzzesi e capisco perché il nostro Partito in Abruzzo è ridotto in questi termini, numerici e politici. Non ho mai letto in vita mia tante inesattezze e mistificazioni, peraltro non suffragate da nessun dato, sia esso scientifico o meno.
Il Consigliere Caporale nel suo intervento conferma per iscritto di non avere in mano alcuna informazione diretta. Quindi di che cosa parla? Su quale dato poggia il suo terrorismo mediatico quando afferma che:"la riserva di Punta Aderci è destinata forse a subire più di altre zone costiere l'impatto di cave sottomarine." Forse evoca la recondita possibilità di vedere torme di muratori inferociti in manica di canottiera con pala, piccone e carriola annessa, quando parla di cava sottomarina?
Siamo nella fase esecutiva del progetto, si parte tra 20 giorni, ed il Consigliere Caporale confessa pubblicamente di non saperne niente. Eppure dispensa comunicati stampa sull'argomento. Che cosa ci sta a fare in Regione visto che il progetto risale al 2002 quand'egli era Consigliere di maggioranza e allora poteva esprimere la sua contrarietà?
Un consiglio al collega di Partito Walter Caporale: la prossima volta prima di intervenire, si documenti meglio. I documenti ci sono, basta chiederli e visionarli. E questa è appunto una delle prerogative che ha un Consigliere regionale. In caso contrario ci si può sempre rivolgere alla magistratura. Ma anche questo, non mi sembra che sia stato fatto, quindi!
Vorrei inoltre rammentargli, che egli non è il proprietario ma solamente l'azionista di maggioranza pro-tempore del Partito dei Verdi in Abruzzo. Quel Partito che con pervicacia ha distrutto e ridotto ad una conduzione e condizione familiare.
Consiglio all'esimio collega di Partito, prima di concludere, di togliere lo stemma di Sinistra Democratica dal suo Blog. Solo per una questione di correttezza, verso tutti. Giacchè al congresso di Fiuggi ha scelto (in extremis) di votare la mozione Bonelli pur essendo firmatario della mozione Francescato. Atti politici come questo, tratteggiano un uomo.
20 Gennaio 2010 Verdi Vasto
Antonino Spinnato
Ho letto l'intervento del Consigliere regionale d'Abruzzo dei Verdi Walter Caporale riguardo al ripascimento delle coste Abruzzesi e capisco perché il nostro Partito in Abruzzo è ridotto in questi termini, numerici e politici. Non ho mai letto in vita mia tante inesattezze e mistificazioni, peraltro non suffragate da nessun dato, sia esso scientifico o meno.
Il Consigliere Caporale nel suo intervento conferma per iscritto di non avere in mano alcuna informazione diretta. Quindi di che cosa parla? Su quale dato poggia il suo terrorismo mediatico quando afferma che:"la riserva di Punta Aderci è destinata forse a subire più di altre zone costiere l'impatto di cave sottomarine." Forse evoca la recondita possibilità di vedere torme di muratori inferociti in manica di canottiera con pala, piccone e carriola annessa, quando parla di cava sottomarina?
Siamo nella fase esecutiva del progetto, si parte tra 20 giorni, ed il Consigliere Caporale confessa pubblicamente di non saperne niente. Eppure dispensa comunicati stampa sull'argomento. Che cosa ci sta a fare in Regione visto che il progetto risale al 2002 quand'egli era Consigliere di maggioranza e allora poteva esprimere la sua contrarietà?
Un consiglio al collega di Partito Walter Caporale: la prossima volta prima di intervenire, si documenti meglio. I documenti ci sono, basta chiederli e visionarli. E questa è appunto una delle prerogative che ha un Consigliere regionale. In caso contrario ci si può sempre rivolgere alla magistratura. Ma anche questo, non mi sembra che sia stato fatto, quindi!
Vorrei inoltre rammentargli, che egli non è il proprietario ma solamente l'azionista di maggioranza pro-tempore del Partito dei Verdi in Abruzzo. Quel Partito che con pervicacia ha distrutto e ridotto ad una conduzione e condizione familiare.
Consiglio all'esimio collega di Partito, prima di concludere, di togliere lo stemma di Sinistra Democratica dal suo Blog. Solo per una questione di correttezza, verso tutti. Giacchè al congresso di Fiuggi ha scelto (in extremis) di votare la mozione Bonelli pur essendo firmatario della mozione Francescato. Atti politici come questo, tratteggiano un uomo.
20 Gennaio 2010 Verdi Vasto
Antonino Spinnato
In risposta alla voce del 19 gennaio.
Gentilissimo Signor Nicola Del Prete,
Le do del lei in questa occasione, poiché quello che le scrivo, per me è cosa seria. Ricorda la farsesca commedia che si è sviluppata intorno all’ignoranza di qualcuno in merito al “loglio”? Bene, per non sbagliarmi le dico che lei deve distinguere l’acqua dall’olio. Queste due sostanze, non si mescolano. Lei non può mescolare i Radicali, con i Comunisti. I Radicali sono tanto distanti dai Comunisti, quanto dai Fascisti. Il Partito Radicale, nasce da idee liberali, ispirate da persone come Benedetto Croce. Se lo faccia spiegare da Francesco Rutelli.
Probabilmente nel Lazio, Emma Bonino è stata scelta come figura “rappresentativa”, da una sinistra a pezzi, che ha bisogno di persone “capaci” ma soprattutto con un passato pulito. Una immagine inattaccabile dal punto di vista dell’impegno, della coerenza e della correttezza. Una persona con “le mani”, ma non solo quelle, pulite.
Lei, caro Del Prete, vuole che Forte e Sputore, si pongano certi problemi? Come lei, sicuramente più di lei, non distingueranno l’acqua dall’olio. Qualora dovessero parlare della Bonino, in maniera stereotipata, dimenticando l’apporto dato dal partito Radicale alla la crescita, non solo culturale, e alla libertà dell’Italia, la descriveranno come il diavolo anticlericale, la femminista con lo spinello, l’amica di … Pannella. Qui il discorso si fa lungo, allora mi limiterò a “copiare” un pensiero di Eugenio Montale:
“Dove il potere nega, in forme palesi ma anche con mezzi occulti, la vera libertà, spuntano ogni tanto uomini ispirati come Marco Pannella che seguono la posizione spirituale più difficile che una vittima possa assumere di fronte al suo oppressore: il rifiuto passivo. Soli e inermi, essi parlano anche per noi.”
Non mi metta, amico Del Prete, nella condizione di pensare che “l’idea di un percorso civico che metta insieme spiriti liberi, convintamente democratici e aperti al nuovo, senza trascurare l’esperienza di chi ha dimostrato capacità amministrativa”, nasca già con forti limiti.
Cordialità
Le do del lei in questa occasione, poiché quello che le scrivo, per me è cosa seria. Ricorda la farsesca commedia che si è sviluppata intorno all’ignoranza di qualcuno in merito al “loglio”? Bene, per non sbagliarmi le dico che lei deve distinguere l’acqua dall’olio. Queste due sostanze, non si mescolano. Lei non può mescolare i Radicali, con i Comunisti. I Radicali sono tanto distanti dai Comunisti, quanto dai Fascisti. Il Partito Radicale, nasce da idee liberali, ispirate da persone come Benedetto Croce. Se lo faccia spiegare da Francesco Rutelli.
Probabilmente nel Lazio, Emma Bonino è stata scelta come figura “rappresentativa”, da una sinistra a pezzi, che ha bisogno di persone “capaci” ma soprattutto con un passato pulito. Una immagine inattaccabile dal punto di vista dell’impegno, della coerenza e della correttezza. Una persona con “le mani”, ma non solo quelle, pulite.
Lei, caro Del Prete, vuole che Forte e Sputore, si pongano certi problemi? Come lei, sicuramente più di lei, non distingueranno l’acqua dall’olio. Qualora dovessero parlare della Bonino, in maniera stereotipata, dimenticando l’apporto dato dal partito Radicale alla la crescita, non solo culturale, e alla libertà dell’Italia, la descriveranno come il diavolo anticlericale, la femminista con lo spinello, l’amica di … Pannella. Qui il discorso si fa lungo, allora mi limiterò a “copiare” un pensiero di Eugenio Montale:
“Dove il potere nega, in forme palesi ma anche con mezzi occulti, la vera libertà, spuntano ogni tanto uomini ispirati come Marco Pannella che seguono la posizione spirituale più difficile che una vittima possa assumere di fronte al suo oppressore: il rifiuto passivo. Soli e inermi, essi parlano anche per noi.”
Non mi metta, amico Del Prete, nella condizione di pensare che “l’idea di un percorso civico che metta insieme spiriti liberi, convintamente democratici e aperti al nuovo, senza trascurare l’esperienza di chi ha dimostrato capacità amministrativa”, nasca già con forti limiti.
Cordialità
Caro Senatore Mascitelli, in mano a chi hai messo Vasto!
"Qualche volta è necessario educare i cittadini al rispetto delle regole, invitandoli a spostare la macchina, prima di ricorrere alle sanzioni. Anche perché di parcheggi, specie in centro, ce ne sono pochi ed il multipiano di via Foscolo sarà pronto solo per marzo".
E' l'ultima citazione storica del caro assessore dell'IdV. Una dichiarazione non condivisa con altri iscritti al partito, così come non è condivisa la scelta ben più grave di riportare la distanza dei nuovi fabbricati dalle strade a 5 (cinque) metri. Dimostrando miopia e nessuna visione dello sviluppo cittadino. La città ha bisogno di servizi ed aree a parcheggio prospicenti le strade, almeno quelle principali, sono una necessità. Ai "palazzinari", questo non conviene.
P.S. Immagino il Vigile che, "qualche volta", magari perchè conosce il proprietario dell'autovettura, per insegnargli il rispetto delle regole, lo aspetti e gli chieda, la cortesia, di spostare il mezzo.
P.P.S. Anche io ho "protestato" contro un certo comportamento dei tutori del traffico. Se permettete però la mia protesta, se la vogliamo definire così, ha un'altro spessore. (Lo scappellotto. Sabato 19 dicembre 2009)
P.P.P.S. Abbiamo ammorbato la cittadinanza con questo parcheggio di via U.F. Quando sarà pronto, sarà pronto. Secondo me, il mero completamento della struttura non basta. Si devono, tra l'altro, studiare i flussi di traffico verso e da questo, altrimenti i disservizi e i disagi, saranno un problema da ... campagna elettorale.
