
La volpe che voleva “papparsi” le galline, non riusciva ad entrare nel pollaio.
Le “recinzioni” che separavano il “mammifero” dai gustosi “uccelli” erano alte e “resistenti”.
Da fuori l’animale, astuto per antonomasia, cominciò a “corteggiare” alcuni “polli”. Questi, atteggiandosi come solo certi “polli” sanno fare, dapprima sembravano resistere alle lusinghe della volpe, poi decisero di riunirsi e prendere una decisione. La volpe, sorniona, convinse questi polli a non chiedere consigli al gallo e nemmeno alle galline. La più vecchia di queste, però, accortasi di quanto stava per accadere, provò a dissuadere i giovani pennuti.
“Sei buona solo per il brodo, oramai! Cos’hai da consigliarci tu che hai fatto solo uova e pulcini! noi invece …”
La gallina si accovacciò sul suo mucchietto di paglia e attese.
La volpe non dovette nemmeno entrare nel pollaio, furono i “polli” ad andare nella sua tana e con loro le galline. Qui trovarono altri polli. “Chi sono questi?” dicevano tra loro, “siamo noi che dobbiamo parlare con la volpe! Questa deve dare quello che ha promesso, solo a noi”. La volpe aveva promesso ai “galletti” che li avrebbe fatti cantare, non solo al mattino, ma tutta la giornata. …
Le ombre della sera si allungavano. La “gallina vecchia” osservava queste estendersi e pensava: “io li avevo avvisati”.
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