lunedì 14 marzo 2011

Le facce nuove.


I giovani di Vasto hanno un solo ed enorme problema comune: la noia. La maggior parte delle persone e molti degli stessi giovani non lo sanno o pensano che questa sia generata da mancanza di strutture, luoghi di aggregazione, luoghi di svago, attività ad essi dedicate. Non è così, o meglio, sicuramente anche questo, ma la “noia” è generata dalla mancanza di una ben più importante causa: il confronto di idee, lo scambio di impressioni, insomma sempre le stesse … facce.
L’estate quando a Vasto si incontrano volti nuovi, si scambiano impressioni, si dialoga di argomenti non soliti, il problema, se non scompare, diminuisce notevolmente. Durante il periodo natalizio e quello pasquale, col ritorno di coloro che per studio o per lavoro risiedono fuori città, si vede un “bel” movimento e si ascolta il chiacchiericcio di chi aspetta con ansia di abbandonare la “monotonia” quotidiana. Durante il resto dell’anno però, cosa dovrebbe fare un “giovane”, ma diciamolo, anche chi giovane lo è stato prima, per non … annoiarsi?
Per i primi c’è internet, per i secondi c’è la televisione o il supermercato. Per tutti c’è il cinema o i locali di intrattenimento ma gli incontri, gli argomenti, le discussioni, sono sempre gli stessi.
“A li timba mi ‘nge statteve niende! Eppure” … Eppure … i tempi sono cambiati.
Cosa sarebbe “necessario” per risolvere il problema?
Tutti a questo punto si porranno la domanda e diranno che la mia proposta è banalissima come “l’uovo di Colombo”. La mia risposta infatti è “riportare a Vasto l’Università”.
Bravo all’asino, mi direbbe la “maestra”, ti sei sforzato!
Devo tuttavia specificare che questa mia semplice risposta, alla luce del periodo storico che stiamo vivendo, assume un particolare valore se se aggiungiamo alla proposta: “dobbiamo riportare l’Università a Vasto” la domanda: Come?
Questa semplice domanda farà scaturire una serie di altri quesiti: Fino ad ora qualcuno ci ha provato? E se si, ci ha provato seriamente? Nella maniera giusta? Seguendo i canali giusti? Seguendo le regole consone per l’ottenimento del risultato cercato?
Adesso qualcuno obbietterà che siamo già in campagna elettorale e che io parlo solo per chiedere i voti. A costoro risponderò che a tal fine, più semplice sarebbe parlare delle deiezioni canine. Mi piace invece pensare che chi sarà eletto, abbia le capacità, nel rispetto delle regole vigenti, di rivolgere istanza a chi di competenza per portare una facoltà universitaria nella nostra città.
Tutti ricordano quanto “movimento” hanno portato quei “pochi” studenti nel breve tempo dell’esistenza della “D’Annunzio” a Vasto. Probabilmente però nessuno ha pensato alle motivazioni che hanno generato questo “movimento”. Non solo l’affitto degli appartamenti, non solo l’apertura di Pub o Bar ma anche e soprattutto la circolazione delle idee, lo scambio di opinioni diverse … per farla breve le “facce nuove”.

3 commenti:

maria ha detto...

Mi scusi, io personalmente sarei favorevole...
Ma solo una domanda mi ... sorge spontanea: che ramo?
Se non erro (mi conceda il beneficio del dubbio) l'Università D'Annunzio era di lingue ed era breve... e molti vastesi l'hanno frequentata, ma quanti di fuori? e se proprio erano di fuori, di dove che già di per sè non venivano a Vasto ogni tanto?
Quanti erano davvero di fuori ma ... fuori?
Altra domanda: ma perchè la D'annunzio a Vasto a chiuso?
Direi che se università deve esserci, che sia davvero un qualcosa di appetitoso per ciò e per come analizza lei il problema giovanile, altrimenti forse, guadagnerà qualcuno con una stanza o con un appartamento, ma di certo la noia come la vede lei, resterà imperterrita: non crederà mica che la noia a Bologna non esiste? Oppure che a Bologna ci sia meno noia solo perchè c'è una bella aria universitaria?
Personalmente, sarò un chiodo fisso, una campana stonata, e sarà che giovane lo sono stata, anagraficamente, fino ad una quindicina di anni fa, ma il problema di fondo sulla noia vastese è la "ghettizzazione" dei vari giovani e non solo... Non aprono mai a tutti ed ognuno si crea il proprio circolo, gruppetto.
In ogni luogo è così, ma poi in alcuni di questi luoghi ci sono le zone in cui i vari gruppetti aprono i confini ad altri gruppi con opportunità e voglia di confronto.
Vasto invece, nemmeno la piazza riesce a dare una mischiata a questi vari gruppi: o sei d'inghesta o sei d'inghella; o della capa a monde o della capa a ball; se ti sti loche, non pu' sta' aiecche... (spero sia tutto derivante dal vastese o giù di li...)

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

Grazie Maria per quello che scrivi. L'università ha chiuso perchè non era utile anzi era un peso per la D'Annunzio avere la sede distaccata di Vasto e di questi tempi bisogna "risparmiare". Penso che se Vasto, ritenedo utile per la Città una sede unicìversitaria, facesse proposte concrete e mantenesse gli impegni presi, l'università potrebbe "tornare".
Il fatto, poi, che a Vasto esistano "gruppetti" è un altro discorso. West side story ... insegna.

Ciccosan ha detto...

Ecco Architetto come lei disorienta e confonde il lettore, e secondo me rischia di perdere voti.
Analizziamo quello che ha scritto. Estraggo le frasi topiche.
Nel post scrive "La mia risposta infatti è riportare a Vasto l’Università"; e tutti noi pensiamo che lei sia favorevole a questo ritorno e che quindi non abbia condiviso la sua chiusura.

Poi risponde a Maria "L'università ha chiuso perchè non era utile anzi era un peso per la D'Annunzio avere la sede distaccata di Vasto e di questi tempi bisogna "risparmiare" ".
E tutti siamo portati a pensare lei abbia condiviso la chiusura, nonostante quel virgolettato.
E allora come la pensa veramente l'Architetto?

E qui arriva il suo stile un po' criptico: "Penso che se Vasto, ritenedo utile per la Città una sede universitaria, facesse proposte concrete e mantenesse gli impegni presi, l'università potrebbe "tornare"".
Cosa vogliono dire queste parole? Cosa significa quell'incipit condizionale "...se Vasto ritenendo utile...".
Come Vasto? Chi è Vasto? Un'entità astratta, gli amici al bar, la squadra di calcetto o è lei, nel caso venisse eletto con il suo movimento politico?

Se lei venisse eletto, dica, si impegnerà a lottare, si lottare come si dice oggi, per far tornare l'Università a Vasto? Lo farà lo stesso checchè se ne dica dei costi e della convenienza economica?
Farà proposte concrete a tale scopo? E quali proposte? Combatterà per far mantenere gli impegni assunti?

Per come dice le cose oggi io non la voterei e sconsiglierei di farlo a chi mi chiedesse un parere.
Però c'è ancora tempo per cambiare idea, dipende da lei e da come ci farà capire come la pensa.
A proposito, ma si fanno ancora i comizi in piazza o non è roba d'altri tempi?

Dei giovani potremo parlare in altre occasioni, ma non ho la sua stessa comprensione.

Dell'Università a Vasto, l'ennesima in Italia, penso sia un grosso abbaglio.