E' l'ultima citazione storica del caro assessore dell'IdV. Una dichiarazione non condivisa con altri iscritti al partito, così come non è condivisa la scelta ben più grave di riportare la distanza dei nuovi fabbricati dalle strade a 5 (cinque) metri. Dimostrando miopia e nessuna visione dello sviluppo cittadino. La città ha bisogno di servizi ed aree a parcheggio prospicenti le strade, almeno quelle principali, sono una necessità. Ai "palazzinari", questo non conviene.
P.S. Immagino il Vigile che, "qualche volta", magari perchè conosce il proprietario dell'autovettura, per insegnargli il rispetto delle regole, lo aspetti e gli chieda, la cortesia, di spostare il mezzo.
P.P.S. Anche io ho "protestato" contro un certo comportamento dei tutori del traffico. Se permettete però la mia protesta, se la vogliamo definire così, ha un'altro spessore. (Lo scappellotto. Sabato 19 dicembre 2009)
P.P.P.S. Abbiamo ammorbato la cittadinanza con questo parcheggio di via U.F. Quando sarà pronto, sarà pronto. Secondo me, il mero completamento della struttura non basta. Si devono, tra l'altro, studiare i flussi di traffico verso e da questo, altrimenti i disservizi e i disagi, saranno un problema da ... campagna elettorale.
Chiedo asilo
Sfratto di tre sezioni dalla scuola d’infanzia del plesso Giuseppe Spataro a Vasto
Nel mese di Dicembre scorso sono stati interpellati dalla dott.ssa Maria Manso, Dirigente scolastico del I Circolo Didattico di Vasto, i genitori dei bambini delle sette sezioni della scuola per l’infanzia “S.Antonio Abate” del plesso scolastico Giuseppe Spataro.
A seguito della disponibilità da parte del Comune di tre classi della ristrutturata sede scolastica in zona S.Antonio Abate, la dott.ssa Manso ha stabilito che la II, la III e la V sezione della Scuola d’infanzia del plesso Spataro andranno trasferite alla nuova sede di S.Antonio.
Questa decisione è fortemente contrasta dai genitori delle classi interessate, in quanto la proposta andava fatta eventualmente all’inizio dell’anno scolastico e non ad anno iniziato e doveva interessate tutte e sette le sezioni. Inoltre le iscrizioni dei bambini al plesso Spataro non sono certo casuali, ma fatte esplicitamente per comodità di quella sede. Pertanto solo coloro che sono interessati alla sede di S.Antonio potranno scegliere di andare, senza atti coercitivi, al termine dell’anno in corso, in modo che non si smembrino le classi e si possa proseguire serenamente l’ambito didattico di questi bambini.
Una prossimo incontro tra le parti è previsto nella mattinata di Sabato 23/01/2010, anche se la dott.ssa Manso non ha invitato il Sindaco, l’Assessore e il Dirigente preposti, come da espressa volontà dei genitori.
Vedremo come finirà la vicenda.
I genitori
Nel mese di Dicembre scorso sono stati interpellati dalla dott.ssa Maria Manso, Dirigente scolastico del I Circolo Didattico di Vasto, i genitori dei bambini delle sette sezioni della scuola per l’infanzia “S.Antonio Abate” del plesso scolastico Giuseppe Spataro.
A seguito della disponibilità da parte del Comune di tre classi della ristrutturata sede scolastica in zona S.Antonio Abate, la dott.ssa Manso ha stabilito che la II, la III e la V sezione della Scuola d’infanzia del plesso Spataro andranno trasferite alla nuova sede di S.Antonio.
Questa decisione è fortemente contrasta dai genitori delle classi interessate, in quanto la proposta andava fatta eventualmente all’inizio dell’anno scolastico e non ad anno iniziato e doveva interessate tutte e sette le sezioni. Inoltre le iscrizioni dei bambini al plesso Spataro non sono certo casuali, ma fatte esplicitamente per comodità di quella sede. Pertanto solo coloro che sono interessati alla sede di S.Antonio potranno scegliere di andare, senza atti coercitivi, al termine dell’anno in corso, in modo che non si smembrino le classi e si possa proseguire serenamente l’ambito didattico di questi bambini.
Una prossimo incontro tra le parti è previsto nella mattinata di Sabato 23/01/2010, anche se la dott.ssa Manso non ha invitato il Sindaco, l’Assessore e il Dirigente preposti, come da espressa volontà dei genitori.
Vedremo come finirà la vicenda.
I genitori
martedì 19 gennaio 2010
La prima cosa bella.
Bentonico: le dichiarazioni.
In merito al progetto di ripascimento dell'arenile di Casalbordino, fatemi capire:
Dove dice Spinnato, che è d'accordo col progetto?
Secondo me, Spinnato dice:
dal 2003 ad oggi perchè avete dormito?
Quali sono le motivazioni scientifiche che provano il danno "eventualmente" causato dal progetto?
Spinnato dice: "Le preoccupazioni degli ambientalisti e degli amanti di Punta d’Erce sono legittime".
Tuttavia, mi pare di capire, voglia evidenziare uno "strano" ritardo nella mobilitazione ed una "strana" improvvisa presa di posizione.
http://mailstore.rossoalice.alice.it/exchweb/bin/redir.asp?URL=http://www.regione.abruzzo.it/coste/dati/comuni/pdf/casalbordino.pdf
Dove dice Spinnato, che è d'accordo col progetto?
Secondo me, Spinnato dice:
dal 2003 ad oggi perchè avete dormito?
Quali sono le motivazioni scientifiche che provano il danno "eventualmente" causato dal progetto?
Spinnato dice: "Le preoccupazioni degli ambientalisti e degli amanti di Punta d’Erce sono legittime".
Tuttavia, mi pare di capire, voglia evidenziare uno "strano" ritardo nella mobilitazione ed una "strana" improvvisa presa di posizione.
http://mailstore.rossoalice.alice.it/exchweb/bin/redir.asp?URL=http://www.regione.abruzzo.it/coste/dati/comuni/pdf/casalbordino.pdf
lunedì 18 gennaio 2010
La Gazzetta de ‘ lì Scarpasciùdd ’
Dal nostro inviato Vittorio B.F. Patriarchi
Sabato 16 gennaio:
REAL SOCIEDAD - ATHLETICO BILBAO 2 – 4
arbitro sig. Loreta Renato.
REAL SOCIEDAD(Blu):
Ronzitti L,Lemme,Ronzitti N,Vino,Serafini S,Puddu,Soldano,Di Domenico,Ronzitti G,Ronzitti N,Storto.
ATHELICO BILBAO(gialli):
Ceausescu,Antenucci,DiMarco,Budano,DiFoglio,Patriarchi,D'Adamo,SerafiniA,Sebastiani,D’Angelo,Cicchini,Fanucci.
I gialli (con una persona in più)soffrono la maggiore velocità dei blu,schierati con quattro Ronzitti,ma uno dei quattro(Gogò)al 15’scappella con un retropassaggio,che innesca Pietro Hulk D’Angelo:il suo destro s’infila sul sette a sinistra,ed è 0-1. Dopo due occasioni per il blu sciupate da Gogò e Di Domenico,stavolta è il giallo Di Foglio che ‘scintilla’ un lancio per PietroD’Angelo(che di nuovo prende la pozione,diventa verde)e segna il raddoppio,esultando appunto come Hulk il terribile. A questo punto Gogò chiama i suoi riuniti a cerchio e fanno come i Blacks neozelandesi: e infatti ,palla al centro,due triangolazioni di prima e Simone Di Domenico segna facile l’1-2. Nonostante ciò, i blu continuano a tafazzarsi con reciproche accuse(addirittura un sospetto embargo sui lanci sulla fascia sinistra a danno di C.R.Soldano,che,adirato,sbraita verso il commissario Onu Vino).Nell’intervallo viene reso noto il menù C.R.S.:spaghetti spezzati in brodo(lunghezza cm.2,5 circa),lommella a fettine e tozzi di grana: mistero sulle quantità(che d’ora in poi specificheremo in Q.B.-quanto basta-).Ad inizio 2°t. i blu raggiungono il pareggio con una personale di Simone Di Domenico (2-2),ma Soldano continua ad essere snobbato dai suoi nonostante i suoi numerosi ’richiami’.E mentre Vino striglia i suoi svogliati allievi enumerando i complicati schemi del suo almanacco del calcio,Pietro Hulk D’Angelo firma la sua personale tripletta riportando in vantaggio i gialli.Poi si sveglia Andrea Serafini che,sempre braccato dal padre,fallisce in due occasioni ; anche lui vittima della macumba,’tort’ e mal’orte’ riesce a segnare al 34’ con un missile di destro.Per i blu,da annotare nel finale una clamorosa occasione per Gogò Ronzitti che ,lanciato solo davanti al portiere Johnny Tomazevski in uscita,’ nghi n’ùcchie guàrde la hàtte e ‘nghi n’àddre frìjje lu’ puàsce’, e incoccia il palo pieno.Ottimo l’arbitraggio di Loreta(forse perché,dato il freddo,indossava il cappuccio…) .Classifica goleador: 4 gol: D’Angelo 3 gol: Di Blasio ,Serafini A 2 gol: Frangione,Di Domenico 1 gol: Ronzitti N,Serafini S.
Sabato 16 gennaio:
REAL SOCIEDAD - ATHLETICO BILBAO 2 – 4
arbitro sig. Loreta Renato.
REAL SOCIEDAD(Blu):
Ronzitti L,Lemme,Ronzitti N,Vino,Serafini S,Puddu,Soldano,Di Domenico,Ronzitti G,Ronzitti N,Storto.
ATHELICO BILBAO(gialli):
Ceausescu,Antenucci,DiMarco,Budano,DiFoglio,Patriarchi,D'Adamo,SerafiniA,Sebastiani,D’Angelo,Cicchini,Fanucci.
