sabato 11 settembre 2010

La montagna ha partorito il “topolino”.

In verità, in questo caso mi sembra che il “topolino” abbia partorito se stesso. Ma sembra, perché il “topolino” …

Lapenna, come riportato in tutti gli articoli pubblicati nel web, ha chiarito la posizione dell’amministrazione: “Contrariamente a ciò che si è detto, non c’è stato nessun provvedimento repressivo. Il sindaco ha il dovere di mantenere una città rispettosa dei diritti di tutti. Per questo, dobbiamo trovare tutti insieme una soluzione, che salvaguardi i diritti dei gestori dei locali, dei commercianti, di chi fa musica e dei cittadini”.Pensa di aver chiarito, dico io, perché la sua dichiarazione mostra il fianco a domande del tipo: “ ma fino ad ora, perché non si sono presi provvedimenti seri e condivisi?”

Si parla della volontà di “qualcuno” che ha voluto strumentalizzare i giovani, “gettando”, è proprio il caso di dirlo, le “sacrosante” preoccupazioni di questi nella “melma” della politica.
Ma assemblee come quella di oggi 11 settembre, se vogliamo data storica per altri motivi, non sono un “goffo” tentativo del sindaco e dei suoi collaboratori di utilizzare questi giovani per poter dire abbiamo … fatto?

“Fatto”, voce del verbo fare, parola molto difficile. “Fatto” nel senso di “evento accaduto”, lascia spazio a discussione.

Mi chiedo quindi, nell’assemblea di oggi, cosa si è “fatto” per chiarire il “fatto”?

La risposta è data dagli stessi articoli del web che dicono:

In sostanza, quello che è venuto fuori, anche dagli altri interventi, come quelli di … è quello di fare chiarezza sulle norme attuali, discuterne tutti insieme ed elaborare delle norme per garantire una pacifica convivenza cittadina.
E ci voleva una riunione pubblica per dire questa cosa? Possibile che l’amministrazione ancora non affronta o non sa affrontare il problema, tanto che ora e solo ora, a quasi fine mandato sente il dovere di ascoltare gli addetti ai lavori?

E no, caro lei! Come dice Giuseppe Quarta nel titolo di un suo libro: “Non prendiamoci per il culo!” Questa si chiama “campagna elettorale” altro che strumentalizzazione politica del problema.

E no, caro lei! Alla vigilia di una primavera di “fuoco” (politicamente parlando) il sindaco non chiude una assemblea pubblica dicendo: Per il futuro c’è l’intento di ritrovarsi a discutere e risolvere un problema, possibilmente evitando di creare altri polveroni.
Polveroni? Ma quali polveroni. Magari a Vasto si alzassero polveroni!

1 commento:

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

è stata una riunione pietosa ed accomodante ma prima di tutto inconcludente .....

Me lo ha scritto su Fb una persona seria.