venerdì 8 ottobre 2010

La finestrella.


Ieri pomeriggio mi sono recato con interesse a Palazzo d’Avalos per seguire il dibattito pubblico dal titolo: “Parco Nazionale della Costa Teatina: Potenziale sviluppo o ingessamento?” Cercavo una risposta a questa domanda che anche io mi pongo. Quale valore aggiunto porterebbe il Parco a Vasto? Difatti io non sono contrario ad alcunché se mi si forniscono “inappuntabili spiegazioni” e queste cercavo.
Già dopo le prime battute però, mi sono trovato a disagio, poiché il filo conduttore del discorso non conduceva verso le “delucidazioni” che io mi aspettavo. Tuttavia, a differenza del sindaco che ha abbandonato la sala dopo pochi minuti, ho continuato ad ascoltare quanto i relatori esponevano.
Ho ritenuto interessante il punto di vista dell’Arch. Fabio Vallarola che, dimenticandosi che il suo collega Andrea Natale aveva esposto minuziosamente un progetto di Pianificazione territoriale, inerente il territorio di Fossacesia, durante il suo intervento ha giustificato la scelta di istituire il “Parco nazionale” dicendo che “l’urbanistica ha fallito” e cioè “non sono sufficienti gli strumenti comunali come i Piani Regolatori per la salvaguardia dei territori”. Mi permetto di contestare questo punto di vista poiché ritengo che a fallire siano state solo la politica e i progettisti inesperti o in malafede e non l'urbanistica. Sarei intervenuto, in risposta all’affermazione di Vallarola, se il moderatore Fabio Smargiassi non si fosse inserito nel discorso dicendo: “bisogna volare basso, qui c’è gente che ancora pensa che il Parco possa impedire anche di aprire una finestrella”. Mi aspettavo una risposta a questo intervento e presto questa è arrivata: “Col Parco non solo si potrà aprire la finestrella ma addirittura si potranno avere contributi per poter realizzare questa il legno e non in alluminio anodizzato”. Ora io mi chiedo: possibile che un relatore dia una risposta del genere? Possibile che un relatore non arrivi a capire che il problema non è “la finestrella” in se ma la “burocrazia” che, con l’istituzione del Parco, aggiungerebbe un altro “ostacolo” a quelli già esistenti, per “aprire quella finestrella”? Secondo il cittadino, la “matrioska” dei vincoli ha già troppe “bambolette”. Questo è il vero problema. Se fossi intervenuto il discorso avrebbe preso un’altra piega, così, dopo questo intervento, una volta tanto ho seguito l’esempio del sindaco. Sono andato via.

10 commenti:

Carmine ha detto...

Beh... a dire il vero, Vallarola alla burocrazia per aprire la finestrella ha fatto riferimento. Ed ha accennato ai casi possibili in base all'ubicazione dell'immobile rispetto all'eventuale zonizzazione. Solo poi ha fatto riferimento alla possibilità di accedere ai contributi di cui parli tu nel post.

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

Quindi fa "urbanistica"! allora a che mi seve un passaggio in più? Già negli anni 80 si approvò un piano paesaggistico e poi?

Carmine ha detto...

Provo a reimpostare il commento di Vallarola su questo argomento. Tu l'hai toccato nel post. Ma io tento una sintesi delle affermazioni di Vallarola così, non essendo separate dai commenti che un post ovviamente prevede, forse sarà più chiaro.

Gli strumenti urbanistici, da soli, hanno fallito in merito alla tutela del territorio. Per questo l'istituzione di un Parco è un'occasione in tal senso. Ma un parco non blocca le attività, solo saranno sottposte a regole basate sulla zonizzazione che il Comune proporrà. Quella proposta sarà valutata anche in sede ministeriale e bocciata in caso di incongruenze.
Quella zonizzazione (congruente con le finalità del Parco, le esigenze urbanistiche e lo stato di fatto del territorio), porrà delle regole, che non significano ingessamento del territorio.
Nello specifico (e finalmente arriviamo alla finestrella) se il sig. Giovanni, che ha una casa in zona protetta (che ovviamente non è tutta la città), vorrà aprire una nuova finestra, dovrà fare riferimento anche all'ente parco. Il sig. Giovanni avrà un giudizio di fattibilità in più per l'apertura della sua finestrella (siamo in zona protetta), ma potrà anche godere con più facilità di contributi rilasciati per l'utilizzo di materiali che contribuiscono al risparmio energetico.
Se la casa del sig. Giovanni si trova invece in zona non protetta (verosimilmente ampia), per aprire la sua finestrella non dovrà fare altro che seguire le stesse procedure alle quali anche oggi sarebbe soggetto.

maria ha detto...