I gialli (con una persona in più)soffrono la maggiore velocità dei blu,schierati con quattro Ronzitti,ma uno dei quattro(Gogò)al 15’scappella con un retropassaggio,che innesca Pietro Hulk D’Angelo:il suo destro s’infila sul sette a sinistra,ed è 0-1. Dopo due occasioni per il blu sciupate da Gogò e Di Domenico,stavolta è il giallo Di Foglio che ‘scintilla’ un lancio per PietroD’Angelo(che di nuovo prende la pozione,diventa verde)e segna il raddoppio,esultando appunto come Hulk il terribile. A questo punto Gogò chiama i suoi riuniti a cerchio e fanno come i Blacks neozelandesi: e infatti ,palla al centro,due triangolazioni di prima e Simone Di Domenico segna facile l’1-2. Nonostante ciò, i blu continuano a tafazzarsi con reciproche accuse(addirittura un sospetto embargo sui lanci sulla fascia sinistra a danno di C.R.Soldano,che,adirato,sbraita verso il commissario Onu Vino).Nell’intervallo viene reso noto il menù C.R.S.:spaghetti spezzati in brodo(lunghezza cm.2,5 circa),lommella a fettine e tozzi di grana: mistero sulle quantità(che d’ora in poi specificheremo in Q.B.-quanto basta-).Ad inizio 2°t. i blu raggiungono il pareggio con una personale di Simone Di Domenico (2-2),ma Soldano continua ad essere snobbato dai suoi nonostante i suoi numerosi ’richiami’.E mentre Vino striglia i suoi svogliati allievi enumerando i complicati schemi del suo almanacco del calcio,Pietro Hulk D’Angelo firma la sua personale tripletta riportando in vantaggio i gialli.Poi si sveglia Andrea Serafini che,sempre braccato dal padre,fallisce in due occasioni ; anche lui vittima della macumba,’tort’ e mal’orte’ riesce a segnare al 34’ con un missile di destro.Per i blu,da annotare nel finale una clamorosa occasione per Gogò Ronzitti che ,lanciato solo davanti al portiere Johnny Tomazevski in uscita,’ nghi n’ùcchie guàrde la hàtte e ‘nghi n’àddre frìjje lu’ puàsce’, e incoccia il palo pieno.Ottimo l’arbitraggio di Loreta(forse perché,dato il freddo,indossava il cappuccio…) .Classifica goleador: 4 gol: D’Angelo 3 gol: Di Blasio ,Serafini A 2 gol: Frangione,Di Domenico 1 gol: Ronzitti N,Serafini S.
Avatar ... nostrano
Avatar in rete, ecologisti dell’Altrove
Un Dirigente (scolastico), si sa, deve essere nel suo dire – a prescindere da quello che dice e del come – sempre autorevole. Questo Nicolangelo D’Adamo lo sa bene e – per quanto ormai un “emerito” – fa sempre del suo meglio per essere all’altezza. Anche a scapito della ragionevolezza e di cadere nel ridicolo. Oggi nel Vasto, ma non solo, si è tornati a parlare di “ripascimento” delle coste sabbiose sottoposte come quella di Casalbordino a erosioni invernali del mare. Fenomeno di per sè naturale, ma a cui l’uomo, da che mondo è mondo, per questo come per altro, cerca di porre rimedio e riparo, senza dover per questo essere accusato di voler alterare o “sconvolgere” la Natura.
Il nostro N.D’A., sicuro (perchè è sicuro) che questo non vada bene per il litorale nostrano, dopo essersi documentato scolasticamente su importanti dizionari della lingua italiana, per cominciare ci chiarisce che “ripascimento” è un termine “non censito”, sicuramente “desueto”, figuriamoci se politicamente corretto. Lui magari conosce il “pascere” (le pecore, le capre, ...i maiali al tempo delle parabole), un verbo che da noi non chiede traduzione, sicchè qualcuno nel web facilmente ha potuto rispondergli che, nel caso, “a pascere” ci vada lui, visto ch’è l’unica cosa che ritiene si possa naturalmente fare. Epperò - si diceva aulicamente un tempo - il già prof. Nicolangelo, messa a posto la cultura e da parte gli autorevoli dizionari, fa un ragionamento che merita attenzione, anche se rivela un procedimento discorsivo e mentale che nelle aule scolastiche, da quel che ricordo, poco sarebbe stato accettato.
Il suo discorso si articola sulla base dei seguenti punti fermi e consecutivi:
1. Assolutamente, questo scavo in mare, davanti alla nostra marina è sbagliata, è dannosa, è antipopolare (è politica “di destra”), e dunque: “Non s’ha da fare!”;
2. Comunque, occorre - concede il prof - che ci sia una apposita Commisione che valuti e dica ...che non va bene, o che altrimenti intervenga la magistratura;
3. Se proprio non se ne può fare a meno, ...lo si vada a fare, non qui, ma altrove!
Che dire: una logica stringente e ...razionalpolitica.
Un certo “marino” ha commentato sul blog NoiVastesi, traducendo il ben noto e famigerato “non nel mio giardino”: - Ecco: un altro esponente degli “Ecologisti dell’Altrove”. Pare surreale, ma non lo è. Succede di doverlo leggere qui nel VastoWeb, al tempo ...degli Avatar!
(G. F. Pollutri)
Un Dirigente (scolastico), si sa, deve essere nel suo dire – a prescindere da quello che dice e del come – sempre autorevole. Questo Nicolangelo D’Adamo lo sa bene e – per quanto ormai un “emerito” – fa sempre del suo meglio per essere all’altezza. Anche a scapito della ragionevolezza e di cadere nel ridicolo. Oggi nel Vasto, ma non solo, si è tornati a parlare di “ripascimento” delle coste sabbiose sottoposte come quella di Casalbordino a erosioni invernali del mare. Fenomeno di per sè naturale, ma a cui l’uomo, da che mondo è mondo, per questo come per altro, cerca di porre rimedio e riparo, senza dover per questo essere accusato di voler alterare o “sconvolgere” la Natura.
Il nostro N.D’A., sicuro (perchè è sicuro) che questo non vada bene per il litorale nostrano, dopo essersi documentato scolasticamente su importanti dizionari della lingua italiana, per cominciare ci chiarisce che “ripascimento” è un termine “non censito”, sicuramente “desueto”, figuriamoci se politicamente corretto. Lui magari conosce il “pascere” (le pecore, le capre, ...i maiali al tempo delle parabole), un verbo che da noi non chiede traduzione, sicchè qualcuno nel web facilmente ha potuto rispondergli che, nel caso, “a pascere” ci vada lui, visto ch’è l’unica cosa che ritiene si possa naturalmente fare. Epperò - si diceva aulicamente un tempo - il già prof. Nicolangelo, messa a posto la cultura e da parte gli autorevoli dizionari, fa un ragionamento che merita attenzione, anche se rivela un procedimento discorsivo e mentale che nelle aule scolastiche, da quel che ricordo, poco sarebbe stato accettato.
Il suo discorso si articola sulla base dei seguenti punti fermi e consecutivi:
1. Assolutamente, questo scavo in mare, davanti alla nostra marina è sbagliata, è dannosa, è antipopolare (è politica “di destra”), e dunque: “Non s’ha da fare!”;
2. Comunque, occorre - concede il prof - che ci sia una apposita Commisione che valuti e dica ...che non va bene, o che altrimenti intervenga la magistratura;
3. Se proprio non se ne può fare a meno, ...lo si vada a fare, non qui, ma altrove!
Che dire: una logica stringente e ...razionalpolitica.
Un certo “marino” ha commentato sul blog NoiVastesi, traducendo il ben noto e famigerato “non nel mio giardino”: - Ecco: un altro esponente degli “Ecologisti dell’Altrove”. Pare surreale, ma non lo è. Succede di doverlo leggere qui nel VastoWeb, al tempo ...degli Avatar!
(G. F. Pollutri)
L'acqua va dove va l'altra acqua.
Quando ero piccolo, mi piaceva scavare buchi nella sabbia, fino a trovare l’acqua. Mi piaceva farlo lontano dalla riva dove era necessario scavare di più. Dopo poco tempo, l’acqua stessa faceva franare la sabbia e il buco si riempiva. La brezza infine riportava la sabbia a livello e di questo buco non rimaneva traccia.
Al liceo studiai le dune. I libri dicevano che queste si formano per azione dei venti che, a seconda della direzione, formano queste collinette di sabbia. Qualora l’azione dei venti per motivi di svariato genere (esempio la costruzione di un edificio) e “costretta” a variare, la duna cambia forma, cambia dimensione o addirittura scompare.
Su un piccolo libro del dottor Gaetano Vallone, pubblicato nel marzo 1989, tra l’altro si legge: “nelle onde del mare Talete vedeva la causa dei terremoti” … “le onde come il vento, sono concausa, (non causa) dei terremoti” … “un porticciolo turistico con un molo realizzato ad occhi chiusi, come oggi si continua a fare, provoca disastri e stragi in luoghi lontani ed impensabili” e l’autore continua dicendo: “Nulla contro il turismo balneare e nautico per i suoi indubbi benefici umani, economici, tecnici ed industriali, che nessuno vuole negare, ma con l’attuale cultura esso provoca danni enormi, insospettabili, evitabili solo con una cultura diversa”.
Nel caso del ripascimento di Casalbordino e della estrazione di sabbia dall’area sottomarina antistante la costa “Vastarola” nessuno ha fornito al cittadino spiegazioni scientifiche o tecniche sull’azione da compiere, sulle modalità di esecuzione, sui vantaggi e gli svantaggi determinati dall’operazione. Ognuno può leggere dal suo punto di vista quanto annunciato e rimanere della propria idea. Ma questa idea su che basi poggia? Sulla scienza? Sulla politica? Sul campanilismo? … insomma quali sono gli argomenti per la contestazione e quali quelli a favore? Di qui il mio concordare con il pensiero del mio “nemico” Antonino Spinnato (quello che mi ha attaccato perché voglio eliminare i due pini di piazza Rossetti). Vuoi vedere che tutto questo bailamme e causato da motivazioni diverse dal vero problema? Vuoi vedere che tutti i partiti politici, ognuno a modo suo, si schiererà per un diverso motivo contro il progetto? Come dice una pubblicità: “Ti piace vincere facile?”
Purtroppo, il problema attuale è quello che quando si parla, difficilmente si trova un interlocutore che voglia ascoltare e magari controbattere le tue tesi. Quasi sempre chi hai di fronte ha una idea propria, non ascolta altre motivazioni e rimane “chiuso” nel proprio convincimento. Addirittura c’è chi ha la tua stessa visione ma ti contesta lo stesso, perché magari non sei del suo partito o per altri motivi (gelosia, invidia, rancore ecc.) salvo poi “rivendere” come propria quella visione in altra circostanza.
