martedì 5 ottobre 2010

IL VESCOVO E I MOSTRI

Editoriali di DAVIDE D'ALESSANDRO

Non è colpa di Domenico Molino se Patrizio Lapenna, fratello del sindaco Luciano, butta a terra l’Hotel Panoramic per costruire appartamenti vista mare, realizzando un Mostro di cemento armato, ferita aperta nel cuore di Vasto, ferita che la Sinistra lascerà in eredità per sempre ai suoi cittadini. Però, se Domenico Molino è l’assessore del sindaco Lapenna, fratello di Patrizio, deve andare cauto con le parole a commento di quelle del Vescovo Bruno Forte perché, dalla Destra alla Sinistra, la cementificazione selvaggia è sotto gli occhi di tutti e la città a misura di bambino, più volte invocata dalla dolce Anna, è una città a misura di immondizia, la cui tassa è stata aumentata del 30%. Non è un caso se del 30% è stato anche il calo dei turisti, al minimo storico proprio sotto l’Amministrazione Lapenna che, a pochi mesi dai saluti, non può tirare per la giacca, o per la tonaca, alcun sacerdote. Le parole degli uomini di Chiesa non hanno colore. Gli scheletri negli armadi della Sinistra, a Roma come all’Aquila come a Vasto, non sono inferiori a quelli della Destra, la lontananza dai bisogni urgenti dei cittadini resta siderale di qua e di là. Occorre avere buon senso e consapevolezza di sé. Ricostruire la politica, non i Mostri di cemento, è l’impegno di “Alleanza per Vasto”, che non tira la tonaca a nessuno. Anzi, rispetto ai quattro anni di “omelie” di Polis, le sacrosante parole del nostro amato vescovo arrivano persino con un po’ di ritardo. Ma lo perdoniamo volentieri, come chi sta sopra di lui perdona noi, anche se non sempre lo meritiamo.

1 commento:

Alessandro ha detto...

Sono d'accordo, l'intervento del vescovo Forte è tardivo, ma bisogna dargli atto che non ha paura di indicare le ferite aperte della nostra società. I vescovi del passato, piu politically correct, hanno invece sempre girato il capo dall'altra parte senza richiamare l'opinione pubblica su importanti questioni politiche e morali.