Non sono stata all'incontro, non avevo ne tempo è ne soprattutto i "requisiti necessari" per esserci, quei requisiti che ti permettono di poter aprire bocca.
Ma qui si legge ed eventualmente si scrive... e per quanto leggo, scrivo che quoto pienamente il discorso di Carmine.
Ed uscendo momentaneamente fuori tema, mi chiedo: se il centro storico è ugualmente una zona protetta (forse con diversa nominazione) potrebbero, possono i residenti, non solo per ipotetica finestrella, ma ad esempio per rinnovare, usufruire di agevolazioni e contributi, per materiali idonei, con altrettanta facilità?
Mi è capitato di vedere, non solo a Vasto, case in vendita in centro storico con prezzi stratosferici, ma solo per andarci a vivere, (qualora si disponga di tale opportunità) bisognava avere coraggio per come erano mal concie.

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

Anche il piano paesaggistico degli anni 80 era una "occasione in tal senso". Intanto lasciamo da parte i "cotributi" poichè se sono rivolti a coloro che usano mateiali che contribuiscono al risparmio energetico, non vedo perchè riservali solo agli interventi all'interno del parco. Torno al punto: Gli strumenti urbanistici hanno fallito in merito alla tutela del territorio perche "la speculazione" non ha tenuto conto di questa "tutela". Può darsi che ora la sessa "speculazione" viaggi in senso inverso. Questo però io non lo so. Della finestra del signor Giovanni a quelli come me non interessa un bel niente. Io penso che la tutela del territorio vada pianificata e salvaguardata da chi quel territorio possiede e conosce. Spetterebbe eventualmente all'ente parco o altro ente il compito di far "combaciare" le proposte di ogni realtà in maniera che il territorio si presenti in maniera omogenea. Intendo dire che se un comune prevede la salvaguardia di un ambito e quello limitrofo invece pensa che su quel confine possa essere posta una (es.) zona industriale, la cosa non funzionerebbe. Il discorso è complicato, non si può discutere commentando un post, comunque ci si prova.

Carmine ha detto...

Beh... la speculazione è figlia legittima della smania di profitto e, specie quando è illegale, non si ferma certo davanti ad un parco. Forse potrebbe trovare un freno nel comune sentire cittadino. Quel comune sentire potrebbe trovare sfogo quando le opportunità che un parco può offrire, inizieranno a concretizzarsi. Altra strada non vedo. E anche per questo sono strafavorevole al parco.
Quella necessità di cui parli, di dare una sistematicità al parco, evitando spezzettamenti nella pianificazione ma al contrario coordinadole, mi trova assolutamente d'accordo. Se fosse il contrario, il parco avrebbe poco senso.
Ma, ti assicuro, è anche l'opinio di Andrea Natale e Fabio Vallarola. E te lo posso assicurare perchè è una esigenza ed un auspicio che ieri, nel corso del dibattito, è stato più volte ricordato.

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

Vedi caro Carmine, io sono come colui che andò a dormire sotto l'albero di mele e quando una di queste gli cadde in testa, si sforzò di capire perchè.

Carmine ha detto...

... che tra l'altro amava dire che "la verità si ritrova sempre nella semplicità, mai nella confusione".

Passante ha detto...

ma quale ingessamento. :D
Si viene tacciati come "popolo del no", del no ideologico, del no senza sapere di cosa si parla.. e si cade nello stesso errore?
E non è una critica personale (non puo esserlo dopo questa acrobazia che rivela il contrario di quanto si capiva sino a 2 giorni fa :D).
Persino nel piano casa c'erano parametri differenti per le zone inaree protette. Ed erano tutt'altro che ingessanti. ANZI. viene favorita l'antropizzazione di quelle zone :D

E' una scelta di campo. Che possa generare qualche fastidio in piu lo posso anche prendere per buono. Ma di fatto proietta Vasto in un futuro che è uno: TURISMO.

Ma perche dobbiamo sempre vedere gli altri che ce la fanno? cosa erano le 5 Terre prima che diventassero... "le 5 terre"?

A vasto abbiamo l'ORO, solo che in mano ai locali ReMida, con un drammatico processo inverso diventa...
.. ci siamo capiti.

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

Intanto sono contro il piano casa. Poi, caro Passante, non capisco questa tua forma di "senso di colpa" se credi in una cosa lotta per la riuscita di questa, dimostrando la sua validità, affinche quelli come me possano "capire" meglio.
Le 5 terre ottima cosa ... poi? E' proprio questo "poi", tra l'altro, che mi preoccupa.