Io rimango dell’idea che bisognerebbe chiedere al “bentonico” se è d’accordo o meno con il ripascimento. In Olanda hanno costruito intere regioni “rubando” spazio al mare, tuttavia per la legge dei vasi comunicanti …. e poi, (solo per entrare in punta di piedi nel discorso economico) l’acqua va dove va l’altra acqua.
Al liceo studiai le dune. I libri dicevano che queste si formano per azione dei venti che, a seconda della direzione, formano queste collinette di sabbia. Qualora l’azione dei venti per motivi di svariato genere (esempio la costruzione di un edificio) e “costretta” a variare, la duna cambia forma, cambia dimensione o addirittura scompare.
Su un piccolo libro del dottor Gaetano Vallone, pubblicato nel marzo 1989, tra l’altro si legge: “nelle onde del mare Talete vedeva la causa dei terremoti” … “le onde come il vento, sono concausa, (non causa) dei terremoti” … “un porticciolo turistico con un molo realizzato ad occhi chiusi, come oggi si continua a fare, provoca disastri e stragi in luoghi lontani ed impensabili” e l’autore continua dicendo: “Nulla contro il turismo balneare e nautico per i suoi indubbi benefici umani, economici, tecnici ed industriali, che nessuno vuole negare, ma con l’attuale cultura esso provoca danni enormi, insospettabili, evitabili solo con una cultura diversa”.
Nel caso del ripascimento di Casalbordino e della estrazione di sabbia dall’area sottomarina antistante la costa “Vastarola” nessuno ha fornito al cittadino spiegazioni scientifiche o tecniche sull’azione da compiere, sulle modalità di esecuzione, sui vantaggi e gli svantaggi determinati dall’operazione. Ognuno può leggere dal suo punto di vista quanto annunciato e rimanere della propria idea. Ma questa idea su che basi poggia? Sulla scienza? Sulla politica? Sul campanilismo? … insomma quali sono gli argomenti per la contestazione e quali quelli a favore? Di qui il mio concordare con il pensiero del mio “nemico” Antonino Spinnato (quello che mi ha attaccato perché voglio eliminare i due pini di piazza Rossetti). Vuoi vedere che tutto questo bailamme e causato da motivazioni diverse dal vero problema? Vuoi vedere che tutti i partiti politici, ognuno a modo suo, si schiererà per un diverso motivo contro il progetto? Come dice una pubblicità: “Ti piace vincere facile?”
Purtroppo, il problema attuale è quello che quando si parla, difficilmente si trova un interlocutore che voglia ascoltare e magari controbattere le tue tesi. Quasi sempre chi hai di fronte ha una idea propria, non ascolta altre motivazioni e rimane “chiuso” nel proprio convincimento. Addirittura c’è chi ha la tua stessa visione ma ti contesta lo stesso, perché magari non sei del suo partito o per altri motivi (gelosia, invidia, rancore ecc.) salvo poi “rivendere” come propria quella visione in altra circostanza.
Io rimango dell’idea che bisognerebbe chiedere al “bentonico” se è d’accordo o meno con il ripascimento. In Olanda hanno costruito intere regioni “rubando” spazio al mare, tuttavia per la legge dei vasi comunicanti …. e poi, (solo per entrare in punta di piedi nel discorso economico) l’acqua va dove va l’altra acqua.
Situazione del cactus.
Qualche tempo fa a Chieti in un incontro dell’IdV, ho trovato interessante, una pianta ornamentale, posta all’ingresso dell’albergo dove si teneva l’importante appuntamento politico. Un cactus alto circa 3 metri.
Il cactus, è solo il caso di ricordare, è una pianta spinosa che cresce nelle zone aride.
La curiosità che mi ha colpito però, non sta tanto nella collocazione di una pianta di questo tipo nel luogo di accoglienza di una conferenza dell’Italia dei Valori, cosa che già potrebbe lasciare spazio a metafore, bensì ad un cartellino posto sulla pianta stessa. Questo cartellino invitava a “non toccare”.
Già il numero di allegorie, che vengono in mente all'osservatore di un elemento bislungo come quel cactus, è alto, quel cartellino ne aggiunge altre.
Chi potrebbe aver voglia di toccare quella pianta, considerate le spine che la ricoprono?
Puntualmente da egocentrico quale io sono, ho pensato ad immedesimarmi nella parte, e come avrebbe fatto Zelig (quello del film di Woody Allen) mi sono sentito una enorme “supposta spinosa” e mi sono chiesto: “perché invitano a non toccarmi?” eppure il cactus … (vedi Wikipedia).
domenica 17 gennaio 2010
"Bentonico",ì ... ben fatto ?
Prelievo di sabbia in accumulo e ripascimento del litorale di Casalbordino. Un’opera necessaria che ha il veto solamente dei ciechi.
Il Sindaco Luciano Lapenna spesso utilizza un esperto a sostegno delle sue tesi. Così è stato per il piano del centro storico (Cervellati), così per le dune di Vasto Marina (un Biologo della Cogecstre), cooperativa a cui è stata affidata la gestione delle due riserve (alla faccia del conflitto di interessi). Così è stato per la questione del ripascimento del litorale di Casalbordino previo prelevamento della sabbia al largo di Punta D’Erce (Prof. Stoppa). Si utilizza la figura dell’esperto che è abbastanza persuasiva, rappresentando il mondo della “scienza”, che si intende come fonte di verità oggettiva.
Ho ascoltato su You Tube le considerazione del Prof. Stoppa e ne traggo la conclusione che l’intervento si è rivelato un buco nell’acqua per i catastrofisti che cercavano tesi a sostegno. Giacché i dubbi, di tanti, sono rimasti tali alla fine della conferenza.
Questa è la situazione, dal punto di vista scientifico, al momento. Si brancola nel buio e nemmeno gli esperti danno certezze.
Il progetto del ripascimento dei litorali Abruzzesi in questione è un progetto datato 2002-2003. Francamente ci sembra fuori tempo massimo l’intervento di taluni, considerato che siamo nella fase esecutiva.
Il ripascimento delle coste è un intervento a salvaguardia dei litorali implementato in tutta Italia. Compreso la rossa Emilia Romagna, dove nessuno si sognerebbe di affermare che le opere pubbliche a tutela delle coste sono delle ‘torte da spartire’. Con questo metro di giudizio si potrebbe affermare che si vuole fare l’ospedale a Pozzitello per inconfessabili motivi economici.
Le preoccupazioni degli ambientalisti e degli amanti di Punta D’Erce sono legittime. Ma non ci sono fondamenti scientifici certi a riprova di quel che essi affermano.
Ci preme sottolineare, inoltre, come gli “attori” principali di questa partita, non abbiano tenuto mai in nessun conto le proteste di migliaia di cittadini Vastesi quando si è trattato di Hotel Panoramic e pista ciclabile sulle dune di Vasto Marina. In tutte queste occasioni il Sindaco Luciano Lapenna ed il Segretario del PD di Vasto,Giuseppe Forte, non hanno tenuto in considerazione la volontà popolare, anzi l’hanno osteggiata. Quella stessa volontà popolare che oggi essi invocano dai loro scranni.
Tutta questa baraonda mediatica in realtà serve a mascherare altre falle. Il fallimento degli obiettivi, promessi in campagna elettorale, di questa compagine amministrativa ne è un esempio.
il Sindaco farebbe meglio a preoccuparsi di problemi più importanti della città, quali la soppressione del COASIV e il ridimensionamento del porto di Vasto a favore di quello di Ortona. L’opera messa in cantiere dalla Regione Abruzzo consiste semplicemente nel prelevare sabbia dove nel passare degli anni se ne è accumulata troppa a causa di correnti sottomarine, che si infrangono sul molo del porto, e rimetterla dove in realtà è stata spazzata via, come per esempio, in questo caso, al lungomare di Casalbordino. I più anziani di Vasto, si ricorderanno che tanti e tanti anni fa, la spiaggia di Punta D’Erce, quasi non esisteva! Si è formata pian piano con l’accumularsi di sabbia. E nessuno la vuole toccare. Quanto alla città di Buca, se la preoccupazione è il suo danneggiamento, tranquilli…. la sabbia verrà aspirata e semmai la città riemergerà.
Vasto 17 Gennaio 2010 Verdi Vasto
Antonino Spinnato
Il Sindaco Luciano Lapenna spesso utilizza un esperto a sostegno delle sue tesi. Così è stato per il piano del centro storico (Cervellati), così per le dune di Vasto Marina (un Biologo della Cogecstre), cooperativa a cui è stata affidata la gestione delle due riserve (alla faccia del conflitto di interessi). Così è stato per la questione del ripascimento del litorale di Casalbordino previo prelevamento della sabbia al largo di Punta D’Erce (Prof. Stoppa). Si utilizza la figura dell’esperto che è abbastanza persuasiva, rappresentando il mondo della “scienza”, che si intende come fonte di verità oggettiva.
Ho ascoltato su You Tube le considerazione del Prof. Stoppa e ne traggo la conclusione che l’intervento si è rivelato un buco nell’acqua per i catastrofisti che cercavano tesi a sostegno. Giacché i dubbi, di tanti, sono rimasti tali alla fine della conferenza.
Questa è la situazione, dal punto di vista scientifico, al momento. Si brancola nel buio e nemmeno gli esperti danno certezze.
Il progetto del ripascimento dei litorali Abruzzesi in questione è un progetto datato 2002-2003. Francamente ci sembra fuori tempo massimo l’intervento di taluni, considerato che siamo nella fase esecutiva.
Il ripascimento delle coste è un intervento a salvaguardia dei litorali implementato in tutta Italia. Compreso la rossa Emilia Romagna, dove nessuno si sognerebbe di affermare che le opere pubbliche a tutela delle coste sono delle ‘torte da spartire’. Con questo metro di giudizio si potrebbe affermare che si vuole fare l’ospedale a Pozzitello per inconfessabili motivi economici.
Le preoccupazioni degli ambientalisti e degli amanti di Punta D’Erce sono legittime. Ma non ci sono fondamenti scientifici certi a riprova di quel che essi affermano.
