mercoledì 6 ottobre 2010

3x4=12. Stupida contrapposizione tra ambientalisti e realisti.

Associazione civica Porta Nuova – Vasto
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Parco Nazionale della Costa Teatina: una modesta proposta. 6 ottobre 2010


1. Sulla perimetrazione del Parco Nazionale della Costa Teatina, dal marzo 2008 ad oggi, il Consiglio Comunale di Vasto ha cambiato idea tre volte; e il Sindaco quattro.
In una prima Delibera del marzo 2008 il Consiglio, non producendo una proposta propria, richiedeva “l’immediato avvio di pratiche di partecipazione con la cittadinanza finalizzata ad una perimetrazione largamente condivisa”. Va da sé che in due anni e mezzo dell’immediato avvio si sono perse le tracce.
Ma in una seconda Delibera (maggio 2008) il Consiglio inverte improvvisamente la rotta: “rimanda la decisione alla Regione”, col più ampio mandato, e con l’indirizzo della massima possibile estensione . Anche questa Delibera non sembra abbia avuto seguito alcuno.
Passa un po’ di tempo, e la volta successiva (maggio 2010) a cambiare idea è il Sindaco. Il 10 maggio 2010 il sito del Presidente del Consiglio Comunale riporta le dichiarazioni del Sindaco rese in occasione di un incontro presso il Ministero dell’Ambiente: “«Nell'esporre la posizione del Comune di Vasto mi sono rifatto al contenuto della delibera approvata nel 2008 dal Consiglio Comunale: conteneva un parere favorevole alla costituzione dell'area protetta, ma riteneva troppo ampia la perimetrazione del Ministero [la stessa della Regione, NdR], che abbraccia l'80% del territorio di Vasto […] Un'estensione troppo ampia comporterebbe vincoli rigidi»”. Il Sindaco, insomma, ha ignorato entrambe le delibere del Consiglio Comunale, e in loro vece ne ha inventato una terza. La notizia non è stata mai smentita.
Infine in un’ultima delibera, la più recente (14 settembre scorso), il Consiglio Comunale scopre di non avere le idee chiare, e chiede “alla Regione Abruzzo ed alla Provincia di Chieti di voler mettere a disposizione personale e mezzi affinchè non ci siano più dubbi e perplessità per giungere ad una proposta di perimetrazione condivisa”, etc. Si torna al punto di partenza.

2. Pare evidente che, sul tema, la classe politica locale ha sin’ora pienamente fallito. Ma in città nessuno si è accorto di niente. E questo solo dato la dice lunga sull’interesse che, a torto o a ragione, la città e il suo ceto politico stanno riservando alla questione del Parco Nazionale.

3. Date le premesse, ci sentiamo di formulare una previsione: alla fine il Parco Nazionale della Costa Teatina si farà. Un parco nazionale è pur sempre un’ottima occasione per migliorare l’immagine turistica, per intercettare finanziamenti europei o statali, per istituire un Ente Parco col relativo CdA, etc. Ma sarà un parco striminzito, ridotto all’osso, quasi coincidente con la Riserva Regionale . Il risultato non di un progetto di ampio respiro, ma di un piccolo calcolo locale, esattamente ciò che un Parco Nazionale non dev’essere. La classe politica locale vuole avere le mani libere. Vuole il Parco, ma vuole anche il raddoppio del porto.

4. Una modesta proposta. Se è così, il Parco Nazionale della Costa Teatina rischia seriamente di produrre, alla lunga, più danni che altro. E allora meglio sarebbe lasciar perdere.
Altrimenti, e sia chiaro che è questa la soluzione che preferiamo, occorrerebbe riconsiderare tutto a fondo, far uscire la discussione dall’ambito comunale, e solo in un contesto più ampio chiamare per davvero la città a pronunziarsi. Ma per questo occorrerebbe uscire dalla stupida contrapposizione tra ambientalisti e realisti, che tanto piace ai giornali.

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