Ci preme sottolineare, inoltre, come gli “attori” principali di questa partita, non abbiano tenuto mai in nessun conto le proteste di migliaia di cittadini Vastesi quando si è trattato di Hotel Panoramic e pista ciclabile sulle dune di Vasto Marina. In tutte queste occasioni il Sindaco Luciano Lapenna ed il Segretario del PD di Vasto,Giuseppe Forte, non hanno tenuto in considerazione la volontà popolare, anzi l’hanno osteggiata. Quella stessa volontà popolare che oggi essi invocano dai loro scranni.
Tutta questa baraonda mediatica in realtà serve a mascherare altre falle. Il fallimento degli obiettivi, promessi in campagna elettorale, di questa compagine amministrativa ne è un esempio.
il Sindaco farebbe meglio a preoccuparsi di problemi più importanti della città, quali la soppressione del COASIV e il ridimensionamento del porto di Vasto a favore di quello di Ortona. L’opera messa in cantiere dalla Regione Abruzzo consiste semplicemente nel prelevare sabbia dove nel passare degli anni se ne è accumulata troppa a causa di correnti sottomarine, che si infrangono sul molo del porto, e rimetterla dove in realtà è stata spazzata via, come per esempio, in questo caso, al lungomare di Casalbordino. I più anziani di Vasto, si ricorderanno che tanti e tanti anni fa, la spiaggia di Punta D’Erce, quasi non esisteva! Si è formata pian piano con l’accumularsi di sabbia. E nessuno la vuole toccare. Quanto alla città di Buca, se la preoccupazione è il suo danneggiamento, tranquilli…. la sabbia verrà aspirata e semmai la città riemergerà.
Vasto 17 Gennaio 2010 Verdi Vasto
Antonino Spinnato
sabato 16 gennaio 2010
FF.SS. ovvero, che mi hai portato a fare a Posillipo se non mi vuoi più bene?
Trovato un altro “disservizio” che danneggia i viaggiatori che usano il treno. Su internet alla pagina dedicata agli arrivi ed alle partenze, non sono riportatigli orari dei treni regionali. Treni Italia contattata da “noi” ha risposto che non è tenuta a riportare orari di altre società come, per esempio, la Sangritana. Gli orari validi, sono comunque quelli riportati nelle bacheche affisse in stazione. Penso che intanto come primo passo, in attesa di tempi migliori, si possa almeno migliorare i servizi atti a favorire il trasporto dei pendolari e quello regionale in genere. Questi viaggiatori affollano la stazione di Vasto quotidianamente.
Piano, commercio ... piano.
Sul cosiddetto “Piano commercio” di Vasto ho già detto la mia (7 ottobre 2009). Oggi ho ancora da sottolineare.
In un articolo di un importante quotidiano, qualche giorno addietro, si leggeva tra l’altro:
«La legge lascia ai comuni ampia discrezionalità», sostiene il sindaco, «il consiglio comunale di Vasto, in questa prima fase, ha inteso recepire solo la media distribuzione, fissando la superficie complessiva consentita e le zone dove è possibile aprire le strutture di vendita. E’ un provvedimento preso in accordo con le associazioni di categoria da cui mi auguro un ampio sostegno», aggiunge Lapenna che, in ogni caso, non si dichiara contrario alla grande distribuzione. «E’ un’operazione che abbiamo appoggiato perché consente l’insediamento della media distribuzione laddove prima non era consentito», commenta Simone Lembo , direttore della Confesercenti di Vasto, organizzazione che insieme alla Confcommercio aveva espresso parere favorevole sul piano commercio.
Ora mi piacerebbe che il primo cittadino ed il consigliere comunale Simone Lembo spiegassero alla città come mai continuano a parlare di “Piano Commercio”. Dove sono gli elaborati, le relazioni e quanto altro necessario, affinché un cittadino possa estrapolare tutto l’impianto di regole necessarie per l’apertura di una attività commerciale (Insegne pubblicitarie comprese). Penso che il recepimento di una Legge, sia altra cosa rispetto ad un piano.
Qualcuno potrebbe pensare che si possano fare favoritismi in mancanza di regole certe.
In un articolo di un importante quotidiano, qualche giorno addietro, si leggeva tra l’altro:
«La legge lascia ai comuni ampia discrezionalità», sostiene il sindaco, «il consiglio comunale di Vasto, in questa prima fase, ha inteso recepire solo la media distribuzione, fissando la superficie complessiva consentita e le zone dove è possibile aprire le strutture di vendita. E’ un provvedimento preso in accordo con le associazioni di categoria da cui mi auguro un ampio sostegno», aggiunge Lapenna che, in ogni caso, non si dichiara contrario alla grande distribuzione. «E’ un’operazione che abbiamo appoggiato perché consente l’insediamento della media distribuzione laddove prima non era consentito», commenta Simone Lembo , direttore della Confesercenti di Vasto, organizzazione che insieme alla Confcommercio aveva espresso parere favorevole sul piano commercio.
Ora mi piacerebbe che il primo cittadino ed il consigliere comunale Simone Lembo spiegassero alla città come mai continuano a parlare di “Piano Commercio”. Dove sono gli elaborati, le relazioni e quanto altro necessario, affinché un cittadino possa estrapolare tutto l’impianto di regole necessarie per l’apertura di una attività commerciale (Insegne pubblicitarie comprese). Penso che il recepimento di una Legge, sia altra cosa rispetto ad un piano.
Qualcuno potrebbe pensare che si possano fare favoritismi in mancanza di regole certe.
venerdì 15 gennaio 2010
Questa volta sto con Mascitelli
Vicenda Del Turco: no alla delegittimazione della Procura di Pescara
Duro intervento del coordinatore regionale Mascitelli
"Basta con gli attacchi del governo volti a delegittimare il lavoro della Procura della Repubblica di Pescara": con queste parole il senatore Alfonso Mascitelli, coordinatore regionale dell'Italia dei Valori, ha commentato l'interrogazione parlamentare sulle traversie giudiziarire dell'ex governatore dell'Abruzzo, Ottaviano Del Turco, e dello scandalo sulla sanita'. L'interrogazione ha questa volta un carattere trasversale, in quanto porta le firme sia di alcuni senatori del Pd che dei loro colleghi del Pdl. Nel documento si chiede al Governo e al ministro della Giustizia, se l'inchiesta che ha portato all'arresto di Del Turco e alle sue dimissioni dalla presidenza regionale, non abbia "violato i diritti costituzionali individuali". "Esprimiamo piena solidarieta' e sostegno alla magistratura", ha continuato Mascitelli, "e riteniamo inaccettabile il tentativo di delegittimarne il lavoro, e vigileremo perche' cio' non avvenga. A questi magistrati va riconosciuto innanzitutto il merito di aver scoperto un calderone di connivenze che altrimenti avrebbe arrecato altri danni economici alla regione". Mascitelli ha poi annunciato che prendera' in considerazione "la possibilita' di fare un'interrogazione al ministro della Giustizia per accertare che le Procure di Pescara e di Chieti abbiano personale a sufficienza per svolgere il proprio carico di lavoro soprattutto dopo le inchieste che si sono aperte sul a carico del centrodestra". Un secco no arriva dunque dall'Italia dei Valori ai processi mediatici che cercano di mettere in discussione l'indipendenza e l'imparzialita' dei giudici, "perche' questo significa minare il sistema democratico", commenta Mascitelli.
Duro intervento del coordinatore regionale Mascitelli
"Basta con gli attacchi del governo volti a delegittimare il lavoro della Procura della Repubblica di Pescara": con queste parole il senatore Alfonso Mascitelli, coordinatore regionale dell'Italia dei Valori, ha commentato l'interrogazione parlamentare sulle traversie giudiziarire dell'ex governatore dell'Abruzzo, Ottaviano Del Turco, e dello scandalo sulla sanita'. L'interrogazione ha questa volta un carattere trasversale, in quanto porta le firme sia di alcuni senatori del Pd che dei loro colleghi del Pdl. Nel documento si chiede al Governo e al ministro della Giustizia, se l'inchiesta che ha portato all'arresto di Del Turco e alle sue dimissioni dalla presidenza regionale, non abbia "violato i diritti costituzionali individuali". "Esprimiamo piena solidarieta' e sostegno alla magistratura", ha continuato Mascitelli, "e riteniamo inaccettabile il tentativo di delegittimarne il lavoro, e vigileremo perche' cio' non avvenga. A questi magistrati va riconosciuto innanzitutto il merito di aver scoperto un calderone di connivenze che altrimenti avrebbe arrecato altri danni economici alla regione". Mascitelli ha poi annunciato che prendera' in considerazione "la possibilita' di fare un'interrogazione al ministro della Giustizia per accertare che le Procure di Pescara e di Chieti abbiano personale a sufficienza per svolgere il proprio carico di lavoro soprattutto dopo le inchieste che si sono aperte sul a carico del centrodestra". Un secco no arriva dunque dall'Italia dei Valori ai processi mediatici che cercano di mettere in discussione l'indipendenza e l'imparzialita' dei giudici, "perche' questo significa minare il sistema democratico", commenta Mascitelli.
Nove mesi ... è nato.
Consiglio comunale e ... passo carrabile.
Una proposta per recuperare posti auto.
Ho letto che presto in Consiglio Comunale si discuterà di Polizia Municipale e parcheggi. Mi sento quindi di proporre una idea.
La legge vuole che d’avanti ad un passo carrabile non si possa parcheggiare. Nemmeno per lo stesso titolare del permesso di passo carrabile. Oltre al danno, la beffa per colui che paga la tassa e vede sempre occupato questo spazio da chi, quasi sempre “per un minuto”, gli impedisce di entrare o uscire dal proprio garage. Non serve chiamare i vigili che quando arrivano, se arrivano, trovano libero lo spazio, in quanto nel frattempo il “parcheggiato” abusivo è andato via.
Quando più volte si chiama la pattuglia, poi, oltre che essere considerati scoccianti e petulanti, si rischia di fare la fine di Pierino che gridava “al lupo al lupo”.
Di qui la proposta:
“perché non fornire i titolari di passo carrabile di un talloncino da apporre sulla propria autovettura, che attesti la corrispondenza tra l’auto ed il garage, così da permettere al proprietario di parcheggiare su quel posto?”
Si renderebbe disponibile altro parcheggio (solo in via delle Croci almeno 20 posti auto) e, non obbligandolo a rientrare per forza nel box, si libera il titolare di questo da una doppia nevrosi, quella di litigare con chi “per un minuto” ha parcheggiato d’avanti al suo ingesso e quella di disturbare i vigili che hanno, sicuramente, qualcosa di più importante da fare.
Non mi si dica che il codice non lo prevede. Volere è potere.
La sabbia di Punta d'Erce e l'oganismo "bentonico"
Oggi, tentando di documentarmi su gli eventuali problemi che l’escavazione di sabbia a largo di Punta d’Erce, potrebbe causare all’ambiente, non solo marino, che circonda la nostra città, ho conosciuto una nuova parola: “bentonico”. Non “ben tonico” (due parole) bentonico (tutto attaccato).Bentonico, si dice di un organismo che vive in acqua, dolce o salata, a stretto contatto con il fondale o fissato a un supporto solido. Questa definizione l’ho tratta da Wikizionario. Non ho fatto la “solita” operazione di copia e incolla, bensì l’ho proprio copiata, affinché la definizione mi rimanesse in mente. Questa parola si trova in tutte le valutazioni di impatto ambientale inerenti l’estrazione di sabbia dai fondali marini. Di documenti di questo tipo ne ho lette tante, ciò nonostante non essendo “pratico” della materia, non ho saputo trarre conclusioni sull’eventuale danno che l’area di mare antistante la riserva naturale possa subire. Certo non posso andare a chiedere alle creature marine (che non sono solo pesci) la loro opinione, questa posso immaginarla. Mi piacerebbe conoscere, però, il parere di chi ha progettato l’operazione, con tutte le specifiche del caso, non ultimo il rapporto danno/beneficio. Mi piacerebbe altresì che esperti del settore si pronunciassero in merito.
giovedì 14 gennaio 2010
Io, Loglio e … A gusto
Alcuni anni orsono, la Città del Vasto, fu ospite ad una Domenica In con Pippo Baudo. In quella occasione si teneva un concorso e, noi concorrenti di Vasto perdemmo perché nessuno conosceva un soprano che si chiamava Giuditta Pasta. Quando tornammo in città fummo considerati tutti incompetenti. Persino il capo degli ignoranti vastesi, un tale molto conosciuto all’epoca, proprio per questa dote, mi aggredì dicendomi: “come avete fatto a sbagliare quella risposta” io, di rimando, gli chiesi: “perché tu lo sapevi?” e con convinzione costui mi rispose: “certo!”.
Io conosco il loglio, poiché avevo in casa dei canarini e compravo in un negozio di sementi a piazza Rossetti, una mistura di semi che l’anziano titolare mi descriveva. Mi diceva il nome di ogni singolo seme e mi parlava delle caratteristiche che questi semi avevano. Mi piaceva ascoltare le sue descrizioni, poiché, oltre all’argomento trattato, erano piacevoli la maniera, il tono di voce ed una simpatica erre moscia, che curiosamente addolciva il rude aspetto di questo grasso omaccione.
Durante le visite all’orto di mio nonno, all’Angrella, osservavo gli uccellini, beccare strane piante affusolate con tanti semini. Comincia i a coglierne e collocarle tra le sbarrette delle gabbie, come si faceva con le foglie di lattuga. I canarini gradivano molto e cantavano, eccome se cantavano. Chiesi cosa fosse questa pianta al venditore di sementi, glie la mostrai e lui mi disse che era il Loglio, la Zizzania.
Questo racconto, per dire che “qualcuno” di cui non voglio fare il nome, ha dimostrato la sua ignoranza con il famoso “pensierino” ma non mi si venga a dire che tutti sapevano, fino a ieri, cosa fosse il loglio.
P.S. Gli uccellini in cattività, mangiano anche il Panico ma non confondetevi con quello che spesso prende noi. Si legge Panìco, con l’accento sulla i.
Sulla conferenza del 6 febbraio.
Ieri sono andato a comprare il pesce. Era vivo. I cefali con la stellina, facevano a gara con le “panocchie” a chi saltava di più. Il pescivendolo, rubicondo in volto, ripeteva: “costa un po’ di più ma me lo hanno appena portato, è freschissimo”. Certo! Era vivo! Un cefalo saltò addirittura in grembo ad una signora che dopo un urlo di spavento disse al pescivendolo: “lo uccidi tu”. Tutti sanno che il pesce è buono quando è fresco. Tuttavia una volta comprato, e pagato assai, sono stato assalito da un dubbio: e se il mare, nel quale questo pesce era stato pescato, era inquinato?
Il 6 febbraio si terrà a Vasto una interessante conferenza sul tema: A un anno dal voto: Vasto, quale futuro? Io farei già da oggi una domanda: Se la politica è inquinata, possiamo essere sicuri dei politici che voteremo?
Io ho maturato l’idea che: “il pesce al mercato costa salato, meglio andarlo a pescare in mezzo al mare” Non si risparmia, ma almeno si vede cosa si … porta a tavola.
mercoledì 13 gennaio 2010
Tifo da ... studio.
Ieri sera a teatro.
I “mostri” del palcoscenico, bastano da soli a tenere la scena. Se poi sono affiancati da bravi caratteristi, esaltano se stessi e lo spettacolo. L’opera messa in scena ieri sera al Globo, ha sicuramente soddisfatto gli amanti del tipo di teatro proposto. Giuffrè non poteva deludere i tanti appassionati della commedia napoletana accorsi in massa a teatro. Le classiche macchiette “alla napoletana”, i doppi sensi, forbiti e non, qualche “parolaccia” detta con molto garbo, mai a sproposito, le battute eseguite nei giusti tempi hanno dato vigore a quasi tre ore di spettacolo, nonostante un testo assai gracile per i tempi che viviamo. Il sorriso non è mancato, la risata sguaiata di qualcuno in platea, diventava spettacolo nello spettacolo. Se si confronta la recita eseguita con le commedie del passato, riproposte nei dvd in vendita in edicola, ci si rende conto che nulla è stato aggiunto a quanto rappresentato negli anni addietro. Nessuna concessione alla “modernità” e questo, per me è un bene.
martedì 12 gennaio 2010
... l'architetto è proprio bravo.
Da Histonium.net
Si incatenano a volte in misteriose contiguità le letture ed i fatti del giorno. Per me le letture sulla triste storia della Pennsylvania Station in New York, costruita nel 1911 e demolita tra il 1963 ed il 1965; e le discussioni intorno alla stazione ferroviaria di Vasto e San Salvo, per la scarsa attenzione delle Ferrovie dello Stato verso questo scalo.
Fermano pochi treni. La privatizzazione, le regole dell'economia e quelle dell'economicità, unite forse a quelle del profitto, fanno 'dimenticare' - e di conseguenza umiliano - un'area importante della nostra Regione. La stazione è sempre più distante da chi ne ha bisogno o forse è tutta la costa adriatica che si allontana dal resto del paese, procedendo a velocità ridotta, seguendo a distanza le inaugurazioni tirreniche dell'alta velocità. Una arteria strategica come quella ferroviaria irrora sempre meno la vita che trasporta questo territorio, che viviamo e che pure di tanta vita in più oggi ha bisogno. Senza guardare alle responsabilità degli altri, bisogna interrogarsi sulle responsabilità che ci appartengono, ai troppi appuntamenti mancati in un territorio smembrato che non riesce a fare corpo unico.
L'intuizione di una stazione unificata tra Vasto e San Salvo è da scrivere tra quelle buone intuizioni che si sono attuate in questa parte d'Abruzzo nel passato. Provo a guardare il problema di oggi da una diversa angolazione, rispetto a quella già ben ampiamente dibattuta dagli altri. Questa stazione non è stata mai amata. Non è stata mai propria di nessuna comunità locale ed ambiva ad essere cerniera e amalgama tra due città. Il seme della 'Città Futura', quella Città che dobbiamo ancora immaginare. Le connessioni delle vie di comunicazione sono il luogo della vita, dell'incontro, sono il posto delle emozioni; intorno alle quali nascono nuove città, da sempre. Sono mancate le emozioni, l'amore per una idea, fin da quando è stato disegnato l'involucro che avrebbe dovuto contenerla. Voglio toccare questo aspetto non altri. L'ambizione di uno strumento baricentrico Š stata interpretata ponendo uno scatolone lungo i binari, una struttura fredda, industriale, senza passione. Avrebbe meritato quel progetto una attenzione maggiore che sapesse uscire dal confine strettamente utilitaristico per creare un luogo.
La forma è sostanza. Gli spazi di passaggio nella vita degli uomini sono spazi sensibili da trattare con attenzione all'inconscio. Un ponte non è un segmento ortogonale alla linea fiume. Mancano agli spazi non pensati le caratteristiche essenziali per nutrire l'animo umano di condivisione, di connessione con l'intorno. Delle 'vecchie' stazioni non ci manca soltanto il numero di treni che vi fermavano. Ci manca anche altro. Chi ha utilizzato il treno non solo occasionalmente lo sa, sa che scendere alla stazione di Vasto era una esperienza di cui ricordi non solo lo stridere e l'odore dei freni dei treni ma anche quello degli oleandri e dei giardini fioriti. Ricordi l'entusiasmo dei bambini alla vasca dei pesci rossi e gli archetti di metallo a proteggere i fiori. Ricordi le panche nella sala d'attesa nei periodi freddi e il legno lucido delle sedute, il tepore dei radiatori, le porte in legno e le lampade ad incandescenza. Ricordi la possibilità di guardare oltre. La possibilità di affacciarsi di là dal mistero delle coincidenze, oltre la magia degli scambi, attraverso i vetri da cui si intravedeva il berretto rosso del capotreno. Ci figuriamo le meraviglie delle tradizionali stazioni italiane che non abbiamo saputo reinterpretare, dove anche i magazzini erano disegnati bene. Dalla statale 16 si vede quello bello della stazione di Vasto con il tetto a capanna.
Le stazioni pensate per accogliere, pensate per gli uomini e non solo per le merci. Quanti treni servono per rendere viva una stazione? Se solo quelli che si fermano lo facessero sul primo binario e non sul terzo l'attesa sarebbe diversa. Potresti evitare l'uso del sottopassaggio, sempre ostile e non resteresti poi con la valigia, in piedi tra i binari. Abbiamo perso il meglio della nostra storia, non sappiamo rappresentarci. Dobbiamo riscoprire i materiali e le forme 'dolci' e durature, l'attenzione per chi arriva, per chi si ritrova, per chi va via. Quanta letteratura, quanta filmografia vana. E' il tempo di un nuovo umanesimo, anche per i trasporti.
( ...) di tutte le cose misura è l'uomo, di quelle che sono, per ciò che sono, di quelle che non sono per ciò che non sono (Protagora, fr.1, in Platone, Teeteto, 151d-152e)
Agostino Monteferrante
Si incatenano a volte in misteriose contiguità le letture ed i fatti del giorno. Per me le letture sulla triste storia della Pennsylvania Station in New York, costruita nel 1911 e demolita tra il 1963 ed il 1965; e le discussioni intorno alla stazione ferroviaria di Vasto e San Salvo, per la scarsa attenzione delle Ferrovie dello Stato verso questo scalo.
Fermano pochi treni. La privatizzazione, le regole dell'economia e quelle dell'economicità, unite forse a quelle del profitto, fanno 'dimenticare' - e di conseguenza umiliano - un'area importante della nostra Regione. La stazione è sempre più distante da chi ne ha bisogno o forse è tutta la costa adriatica che si allontana dal resto del paese, procedendo a velocità ridotta, seguendo a distanza le inaugurazioni tirreniche dell'alta velocità. Una arteria strategica come quella ferroviaria irrora sempre meno la vita che trasporta questo territorio, che viviamo e che pure di tanta vita in più oggi ha bisogno. Senza guardare alle responsabilità degli altri, bisogna interrogarsi sulle responsabilità che ci appartengono, ai troppi appuntamenti mancati in un territorio smembrato che non riesce a fare corpo unico.
L'intuizione di una stazione unificata tra Vasto e San Salvo è da scrivere tra quelle buone intuizioni che si sono attuate in questa parte d'Abruzzo nel passato. Provo a guardare il problema di oggi da una diversa angolazione, rispetto a quella già ben ampiamente dibattuta dagli altri. Questa stazione non è stata mai amata. Non è stata mai propria di nessuna comunità locale ed ambiva ad essere cerniera e amalgama tra due città. Il seme della 'Città Futura', quella Città che dobbiamo ancora immaginare. Le connessioni delle vie di comunicazione sono il luogo della vita, dell'incontro, sono il posto delle emozioni; intorno alle quali nascono nuove città, da sempre. Sono mancate le emozioni, l'amore per una idea, fin da quando è stato disegnato l'involucro che avrebbe dovuto contenerla. Voglio toccare questo aspetto non altri. L'ambizione di uno strumento baricentrico Š stata interpretata ponendo uno scatolone lungo i binari, una struttura fredda, industriale, senza passione. Avrebbe meritato quel progetto una attenzione maggiore che sapesse uscire dal confine strettamente utilitaristico per creare un luogo.
La forma è sostanza. Gli spazi di passaggio nella vita degli uomini sono spazi sensibili da trattare con attenzione all'inconscio. Un ponte non è un segmento ortogonale alla linea fiume. Mancano agli spazi non pensati le caratteristiche essenziali per nutrire l'animo umano di condivisione, di connessione con l'intorno. Delle 'vecchie' stazioni non ci manca soltanto il numero di treni che vi fermavano. Ci manca anche altro. Chi ha utilizzato il treno non solo occasionalmente lo sa, sa che scendere alla stazione di Vasto era una esperienza di cui ricordi non solo lo stridere e l'odore dei freni dei treni ma anche quello degli oleandri e dei giardini fioriti. Ricordi l'entusiasmo dei bambini alla vasca dei pesci rossi e gli archetti di metallo a proteggere i fiori. Ricordi le panche nella sala d'attesa nei periodi freddi e il legno lucido delle sedute, il tepore dei radiatori, le porte in legno e le lampade ad incandescenza. Ricordi la possibilità di guardare oltre. La possibilità di affacciarsi di là dal mistero delle coincidenze, oltre la magia degli scambi, attraverso i vetri da cui si intravedeva il berretto rosso del capotreno. Ci figuriamo le meraviglie delle tradizionali stazioni italiane che non abbiamo saputo reinterpretare, dove anche i magazzini erano disegnati bene. Dalla statale 16 si vede quello bello della stazione di Vasto con il tetto a capanna.
Le stazioni pensate per accogliere, pensate per gli uomini e non solo per le merci. Quanti treni servono per rendere viva una stazione? Se solo quelli che si fermano lo facessero sul primo binario e non sul terzo l'attesa sarebbe diversa. Potresti evitare l'uso del sottopassaggio, sempre ostile e non resteresti poi con la valigia, in piedi tra i binari. Abbiamo perso il meglio della nostra storia, non sappiamo rappresentarci. Dobbiamo riscoprire i materiali e le forme 'dolci' e durature, l'attenzione per chi arriva, per chi si ritrova, per chi va via. Quanta letteratura, quanta filmografia vana. E' il tempo di un nuovo umanesimo, anche per i trasporti.
( ...) di tutte le cose misura è l'uomo, di quelle che sono, per ciò che sono, di quelle che non sono per ciò che non sono (Protagora, fr.1, in Platone, Teeteto, 151d-152e)
Agostino Monteferrante
Dal Circolo M. Colantonio
Il circolo IdV Vasto 1 “M. Colantonio” chiede che si tenga al più presto il congresso cittadino.
Il circolo IdV Vasto 1 “M. Colantonio” da tempo chiede che venga posto rimedio ad una situazione non degna ne’ di un grande partito come l’ IdV, ne’ di una città importante come quella di Vasto. Parliamo del fatto che il partito ha una gestione commissariale da oramai quasi 2 anni. Va da sé che per forza di cose i commissari che si sono succeduti, hanno potuto dedicare solamente energie residue alla gestione del partito, e questa situazione non ha mancato di esplicare i suoi effetti negativi, sul partito, sugli elettori e sull’opinione pubblica in generale. Sul piano delle scelte strategiche inoltre, siamo in una situazione di precarietà dalla quale occorre uscire al più presto. Siamo presenti nella giunta Lapenna. L’estate scorsa dalla maggioranza assoluta degli iscritti era venuta forte l’istanza di uscire dalla giunta. Allora cosa dobbiamo fare adesso? Rimanere? Uscire? E chi le deve prendere queste decisioni? Un commissario da solo? Il coordinatore regionale? Noi crediamo che le linee strategiche, ma anche quelle tattiche debbano essere quantomeno dibattute e valutate. Diversamente c’è il “tiriamo a campare”. Auspichiamo che nessuno utilizzi la famosa risposta Andreottiana: << Meglio tirare a campare che tirare le cuoia>>. Ricordiamo che a Vasto si voterà al massimo nel 2011, e le forze politiche si stanno già organizzando. Di fatto la campagna elettorale è già iniziata.
Adesso la situazione è ulteriormente cambiata. Adesso è il momento delle scelte irrevocabili, di quelle che ci faranno diventare un grande partito, oppure ci relegheranno alla marginalità del sistema politico. Domenica scorsa a Chieti in occasione dell’elezione dei delegati al congresso nazionale, e ancora lo stesso giorno sugli organi di stampa, da Giulianova, da Lanciano la richiesta è una sola: Si tengano al più presto i congressi cittadini! Allora noi del circolo “M. Colantonio” abbiamo il dovere di unire la nostra voce alle altre, le quali chiedono cose che noi abbiamo già chiesto. E ancora, a questo punto chiediamo a chiunque la pensi come noi di prendere ufficialmente posizione. Sottolineiamo con piacere, che il coordinatore regionale ha fatto trapelare l’indicazione che i congressi cittadini dovrebbero tenersi tra maggio e giugno 2010. Apprezziamo questa informazione, ancorchè priva di ogni ufficialità, ma a questo punto ci aspettiamo che a partire dall 8 febbraio, l’indomani cioè della chiusuta del I congresso nazionale del nostro partito, si metta in moto la macchina organizzativa che deve condurre ai congressi. Tutti vogliamo un partito, più forte, più organizzato, sempre più presente sul territorio. La fase “d’assalto” è oramai alle nostre spalle. Dobbiamo seguire i buoni consigli che ci vengono da tutti i nostri migliori amici, e parlo di Borsellino, Grillo, Travaglio e gli Amici di Micromega e chissà quanti altri ancora.
Tutti dicono, che il nostro futuro dipende da come noi sapremo selezionare la nostra classe dirigente.
E noi dobbiamo solo prendere atto di questa verità.
Il portavoce del circolo IdV Vasto 1 “Michele Colantonio”
Tiziano Longhi
Il circolo IdV Vasto 1 “M. Colantonio” da tempo chiede che venga posto rimedio ad una situazione non degna ne’ di un grande partito come l’ IdV, ne’ di una città importante come quella di Vasto. Parliamo del fatto che il partito ha una gestione commissariale da oramai quasi 2 anni. Va da sé che per forza di cose i commissari che si sono succeduti, hanno potuto dedicare solamente energie residue alla gestione del partito, e questa situazione non ha mancato di esplicare i suoi effetti negativi, sul partito, sugli elettori e sull’opinione pubblica in generale. Sul piano delle scelte strategiche inoltre, siamo in una situazione di precarietà dalla quale occorre uscire al più presto. Siamo presenti nella giunta Lapenna. L’estate scorsa dalla maggioranza assoluta degli iscritti era venuta forte l’istanza di uscire dalla giunta. Allora cosa dobbiamo fare adesso? Rimanere? Uscire? E chi le deve prendere queste decisioni? Un commissario da solo? Il coordinatore regionale? Noi crediamo che le linee strategiche, ma anche quelle tattiche debbano essere quantomeno dibattute e valutate. Diversamente c’è il “tiriamo a campare”. Auspichiamo che nessuno utilizzi la famosa risposta Andreottiana: << Meglio tirare a campare che tirare le cuoia>>. Ricordiamo che a Vasto si voterà al massimo nel 2011, e le forze politiche si stanno già organizzando. Di fatto la campagna elettorale è già iniziata.
Adesso la situazione è ulteriormente cambiata. Adesso è il momento delle scelte irrevocabili, di quelle che ci faranno diventare un grande partito, oppure ci relegheranno alla marginalità del sistema politico. Domenica scorsa a Chieti in occasione dell’elezione dei delegati al congresso nazionale, e ancora lo stesso giorno sugli organi di stampa, da Giulianova, da Lanciano la richiesta è una sola: Si tengano al più presto i congressi cittadini! Allora noi del circolo “M. Colantonio” abbiamo il dovere di unire la nostra voce alle altre, le quali chiedono cose che noi abbiamo già chiesto. E ancora, a questo punto chiediamo a chiunque la pensi come noi di prendere ufficialmente posizione. Sottolineiamo con piacere, che il coordinatore regionale ha fatto trapelare l’indicazione che i congressi cittadini dovrebbero tenersi tra maggio e giugno 2010. Apprezziamo questa informazione, ancorchè priva di ogni ufficialità, ma a questo punto ci aspettiamo che a partire dall 8 febbraio, l’indomani cioè della chiusuta del I congresso nazionale del nostro partito, si metta in moto la macchina organizzativa che deve condurre ai congressi. Tutti vogliamo un partito, più forte, più organizzato, sempre più presente sul territorio. La fase “d’assalto” è oramai alle nostre spalle. Dobbiamo seguire i buoni consigli che ci vengono da tutti i nostri migliori amici, e parlo di Borsellino, Grillo, Travaglio e gli Amici di Micromega e chissà quanti altri ancora.
Tutti dicono, che il nostro futuro dipende da come noi sapremo selezionare la nostra classe dirigente.
E noi dobbiamo solo prendere atto di questa verità.
Il portavoce del circolo IdV Vasto 1 “Michele Colantonio”
Tiziano Longhi
lunedì 11 gennaio 2010
Tutto lo "Scarpasciùdd" minuto per minuto.
Per festeggiare i cinquant'anni della storica trasmissione, Tutto il calcio minuto per minuto, la "Biagio Forte martelli e simingi" di Vasto, vi invita alla "lettura" di (sigla) Scarpasciùdd, sabato dopo sabato, ovvero la Gazzetta di lu? scarpasciùdd
Dal nostro inviato: Vittorio B.F. Patriarchi.
Diamo inizio da questo 2010 alla rubrica " La gazzetta di lu' Scarpasciùdd' ",in cui riporterò le fasi salienti della consueta partita settimanale del sabato pomeriggio al campo Incoronata dove,da svariati lustri,si affrontano i blu vs.gialli(livrea invernale) o gli azzurri vs.rossi(livrea estiva).Gli stessi protagonisti, mischiati con giocatori degli amatori ASI e FIGC e tanti altri incommensurabili amici,daranno vita,a maggio,alla classica cittadina kermesse dei'SCARPASCIUDD'(quest'anno si va per la 12.ma edizione):buon divertimento.
sabato 9 genn.:CHELSEA - FLUMINENSE 6 - 3 CHELSEA(Blu):Ronzitti L,D'Adamo,Ronzitti N,Vino,Serafini S,Puddu,Soldano,Di Domenico,Di Blasio,Ronzitti N,Frangione FLUMINENSE(Gialli):Fanucci,Antenucci,Di Marco,Budano,Di Foglio,Jairzinho,Lemme,Sebastiani,Ronzitti G,Serafini A,D'Angelo.arbitro:Vittorio Patriarchi.Mazzolata tennistica dei gialli a discapito dei gialli privi di un portiere titolare.Nel 1°t. tre pere per i blu:la 1° a conclusione di una sgroppata sulla sin.di Massimo 'Huuiìì'Frangione, che poco dopo si ripete siglando il 2-0;mentre il 3°gol porta la firma del'profeta'Nico Ronzitti,scattato come un fulmine sempre sulla sinistra.I gialli annichiliti dalla tripletta," n'n gi 'mbàrene sègne" e continuano nella suicida tattica del fuorigioco,e,dopo essere stati graziati diverse volte da'li pita tùrte' dei sospettati offsider blu,vengono trafitti al 5' del 2°t.da Orazio Di Blasio:4-0.Persa la via della casa, i gialli rinforzano il lato sinistro foriero di gol nel 1°t.,e infatti ,i blu,"alla vuddàte",spingono sulla fascia destra,dove un incontenibile Cristiano Ronaldo Soldano,smista due cross,su cui si avventano prima Orazio Di Blasio(di piatto destro),e poi Silvano Serafini (di testa)per il totale di 6 chicocce a zero.A questo punto 'capitàa' Antenucci esclama:"ma chi stème a jucà, a cippitìlle?"e avvia anzitempo la campagna rinforzi,acquistando in extremis,il portiere(?)Rino De Fazio,detto 'lo smilzo'per la figura filiforme:è la svolta della partita.Gogò Ronzitti,dopo aver 'còddo' un palo ed una traversa,'fa nù scùppe n'derre'cianghettato in area da Serafini,rigore trasformato da Pietro'Hulk'D'Angelo.Il raddoppio guinge poco dopo ad opera del mai domo Andrea Serafini(staffilata a fil di palo,seguita da urlo liberatorio stile Patroclooo!!).Poi la bravura del portiere blu Lorenzo Ronzitti la fa da padrone in almeno 2 occasioni.I blu si chiudono a riccio,anche perchè privi di Frangione che 'stìre li pìte' ad inizio ripresa.Lo stoico D'Adamo,a terra dopo un furioso contrasto su Di Foglio,sventola immediatamente un referto medico attestante contusione ed abrasioni verie allo spezzello destro.Nel forcing tardivo dei gialli,al 92'in pieno recupero,Andrea Serafini sigla il 6-3,ma poi il triplice rutto finale di Crist.Ronaldo Soldano mette fine alle ostilità.Stendo un pietoso velo sul mio arbitraggio,dettato da infortunio,e cedo volentieri il fischietto per la prossima.Classifica goleador:3 gol:Di Blasio 2 gol:Frangione,Serafini A 1 gol:Ronzitti N,D'Angelo,Serafini S.
N.B. Le forme dialettali e la loro scrittura, sono "colpa" esclusiva di Vittorio, che risponderà "penalmente" a Gigi Murolo ed agli altri "puristi" della lingua Vastarola.
Dal nostro inviato: Vittorio B.F. Patriarchi.
Diamo inizio da questo 2010 alla rubrica " La gazzetta di lu' Scarpasciùdd' ",in cui riporterò le fasi salienti della consueta partita settimanale del sabato pomeriggio al campo Incoronata dove,da svariati lustri,si affrontano i blu vs.gialli(livrea invernale) o gli azzurri vs.rossi(livrea estiva).Gli stessi protagonisti, mischiati con giocatori degli amatori ASI e FIGC e tanti altri incommensurabili amici,daranno vita,a maggio,alla classica cittadina kermesse dei'SCARPASCIUDD'(quest'anno si va per la 12.ma edizione):buon divertimento.
sabato 9 genn.:CHELSEA - FLUMINENSE 6 - 3 CHELSEA(Blu):Ronzitti L,D'Adamo,Ronzitti N,Vino,Serafini S,Puddu,Soldano,Di Domenico,Di Blasio,Ronzitti N,Frangione FLUMINENSE(Gialli):Fanucci,Antenucci,Di Marco,Budano,Di Foglio,Jairzinho,Lemme,Sebastiani,Ronzitti G,Serafini A,D'Angelo.arbitro:Vittorio Patriarchi.Mazzolata tennistica dei gialli a discapito dei gialli privi di un portiere titolare.Nel 1°t. tre pere per i blu:la 1° a conclusione di una sgroppata sulla sin.di Massimo 'Huuiìì'Frangione, che poco dopo si ripete siglando il 2-0;mentre il 3°gol porta la firma del'profeta'Nico Ronzitti,scattato come un fulmine sempre sulla sinistra.I gialli annichiliti dalla tripletta," n'n gi 'mbàrene sègne" e continuano nella suicida tattica del fuorigioco,e,dopo essere stati graziati diverse volte da'li pita tùrte' dei sospettati offsider blu,vengono trafitti al 5' del 2°t.da Orazio Di Blasio:4-0.Persa la via della casa, i gialli rinforzano il lato sinistro foriero di gol nel 1°t.,e infatti ,i blu,"alla vuddàte",spingono sulla fascia destra,dove un incontenibile Cristiano Ronaldo Soldano,smista due cross,su cui si avventano prima Orazio Di Blasio(di piatto destro),e poi Silvano Serafini (di testa)per il totale di 6 chicocce a zero.A questo punto 'capitàa' Antenucci esclama:"ma chi stème a jucà, a cippitìlle?"e avvia anzitempo la campagna rinforzi,acquistando in extremis,il portiere(?)Rino De Fazio,detto 'lo smilzo'per la figura filiforme:è la svolta della partita.Gogò Ronzitti,dopo aver 'còddo' un palo ed una traversa,'fa nù scùppe n'derre'cianghettato in area da Serafini,rigore trasformato da Pietro'Hulk'D'Angelo.Il raddoppio guinge poco dopo ad opera del mai domo Andrea Serafini(staffilata a fil di palo,seguita da urlo liberatorio stile Patroclooo!!).Poi la bravura del portiere blu Lorenzo Ronzitti la fa da padrone in almeno 2 occasioni.I blu si chiudono a riccio,anche perchè privi di Frangione che 'stìre li pìte' ad inizio ripresa.Lo stoico D'Adamo,a terra dopo un furioso contrasto su Di Foglio,sventola immediatamente un referto medico attestante contusione ed abrasioni verie allo spezzello destro.Nel forcing tardivo dei gialli,al 92'in pieno recupero,Andrea Serafini sigla il 6-3,ma poi il triplice rutto finale di Crist.Ronaldo Soldano mette fine alle ostilità.Stendo un pietoso velo sul mio arbitraggio,dettato da infortunio,e cedo volentieri il fischietto per la prossima.Classifica goleador:3 gol:Di Blasio 2 gol:Frangione,Serafini A 1 gol:Ronzitti N,D'Angelo,Serafini S.
N.B. Le forme dialettali e la loro scrittura, sono "colpa" esclusiva di Vittorio, che risponderà "penalmente" a Gigi Murolo ed agli altri "puristi" della lingua Vastarola.
Iscriviti a:
Post (Atom)